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Autore: Bebess    03/10/2014    1 recensioni
Sana e Heric si sono lasciati con una promessa: "Se prenderai la cintura nera sappi che anch'io vorrei parlarti."
Ma che fine avrà fatto questa frase? Heric sarà riuscito a prendere la cintura? E tutto quello che hanno passato, sarà rimasto solo un dolce ricordo?
Dedicata a Tiziano Ferro, il mio idolo.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 15- Una chiamata improvvisa




-Non so cosa dire…-
-Ehm… quello che senti.-
-Sinceramente sono molto grata per il tuo sostegno, ormai tu sei un amico caro e mi sei sempre accanto. Però ecco…-
-Tranquilla, ormai sono abituato al rifiuto.- Disse toccandosi la nuca con un sorriso forzato.
-Ma che dici Charles? Io non ti voglio rifiutare, ma il punto è che se in questo momento ho la fortuna di avere un giorno libero preferisco tornare in Giappone, scusami…-
-Ah, sì ti capisco… In effetti sono stato uno stupido a non arrivarci da solo.-
-Però hai già speso soldi, insomma hai prenotato e sarei davvero una stronza a dirti di no.-
-Sana, io non voglio che ti senti obbligata a venire con me. E tranquilla per i soldi, posso sempre chiedere al mio manager di venire al posto tuo. Lui ne sarebbe felicissimo.-
-Oh, davvero? Bhe c’è da capirlo, quelle montagne russe di sicuro mettono un’adrenalina fantastica. Promettimi che non ce l’avrai con me. Capiscimi, ho bisogno di vedere Akito.-
-Non me la prendo, stai tranquilla. Ti voglio così bene che per avercela sul serio con te dovresti farmi un torto fuori dalla natura umana.-
-Grazie Charles.-

POV Akito.

“Ma qual è la differenza tra dormire e stare sveglio per un cieco? Io non riesco a capirla, vedo sempre il buio in entrambe le situazioni. E’ una cosa stressante e anche triste. Ma io e la tristezza ci siamo già incontrati, durante la mia infanzia.”

-Mmmh… Che palle.- sussurrai. –Io non capisco perché cazzo mi chiamano al telefono, se non posso vedere dove ce l’ho.- Mi girai verso destra e provai a cercare con le mani il telefono. Se la mia memoria non sbagliava, la sera precedente lo avevo appoggiato sul comodino.
-Pronto?- Risposi quando lo trovai. –Hei, pronto?- Parlai di nuovo sentendo che nessuno rispondeva dall’altra parte.
-A-Akito…- La voce era maschile ma delicata.
-Sì, chi è?-
-Ciao, sono Nakao…-
-N-Nakao?- Rimasi a dir poco sorpreso dal sentire quel nome.
-S-Sì. Forse ti disturbo, scusa. E’ meglio che riattacco…-
-Non disturbi. Come hai avuto il mio numero?-
-L’altra sera… Ho preso un attimo il telefono a Sana e l’ho registrato…-
-Come? Sana?- Notai che cambiai tono di voce, come un bambino emozionato per il suo primo giocattolo. Quindi provai a tornare come prima.
-Sì, per ora sono con lei. Siamo in Italia perché lei deve recitare in un film e io sono voluto venire insieme a lei.-
-Ah.-
-C-Comunque, ti ho chiamato perché da poco ho saputo che hai avuto un incidente e che sei in ospedale. Non sai quanto mi dispiace, tu non te lo meriti.-
-Non sono cose che si meritano, succedono e basta.-
-Capisco. E ti volevo fare anche una domanda…-
-Dimmi.-
-Noi… Siamo sempre amici, vero Heric?-
“E che significa sta domanda?”
-Già.-
-Che bello, grazie Heric. Pensavo di averti perso. Ti prometto che verrò a trovarti il più presto possibile, ciao!- Rispose chiudendo subito la chiamata.
“E quindi questo mi ha chiamato solo per chiedermi se siamo ancora amici? Bah.”

POV Thomas.

Sentivo il bisogno di riposarmi, dopo quell’abbuffata del pranzo una dormita era il massimo. Così salii verso camera mia, ma mi fermai appena vidi una scena molto gradita ai miei occhi.
-Hei bellezza, lo sai che così mi fai arrapare?- Dissi osservando una ragazza abbassata verso le scarpe con il sedere molto sporgente.
-Hei cretino, lo sai che ti sto per tirare un bel calcio laggiù? Così almeno non ti arrapi più.- La ragazza in questione era Rossana Smith. Rimasi di sasso.
-Ah, sei tu. Allora stai tranquilla che non ti guardo neanche.- Dissi guardandola piuttosto male.
-Sarà bene, non voglio essere guardata da te!- Cominciò a diventare rossa dalla rabbia e non potei non ridere.
-Ahahah. Lo sai, infondo mi stai simpatica. Riesci ad arrabbiarti in maniera banale ma a farmi ridere.-
-Oh che bello, sto simpatica al signorino Thomas! Ora sì che sono davvero soddisfatta.-
-Ma perché fai così? Guarda che ora sto parlando sul serio…-
-Certo e io ieri ho vinto Miss Universo ahahahah.-
-Non avrai vinto Miss Universo, ma hai un culo…- Dissi facendo un sorriso malizioso.
-Come osiiii?- Rispose lei più infuriata che mai, tirando fuori da non so dove un martello rosso enorme. Con quell’oggetto mi colpì in testa e non capii più nulla.
-Ma che fai? Mi hai fatto male stupida!- Dissi toccandomi la testa dolorante.
-Bene, era quella la mia intenzione. Ti presento il mio martelletto, ha colpito molte teste di pigna e non si risparmierà a colpirti un’altra volta se ce n’è di bisogno!-
-Ma dai… Anzi, ti ho fatto un complimento e dovresti ringraziarmi. Mah.-
-Per me non è un complimento, e anche se lo fosse non voglio che sia tu a dirmi certe cose! E con questo chiudo e me ne vado, pace e amore! Anzi, solo pace!- Parlò allegramente.
-Te sei strana!- Urlai, ma lei era già andata via.

POV Nakao.

Parlare al telefono con Heric e sapere che stava meglio mi rallegrava la giornata. Lui mi aveva salvato la vita, e da quel giorno era diventato una persona fondamentale. Avevo sempre avuto problemi di tipo esistenziali, tanto che all’età di undici anni ero entrato in depressione per qualche mese. Ho sempre sofferto di mancanza d’affetto. Appena nato il mio punto di riferimento era diventato mia madre ma lei era sempre assente, troppo impegnata con il lavoro e quindi cercavo sempre di più certezze da qualcun altro.
Per un paio d’anni ero rimasto solo, non volevo crearmi nessuna amicizia perché tanto non sarebbe servito a niente. Se non ero importante per mia madre, perché lo sarei dovuto essere per un mio amico?
Poi sono andato al liceo, e dopo quel fatto spiacevole del prof. Sengoku ho trovato Heric. Lui mi ha saputo capire, attraverso le lezioni di Karate mi ha aiutato e nei suoi occhi riflettevo il mio dolore. Sentivo che lui in un tempo passato, oppure proprio in quel momento, aveva provato le mie stesse cose. Però non lasciavo trasparire nulla, non volevo che gli altri e né tantomeno lui capisse qualcosa.
Così dopo l’incidente dei cancellini, ho cominciato a pensare a ciò che era successo. Mi sono venuti in mente tanti pensieri, e solo dopo aver parlato al telefono con lui capii che alcuni di quei pensieri non erano senza fondamenta, ma erano veri.
All’inizio ebbi paura di quello che avevo appena scoperto, ma subito dopo aver chiuso la chiamata sentii quel brivido di felicità e voglia di vivere che solo un sentimento forte ti può dare. E’ per questo che non vedevo l’ora di poterlo raggiungere, perché l’amore non può aspettare. E io dovevo assolutamente dirgli che ero innamorato di lui.




                                  

  
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