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Autore: thegirlwhoknewtoomuch    03/10/2014    0 recensioni
Hull, 1911
tutto sembrava così perfetto in quella città perché il tempo trascorreva senza dare importanza a nessun evento, ma qualcosa cambierà la sua storia. Qualcosa travolgerà anche Abigail e non riuscirà a riportare la pace nella sua vita. Mai più.
Nessuno avrebbe mai pensato che un alcolizzato della periferia sarebbe riuscito a riscrivere una storia che sembrava perduta. Oltre alla sua esistenza, anche quella della sua città che era all'interno della più grande crisi sociopolitica del millenio senza saperlo.
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Da qualche parte intorno a Hull, 1911

Stavo trascorrendo la mia solita giornata in un vicolo buio a bruciare il mio stipendio attraverso fumo e alcool. Non ho mai visto la mia anima così libera perché sentire bruciare dentro, sentirmi come un equilibrista fra la vita e la morte ad ogni sorso e respiro, era un istinto invincibile. Mi sentivo vivo attraverso la mia droga, attraverso i soldi che guadagnavo. Era la liberazione a tutti i problemi che avevo, a tutti quegli ostacoli che non volevo superare, ma deviare in qualche modo, senza sapere che li stavo solo posticipando.

All'ennesimo sorso di quella brodaglia marrone fatta nel peggior rivenditore di alcool della città, guardai il cielo. Era cupo. Nuvole all'orizzonte preannunciavano l'ennesimo temporale di gennaio. Tutto quell'ambiente era senza vie d'uscita. Capivo che era un segnale, era la metafora della mia vita, ma io credevo di essere diverso, mi sentivo diverso. Pensavo che io ero l'eccezione del mondo e, quando l'avessi voluto e soprattutto se l'avessi voluto, sarei riuscito a scappare dal mio destino.

"Holbrook!" sentii. Era un'altra scocciatura. Spiegare al capo della fabbrica che quello che stavo facendo era la mia liberazione era, fuor di dubbio, la mia condanna al licenziamento.

"Signor Böhm"

"Torna a casa figliolo. Con tutto il bene che ti voglio, vorrei che con la paga rendessi l'esistenza dei tuoi fratelli più vivibile. Anche oggi ho visto loro in piazza a ricevere qualche spicciolo di pound. Va a casa."

"Va bene signore. A domani" risposi e presi una bottiglia mezza vuota.

"Questa la tengo io per precauzione." disse il vecchio tedesco mentre mi strappava di mano la via della mia liberazione.

"ma..."protestai, ma non potei finire: il signore goffo che pochi attimi prima era con me aveva svoltato l'angolo. Volevo andare a riprendere quella bevanda marrone e rompergli l'osso del collo, ma mi era rimasta un po' di ragione. Se quel vecchio fosse morto, la mia paga con lui ed addio al fumo e all'alcool.

Mi incamminai verso casa pensando ai miei fratelli. Avevano 10 anni e dovevano badare da soli a sé stessi. Presi a calci un pezzo di ramo di quercia per liberarmi dai sensi di colpa. Ero uno straccio, ma l'alcool mi ha salvato. Credevo veramente fosse il mio eroe e dovevo inebriarmi di sostanze tossiche per averne sempre di più. Una frenesia nata alla fine di una vita, quella di mia madre, che diede alla luce i due gemelli più belli che avessi mai visto. Matthew e George.

   
 
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