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Autore: paoletta76    03/10/2014    2 recensioni
La verità era che dopo Praga non riusciva più a dormire. Gli bastava chiudere gli occhi, e lei era lì. Non l'immagine strafottente uscita dal cappuccio dopo il modo non convenzionale in cui l'avevano invitata a bordo, non quella allegra dei rari momenti di pausa. E neppure quella triste con cui gli aveva raccontato di non aver mai avuto una famiglia che l'amasse.
Il sorriso di Skye non si apriva. E quelle labbra appena socchiuse colavano sangue.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Skye, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Devi solo capire chi sei. Chi sei senza Garrett, chi sei.. senza di loro. Senza di lei. Non importa quanto ti terranno qui dentro, che ti faranno, o dove ti porteranno. Forse ti tortureranno, distruggeranno il tuo corpo a calci e pugni. O forse ti libereranno.. prima o poi. Ti lasceranno sulla strada, ti diranno che puoi andartene dove ti pare. Comunque.. non sarà mai più come prima.
 
Seduto sul bordo di quel letto, le mani appoggiate accanto ai propri fianchi, continuava a percorrere il perimetro con lo sguardo e tutto gli sembrava così tremendamente familiare.
Solo. Ancora una volta. Come in quella che aveva considerato per anni una famiglia, oltre le tracce delle botte di suo fratello e di suo padre. Come nel bosco, abbandonato dall'uomo che l'aveva usato fino a farlo a pezzi con la scusa di renderlo migliore.
 
Migliore. L'unica cosa che era certo di non essere.
 
Il braccialetto continuava a lampeggiare di quella leggera luce verde.
- Se esci dal perimetro assegnato, la luce diventerà rossa - gli aveva detto Stark, incrociando le braccia con un ghigno di fine ironia - ed il bracciale emanerà una scarica elettrica capace di mandarti in collasso. Prova a fare il furbo, e il cuore non ti servirà più per un bel po'.
 
Già. Come se mi servisse ancora..
 
Un sospiro, lento e profondo. Oltre il vetro, movimenti indifferenti a quel suo sentirsi tanto male.
Solo. Ecco, cos'era.
 
Se lavori per l'Hydra all'interno dello Shield non ti puoi affezionare, non puoi stringere legami. Combatti questa tua debolezza.
La voce scura di Garrett continuava a torturarlo. E se chiudeva gli occhi, non rimaneva altro che l'immagine di Skye fra le sue braccia e tutto quel sangue fra le dita.
 
Non aveva mai avuto tanta paura. Non s'era mai sentito tanto piccolo, tanto fragile come in quell'istante, spalle a quell'auto in quel parcheggio.
Non era mai stato male come al risveglio nella propria cuccetta sul bus, scorrendo le dita sulla porta e sperando di trovarla ancora una volta lì, a ridere. Ed incontrando invece solo un'immagine su uno schermo e Jemma che piangeva.
 
Solo. E il cuore che saliva in gola e ricadeva giù, come a precipitare nel vuoto.
 
Lo sapeva. L'aveva sempre saputo, il nome dell'uomo che aveva premuto il grilletto. Non gliel'aveva detto, come non aveva detto a Garrett chi era stato a salvarla, o cos'era diventata.
Perché? Per proteggerla? Lei non ha bisogno di essere protetta da te, Grant.. non ha bisogno di te.. sei tu, che hai bisogno di lei come dell'aria per respirare..
 
Spostò lo sguardo sul lato opposto a quello da cui provenivano i rumori.
 
- Che sta pensando? Riesci a sentirlo? - polsi puntati sulla console di controllo, Tony si voltò verso la ragazza che lo affiancava e credette di vederla impallidire.
- Sta..- lei boccheggiò per un istante - sta ricordando il suo passato.. era.. era un ragazzino, Garrett gli ha fatto credere di salvarlo e ha chiesto in cambio.. gli ha chiesto me. La sua missione era infiltrarsi nella nostra squadra, conquistarsi la nostra fiducia e portarmi da lui. Viva o morta, a Garrett importava solo del sangue asgardiano.- spostò lo sguardo su di lui per un istante, per poi tornare verso lo schermo su cui era proiettata l'immagine di quella stanza - ma..
- Ma Ward ha preso tempo. E il suo papino ha perso la pazienza. Piano B.
- Non è stato Garrett, a sparare.- gli occhi della ragazza adesso si spostavano verso l'altro schermo, quello che inquadrava la stanza con il secondo prigioniero - è stato lui..
- Lui..? Quasi stento a crederci.- Tony stirò le labbra in un sorrisetto carico d'ironia.
- Stark..- lo sguardo della ragazza si piegava e si velava di rimprovero, nascondendo un minuscolo grazie per averla sollevata da pensieri troppo pesanti.
- Che brutto vizio avete, fra tutti..- lui continuò a giocare con la console accendendo e spegnendo video camere, e spostando la visuale su entrambi i prigionieri - frequentate sempre i ragazzi cattivi. Si può sapere cosa ci trovate, di tanto affascinante? - un sospiro della ragazza, il suo sguardo che roteava verso l'alto, e si ritrovò quasi ad intenerirsi - già. I bravi ragazzi non provano sensi di colpa, non serve una cura. Per i cattivi invece sì. Resta qui, continua ad ascoltare. Io vado a cambiare la flebo all'altro, che questo giro l'ho perso a carte col mio, di amichetto cattivo..
 
Le labbra di Sara si stirarono in un sorriso. Li conosceva da poco più di un anno, e non aveva mai visto Tony vincere una mano di Burraco, se uno degli avversari era Loki.
Lo vide comparire nello schermo a sinistra, ed incuriosita si spostò dalla console per raggiungere la parete d'acciaio che la divideva dal nemico.
In quel momento, Grant Ward ed i suoi sensi di colpa restavano in fondo ai suoi pensieri.

..ed eccomi di nuovo qui, dopo letteralmente mesi di assenza (sorrysorrysorry...), con un capitolino di passaggio un po' sad-introspective, mentre la mia zucca sta incasinando qualcosa di un po' più "action" per le prossime puntate di UtS.. a presto! ;)
  
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