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Autore: Naturally Sophie    02/10/2014    1 recensioni
E in quelle pupille dilatate e quelle iridi fino a qualche minuto fa piene di vita, rivedo me stesso, tutte le volte che l'ho accarezzata, tutte le volte in cui abbiamo giocato, tutte le volte in cui lei mi ha chiesto da mangiare, tutte le volte che ci siamo consolati a vicenda, perché eravamo gli unici in grado di capirci.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a P_X, che ha subito

una gravissima perdita.

Sappi che ti sono vicino.

Sappi che questo è quello che ho

pensato che tu stessi pensando

in quel momento.

Non c'è nient'altro da dire.

Ti voglio bene, amico mio.

 

 

There's nothing left to say...

 

Esco di casa per fare una passeggiata : è il due di ottobre, ma non fa freddo, anzi. Il cielo è limpido e senza nemmeno una nuvola.

Sento l'aria frizzante scompigliarmi i capelli ( facendo muovere le piume che ho arpionato ai miei indomabili ricci neri) e pizzicarmi le guance, pensando al lavoro che oggi pomeriggio dovrò fare.

Lavoro, lavoro, sempre lavoro. Ma non mi lamento. Fino a quando c'è il lavoro vuol dire che va tutto bene.

La mia vita da ragazzo (diciamo pure che mi considero un eterno Peter Pan...) in carriera procede bene, senza intoppi, liscia come l'olio.

Ho pochi sfizi, ma quei due o tre vizietti mi fanno apprezzare di più questa perenne attesa che è la vita. Uno di questi, senza dubbio, è il mio cartone animato preferito da anni, ormai “ Avatar: La leggenda di Aang” e la nuova serie “ Avatar: La leggenda di Korra” . Un'altra mia “mania” è quella dei libri; non so come disvolo faccia il tempo a passare così velocemente quando sono attaccato ad un romanzo oppure quando mi perdo fra gli scaffali profumati di parole, idee, sensazioni e colori di una libreria. Un altro mio svago, sono i miei amici che non lascerei nemmeno per tutto l'oro del mondo. E tra questi ci sono sia i quadrupedi che i bipedi. Li amo tutti, in particolar modo i miei gatti. Sono loro quelli che mi fanno stare meglio quando mi sembra che il peso di tutto l'Universo gravi sulle mie spalle. Mi fanno sentire bene, vivo, allegro anche quando mi sento male, morto e triste. Sono i pochi esseri viventi in grado di compiere questo miracolo chiamato sorriso.

Comunque, passeggio sul ciglio della strada e vedo passare una delle mie gatte: flessuosa e agile, mi passa accanto, strusciandosi sulle mie gambe, affettuosamente. Mi chino sogghignando ad accarezzarle la testa, cosa che le piace tantissimo; infatti, comincia a farmi le fusa, chiudendo gli occhi e spingendomi a coccolarla di più. Mi piacerebbe, davvero, ma ho proprio voglia di camminare e ho deciso di fare almeno un chilometro a piedi. Lei continua a seguirmi e, dopo un po', si stufa, decidendo improvvisamente che l'altro lato della strada è molto più interessante di quello dove sto camminando io.

Sento il telefono vibrarmi in tasca, così lo tiro fuori e scopro che mi è arrivato un messaggio. Sorrido nel leggere quello che c'è scritto sul display e digito velocemente una risposta.

Succede tutto in un secondo.

Mentre sto ancora guardando lo schermo del cellulare, sento un forte spostamento d'aria, un urlo straziato e un tonfo sordo.

Mi giro preoccupato e ciò che vedo mi fa perdere un battito cardiaco.

La mia gatta, la mia amica, mia sorella, consigliera e filosofa, distesa sull'asfalto, mentre la causa di tutto, sta scappando, senza pensare di non aver ferito solo lei, ma anche me.

Corro in mezzo alla strada, gridando disperatamente il suo nome.

Delicatamente, la sollevo dal freddo e sporco luogo dov'era adagiata e la porto velocemente a casa, perché non mi ero allontanato di molto.

Appena valico la porta, mia madre mi guarda stralunata, senza capire cosa sta succedendo, ma poi capisce vedendo la creatura che non smetto di stringere al petto.

La mamma si precipita a prendere qualcosa, ma in questo momento, non mi importa niente.

Una delle mie amiche più care sta morendo e io non posso fare nient'altro che starle vicino, mostrandole l'umanità per l'ultima volta.

La adagio sul suo cuscino, lentamente, mente lei emette un miagolio strozzato e apre un po' di più gli occhi.

E in quelle pupille dilatate e quelle iridi fino a qualche minuto fa piene di vita, rivedo me stesso, tutte le volte che l'ho accarezzata, tutte le volte in cui abbiamo giocato, tutte le volte in cui lei mi ha chiesto da mangiare, tutte le volte che ci siamo consolati a vicenda, perché eravamo gli unici in grado di capirci.

Sospira flebilmente, consapevole di quello che sta per succedere.

Non smetto di accarezzarla nemmeno quando la mia vista si appanna e una lacrima solitaria mi rotola sulla guancia e finisce accanto a lei, sul suo cuscino preferito. Leggo la consapevolezza nei suoi occhi, vedo la paura che ha.

Non la lascerò sola. Non ora che ha bisogno di me. Non posso credere che lei stia per lasciarmi. In un mondo cattivo e vuoto.

Stupida auto. Stupido uomo o donna che fosse. Non doveva morire, non doveva finire così, almeno, non ora.

Lei mi guarda con un'infinita dolcezza che non pensavo nemmeno avesse.

E solo adesso realizzo.

E' ora.

Non posso fare niente se non piangere e biascicare un “non lasciarmi, ti prego” con la voce rotta dal pianto.

Lei respira l'ultima volta, il suo cuore pulsa per l'ultima volta e i suoi occhi si chiudono per sempre, lasciandomi solo a piangere.

M in quell'ultimo bagliore ambrato sono riuscito a cogliere il suo ultimo pensiero : “Non c'è nient'altro da dire. Sto mollando. Mi mancherai. Non ho paura. Vai avanti, non voglio che tu sia triste per me. Ci rivediamo dall'altra parte, amico mio”

 

 

 

FINE

 

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti, spero vi sia piaciuta, in particolare a te, P_X, se sei riuscito a leggerla fino in fondo. (ti prego non insultarmi né odiarmi). Come sempre vi invito a recensire per farmi sapere a quanti PAZZOIDI come me piace quello che scrivo.

Ciao a tutti e buona vita, Sophie.

   
 
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