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Autore: AlyTae    03/10/2014    2 recensioni
- Sai, quando sei nata tua madre insisteva col chiamarti Tiffany. Abbiamo litigato molto, sai? Che ricordi...-
Alzò la testa lievementi
- Quindi...- mormorò - Qual è il mio nome papà?-
- Cosa intendi dire?- disse suo padre, in tono quasi severo - Stephanie, ovviamente.-
Stephanie lo guardò intensamente
- Non mentirmi, papà.- disse - Qual è il mio nome?-

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SiFany
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tiffany, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Sssh fate piano.-
- Cazzo Shindong, mi hai pestato un piede.-
- Piantala di lamentarti!-
- Ragazzi, accidenti volete piantarla? Così la svegliamo!-
Ma Stephanie era già sveglia. Aveva dormito male quella notte. Il divano era più scomodo di quanto si aspettasse, ma alla fine era riuscita a chiudere gli occhi.
Dalla finestra filtrava una debole luce, segno che doveva essere abbastanza presto. Le sette forse, o le sette e mezza.
- Siete pronti?- sussurrò Sooyoung.
Stephanie sorrise sotto i cuscini del sofa. Cercava di restare immobile senza scoppiare a ridere. Sentiva i passi dei suoi amici che si avvicinavano sempre più.
- Al mio tre…- la voce di Taeyeon.
Stava soffocando a furia di trattenere la risata. Se non si fossero sbrigati sarebbe esplosa. Afferrò il cuscino che aveva sotto il viso.
- Uno…-
Strizzò gli occhi. L’impatto era sempre più vicino.
-…due…-
Ci fu una pausa, fin troppo lunga. La sua schiena fu scossa da un leggero brivido.
- ….Tre!!-
Non fecero in tempo a investirla di cuscinate. Stephanie scattò in piedi prima di loro, ed iniziò a colpirli col cuscino che aveva preso poco prima.
- Maldetta, era già sveglia!- gridò Sunny.
- Questa ce la paghi..- ringhiò Shindong, prima di avventarsi su lei.
Stephanie lottò con tutte le sue forze, ma cinque cuscini contro uno erano decisamente troppi. Presto fu completamente sommersa dalle piume.
- Ok… ahaha… ok ragazzi! Mi arrendo! Mi arrendo!-
Scoppiarono tutti in una fragorosa risata. Nonostante avesse passato una nottataccia, ora si sentiva più serena. Quella situazione la riportava indietro, a quando stava in Corea, e subito fu invasa dai ricordi. Non si era mai resa conto di quanto il suo passato e il suo presente avessero dei sapori così diversi.
- Cos’è tutto questo baccano?-
Suo padre. Era sveglio. Sentì i suoi passi stanchi e striscianti scendere giù per le scale. Sbarrò gli occhi.
- Ragazzi, ma che casino avete combinato?-
- Papà! Scusaci…- Stephanie non smetteva di ridere. Il signor Hwang sospirò.
- Chiuderò un occhio, per stavolta – disse – Però dovete rimettere tutto in ordine, capito? – e tornò al piano di sopra.
- Va bene papà, te lo promettiamo!-
Cercò di respirare per prendere fiato, ma le risate continuavano a salirle per la gola senza fermarsi. Ma c’era qualcosa di strano. I suoi amici avevano smesso improvvisamente di ridere.
- Bhè?- disse Stephanie, senza riuscire ancora a fermare le risate – Che vi prende? Non ve la sarete mica presa per le sgridate di mio padre, vero? Se penso a quante volte tua madre ci abbia sgridati, Shin..-
- Steph..- fece Taeyeon, in tono grave – Tu…-
- Io… cosa?- Stephanie stava iniziando a preoccuparsi.
I suoi amici si guardarono tra loro, gli sguardi che celavano chissà quale inquietudine.
- Ragazzi… così mi fate paura..-
Cercò i loro sguardi, ma non li trovò. Tutti guardavano il pavimento. Sembravano a disagio tutto d’un tratto. Cosa stava succedendo?
Finalmente, Taeyeon alzò gli occhi.
- Stephanie…- mormorò – Tu… non hai mai chiamato “papà” il signor Hwang.-
 
 
 
Poche ore dopo fu servita la colazione. Natalie diede il meglio di sé: la tavola era zeppa di pasticcini, pancake, dolci alla marmellata, uova e pancetta, latte, caffè e succo di frutta.
- Accidenti, Natalie! Così esploderanno!- protestava Stephanie.
- Oh, Steph, ma cosa dici? Ma non vedi come siete magrolini? Dio, ma vi danno da mangiare in Corea? A parte lui…- e diede una pacca sulla spalla a Shindong – lui sì che è in salute! Anche tu – rivolgendosi a Sooyoung – mangi parecchio! Non mi spiego proprio come tu faccia a essere così magra! Metti tutto ciò che mangi in altezza?-
- Probabile.. – rispose la ragazza, sorridendo.
- Dov’è Siwon?-
Il ragazzo moro arrivò proprio in quell’istante. E come al solito, nel vedere l’atmosfera che quei ragazzi avevano portato in casa sua, i suoi occhi si velarono di un fatsidio glaciale.
-Oh, eccoti caro.-
Siwon si sedette nell’unico posto rimasto libero, di fianco a Sooyoung. La ragazza lanciò un’occhiata maliziosa a Sunny, la quale, di risposta, le tirò una gomitata. Le due iniziarono a ridacchiare tra di loro e a sussurrarsi chissà quali pensieri.
Stephanie cercava gli occhi di Siwon, senza trovarli. Aveva davvero bisogno di parlargli, e di capire il suo cambiamento. Voleva capire cosa aveva fatto di sbagliato.
- Allora ragazzi…- disse ad un certo punto il singor Hwang, rompendo il silenzio – Quand’è che andata a fare le audizioni?-
- Mio zio  mi ha chiamata ieri sera!- scattò subito Sunny – Ha detto che possiamo andare già dopodomani!-
- Bene, bene.. certo che è una bella opportunità! Anche se non mi va molto a genio che mia figlia intraprenda una carriera del genere…-
- Eddai papà!- protestò lei.
Il singor Hwang alzò le spalle :- Avrei preferito continuassi gli studi, tutto qui.-
- Gli studi li continuo, ma lo sai che cantare è sempre stato il mio sogno! E poi non è nemmeno sicuro che mi prendano.-
Il signor Hwang sbuffò leggermente, ma non replicò. Torno il silenzio, un po’ più glaciale del solito. Stephanie osservò i suoi amici: era chiaro come il sole che avevano capito che qualcosa non andava. Era partita dalla Corea con un brutto passato alle spalle, e una grande rabbia dentro; e adesso chiamava “papà” colui che era la causa dei suoi guai. E non solo, ma ci parlava addirittura serenamente. Si stupì lei stessa di quanto le differenze tra Tiffany e Stephanie si facevano sempre più marcate. Quella doppia identità la sentiva pesante come un macigno. Avrebbe voluto dire tutto. Avrebbe voluto dare spiegazioni, cercare di chiarire. Ma le mancava il coraggio.
 
 
C’era qualcosa che non andava, e Shindong l’aveva capito fin da subito. Ma gli altri non lo ascoltavano. Aveva provato a dire loro che qualcosa era cambiato in Stephanie, che non era normale il suo comportamento. Gli altri l’avevano difesa: dicevano che era normale, che dopo mesi di convivenza era ovvio che lei e il padre avessero fatto pace. E che era del tutto normale che si fosse fatta quella nuova vita, e che fosse un po’ cambiata.
Troppo cambiata. Quella non era la ragazza di cui si era innamorato.
La Stephanie che lui conosceva non avrebbe perdonato così facilmente un uomo orribile come suo padre, né sarebbe potuta vivere assieme a lui, né avrebbe mai pensato di sostituire sua madre con quella donna.
Dal momento stesso in cui aveva messo piede dentro quella casa, sentiva quanto tutto stonasse. Voleva delle spiegazioni da Stephanie.
Si decise che quella sera l’avrebbe presa da parte, e avrebbero parlato.
 
 
Finita la colazione, ognuno si alzò dal proprio posto.
- E ora che si fa?-
- Usciamo- propose Stephanie – Voglio farvi vedere la città.-
I suoi amici acconsentirono subito.
Mentre si preparavo per uscire, Stephanie scorse Siwon che si dirigeva verso il piano superiore. Gli corse incontro.
- Ti devo parlare.- gli disse.
Lui la squadrò qualche secondo:- Non ho nulla da dirti.-
- Io sì.-
Cadde un silenzio abbastanza pesante.
- Stasera. Vieni in camera mia, ok?-
   
 
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