E se…

 




…Ti baciassi?

Kidou era esasperato.
Rivolse a Fudou un occhiata che poteva essere interpretata in vari modi. Implorazione, rabbia, odio puro.
L’altro, per tutta risposta, gli fece un gran sorriso e appese l’ennesima pallina blu sul ramo di un povero abete che già non ne poteva più.
-Per favore-.
-Mi hai convinto ad appendere le luci fuori dalla finestra, ad andare alla cena di Natale da Endou –e bada, ciò vuol dire sopportare le sue chiacchiere su quanto sia bello festeggiare tutti assieme e perché no, potremmo andare a giocare a calcio sulla neve- e persino ad andare a raccogliere il muschio per il presepe. Ma questo no. E’ troppo-.
-E’ in tema natalizio!-.
-Sono delle dannate corna!- gridò Kidou, osservando con orrore l’oggetto della discussione, ossia uno di quegli orribili cerchietti con su attaccate delle disgustose corna da renna luccicanti, che negli ultimi giorni erano state elette da Fudou a oggetto del suo desiderio.
Ma no. Non sarebbe sottostato a quell’umiliazione. Aveva sopportato fin troppo. Non…
Fudou gli fece un sorrisino di sbieco e gli si avvicinò saltellando. –E se ti baciassi?-. Sussurrò ruffiano, poggiando le labbra sulle sue.
Kidou sospirò.
Gouenji e Hiroto lo avrebbero preso in giro a vita.
 
 
 
...Ti ferissi?
 
Fudou era sveglio. Kidou lo sentiva rigirarsi nel letto, ora tirando le coperte, ora sospirando, ora girandosi sul fianco.
Se anche avesse voluto dormire, non avrebbe potuto. Dannato sonno leggero.
All’ennesima volta in cui si ritrovò le spalle scoperte, si tirò su e accese l’abat-jour, illuminando il fagotto che, dopo che gli ebbe tirato un poco gentile calcio, si rivelò essere Fudou.
--Akio, per favore, starei cercando di dormire, domani ho il turno di mattina-.
Nessuna risposta.
-…Akio?-.
Si affacciò sopra la sua spalla e quello, finalmente, diede un segno di vita, voltandosi e fissando lo sguardo nel suo.
-Yuuto-.
-Si?-.
-E se ti ferissi?-.
Kidou lo guardò senza capire. –Cosa?-.
-Stavo pensando… Che io prima di te non ho mai amato nessuno, e forse non sono mai stato amato da nessuno. Quindi a volte ho paura di commettere con te gli stessi errori del passato -.
Kidou si accoccolò al suo fianco, guardandolo fisso. –Io non ti amo nonostante quello che sei, io ti amo per come  sei. Tu mi ami?-.
Fudou lo fissò interrogativo. –Certo-.
Kidou si allungò verso il comodino e spense la luce, tirando il lenzuolo così che Fudou si trovasse nuovamente scoperto. –Allora basta questo-.
 
 
 
…Ti chiedessi scusa?
 
A conti fatti, lui e Kidou non litigavano poi così tanto spesso, ma quando lo facevano, doveva ammettere a se stesso che i toni della discussione raggiungevano livelli davvero poco piacevoli.
Nessuno si aspettava che andassero sempre d’amore e d’accordo. Insomma, avevano entrambi un carattere che sarebbe stato gentilizio definire difficile e quasi mai riuscivano ad ammettere di aver torto l’uno con l’altro.
Eppure, Fudou doveva riconoscere a se stesso che quello schiaffo avrebbe davvero potuto risparmiarselo.
Il fatto che fosse stata una cosa stupida come un vaso rotto a far degenerare la discussione fino a quel punto gli metteva tristezza.
Aveva giurato a se stesso che avrebbe messo Kidou davanti a tutto e a tutti, e aveva tutta l’intenzione di mantenere la promessa.
Per questo adesso fissava intimorito i suoi profondi occhi cremisi, porgendogli l’enorme scatola rossa che gli era costata quattro piani di scale a piedi e qualche imprecazione.
-Che cos’è?-.
-Un regalo. So di aver esagerato questa volta-.
-Akio…-.
-Ma se ti chiedessi scusa?-.
Kidou fece per replicare, ma in quell’istante il regalo si mosse, emettendo un suono che una scatola non dovrebbe fare.
-Akio… Sbaglio o il tuo regalo ha appena abbaiato?-.
 
 
 
 
…Ti sposassi?
 
-No. Il documentario no-.
Kidou si gettò di pancia sul divano, cercando di strappare il telecomando dalle mani del fidanzato, che si alzò proprio all’ultimo, così che l’altro finisse a terra con estrema grazia.
-Per favore- pregò quest’ultimo rialzandosi, cercando di mantenere quel minimo di dignità che aveva oramai perduto. –E’ educativo, e interessante-.
-E’ un dannato documentario sulle scimmie- protestò Fudou, a cui già la pubblicità del canale di scienza e natura faceva salire il sonno.
-Le scimmie sono i nostri antenati, e studiarle può aiutarci a capire meglio la nostra specie-.
-Cosa c’è da capire? Dormiamo quando abbiamo sonno, mangiamo quando abbiamo fame…-.
-Un giorno mi farai impazzire-.
Si ritrovò schiacciato sul divano con il non indifferente peso di Kidou a occludergli le vie respiratorie, il telecomando ancora ben stretto in mano.
Sorrise sotto i baffi. –E se invece ti sposassi?-.
L’affermazione lo lasciò talmente spiazzato che Kidou scordò di colpo la battaglia per il possesso della televisione e lo fissò. –Non scherzare-.
-Dico sul serio-.
-Ma…-.
-Beh, se non vuoi…-.
-Idiota, certo che voglio!-.
-Se non mi soffochi prima…-.
Kidou riflettè un attimo sulla comicità della situazione, prima di posargli un bacio sulle labbra.
Inutile dire che il documentario sulle scimmie era già finito nel dimenticatoio.
 
 
…Ti amassi per tutta la vita?

Era ottobre e pioveva, ma lui era talmente felice che aveva sorriso comunque.
-Sposa bagnata, sposa fortunata- lo aveva preso in giro Hiroto, col risultato di farsi picchiare col cuscinetto delle fedi da Midorikawa, al sussurro di “Taci, idiota”.
Fudou non aveva mai amato i matrimoni, ma per il proprio avrebbe potuto fare un’eccezione. La cerimonia alla lunga era stata noiosa, ma Kidou, al suo fianco, era così bello, con l’abito nero e la mano stretta nella sua, che il tempo era comunque volato.
Kidou aveva ascoltato in silenzio i suoi voti, e aveva scoperto il significato di una nuova emozione, piangere dalla felicità.
E poco importava se fuori pioveva o se qualcuno disapprovava.
Kidou piangeva, Kidou sorrideva, Kidou era tutto, e il resto niente.
 
Ti prometto che ti sarò sempre accanto, anche quando non vorrai.
Ti prometto che ti ascolterò quando ne avrai bisogno, ti abbraccerò se ti sentirai solo, ti farò sorridere e ridere.
Ti prometto che non dimenticherò mai la promessa che ci siamo fatti quel giorno, quando mi hai raggiunto nello spogliatoio e mi hai chiesto “E se ti dicessi che mi piaci?”. Al tempo ero confuso, e non ti risposi. Adesso rispondimi tu.
E se ti amassi per tutta la vita?
 




















Questa raccolta è stata particolarmente difficile da scrivere, perché il fluff non è davvero il mio genere.
Per fortuna, Kidou e Fudou non sono tipo da cuori e pony arcobaleno (?), e nonostante la mia vena angst mi urlasse contro, alla fine è riuscita a venir fuori una cosa discretamente romantica *asciuga sudore*
E’ interamente dedicata alla mia gemella Rae, che oggi compie gli anni e che, come me, è particolarmente affezionata a questa pair, che assieme alla EndoKaze, ci ha fatte incontrare.
E anche alla sua dolcissima sorella Arianna, che mi vuole bene nonostante non mi conosca ancora.
E anche a tutti voi che shippate la KidoFudo o che comunque siete arrivati fino a qua *tutto questo fluff mi fa male*
 
 
Marty