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Autore: CiacciaFritta    04/10/2014    0 recensioni
è il 1996 quando Draco Malfoy frequenta il suo sesto anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, è costretto a credere in una causa che poco gli appartiene e la vita quotidiana dei suoi coetanei è sempre pronta a fargli lo sgambetto.
è la prima fanfiction della mia vita...spero che vi piaccia e buona lettura!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Come una scatola di gelatine tutti i gusti+1

 

Il grigiore monocromatico del cielo coperto da nuvole dense, si rispecchiava nel grande lago sottostante, increspato, di tanto in tanto da un lieve ma pungente vento autunnale.

La natura circostante era ancora puntellata di verde, la terra soffice nascondeva qualche piccola pozza d’acqua caduta la sera prima.

Tanto che gli studenti avventurandosi nel parco della scuola dovevano munirsi di mantello e stivali.

 

Grimilde McNett si stava incamminando sulla riva ghiaiosa del lago dopo un’estenuante lezione di pozioni; non che con il professor Piton la situazione fosse migliore ma almeno non si sentiva osservata come una gelatina tutti i gusti+1 al gusto di cerume.

Il rumore della ghiaia era di per sé rilassante paragonato al brusio delle aule e dei corridoi del castello, perciò con “La filosofia del banale: perchè i babbani preferiscono non sapere”  saldo sotto braccio oltrepassava dei piccoli arbusti ai margini della foresta proibita.

 

“Che diavolo vuoi mostro!” 

Le guance della ragazza si tinsero di rosso e la presa sul volume che aveva portato con sé si fece più salda,

Ai piedi di un giovane faggio, con espressione incandescente sedeva Draco Malfoy

“Non vedo cosa dovrei volere da uno come te!”  scandì bene Grimilde 

Il ragazzo cambiò rapidamente posizione dandole la schiena;

sicuramente Malfoy, non era una delle migliori compagnie con cui condividere un pò di tranquillità sulle rive ghiaiose del lago.

 

Lo sguardo di Grimilde si posò sul tronco di un’albero lì vicino, con del muschio alla base, la ragazza appoggiò la borsa a terra e si sistemò  il mantello sotto il sedere in modo da non aver freddo e non sporcare l’uniforme. 

All’apertura del volume sopra le ginocchia seguirono dei sbuffi come se fosse stato messo qualcosa a bollire sul fuoco.

 

Dopo un ragionevole spazio di tempo, che ruppe il silenzio, lo stomaco di Grimilde emise un leggero brontolio interrotto dal frugare nella cartella, né estrasse un paio di cioccorane,

“Tieni”

Lo sguardo scavato del ragazzo, si spostò oziosamente dal lago, alla cosa che gli veniva offerta

“Non le tocco le tue diavolerie!”

“Fa un pò come vuoi! Volevo solo essere gentile, capisco perché non hai amici” 

 e lasciò il dolce accanto ai suoi piedi, come se ormai fosse già stato “contaminato”

il volto pallido del ragazzo ebbe un barlume di colore per l’irritazione e scelse con perizia il tono più maligno con cui risponderle “ Non sono certo affari tuoi!” disse lentamente “ma io non ho bisogno di sciocchezze simili per farmi degli amici! non ho moccio di troll attaccato in testa e occhi da rospo!” aggiunse riducendo gli occhi a fessure

Il viso di Grimilde divenne di rosso tutto d’un colpo;

Sicuramente, non era quello che si definisce propriamente essere umano, anche se il 98% della sua persona lo dimostrava, la genetica Selkie*, le aveva regalato un paio di occhi grandi come due boccini d’oro, una chioma formata da ciocche verdastre di grandezze variabili, lunga fino alla vita e della curiosa pelle in più fra le dita di mani e piedi, utile per spaventare un maghetto di 11 anni.

 

Così a denti stretti Grimilde, pentita di aver abbandonato una ciccorana, si accinse a scartare quella che le era rimasta e la strinse tra le dita per non farla scappare, il primo morso lo sferrò ad una zampetta, fece un “crok”  talmente sonoro ed appetitoso che lo stomaco di Malfoy non fece in tempo a dar retta alla testa, con sguardo riluttante diede una debole occhiata alla ghiottoneria che aveva sotto il naso, ma la sua mente non era disposta alla resa, quando un secondo “crok” gli fece cambiare idea.

 

Quel piccolo spazio, inquadrato in quei pochi alberi al limite della foresta, fermo nel grigiore di un pomeriggio di Ottobre si inebriò di un tenue odore di cioccolato.

 

“Nè porto sempre un paio nella cartella” disse Grimilde in tono vacuo

“Ora capisco perché le porte del castello sono sempre più larghe” la colorita battuta del ragazzo discordava con l’espressione che aveva in volto, cupa, in linea con le infossature bluastre che aveva sotto gli occhi, ma la sua fronte era distesa,

“A quanto pare il cioccolato fa effetto anche a uno come te….io ho trovato Agrippa” disse riferendosi alla sua figurina “tu cos’hai?”

Malfoy si ricordò dell’incarto che ancora aveva tra le mani e meccanicamente abbassò lo sguardo per controllare, due occhi celesti lo guardavano da dietro un paio di lenti a mezza luna, deglutì, 

il suo cuore fece un tonfo che probabilmente anche la sua vicina sentì, Grimilde si sporse verso la figurina del ragazzo

“oh Silente! ne avrò un centinaio tienilo pure”

riuscendo a captare le ultime parole Malfoy con espressione quasi incredula ed al tempo stesso allarmata si rivolse alla strega 

“E’ da idioti fare collezione di figurine!” le disse con tono aspro

“E’ da idioti credere di essere superiori a tutto!” le ribatte lei alla stessa maniera;

detto ciò Grimilde prese la cartella, si alzò da terra scrollandosi il mantello e se ne ritornò sui suoi passi.

 

6 ANNI DOPO

 

Un’alta pila di tessuti traballava in bilico sopra ad un tavolo, da Madame McClan, durante la  prova di un bellissimo completo color vinaccia, a Madame cadde un gessetto a terra, lo zelo della sua assistente le impose di andare a raccoglierlo, prima che la strega avesse il tempo di accorgersi della mancanza

-Preso!- pensò tra sè la giovane che nell’entusiasmo urtò contro il tavolo dai tessuti traballanti e ne ottenne una pioggia multicolore;

un pò scarmigliata, con la bacchetta levata, tentò di riprendere il controllo della situazione

“scusate (sorrise) ... rimedio subito!”

davanti a lei, con espressione divertita si stagliava la figura di un giovane uomo, con capelli color paglia e dalla carnagione pallida che estrasse una cioccorana dalla tasca, porgendogliela

“Nè porto sempre un paio in tasca”

 

 

 

 

*Selkie = Maride scozzese, ne vive una colonia anche nel Lago Nero

vi ringrazio molto per esservi soffermati fino alla fine
mi prendo due righe per chiedervi che ne pensate del testo e di Grimilde 

  
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