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Autore: cin75    02/10/2014    9 recensioni
Racconto scritto a quattro mani: Cin75 e Kleines licht.
Un famoso detto recita : Canta che ti passa!!!
Ma davvero una canzone può servire a scoprire ciò che c'è nel cuore di chi ama e viene amato a sua volta!!??
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Nei vostri momenti di intimità, qual è la sensazione o il sentimento più evidente?”
 
Quando Jared ricevette il messaggio dalla Cross non era con Jensen. Era da solo nel suo trailer mentre il compagno, per questioni di scene, era ancora impegnato sul set. Lesse e rilesse la domanda della dottoressa.
Era semplice e pure molto complicata. Con quella domanda avrebbe dovuto mettersi veramente a nudo, metaforicamente parlando, davanti a lei e davanti a Jensen.
Parlare della loro intimità!!

Dio!, non credeva che la terapia dovesse comprendere perfino quello.

Lui pensava ai problemi di incompatibilità, di diversità di carattere o di qualsiasi altra cosa che riguardasse loro nel…sociale, nel pubblico e sì, anche nel privato. Ma di certo non la loro sfera più intima o a dirla tutta….sessuale. Già nell’ultima seduta c’era stato solo un accenno al sesso e lui si era sentito sprofondare nella poltrona. Figurarsi parlarne apertamente!!
Per un solo attimo pensò a Jensen e quante gliene avrebbe dette una volta che anche lui avrebbe letto la domanda.
“Sei completamente fuori se credi che io parli di noi.. a letto… alla dottoressa!?”, di certo questa sarebbe stata la frase più educata che il compagno gli avrebbe rivolto infuriato e arrossato dalla vergogna.
 
Poi, però, ritornò a leggere la domanda e la vide da un altro punto di vista. Quello dell’amore. Ma dell’amore come unione, legame, soddisfazione, esaltazione, affanno, appagamento. L’amore che lo rendeva schiavo e libero allo stesso tempo. Che lo faceva piangere e ridere a causa della stessa persona. Jensen.
L’amore che gli impediva di dormire pacificamente la notte quando Jensen non c’era e che gli faceva contare i minuti e i secondi quando sapeva che il compagno stava per tornare.
L’amore che lo svegliava la mattina perché voleva guardare Jensen dormire accanto a lui. L’amore che glielo faceva svegliare solo per dirgli “Buongiorno, amore! Ti amo!”
L’amore che piangeva di gioia e faceva le capriole dentro il suo cuore , quando Jensen, una volta sveglio gli rispondeva “Aspettavo che mi svegliassi, piccolo! Ti amo anch’ io!”
L’amore che lo aveva portato a confessare al mondo intero, contro ogni aspettativa, il suo essere gay e il suo amare come mai gli era successo, quello che era il suo collega da anni.
Quell’amore che lo aveva esaltato e reso felice fino all’inverosimile quando Jensen aveva fatto lo stesso per lui.
Quell’amore che da quando stavano insieme avrebbe potuto saziarli e tenerli in vita anche senza acqua né cibo, tanto era “sfamante”. Non sapeva che altro termine usare!
Sì!, perchè Jared si sfamava di quell’amore. Completamente. Profondamente.
Pensò a quell’amore e pensò a Jensen e a quello che anche fisicamente era per lui. Perché non voleva essere ipocrita. Jensen era davvero un gran bel ragazzo.
No! Era bellissimo.
Ed era innegabile che il fisico statuario e solido del compagno non avesse nessuna influenza o ascendente su di lui. C’era ben altro dietro i muscoli, ma andiamo!!! , anche gli occhi volevano la loro parte!
Non poteva negarlo ma Jensen era davvero tutto per lui. Fisicamente e spiritualmente.

Sorrise e gli vennero in mente due canzoni. Diverse completamente. Per genere, per melodia, per significato. Le scaricò entrambe e decise che avrebbe fatto scegliere alla serata che aveva in mente di passare con il suo compagno, quale sottoporre alla Cross.
Quando anche quella estenuante giornata sul set ebbe fine e i due tornarono al loro appartamento di Vancouver, Jared, una volta chiusa la porta di casa, con ancora accanto Jensen, non aspettò oltre. Gettò sul divano il giaccone e strattonò, letteralmente,  il compagno , in un suo abbraccio.
“Wowww!!” esclamò Jensen, preso alla sprovvista, ma non seccato da una simile attenzione. “Non credi di star esagerando con l’impazienza!?” lo provocò.
“Mi sei mancato!” gli disse il giovane posando un bacio quasi a stampo sulla bocca del compagno che non resistette all’assalto delle labbra di Jared e cedette miseramente al suo bacio. “Comincio ad odiare…. tutte quelle scene… su set diversi!...prima potevo vederti di più…ora…invece..”, continuava a spiegare mentre si cibava dei baci che Jensen gli ricambiava.
“Beh! possiamo recuperare adesso…!” fece il maggiore mentre lo baciava più….seriamente. “Che ne dici?!”
“Dico che hai avuto un ottima idea!!”  lo assecondò Jared, stringendosi a lui.
“Hallelujah!!” esclamò ridendo e un secondo dopo il suo telefono trillò.
“Non rispondere!” fece Jared, ansioso di continuare quello che aveva iniziato a fare con i suoi vestiti e con quelli di lui.
“E’ solo un messaggio. Lo aspettavo da Cliff. Tu va’ avanti. Arrivo subito!!”
“Non ci mettere troppo!” e dopo averlo baciato andò in camera loro. Ma un attimo dopo …
“JAREEDDDD!!” e dopo il nome , il giovane vide entrare in camera il compagno come una furia. “Dimmi che l’hai ricevuto anche tu e che non dobb….”
“Sta’ calmo Jensen e sì, l’ho ricevuto anche io e ho già fatto la mia scelta!!” e quando finì di proferire quella frase , Jensen restò decisamente spiazzato. Anche perché Jared non gli aveva dato tempo di dire altro. Gli era piombato addosso e aveva cominciato a spogliarlo e baciarlo e lasciarlo senza fiato.
“Ne parliamo dopo!!” gli diceva mentre sospirava sul suo collo. “Adesso ho solo voglia di fare i compiti che ci ha dato la Cross!!” scherzò per far rilassare Jensen che sembrava ancora scalpitare per il messaggio della terapeuta. Il maggiore, però, non potè resistere ad un tale assalto e convincendosi tra se e sé, decise che forse i “compiti” della Cross erano più piacevoli delle sue rimostranze a quella domanda.
“E sia! Vediamo di prendere un bel voto almeno!!” proclamò convinto spingendo il giovane sul letto.

Jared fu completamente travolto dalla passione di Jensen, dal suo modo di fare l’amore appassionato ma che non toglieva mai spazio alla dolcezza e alla delicatezza con cui il maggiore si legava  a lui, intimamente, completamente.
Lo amava fino a togliergli il fiato e Jared adorava l’apnea che Jensen gli procurava ogni volta. E ogni volta era una sensazione diversa. Esaltante. Inebriante.  Appagante.
 
Quando qualche giorno dopo entrarono nello studio della Cross, la dottoressa sembrò mettere le mani avanti.
“Lo so a cosa state pensando! Che una domanda del genere forse andava oltre i nostri incontri!”
“Diciamo che vediamo la cosa un po’ da terapeuta del sesso!” ironizzò Jared.
“Non lo è. Siete stati voi a farmi capire che qualcosa stava cambiando anche in quel campo durante la nostra scorsa seduta, quindi ho dovuto per forza esplorare la questione!” spiegò spostando lo sguardo anche su Jensen che era il più silenzioso e preoccupato dei due. “Allora, vogliamo….toglierci il dente!?” fece allungando la mano verso Jared. Il giovane passò l’usb alla dottoressa e poi le fece cenno di aspettare e la Cross lo guardò interrogativa.
“Io volevo solo dire che ce ne sarebbero state a centinaia di canzoni …ma…insomma …questa, dopo quello che stiamo….passando e dopo come ne stiamo venendo fuori , mi sembra quella più adatta. Almeno per quello che riguarda questo particolare argomento!” si giustificò e disse pure che se anche la canzone era per una donna, era il significato del testo quello che era importante in quel frangente.
“Non ci sono problemi, come hai detto tu: è il significato che conta!”lo rassicurò la Cross.
Jensen lo guardava. Conosceva Jared e di certo la canzone sarebbe stata dolcissima come lui era. Ma il fatto che il giovane compagno c’avesse tenuto quasi a giustificarsi, lo metteva in allerta. Lo avrebbe ucciso se lo avesse fatto piangere o solo fatto venire gli occhi lucidi.
La Cross premette i soliti tasti e la musica partì.
Un intramontabile riff riempì la stanza e quegli inconfondibili accordi di chitarra elettrica e il ritmo della batteria lasciarono interdetti sia la Cross che Jensen che spalancò la bocca completamente sconvolto e si voltò verso Jared che aria innocente sul viso, si limitò a fare spallucce.
 
He was a fast machine, 
He kept her motor clean, 
He was the best damn man that I ever seen, 

He had sightless eyes, 
Telling me no lies, 
Knockin' me out with those American thighs, 

Taking more than his share, 
Had me fighting for air, 
He told me to come, but I was already there, 

'Cause the walls started shaking, 
The earth was quaking, 
My mind was achin', 
And we were makin' it and you... 

Shook me all night long, 
Yeah you, shook me all night long. 

Jared  non aveva resistito. Era stato più forte di lui anche perchè era ancora entusiasmato da quella notte passata con Jensen e le sue più che amorevoli attenzioni. Si era deciso a scegliere quella canzone perché era così che il compagno, nello loro situazioni intime, lo faceva sentire: al posto di guida di una fuori serie e cavolo!, se Jensen Ackles non era una fuori serie. I suoi occhi brillavano come fanali quando lo guardava mentre erano a “stancarsi” tra le lenzuola. Le sue braccia o le sue gambe intorno al suo corpo erano una spira di indescrivibile piacere e ogni volta che Jensen lo trasportava in quel posto di estasi magnifica che Jared sapeva essere solo suo, era come raggiungere la vetta più alta che mai uomo avesse conquistato! Non c’erano parole più azzeccate: lo faceva tremare tutta la notte!!
Ed era stato così fin dalla prima volta che avevano fatto l’amore. Travolgente, sconvolgente. Ed oltre ogni aspettativa, Jared avrebbe osato dire: illuminante. Aveva scoperto l’amore vero. Anche quello fisico. Le sensazioni che provava ogni volta che facevano l’amore erano accompagnate da una scarica elettrica che lo spiazzavano e lo spingevano a chiedere e a dare di più. Era un’emozione talmente forte che faceva dimenticare ogni pensiero e ogni dolore.
 
Working double time on the seduction line, 
He was one of a kind, 
He's just mine all mine, 

Wanted no applause, 
It's just another cause, 
Made a meal out of me, and come back for more, 

Had to cool me down, 
To take another round, 
Now I'm back in the ring to take another swing 

But the walls were shaking, 
The earth was quaking, 
My mind was aching, 
And we were making it and you... 

Fare l’amore con Jensen non era come quando lo faceva con le sue prime ragazzine. Non era mai un “Vedrai come sono bravo!” tipico adolescenziale.
No! Con Jensen era pura passione. Completo coinvolgimento. Estremo piacere.
Era una passione e una voglia di stare insieme che a volte aveva difficoltà a spegnersi. Era tanta la voglia che avevano l’uno dell’altro che quando gli impegni di lavoro li costringevano a stare lontani, era quasi doloroso non potersi appartenere.
E mentre la canzone andava, Jared si ritrovò a pensare che era per quella sensazione di dolore, dovuta alla lontananza di Jensen, alla sua mancanza anche fisica, che si era lasciato convincere ad andare dalla Cross.
Girò per un attimo lo sguardo verso il compagno e sorrise nel vederlo quasi accucciato nel suo angolo di divano con il viso nascosto da una mano. E sorrise ancora quando comunque riuscì ad intravvedere il rossore che gli colorava il volto.
Non era colpa sua se la Cross voleva sapere come e cosa sentiva quando erano in “intimità”!!
E il giovane anche se aveva usato quella canzone per “stemperare” la questione , sapeva che quel testo comunque era la sacrosanta verità. Jensen era un terremoto che non lasciava scampo. Era i muri che traballavano. La terra che tremava. La confusione della mente. Era un mago che sapeva utilizzare contro di lui le sue più potenti arti magiche. Era il sogno che diventava realtà. Era l’incubo che lo faceva gridare  e affannare durante la notte. Era la pace dei sensi. Era l’estasi che quei sensi li sconvolgeva.
Jared pensò che tutto questo era Jensen per lui.  E non chiedeva altro che avere quel tutto, solo per lui!
 
Quando la canzone finalmente finì, con grande sollievo di Jensen, Jared guardò prima il compagno che sicuramente lo voleva morto, e poi guardò la dottoressa al di là della scrivania che appoggiata allo schienale e braccia conserte sul petto lo  fissava decisamente perplessa anche se ironicamente sorridente e soddisfatta di quella palese ammissione.
Jared a quello sguardo corrugò la fronte in attesa della solita domanda, ma questa volta la Cross lo sorprese.
“Vuoi davvero spiegare questa canzone!?” fece sorridendogli amichevolmente. Jared stava per rispondere quando lo sguardo truce di Jensen gli bloccò le parole in bocca.
 
Il maggiore di per sé era rimasto seriamente sconvolto dalla domanda della Cross. Aveva cominciato ad abituarsi all’idea  di parlare dei loro problemi personali con qualcuno ma quel che facevano a letto doveva rimanere …a letto! Non era mai stata una persona particolarmente aperta, soprattutto su temi così intimi. Anzi a dire il vero faceva fatica a parlarne anche con Jared! Non era il tipo di persona che stava lì ad analizzare quel che provava in quei momenti … lui provava e basta.
Non era casto, questo no: sapeva essere una furia, a luci spente, ma di giorno gli diventava difficile essere così diretto, così concreto. Era come se avesse una sorta di limite, oltre il quale gli diventava impossibile spingersi e quel limite erano … le persone.
Jared era ovviamente diverso, con lui riusciva ad essere sé stesso molto più facilmente. Odiava esporsi troppo, apparire troppo aperto, svelare troppo di sé. Confessare troppi particolari e la sua vita sessuale e privata con Jared era uno di questi particolari.
Non avrebbe saputo come spiegarlo concretamente, materialmente, ma erano un insieme di sensazioni così travolgenti che si era sempre imposto di tenerle per sé.

Prima di tutto perché voleva qualcosa che fosse solo suo, e tutto ciò che riguardava Jared era una specie di tesoro. Quei momenti assieme lo erano: attimi in cui si fondevano solamente loro due, il resto del mondo fuori, tagliato totalmente fuori dal loro universo.
Adorava sentire suo il proprio compagno,adorava sapere di appartenergli. Adorava sapere che in quel momento avrebbero potuto ricomporsi e distruggersi a piacere, quante volte volevano, ma avrebbero sempre trovato rifugio nelle braccia dell’altro.

Per questo, quando aveva letto l’e-mail, si era sentito andare a fuoco e aveva maledetto con tutto sé stesso Jared. Non lo aveva odiato, gli era impossibile, ma aveva detestato quel che gli stava facendo fare: quella domanda era decisamente troppo personale, troppo intima, eppure da una parte sapeva che Jared avrebbe trovato velocemente un modo per rispondere.
Non capiva come facesse, Jared, a trovare sempre la cosa giusta da dire al momento giusto e alle volte gli capitava quasi di invidiarlo per questo: lui a stento riusciva a dar voce ai suoi pensieri.
Con i sentimenti si era sempre sentito una frana, non sapeva spiegare perché, e avere accanto uno espansivo e diretto come Jared alle volte era stressante.
Basti pensare che solo quella mail, il giorno dopo, fu capace di distrarlo totalmente dalle riprese, tanto da rendergli impossibile girare l’ultima scena della giornata. Fu costretto a rifarla almeno una decina di volte, in quanto risultava sempre troppo distaccato e distratto dal personaggio, e alla fine decisero tutti quanti che era meglio rinviare al giorno successivo.

Odiava quando le cose andavano a finire in quel modo: detestava con tutto sé stesso sapere di non aver dato il massimo, e ancora di più si odiava quando questo derivava dalla sua timidezza.
Quando quella sera rilesse il messaggio della Cross, si preparò quindi a fare una ramanzina a Jared. Cosa che non avvenne come sperato. Esattamente come quando la lesse la prima volta.
 

Una volta dalla Cross, nello studio, Jensen ebbe modo di riavvertire il fastidio e lo sconforto della sera prima, malgrado mediati dal risvolto che aveva preso quella notte. Non detestava più Jared, ma odiava ancora sé stesso per la sua incapacità di trattare con quelle cose.
Stupidamente aveva pensato che la parte più dura sarebbe stato dare alla Cross la canzone che aveva scelto, impiegandoci almeno due ore, ma prima ancora che potesse preoccuparsene ci pensò Jared a “distrarlo”.
La scelta del giovane gli fece venire voglia di sprofondare nella poltrona per l’imbarazzo. Poteva anche avere ragione, pensarlo davvero ma dannazione era proprio necessario metterlo in piazza così?!
Per lui fare l’amore con Jared aveva ben altre implicazioni, e aveva provato a concentrarsi sulla parte più sentimentale per non cadere totalmente nello sconforto e nell’imbarazzo più totali. Aveva provato a mediare le cose, trovando qualcosa di, sì, esplicito ma comunque nelle sue corde.
Si pentì di non essere capace di andare oltre, non ancora almeno e non totalmente.

Sospirò profondamente, provando a calmarsi e a non urlare davanti alla loro terapeuta, poi allungò la sua USB -con contenuti decisamente meno espliciti!- alla Cross.
Si preparò a rilassare le spalle, lentamente, conoscendo per bene il contenuto della sua canzone. Certo, non era comunque qualcosa di totalmente casto ma era cento volte meglio di quel che aveva scelto Jared!
Se voleva farlo morire quello era il modo migliore.
Non poteva davvero odiarlo, non veramente: sapeva infondo che aveva scelto quella canzone perchè lo pensava davvero, semplicemente non capiva perchè avesse dovuto farla sentire a qualcun altro!



Watch the sunrise
Say your goodbyes
Off we go
Some conversation
No contemplation
Hit the road

La scelta era stata a dir poco ardua: non aveva trovato niente che raffigurasse  a pieno quel che pensava e non era comunque stato facile. Aveva odiato profondamente quella domanda, quel dover tirar fuori cose così intime lo aveva spiazzato.
La prima cosa a cui aveva pensato ascoltando quella canzone era stato un viaggio in macchina. Non con Jared, stranamente, ma da solo. Gli capitava che guidare fosse l'unica cosa capace di rilassarlo e lo aveva fatto spesso, quando la situazione con Jared era diventava al limite del sopportabile, prima di confessargli quel che provava. 
In quel viaggio aveva deciso di confessargli tutto. Aveva cominciato a raffigurarselo al suo fianco, aveva cominciato a vederlo ovunque e se la strada non fosse stata completamente deserta probabilmente avrebbe rischiato un incidente. Lui, che era sempre stato un ragazzo sulle sue, non certo puro e casto ma che non pensava certo a certe cose -non sul posto di lavoro almeno!- stava cominciando a perdere seriamente il controllo.
 
Se lo vedeva ovunque, cominciava a fare pensieri ben poco casti sul suo corpo ogni volta che gli era troppo vicino e anche dopo essere stati assieme, essere diventanti compagni a tutti gli effetti, gli capitava spesso di benedire le riprese in solitaria: con Jared accanto gli diventava davvero complicato concentrarsi e stare sul pezzo.


 
Car overheats
Jump out of my seat
On the side of the highway baby
Our road is long
Your hold is strong
Please don't ever let go Oh No

Col senno di poi finiva quasi sempre per mischiare quel ricordo, quel viaggio in solitaria, con molti altri che aveva fatto con Jared, sopratutto nei primi tempi, e come era stati assieme dopo. Gli capitava sempre di fare il confronto con la sua vita prima e la sua vita dopo e le differenze gli sembravano quasi assurde.
Amava la stretta di Jared su di lui quando facevamo l'amore, era come se si sentisse trascinato a forza in un altro mondo, e gli veniva spesso da chiedersi come avesse fatto senza di lui, prima.
Ecco, quello era il problema: non sapeva come avrebbe fatto senza Jared. Non aveva la benché minima idea di come sarebbe sopravvissuto, e quel senso di perdita lo avrebbe sentito parecchio anche dal punto di vista fisico eppure sapeva che senza le attenzioni del compagno si sarebbe sentito...perso.

I know I don't know you
But I want you so bad
Everyone has a secret
But can they keep it
Oh No they can't

Quella parte della canzone lo aveva colpito particolarmente. O meglio, per quanto fosse confusa, su di lui aveva assunto significati davvero profondo. Era come se...avesse trovato esattamente quel che voleva dire.
Quei segreti di cui si parlava erano tutti quelli che lo riguardavano, che Jared sapeva su per giù quasi tutti, e che comunque quando stavano assieme gli sembrava gli venissero strappati fuori. Mentre lui diventava suo, o viceversa, era come se tutti i problemi del suo mondo venissero fuori e no, non potesse nasconderli, non potesse tenerli per sè.
Inizialmente quella cosa lo aveva spaventato, gli sembrava che Jared lo stesse violando in tutti i sensi, poi aveva cominciato a prenderci l'abitudine e ora non avrebbe più potuto vivere senza quella sensazione così assurda.


Driving fast now
Don't think I know how to go slow
Where you at now
I feel around
There you are

Aveva cominciato a sentirlo ovunque, anche quando non c'era. Se possibile, nei primi tempi, l'effetto che Jared sapeva fargli era peggiorato: era come se dopo essere stato suo non fosse capace di sentirsi in nessun modo slegato da lui.
Pensava di essere spacciato, che quel legame fosse abbastanza forte da soffocarlo eppure ora era ancora vivo, più di prima, a voler essere sinceri.
Quella parte del testo lo aveva fatto arrossire,  e gli fece lo stesso effetto anche davanti alla Cross. Per lui era quasi impensabile parlare di quelle cose, anche attraverso la musica dannazione!
 
 
Cool these engines
Calm these jets
I ask you how hot can it get
And as you wipe of beads of sweat
Slowly you say "I'm not there yet!"

Fosse stato per lui avrebbe totalmente abolito l'ultima parte del testo, l'avrebbe cancellata dalla faccia della terra e l'avrebbe fatta dimenticare all'autore stesso. Eppure...era lì, e gridava per essere lasciata stare.
Infondo quella era una parte più che viva del loro rapporto e non poteva cancellarla. Lui la adorava! Solo era difficile parlarne, tutto qui.



La canzone scemò, molto più lentamente di quanto ricordasse, e la domanda della Cross arrivò anche troppo chiara e diretta.
"Vuoi dirci qualcosa su questa canzone Jensen?" domandò con un leggero sorriso, al che il maggiore alzò lentamente lo sguardo su di lei, passando poi a Jared.
Avrebbe voluto dire qualcosa ma dubitava di esserne seriamente in grado. Sapeva che Jared avrebbe capito e ancora rosso in viso si limitò a scuotere deciso il capo, provocando un sorriso nel compagno.
 
Quando andarono via dallo studio della Cross, Jared era stranamente silenzioso. Forse pensieroso. Jensen pensò che il compagno già sapeva che arrivati a casa loro avrebbe dovuto spiegargli la scelta di quella canzone così…assurda ed imbarazzante. Almeno in quella situazione con la Cross.

Arrivati a casa. Jensen chiuse la porta alle loro spalle.
“Allora?? Devi dirmi qualcosa?!” fece aspettando la tanto attesa spiegazione da parte di Jared.
“Lo so che sei arrabbiato…ma per favore. Potrebbe servire se ti dicessi che la canzone era un'altra ?!” provò a giustificarsi.
“Un'altra??...ho il terrore di chiederti quale!” fece ironico il maggiore.
Jared gli fece solo cenno di aspettare e di avere solo un minuto di pazienza. Jensen lo guardò perplesso e lo vide armeggiare con il suo I-pod.
“Ma cosa stai…” fece quando vide Jared sorridere soddisfatto.
“Questa…questa era la canzone che avrei voluto e forse…forse vedendo come hai reagito, avrei dovuto portare!” confessò amaramente. Premette play e una musica dolcissima partì dal piccolo lettore. “Ho dato l’altra alla Cross perché volevo alleggerire la cosa… probabilmente sbagliando. Ma Jensen, ti prego di credermi…questo è quello che sei tu per me in quei momenti!”

I still hear your voice, when you sleep next to me. 
I still feel your touch in my dreams. 
Forgive me my weakness, but I don't know why. 
Without you it's hard to survive. 

Cause everytime we touch, I get this feeling. 
And everytime we kiss I swear I can fly. 
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last. 
Need you by my side. 
Cause everytime we touch, I feel this static. 
And everytime we kiss, I reach for the sky. 
Can't you hear my heart beat so 
I can't let you go. 
Want you in my life. 

Your arms are my castle, your heart is my sky. 
They wipe away tears that I cry. 
The good and the bad times, we've been through them all. 

You make me rise when I fall. 


I violini che facevano da sottofondo alla canzone lentamente scemarono e i due senza quasi rendersene conto si ritrovarono abbracciati al centro della stanza. Non ballavano. Stavano solo stretti uno all’altro. Jensen aveva rifugiato il viso nel caldo incavo del collo di Jared e questi, beato di quel contatto  e di quel dolce respiro che sentiva sulla sua pelle, non smetteva di baciarlo il capo vicino al suo viso.
Quando Jared finalmente costrinse dolcemente il compagno a guardarlo, non ebbe bisogno di dire o chiedere altro. Gli occhi lucidi di Jensen erano la risposta a tutto.
“Sei ancora arrabbiato!?” provò a spezzare quel momento ma solo perché odiava vedere Jensen così, anche se era commozione e non rabbia, la causa di quel dolcissimo luccichio.
“Come potrei?!” ammise baciandogli piano le labbra piegate in un sorriso leggero.
“Sai una cosa?!” domandò Jared
“Cosa!?” fece sorridente Jensen.
“Adesso mi piacerebbe farti sentire il mio cuore che batte veloce….farmi baciare fino a volare….vorrei raggiungere il cielo e …..”  e accompagnò piano Jensen verso la loro camera mentre ripeteva parola per parola la canzone che avevano appena ascoltato.

Poi, furono solo vette e alte cime inesplorate!!



N.delle A.:  Ciao , carissime/i. Ecco i soliti link. I video sono quelli con le traduzioni in italiano e speriamo tanto che vi piacciamo e naturalmente che vi piaccia il capitolo: You shock me all night : http://www.youtube.com/watch?v=bJJuBvwx7j8
Everytime we touch : http://www.youtube.com/watch?v=pe1cAEsKvpw, per Jared.
Secret: http://www.youtube.com/watch?v=eEw1QqxNWAU  
+ traduzione: http://www.testimania.com/testitradotti/1161.html per Jensen.
   
 
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