Finalmente il giorno è arrivato. Sono in macchina con i miei genitori e mio fratello che si sta lamentando per essersi svegliato così presto. Alla mia sinistra ho Matilde, la mia migliore amica. Non saprei esprimere cosa proviamo in questo momento. È la prima volta che ci esibiremo live. Siamo terrorizzate ma felici allo stesso tempo. Cantare è il nostro sogno e quando avevamo scoperto che eravamo passate per noi era come una mega esplosione nel cuore. Il duetto che avremmo fatto oggi era Little Things… è da tanto che la proviamo ma per sicurezza in macchina la provammo altre mille volte. Arrivate davanti allo studio di X-Factor iniziai ad ansimare e mi salì l’ansia. Eravamo emozionatissime. Nelle quinte restammo abbracciate e ci parlammo per farci tranquillizzare a vicenda. Un ragazzo ci chiamò e ci fece segno di salire sul palco. Io e Matilde ci guardammo. Salite sul palco la gente iniziò a gridare. Io e Matilde ci stavamo stringendo la mano . Ci fermammo sulla X. giudice: “ciao ragazze! Come vi chiamate?” Matilde era troppo nervosa per rispondere. Stava fissando il pubblico con occhi innamorati ma spaventati. Risposi io. C: “siamo le LightBLue.” Tutti iniziarono a gridare e io iniziai ad arrossire. I giudici ci fecero altre domande. G: “di dove siete?” stavolta rispose Matilde. M : “siamo di Milano” il pubblico tornò a gridare. G: “e quanti anni avete?” io e Matilde ci guardammo. CM: “16” dicemmo in coro. : “siete migliori amiche? Da quanto vi conoscete?” C:”si, ci conosciamo da quando siamo nate e da li ad ora continuiamo a condividere passioni e sogni . Il canto è una di queste!” G: “aww, che cosa bella! Che altri sogni avete?” M: “incontrare i nostri idoli.. poterli abbracciare e potergli far capire quanto significano per noi” lo studio si riempì di un suono molto rumoroso. Applausi. I giudici si guardarono a vicenda e sorrisero. G: “e chi sono i vostri idoli?” CM: “gli one direction”. Tutti iniziarono a gridare. Un giudice cercò di zittirli con il movimento della mano. G: “siete qui per cantare immagino dai microfoni…” annuimmo e il giudice ci fece segno di partire. Non partì nessuna base. Cantavamo senza. Solo le nostri voci. Una luce puntata addosso e mille respiri e sguardi di persone sconosciute. Mi sentivo bene. Mi sentivo capace di poter fare tutto in quel momento. La mia voce e quella di Matilde si intrecciavano dolcemente. Sembrava un sogno. Tutto lo studio era in silenzio. Solo le nostre voci. Finita l’esibizione il pubblico si alzò e le mie orecchie esplosero a causa del troppo rumore. Piansi. Tutti gridavano in segno di approvazione. Capì in quell’ istante che quello è quello che avrei voluto fare per sempre... Quello era il mio sogno e si stava avverando. Allora era vero… non bisogna mai arrendersi, anche se il sogno sembra impossibile.