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Autore: Wild imagination    04/10/2014    14 recensioni
Prendete un liceo qualsiasi a Lima, Ohio. Magari il McKinley.
Adesso trasformatelo in un istituto per ragazzi con... capacità particolari.
Considerate una scuola privata gemellata (perchè no, magari la Dalton) i cui studenti sono cordialmente invitati a trascorrere un anno insieme al nostro Glee Club, che è un po' diverso dal solito.
Aggiungete delle sfide per rendere il tutto più emozionante, una convivenza forzata, e un Kurt che proprio non sopporta Blaine, ricambiato.
Un anno scolastico non vi sarà mai sembrato così interessante.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Note dell'autrice-
Ringrazio adesso per le recensioni dello scorso capitolo, perché alla fine di questo... mmmh... vedrete.
Diciotto D-i-c-i-o-t-t-o 18 (Scusate, è che ancora non ci credo).
Siete pazzi! Nel modo migliore possibile, ovviamente.
Un abbraccio gigantesco e stritolante a _Anto, nem, stormer_99, gabriella_CM, la_marty, fearlesslyandforever, AceOfHearts,
Scoiattolino_01
, saechan, Sslaura, Ekija89, JamYra, Moony01, rosa_cherokee, Anna_Vik, wislava, Ginevra_KH, Khaleesi21.
Ricordatevi che vi adoro!



Hit me with your best shot


Kurt si lisciò la tuta, e fece il suo ingresso in palestra con espressione mortalmente seria.
Era il momento della verità: l'ultima sfida. Sperava davvero che il suo gruppo avesse vinto la gara di canto, o sarebbe stato tutto inutile; nella migliore delle ipotesi avrebbero pareggiato. 
Senza contare che non aveva la più pallida idea di quale sfida avrebbero dovuto affrontare. Tanto per cambiare.
"Sorpresa" c'era scritto sulla bacheca, accanto all'ora e al luogo.
 La tensione nell'aria era palpabile, e in tutta la palestra non volava una mosca. 
Il manipolatore si sistemò in fila accanto ai propri compagni, sulla linea di fondo campo. Avevano tutti la stessa espressione truce mentre squadravano i proprio avversari, allineati ad una decina di metri da loro. Finn gli mollò una sonora pacca sulla spalla, annuendo con fermezza. E poi c'erano Jeff e Nick, che lo salutarono sbracciandosi dall'altro lato della palestra, guadagnandosi un'occhiata scocciata da parte di Anderson. Il castano rispose con un largo sorriso ai due amici, prima di spostare lo sguardo sul suo compagno di stanza. Era disteso per terra, intento a fare stretching tendendo la schiena verso le ginocchia.
Nella sua dannatissima canottiera nera striminzita e nei suoi dannatissimi pantaloncini verdi aderentissimi. E con le sue dannatissime occhiate maliziose.
Lo odio, lo odio, lo odiooooo. 
Mai sentito parlare di poker-face?
Mpfh.
Dai, le cose sono notevolmente migliorate da quando hai messo in atto la S.G.T.S
Magari non tenta più volontariamente di farmi uscire di testa, ma rimane lo stesso un gran pezzo di gnocco (mi si passi il termine) che si mette pantaloni che dovrebbero essere dichiarati illegali dalla Protezione Civile.
Hai dimenticato di menzionare il suo culo da paura, gli occhioni a calamita, i capelli ricci, il sorriso da 2000 watt, le labbra morbide; e il fatto che sia l'unico che è riuscito a tenerti testa...
Ma tu non dovresti essere la "parte razionale" del mio cervello?
Infatti lo sono.
Andiamo bene...
Se fossi la parte irrazionale ti avrei detto di trascinarlo nello sgabuzzino delle scope e di dichiarare il tuo amore per lui, e poi... Beh, lo sai cosa succede negli sgabuzzini delle scope. 
Vorrei ricordarti che tra poco dovrò sostenere l'ultima sfida, quindi ti prego di evitare di distrarmi con... cose del genere. 
Blaine.Doccia.Sexy.Asciugamano.Schiena.Armadio.
Sia lodato chi ha dotato Mr. Schuester di cotale tempismo. 
Il professore si sistemò a metà fra le due squadre, col consueto sorriso smagliante stampato in volto.
"Ed eccoci all'ottava e ultima sfida!" esordì, strofinandosi le mani con soddisfazione. "... che denomineremo 'mischia'. Oppure, se preferite, 'lotta all'ultimo sangue'. Quello che dovete fare è semplice: sconfiggete tutti gli avversari con ogni mezzo a vostra disposizione, e l'ultimo che rimarrà in piedi porterà la sua squadra alla vittoria."
"Finalmente" commentò Puck, scrocchiandosi le dita. Mormorii eccitati si diffusero per tutta la palestra.
"Oh, quasi dimenticavo!" esclamò Schuester, prima di salire sulle gradinate  "la sfida di canto è stata vinta dal McKinley! Complimenti, ragazzi."
"Uhuuuuu!"  Kurt e Mercedes si batterono il cinque. "Siamo grandi!"
"Che la sfida cominci!"
Ci fu un secondo di silenzio e poi...
"Ragazzi" annunciò Puck solennemente, girandosi verso i suoi compagni. "Al mio segnale... Scateniamo l'inferno." Il ragazzo si avvicinò con flemma al canestro, e vi poggiò una mano sopra. Una patina luccicante si diramò a partire dalle sue dita, e nell'arco di qualche istante ricoprì la sua figura con un guscio impenetrabile. Il suo sorriso metallico luccicò, illuminato dalle luci della palestra. "Adesso". 
Iniziò a correre verso gli avversari, subito seguito dai suoi compagni. Le due squadre si scontrarono con urla belliche al centro della palestra, iniziando a menare calci e pugni in tutte le direzioni. 
Ognuno trovò il proprio avversario.
Quando Finn incontrò un altro superforte, sul suo viso si dipinse un sorrisetto compiaciuto, e i due colossi cominciarono a combattere senza esclusione i colpi; Brittany si sdoppiò, evitando e, contemporaneamente, attaccando un ragazzo capace di allungarsi a suo piacimento; Mike e Nick, entrambi incredibilmente agili, si dedicarono a una complicata coreografia fatta di colpi rotanti che raramente andavano a segno. 
Kurt sapeva esattamente con quale avversario avrebbe dovuto confrontarsi.
Ma prima ho una questione in sospeso da risolvere.
Il suo sguardo di fissò su Smythe, che stava tentando di colpire un'indifesa Rachel.
La ragazza, concentrata e con le sopracciglia aggrottate, tentava di schivare più colpi possibili, ma le mani del superveloce erano praticamente invisibili: non aveva idea di come contrattaccare senza rischiare di essere ferita. Fu un attimo: un calcio la colpì violentemente allo stomaco, e l'amica cadde a terra con un gemito strozzato.
 "Rachel!" Finn tentò di intervenire, ma il suo avversario aumentò il ritmo dei pugni, trattenendolo. Hudson si voltò un attimo verso la propria fidanzata, ringhiando frustrato. Sebastian incombeva sorridente sulla propria vittima, rannicchiata con una smorfia di dolore e l'aria terrorizzata. L'aria attorno a loro si fece improvvisamente gelida. Il ragazzo fece per colpirla un'ultima volta, ma il suo destro si scontrò con una sottile lastra di ghiaccio spuntata improvvisamente dal pavimento, mandandola in mille pezzi con un rumore di vetri infranti. 
"Sta' lontanto da lei" gli sibilò una voce alterata dietro di lui.
Il Warbler si girò verso Kurt con un ghigno stampato in volto. "Mi stavo giusto chiedendo quando il nostro cavaliere senza macchia e senza paura sarebbe intervenuto."
Il manipolatore non rispose, e si girò verso l'amica con aria apprensiva. "Rach, va tutto bene?"
La ragazza annuì, rialzandosi lentamente con un mugolio di dolore. "Forse è meglio che vada a sederti. Vuoi che ti accompagni?" Rachel scosse la testa in segno di diniego, sorridendogli riconoscente, e iniziò a zoppicare verso le tribune.  
"Appena hai finito di comportarti come una mamma chioccia..." commentò Smythe, strafottente.
Hummel spostò lo sguardo dall'amica solo quando arrivò sana e salva accanto a Schuester. "Non mi aspetto che tu capisca cosa significa avere degli amici a cui tieni." gli rispose, con aria disgustata.
Questo bastardo ha oltrepassato il segno. Attaccare Rachel solo perché era sicuro che sarei intervenuto a salvarla è troppo persino per lui. 
"Ma non preoccuparti, adesso posso pestarti senza ulteriori interruzioni." concluse, sorridendogli placidamente. Si avventò su di lui mirando alla mascella ma, come previsto, quello riuscì a schivare il colpo con una mossa fluida. 
"Pensi davvero di riuscire a sconfiggermi in un corpo a corpo? Sei più stupido di quanto pensassi." lo provocò Smythe, colpendolo ad un fianco.
Dannazione, pensò Kurt, gemendo per il dolore non ho nemmeno visto il suo braccio! 
Provò a colpirlo al petto con un calcio, ma l'altro non si fece sorprendere, afferrandogli la caviglia e tentando di scaraventarlo per terra.
Kurt tentò invano di parare i successivi colpi che lo raggiunsero allo stomaco, ma fu tutto inutile. Le braccia e le gambe dell'altro erano talmente veloci da sembrare invisibili; ormai non aveva un punto dalla vita in su che non pulsasse dolorosamente.
"E tu saresti uno dei migliori allievi di questa scuola?" Hummel gli rispose con una smorfia di dolore, prima di essere colpito per l'ultima volta allo stomaco. Cadde rovinosamente sulle ginocchia, fermandosi solo quando piantò i palmi a terra. Sentì le giunture urlare per la violenza dell'urto, mentre il suo petto si alzava e abbassava velocemente.
Quando le scarpe di Sebastian entrarono nella sua visuale, lo sentì sibilare malignamente. "Non so proprio come una nullità come te possa interessargli."
Dopo qualche istante di silenzio, Kurt alzò la testa, sorridente. Una goccia di sudore gli scivolò lungo la tempia.
"Lo sai qual è il tuo problema, Smythe?"
L'altro lo squadrò stranito, alzando le sopracciglia. 
Hummel stava sorridendo? Era a terra, ferito e ansimante, e stava sorridendo? 
All'improvviso, una sensazione di gelo strisciò lungo i suoi polpacci e Sebastian rabbrividì. Abbassò allarmato lo sguardo e notò lo strato opaco di ghiaccio che ricopriva il pavimento fra le mani di Kurt e le sue gambe, e che adesso lo stava avvolgendo lentamente in spire trasparenti, immobilizzandolo fino alle ginocchia.
 "Il tuo problema" continuò il manipolatore con tranquillità, alzandosi agilmente e sistemandosi la tuta stropicciata. "E' che sei un coglione." 
Il Warbler lo guardò infuriato, muovendo febbrilmente le gambe e tentando di liberarsi. Urlò di frustrazione quando capì che non ce l'avrebbe fatta. Kurt gli sorrise, mostrandogli la mano destra; il suo pugno iniziò a diventare azzurro, ricoprendosi fino al polso di uno spesso strato di ghiaccio. Gli si avvicinò lentamente, fermandosi a pochi centimetri dal suo viso. "Sai come si dice, no?" gli sussurrò "La vendetta è un piatto che va servito freddo."
Scaraventò il pugno di ghiaccio sulla mascella dell'altro con tutta la forza che aveva, spezzando contemporaneamente le spire che gli bloccavano le gambe. Smythe cadde a terra come uno stoccafisso, urtando il pavimento con un rumore cupo che rimbombò per tutta la palestra. Sollevò immediatamente la testa, tentando invano di fermare il sangue che scorreva dal labbro inferiore lungo il mento. Kurt si piegò sulle ginocchia proprio accanto a lui, e concluse il lavoro immobilizzandolo completamente in quella posizione. Smythe gli rivolse uno sguardo umiliato e bruciante d'odio. "Ora, se vuoi scusarmi" Il manipolatore gli bloccò la bocca con un semplice schiocco di dita, "devo andare a vincere questa sfida. Stai comodo?" gli chiese, senza aspettarsi una risposta. "Beh, spero di sì" concluse, accarezzandosi il mento. "Perché ti giuro che ci starai per un po'."
Si rialzò facendo leva sulle ginocchia con un sorrisetto soddisfatto.
Finalmente quel bastardo ha avuto ciò che si meritava.
Strofinò i palmi sui pantaloni della tuta, e alzò finalmente lo sguardo. Incontrò gli occhi di Anderson, a qualche metro di distanza da lui, che lo fissava soddisfatto e... ammirato?
Sapevano entrambi che era arrivato il momento. Attorno a loro la battaglia infuriava senza esclusione di colpi, ma i giocatori erano decisamente stanchi e acciaccati.
Kurt e Blaine si avvicinarono con gli occhi incatenati, spostandosi verso il centro della palestra.
Si fermarono a tre metri l'uno dall'altro, squadrandosi con occhio critico.
"Ti vedo un po' malridotto" lo provocò Anderson con un mezzo sorriso.
Le labbra di Hummel si arricciarono verso l'alto. "Anche tu non sei nelle tue migliori condizioni." rispose, accennando al livido che aveva sulla mascella. 
Spero che non gli faccia trop--- Ma cosa sto dicendo?!
Il Warbler si portò una mano al viso con una piccolo smorfia. "Sì... Lo scontro con Puck non è stata una passeggiata, ma è stato divertente" 
L'altro spostò istintivamente lo sguardo verso gli spalti, dove Noah si era appena seduto con aria piuttosto irritata. Annuì, ridacchiando. "Puck è un personaggio."
Blaine lo guardò con un'espressione strana, e Kurt si affrettò a continuare. "Adesso, vogliamo parlare del tempo o ce le diamo di santa ragione?"
O ci saltiamo addosso e mettiamo fine a questo gioco di provocazioni?
Fu il turno di Anderson di ridacchiare. "Ce le possiamo dare di santa ragione. A te l'onore di iniziare."
Kurt ringraziò con un cenno del capo, prima di mettersi in posizione. 
Credo sia meglio evitare il corpo a corpo, considerando le mie attuali condizioni...
Girò i palmi e chiuse gli occhi per concentrarsi. Sulle sue mani comparvero dei proiettili di ghiaccio, che iniziarono a vorticare velocemente attorno alla sua figura, galleggiando nell'aria. 
E andiamo.
Con uno schiocco delle dita, ogni frammento opaco schizzò in avanti sibilando, correndo a tutta velocità verso la figura del Warbler. Quello non si scompose, e aspetto il momento opportuno; all'ultimo tese la mano destra avanti, e con una fiammata vermiglia fece dissolvere tutti i dardi nell'aria. Sorridendo, portò un dito alle labbra e vi soffiò sopra, disperdendo una nuvoletta di fumo.
"Esibizionista" borbottò Kurt con un sorrisetto, in tono perfettamente udibile.
Il riccio ridacchiò, prima di partire al contrattacco. Con aria concentrata, unì le mani davanti al petto in modo che le punte delle dita si sfiorassero. Tra i palmi si iniziò a intravedere una piccola sfera infuocata e luminosa, che cominciò ad allargarsi via via che le mani si allontanavano, fino a diventare delle dimensioni di una palla da basket. Il Warbler la spinse in avanti con un movimento deciso delle braccia, scagliandola contro il suo avversario. Kurt si affrettò ad unire le mani, creando a sua volta una palla di ghiaccio semi-trasparente che si scontrò con quella vermiglia del suo avversario a metà strada. La collisione diede luogo ad uno spostamento d'aria non indifferente, ed ad un rombo che risuonò per tutta la palestra. Entrambe le sfere si dissolsero nell'aria.
 I due manipolatori rimasero a fissarsi immobili, mentre attorno a loro la sfida continuava con molti meno giocatori. Sugli spalti gli spettatori non avevano occhi che per loro, incantati. 
 All'improvviso, Blaine congiunse i polsi accanto ai fianchi, e in pochi attimi dai i suoi palmi si generò una cascata di fiamme rosse e oro che si riversarono sull'altro, avvolgendolo. L'ultima cosa che gli altri ragazzi videro prima che le lingue ardenti si richiudessero su Kurt, fu la sua espressione sorpresa. 
Anderson iniziò ad avvicinarsi lentamente a lui, senza interrompere il flusso vermiglio, leggermente corrucciato. Si avvicinò ad un soffio dal punto in cui le lingue di fuoco lambivano la figura di Hummel, e solo a quel punto un'espressione trionfante si dipinse sul suo viso.
Improvvisamente da quella parete cocente emersero delle braccia ghiacciate, che gli afferrarono con fermezza i polsi. La cascata di fuoco cessò immediatamente, e tra le fiamme emerse la figura di Kurt, completamente rivestito di uno spesso strato di ghiaccio. Anderson fissò attonito il suo sorrisetto luccicante. 
Hummel avvertì il consueto brivido risalirgli lungo il bracco, ma riuscì a non distrarsi. Si gettò a terra su un fianco e, facendo leva sugli avambracci, riuscì a fare lo sgambetto a Blaine, che cadde sulla schiena con un mugugno roco. 
L'altro, distrutto ma soddisfatto, si avvicinò a lui per immobilizzargli le braccia e le gambe con dei ceppi di ghiaccio.
"Pare che io abbia vinto." gli sussurrò Kurt vicino all'orecchio, ansimando.
Il Warbler rabbrividì, girando la testa in modo da poterlo guardare dritto negli occhi. "Hai barato." borbottò, contrariato. 
"In guerra e in amore tutto è concesso."
Se ti fossi messo a cavalcioni su di lui sarebbe stato meglio.
Gli occhi di Kurt scivolarono sulle labbra di Blaine, semi-aperte a pochi millimetri dal suo viso, e quello le leccò istintivamente. Il suo petto muscoloso si alzava a abbassava velocemente, a ritmo del suo respiro. Un brivido scese lungo la spina dorsale del castano, mentre il profumo di miele e nocciola dell'altro gli incendiava le narici, impedendogli di pensare lucidamente. Avvicinò impercettibilmente le loro bocche, senza interrompere il contatto visivo.
Se lo baciassi adesso, sarebbe considerata un'aggressione? 
Ma le sue labbra sono così... e i suoi occhi... e i suoi capelli...

"Kurt, sei stato grande!" tuonò una voce a trenta centimetri da lui.
Il manipolatore alzò la testa di scatto, spezzando la magia del momento. Finn era finalmente riuscito a liberarsi dell'ultimo avversario, e si era avvicinato a lui.
"HUDSON! MA IO TI CASTRO!" urlò Santana isterica, scendendo di corsa dalle tribune, mentre i ragazzi del GC iniziavano ad urlare e abbracciarsi. 
Kurt si alzò con molta flemma, sotto lo sguardo attento (e deluso) di Blaine. Gli scoccò un ultimo sorriso sghembo, lo sguardo inquieto.
Ma allora mi piace davvero?
"Ma cos'ho fatto!?" stava chiedendo Finn, rincorso per tutta la palestra dall'ispanica.
La ragazza non rispose, limitandosi a sbraitare come una pazza. "ESCUCHA! SOY DE LIMA HEIGHTS ADJACENT Y YO TENGO ORGURO. LO SABES QUE PASA EN LIMA HEIGHTS ADJACENT? COSAS MALAS!"
"Ragazzi, il GC ha ufficialmente vinto le sfide." annunciò fieramente Schuester, raggiungendo i suoi ragazzi e battendo una mano sulla spalla a Kurt. 
Tutti suoi amici iniziarono a saltellare su e giù, emozionati, gridando frasi incomprensibili.
A parte Puck e Rachel. Si può sapere perché stanno guardando così male Finn? Oddio, forse è meglio che impedisca a San di incenerirlo...
Persino i-sempre-entusiasti Jeff e Nick stavano scuotendo la testa con aria affranta, e Wes iniziò a sbattere ripetutamente la testa contro la parete della palestra.
Come prendono male le sconfitte, però...


"Sì, Jeff, ho preso le caramelle gommose... No, Jeff, o quelle o le liquirizie." 
Blaine uscì dal bagno col cellulare incastrato tra la spalla e l'orecchio, buttando lo spazzolino nel borsone nero aperto sul letto; Kurt deglutì, facendo scorrere un attimo lo sguardo su tutta la sua figura. Indossava dei jeans scuri (moooolto stretti) arrotolati sopra alla caviglia e una polo bianca (moooolto aderente) a maniche corte. I riccioli scuri erano tenuti da meno gel del solito, e gli ricadevano morbidamente sulla fronte.
"No, Jeff, non puoi portare tre buste di marshmellow!" 
Hummel ridacchiò, guardandolo fare su e giù dall'armadio.
"Tutti gli anni è la stessa storia. Andiamo fuori UNA notte, Jeff, NON TRE MESI..." continuò il riccio, innervosendosi. "Cosa significa 'ci potrebbero servire' ? Vuoi sconfiggere i ladri facendogli venire il mal di pancia?"
Dall'altra parte della cornetta il telecinetico alzò la voce, provando ad essere più convincente.
"Passami Nick" ordinò il leader, perentorio. "Come sarebbe a dire 'Nick è d'accordo con me'?... Non mi interessa se è il tuo ragazzo, potrebbe essere anche tuo marito...!" A quel punto perse davvero la calma. "SENTI, PARLANE CON WES!"
Riattaccò il cellulare senza aspettare una risposta, massaggiandosi la base del naso fra il pollice e l'indice. 
"Dove andate di bello?" chiese Kurt con aria noncurante, sfogliando svogliatamente la sua rivista.
Il Warblers alzò un attimo la testa, prima di continuare a riempire la borsa. "Ogni mese un gruppetto di noi passa una notte fuori di 'pattuglia', così ci prepariamo a quello 'che viene dopo'. " spiegò, facendo spallucce. "E a me tocca sempre il turno con Jeff, Nick e Wes."
"Ma non è pericoloso?" chiese subito l'altro, senza pensare.
Accidenti a me e alla mia boccaccia.
Blaine lo guardò un attimo negli occhi, con un'aria strana. "Sei per caso preoccupato?" ribatté.
A dire la verità sì, pezzo di idiota, dato che ho appena scoperto che (molto probabilmente) mi piaci. E anche parecchio. Ma puoi scordarti che te lo venga a dire, quindi...
"Assolutamente no" mentì Kurt, piccato. "E' che non pensavo che Figgins vi avrebbe dato l'autorizzazione, tutto qui." continuò, titubante. 
L'altro si limitò ad annuire con un sorrisetto consapevole, facendo scorrere la chiusura lampo del borsone e mettendoselo a tracolla. Si fermò un attimo davanti al letto dell'altro, impacciato. "Quindi... ci vediamo domattina" borbottò, accarezzandosi la nuca.
"A domani" rispose il castano, guardandolo negli occhi.
Blaine strinse la maniglia, pronto ad uscire. 
"Ah, Anderson!" lo interruppe Hummel. L'altro si girò subito verso di lui, attento.
Ti prego, fa' attenzione. Torna qui.
"Buona fortuna" disse solo, mordendosi le labbra.
Il riccio annuì serio, e si chiuse la porta alle spalle. 

La pioggia scivolava copiosa sui suoi vestiti fradici, mentre Blaine correva il più veloce possibile verso la fine della strada. Continuava ad inciampare nelle buche e a scivolare nelle pozzanghere del marciapiede, infradiciandosi le scarpe e i jeans. Si deterse il sudore dalla fronte, col fiato corto e la milza dolorante.
Ed eccola lì, illuminata dalla fredda luce del lampione, la sagoma di un uomo che costringeva una ragazza contro un muro. Fu un attimo, il manipolatore urtò un sasso del vicolo, che rimbalzò con un gran baccano, e attirò l'attenzione su di sé. 
L'ultima cosa che sentì prima di cadere a terra fu il boato di uno sparo, e un dolore lancinante al petto. 
E poi fu tutto buio.

Un boato tremendo svegliò Kurt nel cuore della notte, con un terribile presentimento. Il ragazzo si deterse il sudore dalla fronte, e sentì il rumore delle chiavi inserite nella toppa. 
Suo malgrado, si girò verso la porta con un sospiro di sollievo.
Il sorriso gli morì sulle labbra quando vide che sulla porta non c'era Blaine, ma Wes, che lo fissava con espressione terrea.
"Wes, cos'è successo?" chiese il manipolatore con voce tremolante, stringendo febbrilmente le coperte.
"Gli hanno sparato."












***


:D

P.S. Ringrazio Ambros, la mia bellissima e simpaticissima sorella che ha avuto la pazienza di pubblicare al posto mio. <3
  
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