Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Aki_Saiko    03/10/2014    1 recensioni
Dopo attente riflessioni, Homura capisce che per cambiare davvero le cose ci vuole una deviazione più drastica del corso degli eventi. Per esempio, Mami potrebbe non fare più una certa fine. Ma come realizzare il progetto?
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[Lievi(?) contenuti di violenza perchè, oh, le battaglie magiche andranno pur descritte] [Rating giallo, alzabile] [Accenni ad una coppia purtroppo non presente nella lista]
Genere: Azione, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Homura Akemi, Kyoko Sakura, Kyubey, Mami Tomoe | Coppie: Homura/Madoka
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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5. Di noiose ore di inglese e visite pomeridiane imbarazzanti
 
 
 
«... in questo caso utilizzeremo il present perfect continous in quanto... »
Frammenti caotici di lezione arrivavano alle orecchie di Sayaka, che però aveva la mente troppo occupata in altro per preoccuparsi dei tempi verbali inglesi. I fatti del giorno prima l’avevano fatta riflettere: ne valeva davvero la pena di stipulare il contratto?
Aveva visto chiaramente come, per ben due volte, Mami avesse rischiato la vita: probabilmente, se non fosse intervenuta quella nuova arrivata, sarebbe morta. Mami, morta.
Rabbrividì al solo pensiero.
Si era accorta di quanto pericoloso fosse combattere contro le streghe, ma fino a quel momento, tutto sommato, pensava che avrebbe potuto farcela con l’aiuto della senpai.
Immaginarsi la morte le procurava un senso di inquietudine, ma allo stesso tempo le sembrava distante, come se, paradossalmente, potesse toccare agli altri ma non a lei.
Sospirò, cambiò posizione sulla sedia, gettò uno sguardo ad Homura seduta in primo banco: e lei, per cosa combatteva?
Cosa poteva aver mai visto di così terribile nella sua vita da maga da cercare di impedire – non dissuadere o sconsigliare fortemente come aveva fatto Mami, proprio impedire- a Madoka di contrattare?
Ovviamente non aveva la risposta, e verosimilmente mai l’avrebbe avuta vista l’aura di mistero che la circondava e che la Puella mora si ostinava a voler matenere.
Che nervi.
Chissà come aveva fatto a convincere Mami. Ah già, salvandole la vita. Cose da nulla insomma.
Il suo sguardo si spostò di nuovo, posandosi questa volta sull’orologio: mancavano 20 minuti alla fine della lezione.
Un pensiero toccò la sua mente, improvviso come un lampo, e scomparve in fretta così come era apparso. Quel giorno, se ben ricordava, ci sarebbero stati degli sconti nella sezione CD del negozio di elettronica del centro commerciale. Avrebbe potuto prendere qualcosa per Kyosuke, forse, dal momento che il giorno prima non era riuscita a vederlo.
Si sentì avvampare e chinò di scatto il capo per nascondere il piccolo sorriso che impertinente le si era formato sulle labbra. Non avrebbe stipulato il contratto. Bastava lei per aiutarlo in quella situazione, la magia non serviva.
«... Miki-san, per favore, continua tu la lettura».
EH?
“Siamo a pagina 101, decima riga Sayala-chan”
“Uhm, grazie Madoka”
Con fatica e imbarazzo iniziò a leggere il brano in inglese, agognando il suono della campanella. Non le piaceva molto l’inglese. Per la verità, la scuola in generale non le andava molto a genio, e studiava quel tanto che bastava a non ricevere eccessive lamentele da parte dei suoi genitori.
In effetti, probabilmente non avrebbe nemmeno avuto il tempo per assolvere ai suoi doveri di maga. E poi, lei non era certo come Mami che viveva da sola e poteva rincasare quando le pareva senza che nessuno la rimproverasse.
 
***
 
Ferma davanti alla porta della stanza d’ospedale, Sayaka prese un grosso respiro. Cercò di non pensare al fatto che solo il giorno prima quel posto aveva ospitato la barriera di una strega, e sperò che Kyosuke fosse un po’ più in vena di visite.
Bussò e attese risposta.
«Avanti».
La voce pacata del ragazzo giunse attutita dalle spesse pareti. Sayaka sorrise –il suo solito sorriso gioviale- ed entrò.
La camera era illuminata direttamente dalla luce del pomeriggio, le tende erano chiuse giusto quel poco che bastava per non disturbare il paziente. Tutto odorava di pulito, non c’era disordine né alcun medicamento lasciato in giro. Sembrava quasi che Kyosuke dovesse essere dimesso di lì a poco.
Già, sembrava.
Sayaka prese il suo solito sgabello e si posizionò di fianco al cuscino. Era, come sempre, imbarazzata, e non sapeva esattamente come iniziare la conversazione.
«Allora, ehm, come... come va?»
Non voleva essere una domanda di cortesia, era seriamente interessata alla risposta. Voleva davvero sapere come stava Kyosuke, ma non era tanto ingenua di sperare in una risposta onesta.
«Non c’è male. La riabilitazione delle gambe procede bene, anche se diventa abbastanza faticoso dopo un po’».
Non parlavano mai della mano, ovviamente. Era come uno di quei tabù che, a prescindere da quanto il discorso vi giunga vicino, non vengono mai infranti e lasciano i pensieri come sospesi in aria e mai pronunciati. Allo stesso modo la mano era lì, ma era di gran lunga più facile far finta che il problema del ragazzo riguardasse solo le gambe.
«Oh, meno male».
Ci fu un attimo di silenzio durante il quale la ragazza ponderò se consegnargli subito il CD o meno. Non che avesse altre idee su come portare avanti la conversazione, in quel momento.
«Ti ho portato un cosa!»
Esordì, chinandosi subito ad armeggiare con le cerniere della borsa affinché lui non scorgesse il rossore che le aveva colorato le guance. Estrasse il CD dal sacchetto e prese il lettore dal cassetto del comodino. Mentre apriva la custodia, Kyosuke gettò un’occhiata alla copertina.
«Ah... grazie mille, era da parecchio che non ascoltavo questo pezzo. In effetti, penso sia piuttosto raro da trovare, complimenti».
«Ma no dai, lo dici tutte le volte. È solo che ho avuto fortuna e una brava aiutante... »
Avrebbe decisamente dovuto erigere una statua a Madoka, che la accompagnava al negozio tutte le volte, e spesso rimanevano a cercare per più di un’ora buona.
Presero una cuffia a testa e ascoltarono in silenzio il brano.
Prevalentemente era questo che facevano, ascoltare e poi eventualmente commentare; parlavano quasi sempre di musica.
Col passare del tempo, il sole aveva preso a spostarsi sempre più verso ovest, rendendo abbastanza inutili le tende della stanza. Uno dei raggi colpì la custodia del CD riflettendosi su di essa in direzione degli occhi di Sayaka, la quale se li schermò con la mano. Senza che se ne fosse minimamente accorta si era già fatto incredibilmente tardi.
«Oh, ti da fastidio il sole? Aspetta che chiudo ancora un po’ le tende».
Kyosuke si allungò verso il filo che stava vicino al muro, ma non riuscì ad arrivarci con la mano destra, quella sana: era troppo distante. Rimase fermo in quella posizione per qualche attimo per qualche attimo prima che Sayaka si alzasse in piedi senza preavviso.
«Ma no, non ti preoccupare! Anzi, si è fatto tardi, sarà proprio il caso che vada se non voglio tornare a casa troppo tardi... »
«Va bene allora. Grazie per essere venuta a farmi visita».
Cercò di sorridere, ma la sua voce era velata di tristezza. La ragazza sorrise imbarazzata in risposta e lo salutò con la mano.
Una volta uscita dall’ospedale le parve di sentire la tensione che pian piano abbandonava il suo corpo. Tirò un sospiro di sollievo: far visita a Kyosuke si stava facendo sempre più pesante per lei. Le faceva piacere stare da sola con lui ovviamente, ma più si avvicinava il momento della guarigione delle gambe e più il ragazzo si rendeva conto di dover affrontare il problema della mano. Sayaka capiva che fosse difficile, ma ogni tanto si venivano a creare situazioni spiacevoli.
E pensare che, se solo l’avesse voluto...
  Con la coda dell’occhio le parve di scorgere un’ombra in movimento, un’ombra dotata di coda.
No.
Lei non avrebbe stipulato il contratto. Come quella mattina, si ripeté che poteva farcela da sola ad aiutarlo. Si conoscevano da tanti anni, teneva molto a lui e magari un giorno, quando fosse uscito dall’ospedale, gli avrebbe parlato dei suoi sentimenti.
Ebbe l’impressione di risentire le parole di Mami: “tieni bene a mente la differenza tra quello che vuoi tu e ciò che tu vuoi da lui”.
Già, avrebbe dovuto ricordarsela più spesso, quella differenza.












Angolo autrice
Yay, ce l'ho fatta a non far passare un anno tra un capitolo e l'altro! *commoss*
Innanzitutto mi scuso appunto per essere stata così incostante, purtroppo sapevo già come gestire i vari capitoli ma non riuscivo a scrivere nulla. Scrivere dal punto di vista di Sayaka si è rivelato particolarmente ostico, in più sono stata molto occupata nel fandom di Pokémon e a Madoka non ho più pensato molto. Di recente però ho ri-visto la serie per tipo la 5 volta, e questo mi ha dato la spinta a scrivere di nuovo che l'ora di storia ha provveduto a concretizzare!
Quindi niente, spero vi sia piaciuto questo capitolo, lo so che dopo quasi un anno è da spararsi leggere 2 pagine e mezzo di word di seghe mentali (luv ya Sakicchi <3 ) ma mi auguro di non essere stata eccessivamente pesante, purtroppo tutti questi problemi esistenziali mi servono ahahah
La parte tosta è andata, nel senso che ora la storia entrerà nel suo sviluppo, quindi tempo pemettendo dovrei postare un capitolo ogni mese/mese e mezzo :3
Mi sono dilungata anche troppo, se volete farmi sapere qualsiasi cosa contattatemi(?) e noi ci vediamo tra (si spera) non troppo tempo!

Aki_Saiko
 
  
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