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Autore: Evee    02/10/2014    2 recensioni
Mira, dopo la morte dei suoi genitori, si è dovuta trasferire a Domino da suo cugino Yugi. Ma la vita con lui non si rivelerà affatto tranquilla, perché ben presto verranno invitati, assieme a Seto Kaiba, ad un esclusivo torneo di Magic and Wizards in Egitto... Ma niente è come sembra e nulla andrà come previsto. Li aspetta un'avventura mozzafiato, d'amore e d'amicizia, legata inesorabilmente ad un passato di ben 3000 anni fa...
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Episodio XVIII: “Partenze e ritorni”

 

MIRA

“Wow.”

Non c'era commento più adatto, di fronte alla maestosità delle carte delle Divinità Egizie.

-Ed ora Slifer, Obelisco... ATTACCATE!- ordinò loro Atem.

I due enormi mostri non esitarono un istante e, prima che potesse dire o fare qualcosa, Set venne travolto dalla furia dei loro colpi. La sala venne illuminata da un'esplosione di luce, tanto improvvisa quanto accecante. Non appena scemò, anche tutti i mostri sul terreno di gioco si erano dissolti, segno inequivocabile che i Life Points di Set erano stati azzerati.

-NO...! NON E' POSSIBILE!- esclamò Set con il volto stravolto dalla rabbia -NON DI NUOVO!-

Tuttavia la sua espressione mutò subito non appena si accorse, e noi con lui, che il pavimento sotto i suoi piedi aveva iniziato ad ardere, intrappolandolo in una prigione infernale.

-NO...!- gridò, questa volta per il terrore di quello che lo attendeva -NO! PRESTO, SALVAMI!- aggiunse, all'insegna di Bakura.

Quello però non si mosse, anzi rimase fermo a fissare Set con lo sguardo più freddo e distaccato che avessi mai visto.

-E' UN ORDINE!- aggiunse il dio con tono furioso.

-Non sono più hai tuoi ordini...- rispose Bakura, avvicinandosi a Set ma senza aiutarlo.

Non poté aggiungere altro. Set, ormai avvolto dalle fiamme, gli si gettò addosso.

-MISERABILE!- esclamò lui -COME OSI! TU NON SEI NULLA, NULLA SENZA DI ME!-

Bakura urlò rabbioso, e con uno strattone violento riuscì a divincolarsi dalla sua stretta. Tuttavia, nel momento stesso in cui arretrò, Set afferrò l'anello dorato che portava al collo. Con un rumore lacerante, la corda che lo teneva legato si strappò. Bakura emise un suono strozzato, e poi cadde a terra privo di sensi. Di Set, invece, ormai non rimanevano che le ceneri.

Io, Atem e Seto restammo attoniti a fissare il punto in cui prima si trovava il nostro nemico, finalmente sconfitto una volta per tutte.

-Cosa... cosa è appena successo?- domandai incredula, quando riuscii finalmente a parlare.

-E' successo che avete vinto.- disse una voce familiare alle mie spalle.

Mi voltai di scatto con stupore.

-ISIDE!- esclamai, riconoscendola all'istante.

-AMMON-RA! OSIRIDE!- fece invece Atem, quando vide gli altri due uomini che erano con lei.

-Faraone.- disse semplicemente Ammon-Ra, con un cenno di capo.

Seto invece rivolse loro uno sguardo torvo.

-Comodo, farvi vedere solo ora. Si può sapere dove siete stati tutto questo tempo, quando avevamo bisogno di voi?- si lamentò, per una volta a ragione.

Osiride lo guardò accigliato.

-Ehi, ricordati a chi ti stai rivolgendo...- lo rimproverò.

Iside invece sorrise, ben più benevola.

-Per quanto lo volessimo, non potevamo venire in vostro aiuto, non finché Set continuava ad usurpare questo luogo sacro. Ma ora che è stato sconfitto, nulla ci impedisce più di mostrarci a voi.- fece -Mira, vieni. Quel taglio non sembra profondo, ma è sempre meglio pensarci subito.-

Mi avvicinai timidamente alla dea, che si piegò verso di me e mi soffiò sulla ferita, che aveva smesso di sanguinare ma era ancora fresca. Quella, magicamente, scomparve all'istante e con essa il dolore che mi causava, lasciandomi solo il suo ricordo, oltre che un po' del sangue che mi si era raggrumato sul braccio e sui vestiti. Beh, meglio tardi che mai.

-Comunque, siamo venuti per ringraziarvi...- disse Ammon-Ra -Nonostante i vari ostacoli e nemici che avete dovuto affrontare, con il vostro coraggio siete riusciti a superarli tutti.-

-Siamo così fieri di voi!- aggiunse Iside -Grazie! Grazie davvero!-

Quindi, con un gesto davvero inaspettato, le tre divinità si piegarono in un inchino davanti a noi.

-Ehm... Non... non c'è di che!- balbettai imbarazzata.

-Abbiamo solo fatto ciò che ritenevamo giusto.- minimizzò Atem, anche lui visibilmente a disagio.

-No, avete fatto quello che vi avevamo chiesto, fidandovi di noi ciecamente e senza esitazioni... E per questo vi saremo sempre debitori.- disse Osiride con solennità.

-Quale onore...- sentii Seto borbottare.

Io gli rifilai un'occhiataccia, facendogli intendere che era meglio se chiudeva il becco. Osiride assunse un colorito ancora più verdastro per l'irritazione, ma prima che potesse aprir bocca venne preceduto da Atem.

-Dunque, posso osare chiedervi un favore?-

 

ATEM

Deglutii, guardando Ammon-Ra speranzoso ed assieme un po' intimorito di un suo possibile rifiuto.

-In effetti, posso farlo.- mi rispose infine.

-EVVIVA!- esclamò Yugi al mio fianco.

Io però cercai di trattenere l'entusiasmo, avendo ben colto l'incertezza di Ammon-Ra nella sua voce.

-...ma?- gli domandai.

Ammon-Ra emise un sospiro.

-Ma... come ha già cercato di spiegarti anche mio figlio Horus, ogni magia ha un suo prezzo.-

Sentii il mio alter-ego irrigidirsi, ma io non mi scomposi. In fondo, me l'aspettavo.

-E quale sarebbe il prezzo per questa?-

La divinità mi guardò a lungo, riflettendo prima di rispondere, come in cerca delle parole più adatte per spiegarmelo.

-Il problema di restituirti il tuo corpo, Atem, sta proprio nel fatto che il tuo corpo l'hai perduto.- mi disse -Ed io non posso ricrearne uno che faccia le sue veci.-

-Come?!?- esclamò Yugi.

-Ma allora...!- feci per protestare io.

-Aspetta.- mi fermò, rimproverandomi con lo sguardo per la mia impazienza -Ho detto che non posso ridarti il tuo corpo, però posso far ritornare il tuo spirito in esso... 3000 anni fa.-

Lo guardai attonito. Tornare indietro nel passato, alla mia vita precedente... Tutto quello che avevo sempre desiderato, era lì, a portata di mano! Ma ora che il sogno poteva diventare realtà, mi rendevo anche conto di ciò che avrebbe comportato... Avrei dovuto rinunciare a tutto: dire addio ai miei amici, dire addio a Yugi. E questo per riavere una vita che neanche ricordavo, con il rischio poi di pentirmene amaramente. E' proprio vero che si desidera solo ciò che non si può avere.

-Capisco...- dissi soltanto, tormentato dai dubbi.

-Tranquillo, so bene che si tratta di una scelta difficile... Riflettici pure senza fretta.-

Yugi percepì la mia indecisione, e mi si parò davanti con sguardo ostinato.

-Atem!- mi disse, con tono di rimprovero -Come, ci pensi pure?-

Lo guardai sperduto.

-E' che... ho paura, Yugi. Non so se voglio tornare nell'Antico Egitto, essere Faraone... Io voglio rimanere qui, in quest'epoca, con te e tutte le persone che conosco!-

Lui alle mie parole si fece serio come non mai.

-Cosa credi, che non sia quello che vorrei anch'io? Ma Atem, è da quando ti conosco che cerchi delle risposte! Ora non solo puoi finalmente scoprire chi eri, ma puoi tornare ad esserlo!- mi disse con tono energico -E' un'occasione unica! Se non accetti, te ne pentirai per tutto il resto della tua vita!-

Deglutii. Aveva ragione. Aveva dannatamente ragione. Rimproverai me stesso per la mia codardia, e presi la decisione più importante della mia vita o, almeno, di quella che mi ricordavo di aver vissuto.

-Ok, ci ho pensato... Ed accetto.- dissi ad Ammon-Ra con risoluzione.

-Bravo!- sentii esclamare Yugi e Mira in coro.

Ammon-Ra sorrise.

-Molto bene...-

Il dio si avvicinò a me, e prese il mio Puzzle del Millennio tra le mani. A quel tocco, lo sentii scaldarsi fino a diventare quasi incandescente.

-Cosa... Cosa sta succedendo?- chiesi con un po' di timore.

Ammon-Ra lasciò la presa con gentilezza.

-Ho solo aperto un portale tra quest'epoca e quella da cui provieni, attraverso il tuo puzzle. L'unica cosa che ti serve ora, per attraversarlo, è un collegamento tra il tuo spirito ed essa.-

-Un... Collegamento?- domandai senza capire.

-Intende i tuoi ricordi.- sbuffò Osiride con sufficienza.

Ma certo! I miei ricordi! Con tutto quel trambusto, avevo finito per dimenticare completamente la ragione per cui eravamo venuti in quel tempio...

-Quindi basta che inseriamo le Sfere del Potere nelle statue, ed il mio spirito tornerà indietro nel tempo? Tutto qui?- domandai loro in cerca di conferma.

-Esattamente!- disse Iside con fare allegro.

Sorrisi a tutti loro con rinnovato entusiasmo. Non sapevo ancora a cosa sarei andato incontro, ma lo avrei scoperto presto... E questo mi tranquillizzava un po'. Almeno non sarei tornato nell'Antico Egitto completamente allo sbaraglio!

-Vi ringrazio di cuore, davvero!- riuscii solo a dire.

-Oh, era il minimo che potessimo fare. Abbiamo solo ricambiato il favore.- mi rispose Ammon-Ra con un'alzata di spalle.

-Addio, allora.- disse Osiride, chinando il capo in segno di saluto.

-E buona fortuna per tutto!- aggiunse Iside con un sorriso.

Le tre divinità però non fecero in tempo a voltarsi, che Seto li fermò con un colpo di tosse.

-Forse non sarebbe una cattiva idea, se prima di andarvene ci liberaste anche da queste catene...-

 

ANZU

Oramai avevo perso la cognizione del tempo, ma non avevo davvero il coraggio di chiedere quanto ne fosse passato, perché sapevo benissimo che la vera risposta sarebbe stata in ogni caso troppo. Continuavamo a starcene lì, seduti, aspettando che loro tornassero. Che da quel pozzo uscisse finalmente Yugi ed il suo sorriso ottimista, dicendoci...

-EHI RAGAZZI! STIAMO ARRIVANDO!-

Esattamente. Ma... Ormai nella mia mente si era annidato il dubbio che era da sciocchi sperare, che tanto non avrei più risentito la sua voce. Sentivo gli occhi bruciare e le lacrime pronte ad aggredire le mie guance, nonostante cercassi di fermare ancora un po' la loro avanzata. Se gli avessi permesso di piangere, temevo che una volta iniziato non sarei più riuscita a smettere.

-YUGI!!!- esclamò però Jono, alzandosi ed avvicinandosi al centro della stanza, subito seguito dagli altri.

-DOVE SIETE?- fece Honda.

-STATE TUTTI BENE?- continuò Otogi.

Io alzai lo sguardo sgomenta. Ma... Allora... Quella voce non me l'ero solo immaginata!

-SI'!- dissero insieme quelli che riconobbi come le voci dell'altro Yugi e di Mira.

Nel momento stesso in cui scattai anch'io verso di loro, una testa sbucò dal pozzo che si apriva al centro del salone. Il Faraone ne uscì poco dopo issandosi al bordo, seguito subito da Seto e, un po' più a fatica, Mira.

-FRATELLONE!- esclamò Mokuba per la gioia -Tutto ok?-

-Certo.- rispose lui con noncuranza -Dubitavate di noi forse?-

Sorrisi. No, non dubitavamo, però... quanta paura abbiamo avuto!

-Quindi... Bakura, Set...?- domandò Mai.

-Li abbiamo sistemati per le feste!- esclamò Mira con soddisfazione.

-EVVIVA!- esclamammo gli altri in coro.

A me però non sfuggì lo sguardo pensieroso del Faraone, che non poteva non suscitarmi preoccupazione.

-E' tutto finito, allora?- gli domandai io, titubante.

Il Faraone mi rivolse uno sguardo timoroso di ammissioni.

-Veramente... No, abbiamo ancora una cosa da fare.- disse infine.

Lo fissammo tutti increduli.

-Come sarebbe?- sbottò Honda.

-Possibile che i guai non finiscano mai?!?- si lamentò Jono.

-Tranquilli. Si tratta solo di me...- fece subito Atem -E' arrivato il momento che ritrovi la mia memoria, e che ritorni a casa.-

Il mio cuore saltò un battito.

-Come... A casa?!?- esclamai, non riuscendo a nascondere il mio sconcerto.

-Ammon-Ra mi ha offerto la possibilità di ritornare nella mia epoca, ed ho accettato.- rispose lui, con tono di scusa -Non so davvero in che altro modo dirvelo ma... Devo dirvi addio.-

 

YUGI

Sul volto dei miei amici si dipinsero una serie infinita di sentimenti contrastanti, che seppi riconoscere fin troppo bene, avendoli provati io stesso. Stupore, rifiuto, gioia... Non si poteva dire quali di essi davvero prevalesse. Ma io non potei fare a meno di accorgermi, con rammarico, che Anzu era quella più sconvolta di tutti. Benché sospettassi da tempo che lei ricambiava sì i miei sentimenti, ma più che verso di me, verso l'altro me stesso, non riuscii a non rimanerne ferito. Sentii Atem voltarsi a guardarmi rammaricato, sicuramente avendo percepito il mio turbamento, ma io feci finta di nulla, fissando orgoglioso da un'altra parte. Per quanto fossimo amici, per quella questione la sua compassione non mi sarebbe stata di aiuto, anzi.

-No... Non andartene!- lo implorò Anzu ormai in lacrime.

Atem la guardò con imbarazzo, ma senza tentennamenti.

-Mi dispiace davvero tanto. Voi siete tutto ciò che ho di più caro... Ma io non appartengo a quest'epoca. Voglio tornare alla mia vera vita, qualunque essa fosse.-

Anzu ammutolì, avvilita. Gli altri invece parvero capire, per quanto dispiaciuti.

-Non preoccuparti...- disse Honda -Devi fare quello che desideri tu, per una volta!-

-Giusto!- gli fece eco Jono -O lo fai tu, o nell'Antico Egitto ti ci rispedisco io a calci...!-

A quelle parole, io ed Atem scoppiammo a ridere.

-Come farei senza di te, Jonouchi!- disse il mio compagno -Sei un vero amico, e lo sarai sempre.-

A quelle parole Jono si grattò la testa imbarazzato.

-Oh, per favore... Niente smancerie!- borbottò -Lo sai benissimo che anche per me è lo stesso!-

Atem sorrise.

-Beh, ci tenevo a dirtelo un'ultima volta.- disse -Non posso andarmene, senza prima avervi detto quanto abbiate cambiato la mia vita. Non lo dimenticherò mai.-

Detto questo, avanzò per attraversare la stanza e raggiungere i nostri amici, dove lui si lasciò andare in un abbraccio collettivo, mentre io non riuscivo a smetterla di piangere come uno stupido.

 

ATEM

Fu solo radunando tutta la mia forza di volontà (e dopo una serie di incoraggiamenti sempre più perentori da parte di Jonouchi ed Honda), che riuscii finalmente a staccarmi dai miei amici e ritornare al centro del salone, dove Mira e Seto erano rimasti ad aspettarmi.

-Dunque, ci diamo una mossa?- fece lui con impazienza.

Io gli sorrisi.

-Certo. Ma prima voglio salutare anche voi...- dissi.

Mira mi sorrise, e corse ad abbracciarmi commossa. Ricambiai la sua stretta con tenerezza.

-Non abbiamo avuto molto tempo, ma è bastato un attimo a volerti bene.- ammisi -Sei una persona splendida Mira. Grazie di tutto.-

Lei si stropicciò gli occhi, cercando di non piangere.

-No, grazie a te. Non dimenticherò mai tutto quello che tu e Yugi avete fatto per me.-

Le passai una mano tra i capelli, scompigliandoglieli un po' in modo affettuoso.

-A proposito... Cercate di non cacciarvi nei guai, voi due!- le dissi in tono scherzoso.

-EHI!- sentii protestare Yugi, mentre Mira, per quanto cercasse di fingersi offesa, non riuscì a trattenere un sorriso.

-Direi che di guai ne abbiamo passati così tanti, da bastarci per tutta la vita.- commentò ironica -Stai attento tu, piuttosto. E salutami Raissa... Avrei proprio voluto conoscerla.-

-Promesso!- le risposi.

Quindi mi rivolsi verso Seto, che però mi bloccò subito con un'occhiataccia.

-Ehi, non ci provare nemmeno!- esclamò, allungando un braccio per farsi scudo da eventuali smancerie.

Io però lo presi alla sprovvista ed afferrai la sua mano, stringendogliela con gratitudine.

-Seto... Grazie anche a te di tutto l'aiuto che mi hai dato. Resterai sempre il mio miglior... avversario!- dissi, cercando di sdrammatizzare.

Lui a quelle parole sbuffò, ma poi ricambiò la mia stretta con vigore.

-Già. Anche se ho sempre perso, le nostre sfide rimangono le più belle.- riconobbe con un sorriso -Non sai quanto mi costi ammetterlo, ma... meriti davvero tu, di essere il “Re dei Giochi”.-

Lo guardai stupito, ma poi gli sorrisi soddisfatto. Questo, da parte sua, valeva più di mille parole. Nel vedere la mia espressione compiaciuta, lui mi guardò subito storto.

-Ehi, vedi di muoverti prima che mi rimangi quello che ho appena detto.- sbottò -E guai a te se ti rivedo, o sento anche solo parlare di Antico Egitto!-

Scoppiai a ridere.

-Ok.- dissi, facendogli l'occhiolino -Tu, invece, cerca di prenderti cura di lei.-

Seto distolse lo sguardo, improvvisamente a disagio.

-Non so davvero a cosa tu ti riferisca...- borbottò.

Io e Yugi ci scambiammo un sorrisino ironico, quindi finalmente mi decisi a fare quello che dovevo. Mi avvicinai alla statua di Ptah, inserendo in essa la sfera bruna che mi aveva donato, che si illuminò con un bagliore. Poi raggiunsi quella che raffigurava Ammon-Ra, e rimasi in attesa che anche Mira e Seto finissero di collocare le loro Sfere del Potere nelle rispettive statue.

-Fatto!- disse infine lei, quando anche la sfera bianca di Iside fu al suo posto.

Io annuii, quindi mi voltai a guardare il volto del dio, che mi scrutava con una espressione solenne e, ma forse era solo una mia impressione, anche di attesa. Strinsi la sfera nelle mie mani, esitando.

-Yugi...- gli dissi, cercando il mio amico.

Lui comparve al mio fianco, sorridente.

-Non c'è bisogno che tu dica nulla.-

Sorrisi anch'io. In fondo, ci eravamo già detti addio una volta... Per cui, non aveva molto senso ripetere di nuovo quello che già sapevamo.

-Sì, hai ragione.- annuii -Però, Yugi... Anche se non sarò più con te, voglio che ti ricordi di una cosa.-

-Che cosa?-

-Che alla fine quello più coraggioso sei sempre stato tu. Per cui, continua ad esserlo e vedrai che tutto andrà bene anche se non sarò più accanto a te.-

Lui annuì, commosso come non mai, ed anch'io non riuscii a trattenere una lacrima che mi scivolò lungo una guancia. Poi, finalmente sentendomi pronto, allungai la mano ed inserii l'ultima sfera nella statua. Quella si illuminò, e con essa anche il buio che fino a quel momento aveva sempre nascosto i miei ricordi, la mia famiglia, il mio popolo, la mia terra. La mia vita. Come avevo potuto dimenticare? La nostalgia mi assalì con ferocia, e con essa il desiderio di ritornare.

Mi bastò esprimerlo, ed esso venne subito esaudito.

 

YUGI

Prima ancora che potessi rendermene conto, all'improvviso rimasi solo io. Restai a guardare il punto dove fino a quel momento si trovava Atem, colto da una sensazione di vuoto e di smarrimento, non percependo più altro che non fossero i miei pensieri. E così, alla fine se ne era davvero andato, realizzai con malinconia.

-Ehi, perché non succede nulla?- sentii lamentarsi Jonouchi.

Lo guardai senza capire.

-Come?- balbettai.

-Beh, se non funziona dobbiamo aver sbagliato qualcosa...- fece Mira.

-Ecco, ti pareva. Proprio non riusciamo a liberarci di te, vero?- udii dire da Seto.

Fu solo allora che mi resi conto di un piccolissimo dettaglio. Ero di nuovo tra di loro, ma non nel mio corpo.

-No, guardate! Sono io, Yugi!- esclamai loro, cercando di risolvere quel comprensibile fraintendimento.

-COME?!?- fecero loro, stupiti quanto me.

-Ma... Non sembri tu!- protestò Jono.

-Hai ancora l'aspetto dell'altro Yugi...- osservò Anzu.

Alzai le spalle, non sapendo cosa rispondere.

-Sono stupito quanto voi...-

-Beh, forse...- azzardò Mira -Se è così per me e Seto, forse hai mantenuto le sue sembianze perché anche tu sei una reincarnazione, di Atem ovviamente.-

-Giusto!- concordò Mai -Dopotutto già prima vi assomigliavate moltissimo!-

-Probabilmente dovevate solo colmare la differenza d'età...- fece Honda.

-...e di statura.- continuò Jono sogghignando.

-EHI!- protestai offeso -Basta con questa storia insomma!-

Però, forse in fondo avevano ragione. Io ed Atem eravamo sempre stati così in sintonia, come se, completando il Puzzle, avessi anche scoperto una parte di me stesso. Ed ora che il suo spirito era tornato nel suo tempo, avrebbe potuto finalmente vivere, morire ed infine reincarnarsi nel mio corpo... Per quanto mi sembrasse una spiegazione indubbiamente fantasiosa, era anche quella più plausibile. E bastò il pensiero che fosse davvero così per lenire in parte la malinconia che mi aveva preso dopo la sua partenza. Perché allora questo significava che lui era riuscito a vivere la sua vita, e che avrebbe continuato anche ad accompagnarmi nella mia. Abbozzai un sorriso, un secondo prima di essere riscosso dai miei pensieri da un'improvvisa voce alle nostre spalle.

-Ehm... Qualcuno mi sa spiegare che cosa sta succedendo?-

Mi voltai a guardare verso chi aveva parlato, anche se avevo già riconosciuto il suo timbro di voce. Mi battei la fronte con la mano, sgridandomi per la mia sbadataggine. Nell'agitazione che era seguita allo scontro con Set mi ero completamente dimenticato di lui...

-BAKURA!- esclamarono i miei amici.

-MALEDETTO!- aggiunse però Mira con astio -Ora ti faccio vedere io quello che sta per succederti!-

Prima che la potessimo fermare, mia cugina si era lanciata sul nostro amico come una furia, pronta a colpirlo, mentre lui ne fu troppo spaventato per riuscire ad avere la prontezza di schivare il primo pugno.

-MIRA! NO, FERMA!- fecero Anzu e Jono, correndo verso quei due nel tentativo di separarli prima che qualcuno o, meglio, uno si facesse del male.

Ops. Non mi ero ricordato di spiegare a Mira che il Bakura che aveva conosciuto lei non era che uno spirito nel corpo di Ryo, posseduto a causa dell'Anello del Millennio... che però era appena andato distrutto!

 

RYO

-Ryo, sono davvero mortificata...- ripeté di nuovo la cugina di Yugi, mordendosi un labbro.

Io cercai di abbozzare un sorriso, per quanto me lo consentisse la borsa del ghiaccio che mi stava coprendo mezza faccia, nel tentativo di evitare che diventasse gonfia come un pallone per le botte che era riuscita a darmi prima che i miei amici riuscissero a fermarla.

-Tranquilla Mira, è stato solo un equivoco, non hai certo fatto apposta!- le dissi calmo.

Anzi, per quanto pacato possa essere, se avessi avuto sottomano la mia metà oscura non avrei esitato due volte a picchiarlo io stesso. Erano settimane che mi aveva tenuto imprigionato, impedendomi di riprendere il controllo del mio corpo, per quanto avessi cercato di oppormi al suo controllo. Era tutto un po' confuso, ma ricordavo a sufficienza da poter testimoniare io stesso quali malvagità aveva tramato a danno dei miei amici... Per fortuna ormai non era altro che un ricordo sbiadito, quasi un brutto sogno. Feci per toccarmi istintivamente l'Anello del Millennio, come sempre facevo quando i cattivi pensieri mi tormentavano troppo, questa volta invano. Ma anche se lo avevo sempre portato con me, per quanto valore affettivo potesse avere quell'oggetto che mi aveva donato mio padre, non ne avrei certo sentito la mancanza.

-Dunque... Sai tutto quello che è successo?- mi domandò Yugi, nel suo nuovo, anche se ben noto, aspetto.

-Sì... Anche se non potendo leggere nel pensiero dello spirito nel mio anello all'inizio non riuscivo a capire le ragioni delle sue azioni. Altrimenti, avrei cercato di fermarlo prima...- dissi con rammarico.

Yugi mi si avvicinò, mettendomi una mano sulla spalla con un sorriso.

-Non addossarti colpe che non sono tue...- mi rimproverò -Sei stato come noi, se non più di noi, solo una vittima, non il carnefice!-

-Grazie, Yugi.- gli risposi con un sorriso -Sono così felice che tutto si sia risolto per il meglio.-

Da un angolo della tenda, ci arrivò il sospiro esasperato di Kaiba.

-Ed io sono felice che tutta questa assurdità sia finita una volta per tutte.- sbuffò -Guai a voi se provate anche solo a nominare in mia presenza faraoni, dei egizi o vite precedenti...!-

Scoppiammo tutti a ridere, scaricando la tensione accumulata, mentre lui ci guardò in modo ancora più torvo.

-Ehi, non sto mica scherzando!!!- protestò.

-Seto, non cambierai mai, vero?- fece ironico Honda.

In quel momento ci raggiunse Jonouchi che, dopo aver chiesto in prestito il cellulare a Mai, era uscito da qualche minuto dalla tenda per fare una telefonata.

-Insomma, perché siete ancora qui a girarvi i pollici?- disse esagitato -Muovetevi, che Shizuka ci sta aspettando!-

 

OTOGI

A quelle parole scattai in piedi come una molla. Non chiedevo di meglio, erano giorni che stavo aspettando il momento di tornare dalla mia adorata Shizuka.

-Giusto!- esclamai con entusiasmo -Su, non perdiamo altro tempo!-

Jonouchi ed Honda mi rifilarono un'occhiataccia di sbieco, che ignorai facendo finta di nulla.

Rebecca si alzò a sua volta, prendendo la parola.

-Va bene, partiamo. Ma prima datemi un secondo, vado a vedere se riesco a convincere mr. Fawkes a procurarci un po' di vettovaglie e di carburante...- disse, sorridendo maliziosa.

 

ISIS

Uscii a stendere il bucato, quando udii dal giardino la voce di Shizuka salutare suo fratello al telefono. Feci per andarle a parlare, ansiosa di sapere quali novità avesse appena ricevuto, quando mi accorsi che non era sola e mi fermai di botto. Tuttavia la curiosità ebbe la meglio, e rimasi ad origliare la conversazione con rinnovato interesse, soprattutto considerando che era mio fratello l'altro interlocutore.

-Allora?- sentii chiedere Malik con tono ansioso -Stanno davvero tornando? Ce l'hanno fatta?-

-Sì, sembrerebbe di sì...- rispose Shizuka.

Non riuscii a trattenere un sorriso soddisfatto. Ne ero certa! Avrò pur perduto la capacità di vedere nel futuro, ma mi rimaneva il mio infallibile sesto senso...

Seguì un attimo di silenzio, che venne infine rotto dalla voce di mio fratello.

-Che ti prende, ora? Perché ti sei rabbuiata? Dovresti essere contenta della notizia...!-

-Lo sono, ovviamente.- fece la ragazza con voce sommessa -Però... Sai bene anche tu cosa significa. Dovrò andarmene e tornare a casa. Dovremo separarci...-

-Sì, lo so benissimo.- rispose tristemente Malik -Ma questo non vuol dire doversi dire addio... Possiamo continuare a sentirci senza troppe difficoltà. Purtroppo qui non ho la connessione internet, ma prometto che ti chiamerò ogni giorno. Anzi, fosse per me ti chiamerei ogni secondo, di ogni minuto, di ogni ora di ogni giorno...-

Sentii Shizura scoppiare a ridere.

-Sei sempre il solito esagerato!- fece -Però hai ragione! E quest'estate posso chiedere il permesso a mia mamma di venire a trovarti...-

-Ma... Pensi che te lo darebbe?-

-Sì, penso di sì...- disse Shizuka pensosa -Se le dico che vado a Domino da Jono...!-

Questa volta fu mio fratello a ridere spensierato.

-Ok, ho capito. Vengo io a trovarti, che è meglio...-

Seguì un altro silenzio, segno che le parole erano state sostituite dai baci. Ora che la mia curiosità era stata soddisfatta ed i sensi di colpa per lo stare origliando una conversazione tanto personale iniziarono a farsi sentire, mi decisi a ritornare in casa di soppiatto, pensierosa. Dato che nei giorni precedenti non avevano fatto altro che trascorrere più tempo possibile insieme, sospettavo già che tra quei due ci fosse del tenero, ma non avevo osato dire nulla a mio fratello, sperando che fosse solo una cotta passeggera... Ma, evidentemente, mi ero sbagliata: erano davvero innamorati. D'altronde non avevo mai visto Malik così felice come in quei giorni... Come solo da bambino era stato, prima di essere travolto dal peso dell'eredità della nostra famiglia e marchiato nel corpo e nello spirito. E mi si struggeva il cuore al pensiero che potesse perdere quella serenità e soffrire ancora, nel separarsi da Shizuka.

Entrai in soggiorno, raggiungendo Rishid che se ne stava tranquillo ed ignaro di tutto a leggere il giornale.

-Cosa c'è ora?- borbottò, piegando le pagine del quotidiano quel tanto che bastava per rivolgermi un'occhiata sospettosa.

Mi sedetti di fronte a lui, composta quanto risoluta.

-Dobbiamo risolvere un problema.-

 

HONDA

Ci impiegammo ben un giorno per arrivare a casa Ishtar. O, almeno per quanto mi riguardava, per tornare da Shizuka... Non avevo mai sentito così tanto la sua mancanza, dopo essermi abituato a trascorrere con lei così tanto tempo, fianco a fianco, in cucina. Ed anche quando non mi era vicino, la cercavo sempre con lo sguardo, incapace di toglierle gli occhi di dosso... Era così bella, così dolce, così... perfetta! Troppo, per un misero essere umano quale ero io... Ma pur nella consapevolezza della mia inferiorità, non riuscivo a trattenere i miei sentimenti per lei. Ormai mi ero deciso, dovevo confessarle quello che provavo per lei... Le avrei detto quanto mi era mancata, e che non potevo sopportare di passare altro tempo lontano da lei. Sì, e che diamine! O la va o la spacca! Non avevo certo l'intenzione di permettere a quel maledetto di Otogi di soffiarmela sotto al naso...

-Ragazzi!- ci chiamò lei, venendoci incontro -Eccovi finalmente!-

Non appena Otogi fermò il camper, io, lui e Jonouchi ci precipitammo fuori con foga, seguiti a poca distanza dagli altri.

-SHIZUKA!- esclamò Jono, abbracciandola -Che bello, non sai quanto mi sei mancata!-

-Sei mancata a tutti!- disse Otogi -Comunque, sono felice di vedere che ti sei ripresa! Anzi, sei in splendida forma...!-

Lo fulminai con lo sguardo. Come si permetteva quel bellimbusto?!? Però era vero, Shizuka era più bella e luminosa che mai, quasi che non si fosse mai ammalata...

-Oh, ti ringrazio!- rispose lei allegramente -Ma non poteva essere altrimenti, mi sono trovata così bene qui...-

-Meno male!- disse Jono, volgendosi poi a guardare gli Ishtar, che nel frattempo ci avevano raggiunti -Non finiremo mai di ringraziarvi abbastanza...-

Malik sorrise imbarazzato.

-Veramente, sono io che devo ringraziarvi.- disse -Se le cose non fossero andate come sono andate, io e Shizuka non ci saremmo mai potuti conoscere...-

Lo guardammo basiti. Cosa aveva appena detto?

-Scu... scusa?- balbettò Jono.

-Beh, credo che sia venuto il momento di dirtelo.- fece Shizuka con voce timorosa -Ecco... E' successo che... ci siamo innamorati. Ed abbiamo deciso di tornare a casa insieme... Isis è stata così gentile e comprensiva da comprarci i biglietti per il ritorno!-

Continuammo a fissarli attoniti, la bocca sempre più aperta per lo sconcerto.

-State scherzando, spero!- riuscì a dire Jonouchi.

-No, stiamo parlando sul serio!- rispose Malik -Lo so che sembra una follia, che ci conosciamo solo da pochi giorni... Ma sento di amarla per davvero, Jono!-

Il sorriso sulle labbra del nostro amico però durò davvero poco, perché in meno di un secondo sia io, che Jonouchi, che Otogi, gli fummo addosso.

-MALEDETTO!-

-VATTI A FIDARE DEGLI AMICI!-

-COME HAI OSATO?!?-

 

MAI

Quando riuscimmo a separarli, Malik era alquanto malconcio, e Shizuka quanto mai furiosa con i suoi assalitori, in primis suo fratello. Inutile dire che impiegò più di un'ora prima di riuscire a calmarlo... Beh, era arrivato il momento che si facesse una ragione del fatto che, anche se Shizuka era sua sorella, non voleva anche dire che fosse esclusivamente sua. “Quanto è immaturo!”, pensai con un sospiro. Noialtri, invece, fummo quanto mai lieti della notizia.

-Non dategli retta, ragazzi!- disse loro Anzu -State davvero bene insieme!-

Shizuka e Malik sorrisero, per poi guardarsi teneramente negli occhi. Già, sembravano così innamorati... Forse fin troppo, ma in fondo che male c'era? Erano entrambi tanto giovani quanto entusiasti, perché opporsi se erano felici insieme? Sorrisi, ma non senza una punta di invidia. Certe smancerie non fanno per me, ma quanto avrei voluto essere al loro posto...

-Anzu, che fai, li incoraggi pure?!?- sbraitò Jono.

“…quanto avrei voluto essere al loro posto, se non mi fossi innamorata di un tale imbecille!” pensai, tirandogli uno scappellotto.

-AHIA MAI!- si lamentò lui -Ma allora siete tutti in combutta contro di me?!?-

 

REBECCA

La mattina seguente, dopo una lunga serata di festeggiamenti che si protrasse fino a notte inoltrata, finalmente riuscimmo ad accomiatarci dagli Ishtar, pronti per il ritorno. Grazie al cielo Rishid (o, meglio, una perentoria Isis) ebbe l'idea di seguirci con la sua jeep perché, con le nuove aggiunte di Malik e di Ryo, la convivenza nel camper di mio nonno, per quanto grande che fosse, sarebbe stata sicuramente non facile. Anzi, probabilmente avremmo rischiato una seria carenza di ossigeno...

Quando arrivammo infine nei pressi de Il Cairo, fummo costretti a fermarci agli scavi presso l'oasi di Mann. Per loro, una sosta provvisoria. Per me, il tanto temuto momento di salutarli. Il pensiero che la nostra avventura si fosse già conclusa e che dovevo tornare ai miei doveri, mi deprimeva profondamente. Eppure, un tempo non avrei chiesto di meglio che passare il resto dei miei giorni in mezzo ai reperti archeologici... Appunto, un tempo.

-Non so davvero come fare a salutarvi, ragazzi...- ammisi, guardandoli sconsolata.

-Hai ragione, che tristezza!- fece Anzu.

-Temo che mancherai anche a me, piccola pazzoide che non sei altro...- aggiunse Otogi con un occhiolino.

Io non riuscii a trattenere una risata.

-Beh gente, grazie a tutti dell'avventura! Se mai vi venisse voglia di fare un giretto in Egitto, avete il mio numero!- dissi con rinnovato entusiasmo.

-Certo!- rispose Yugi.

-Scordatelo!- borbottò invece Seto.

-Scherzavo, tranquillo...- gli dissi con un sospiro -Anzi, non voglio trattenervi oltre. Sbaglio o avete un aereo da prendere?-

Gli altri assentirono, ma Mira ci interruppe con un piccolo colpo di tosse.

-Ahem... A proposito di aereo...- fece -Mi sa che ci siamo dimenticati un piccolissimo dettaglio: i biglietti.-

-Ma no tranquilla, ci saranno sicuramente ancora dei posti disponibili per il Giappone!- la rassicurai -Non è una tratta tanto frequentata, in questo periodo dell'anno...-

-Oh, ma io non intendevo quello...- mi rispose -Intendevo... Con quali soldi pensiamo di acquistarli?-

-Ah.- si lasciò sfuggire Yugi, spalancando la bocca -Già. In effetti, i pass che avevamo erano solo per l'andata...-

Seto sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

-Sentite, risparmiatemi questo patetico teatrino. Ho già capito a chi tocca aprire il portafoglio, come sempre...-

Fu così che alla fine trovammo il coraggio di salutarci. Mokuba però si attardò ancora un attimo.

-Non fare quella faccia, Reb!- mi disse con un sorriso, abbracciandomi con dolcezza -Tanto ci sentiamo presto!-

Gli sorrisi, triste di separarmi da lui ma comunque rincuorata. Invidiavo profondamente Shizuka e Malik per essere riusciti a rimanere insieme, ma noi due eravamo ancora così piccoli per prendere simili decisioni, ancora troppo per opporci alla vita che ci era imposta. Ma, dopotutto, proprio perché eravamo così giovani non c'era motivo di angosciarsi tanto. Avevamo tutta una vita, per ritrovarci...

 

SETO

Dopo un'estenuante viaggio sui soliti, pulciosi quanto puzzolenti cammelli, finalmente arrivammo all'aeroporto de Il Cairo, la cui vista bastò per strapparmi un sorriso, nonostante la stanchezza. Finalmente, finalmente... Non mi sembrava vero di tornare a casa! Quel viaggio mi aveva così esaurito, che non vedevo l'ora di tornare alla mia noiosissima ma anche tranquillissima routine, dietro la mia scrivania. Pagai persino volentieri, quei dieci biglietti per il Giappone.

Eppure, durante il viaggio di ritorno, benché cercassi di tenermi la mente occupata, rispondendo alle e-mail che si erano accumulate in quei giorni e telefonando ai miei collaboratori per confermare appuntamenti e convocare riunioni, non potevo scacciare la sensazione di malinconia che mi sentivo crescere nel petto. Non mi sarebbe affatto mancato l'Egitto, ma mi sarebbero mancati i giorni che vi avevo trascorso. O, meglio, mi sarebbe mancata una persona con cui li avevo trascorsi...

Azzardai un'occhiata a Mira, seduta poco distante da me, confidando che non mi potesse notare, presa com'era da una delle sue solite letture. Se lo era, non sembrava affatto essere turbata da analoghe preoccupazioni... Allontanai lo sguardo, rimproverandomi per essermi fatto distrarre da quelle sciocchezze. Per quanto non riuscissi a non pensare a lei, dovevo rimanere razionale. Anche se quel Sethi e quella Raissa si erano amati, questo non voleva dire che io dovessi fare altrettanto con Mira, 3000 anni dopo! Ero io che decidevo della mia vita, e non mi sarei certo fatto influenzare da quella di un altro. Avevamo un legame, era vero. Ma la nostra storia finiva lì. Doveva finire lì.

Dopo una manciata di ore, finalmente atterrammo all'aeroporto di Domino, il sole che si stava ormai andando a nascondere dietro l'orizzonte. Scendemmo dall'aereo con i nostri pochi bagagli, e ci incamminammo verso l'uscita, dove Isono stava già aspettando me e Mokuba a fianco della nostra limousine, diligente come sempre. Ci fermammo un attimo davanti all'ingresso, in modo da accomiatarci definitivamente.

-Dunque, come ci organizziamo per il ritorno?- chiese Otogi.

-Facciamo come all'andata, io porto Yugi, Mira e Jono, mentre tu Honda, Anzu e Ryo.- propose Mai.

Katsuya si grattò la testa, guardandomi con un inusuale sorriso.

-Ehm, Seto, non è che invece potresti portarci tu a casa? C'è talmente tanto spazio lì sopra...- fece, indicando la mia limousine.

-Scordatelo, Katsuya. Se mai dovesse succedere, l'unico modo in cui potresti salire sulla mia auto è come cadavere nel bagagliaio!- sbottai indignato.

Mio fratello mi rivolse un'occhiataccia, mentre Mai afferrò Katsuya per un orecchio ed iniziò a trascinarlo verso la sua macchina, riempiendolo di insulti quanto mai azzeccati.

-Sarà meglio che li seguiamo...- osservò Anzu.

-Sì, sarà meglio...- sospirò Yugi -Allora ciao, a presto!-

-Ciao!- fece Mokuba con entusiasmo.

-Ciao.- dissi io con indolenza.

Finalmente quella banda di rompiscatole si decise ad incamminarsi alle rispettive auto. Mira però, quasi che avesse appena letto nei miei pensieri ed avesse deciso di esaudirli, esitò un attimo, volgendosi verso di me con uno sguardo indecifrabile.

-Seto...- incominciò timorosa, per poi ammutolire.

-Che c'è?- risposi secco, cercando di mostrare indifferenza.

Forse fui anche un po' troppo secco, perché Mira sembrò perdere il poco colore che le era rimasto in viso e con esso anche la voglia di parlarmi.

-Nulla.- disse atona -Volevo solo salutarti. E augurarti buona fortuna con il tuo lavoro... Cerca di non stressarti troppo.-

-Già.- risposi io, cercando di camuffare il mio disagio -Beh, ci vediamo in giro.-

Lei abbozzò un sorriso che sapevo non esserle suo, di circostanza, per poi voltarsi e raggiungere suo cugino.

“Ci vediamo in giro”.

Ero un vero deficiente.

 

FLASHBACK

-Atem... Atem...- continuava a ripetere la giovane principessa singhiozzando, coprendosi il volto con le mani nel tentativo di frenare le lacrime.

Sethi si chinò per abbracciarla, cercando di consolare lei come se stesso. Avevano vinto, avevano sconfitto Set e salvato tutti... ma avevano anche perso lei suo fratello e lui il suo migliore amico, ed entrambi sapevano che quello era un vuoto che niente e nessuno avrebbero mai potuto colmare. Taita se ne stava in disparte, tenendo lo sguardo abbassato, incapace di trovare le parole adatte per rincuorare i due ragazzi.

Tremila anni fa, nelle due terre d'Egitto, un giovane e coraggioso faraone salì al trono dopo la morte repentina del padre, ed altrettanto rapidamente scomparve, lasciandolo vuoto. Nessuno lo vide più, né da vivo, né da morto. Un regno tanto breve che non ne rimase quasi traccia nella storia, ed il suo nome venne presto dimenticato nelle pieghe del tempo. Ciononostante, le circostanze della sua dipartita furono così inspiegabili da alimentare su di lui più di una leggenda. La versione ufficiale, che la Famiglia Reale aveva scelto di divulgare, era che il faraone era caduto vittima di un attentato ordito da un gruppo di sovversivi capeggiati da suo zio, anch'essi deceduti nello scontro. Solo sua sorella, suo cugino ed il Gran Visir si erano salvati e, nella necessità di un sovrano, la principessa finì per sposare quel giovane. Un giovane di nome Sethi, che sarebbe diventato uno dei faraoni più grandi di sempre, riportando la pace e la prosperità in quella terra. Ma proprio per questa ragione la voce corrente nel popolo era che fosse stato proprio lui ad uccidere il precedente faraone in uno scontro, per alcuni per il potere, per i più romantici per l'amore di quella donna. Una storia che poi si sarebbe tramandata nel tempo, e un amore che avrebbe saputo resistere ai secoli.

E' questo quello che sarebbe dovuto accadere in base al corso degli eventi.

Questa, però, è un'altra storia.

Nessuno di loro avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato, se un'ora, un'eternità o un secondo. Quello che era certo, era che tutti e tre udirono all'improvviso una voce che credevano non avrebbero più potuto sentire.

-Beh, si può sapere cosa sono quei musi lunghi?-

Raissa, Sethi e Taita alzarono lo sguardo increduli, incontrando degli occhi color ametista che li stavano fissando, in un misto di gioia e di commozione.

-FARAONE!- sussultò Taita.

-ATEM!- esclamò Sethi a bocca aperta.

-FRATELLO!- esultò Raissa, saltandogli al collo -Temevo di averti perso per sempre...!-

Atem accarezzò dolcemente i lunghi capelli corvini della sorella, commosso.

-Anch'io...- disse -Sono così felice di rivedervi, tutti quanti!-

E con uno slancio li abbracciò, il cuore che batteva forte per l'emozione. Era a casa, finalmente.

Quando riuscirono a staccarsi e a placare le lacrime di gioia, Sethi, razionale come sempre, non tardò a domandare ad Atem che cosa gli fosse successo. Il Faraone sorrise con un po' di malinconia.

-Sarà meglio rimandare a dopo le spiegazioni, temo mi servirà una vita per potervi raccontare tutto...- rispose -Ora è meglio che torniamo a Palazzo. Dovremo inventarci qualcosa per spiegare quello che è successo...-

-Sì, credo che sia la cosa più saggia da fare, ora.- annuì Taita -E propongo di non rivelare nulla di quanto è successo qui dentro.-

I tre ragazzi annuirono.

-Peccato però, per un attimo sono stata la prima Regina d'Egitto e nessuno lo saprà mai...- cercò di sdrammatizzare Raissa.

Gli altri scoppiarono in una risata spensierata, poi Atem si fermò, colpito da un'idea.

-Aspetta. Hai ragione.- disse sollevato -Dato che lo sappiamo solo noi quattro... Che ne dite di far finta di non esserci mai sposati?-

Raissa e Sethi spalancarono gli occhi.

-Dici davvero?- chiese la sorella.

-Certo!- rispose il giovane Faraone con un sorriso -Così voi due potrete stare finalmente insieme...-

-Atem... Grazie!- fece allora Sethi, mettendogli una mano sulla spalla riconoscente -Allora possiamo avere la tua benedizione?-

-Ovviamente!- disse Atem -Anzi... Taita, pensi che potresti...?-

Il vecchio scriba ammiccò al giovane sorridendo.

-Beh, per unire in matrimonio due persone servono solo un officiante, un testimone e... ovviamente i futuri sposi.- disse, prendendo per la mano sinistra Raissa e per quella destra Sethi -Allora, siete pronti?-

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo innamorato, intrecciarono le mani, e poi annuirono felici più che mai.

   
 
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