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Autore: darkrin    09/10/2008    4 recensioni
[3° Classificata al Contest sulla Festività di Kurenai88]
Da quando era entrato Shikamaru Nara era sprofondato in un divanetto accanto a Choji, tremendamente seccato.
Le occasioni mondane lo annoiavano e il Natale non faceva differenza.
Ino non riusciva davvero a capirlo, sin da quando era piccola il Natale era sempre stato fonte di gioia; e ora, che aveva vent’anni, non era cambiato nulla.
[ SaiInoShika ~ KakaKureAsu ~ NaruSaku ]
[ Sentimentale ~ Malinconico ~ Romantico ]
[ Alternative Universe ~ One-shot ]
[Song Theme: Honey Pie – Beatles ]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Honey Pie




I << Buon Natale. Buon Natale. >>, si erano sprecati.
Tutte le luci della casa erano accese; tutte le stanze erano decorate con addobbi natalizi: abeti, Babbi Natali, luci.
Era decorata la vita su quelle pareti; e un’allegria che aveva invaso la casa, insieme ai suoi ospiti.
C’era una felicità, quindi, che Kurenai Yuui non sentiva sua.
Seduta in cucina, di fronte a decorazioni di piatti sporchi e avanzi di cibo si sentiva tutt’altro che allegra.
Era il primo Natale che festeggiavano dopo … quello.
Morire in un incidente stradale, che cosa stupida.
Lo diceva sempre anche lui, quando al telegiornale sentiva parlare di ragazzi morti sulle strade – cosa che accadeva sempre più spesso – e affermava:
<< Mio figlio non farà mai questa fine. Non glielo permetterò. >>
E poi era stato lui a farlo … che idiozia.
Kurenai lo sapeva: c’era una felicità, si, ma non lì, nell’altra stanza. E non per lei.


Ino Yamanaka veleggiò gioiosa per la sala, nel suo abito azzurro – intonato ai suoi occhi, ovviamente.
Era bella, – con i capelli sciolti e un velo di trucco leggero sul volto – e consapevole di esserlo. Ed era felice. Senza alcuna vera ragione per esserlo.
Il vischio che adornava il portone d’entrata l’aveva fatta sorridere, così come il pupazzo di neve abbozzato in giardino.
C’era una felicità che le aveva messo radici nello stomaco e la teneva al caldo. Nel salotto della villetta di Kurenai Yuui si trovavano tante persone, molte le conosceva, altre no: erano poliziotti, colleghi di Asuma con cui Kurenai era rimasta in contatto dopo l’incidente.
Soprattutto con alcuni di loro, penso Ino con una punta di malignità.
Ino, era innegabile, era rimasta molto sorpresa quando Kurenai aveva deciso di dare, a casa sua, una festa di Natale. Era sicura che dietro a tutto ciò c’era – sicuramente – lo zampino di qualcun altro.
La biondina sospettava anche di chi, ma le sarebbe piaciuto avere più certezze. Una qualche prova.
Ino si portò un calice di vino rosso alle labbra, sorridendo.
<< Che intenzioni hai, Ino? >> domandò Shikamaru, raggiungendola.
Da quando era entrato Shikamaru Nara era sprofondato in un divanetto accanto a Choji, tremendamente seccato.
Le occasioni mondane lo annoiavano e il Natale non faceva differenza.
Ino non riusciva davvero a capirlo, sin da quando era piccola il Natale era sempre stato fonte di gioia; e ora, che aveva vent’anni, non era cambiato nulla.
<< Divertirmi, Shikamaru. Ho intenzione di divertirmi. >> celiò lei, soave; << Tu, piuttosto, che intenzioni hai? >> .
Lui la fissò torvo, rubandole il calice dalle mani e sorseggiando il liquido sotto lo sguardo truce di Ino.
<< Ho capito. Vuoi finire la serata a vomitare da solo in un cesso. >> notò la biondina, scuotendo il capo; << Incantevole. >.
Il ragazzo non rispose, ma si allontanò seccato.
Lei scoppiò a ridere:
<< Nara, scherzavo. Io ti farò compagnia e ti terrò la testa, mentre vomiti. >>
Lui le lanciò un’occhiata da sopra la spalla.
<< Perché tu sei un’esperta, eh, Ino? >> chiese, riferendosi al corpo magro e sottile della ragazza.
Lei serrò le labbra, irata.
Touché.
Ma s’impose la calma, non avrebbe permesso a Shikamaru Nara, quell’idiota, di rovinarle il suo Natale.
Il trillo del campanello fece sapere che erano arrivati altri ospiti.


Kakashi Hatake accarezzò la testa del bambino e si alzò, uscendo dalla stanza con passo felpato.
Si chiuse la porta alle spalle per non far giungere nella stanza e alle orecchie del dormiente il rumore della festa che lui aveva voluto: per portare un po’ di luce in quella casa che, troppo a lungo, era rimasta chiusa al mondo. Alla vita.
Per portare un po’ di gioia agli occhi di quel bambino, che ora dormiva sereno, e che non era suo ma che amava come tale.
E per dimostrare che loro tre erano ancora vivi. Erano solo un po’ sbadati: se lo dimenticavano di frequente. Ma non per sempre.
<< Kakashi! Muoviti. Stanno cominciando a mettere su la tombola. >> esclamò Gai Maito, salendo le scale di corsa per raggiungere l’amico.
Kakashi sorrise; un occhio nascosto da una benda nera a ricordargli il passato.


Sakura Haruno si sedette accanto al suo ragazzo che, gioioso, s’ingozzava di dolci come se non mangiasse da mesi.
<< Naruto, ti verrà il diabete. >> lo minacciò lei, scherzosamente.
Lui spalancò gli occhi e si voltò a guardarla sorpreso.
<< Eeeh? Sakuruccia, non dire così. Io sono di costituzione forte. >> esclamò mostrandole i muscoli del braccio con una fetta di pandoro in bocca.
La ragazza scosse il capo, sconsolata.
Da quando aveva cominciato a studiare medicina si divertiva a prendere in giro il ragazzo, minacciandolo di chissà quali malattie; ma lui faceva sempre cadere tutto con un: << Eeeeh? Sakuruccia. >> che la faceva sorridere teneramente.
Naruto, notò Sakura, aveva le labbra sporche di zucchero a velo e col volto un po’ imbronciato con cui la guardava era terribilmente invitante.
Così.
Sakura si chinò verso di lui, per assaggiarli le labbra che sapevano di zucchero e dolcezza – e un pizzico d’amore.
Sai, seduto accanto a loro si alzò, seccato dal loro tubare – dal loro essere felici lasciando il mondo alla porta –, e si diresse verso la sua ex ragazza che aveva presto posto al tavolo della tombola.
Tra gli schiamazzi allegri e la ressa generale Sai andò ad appoggiarsi allo schienale della sedia di Ino che lo scrutò dal basso all’alto.
<< Ancora niente, eh, Miss Bellezza? >>
<< Ho vinto la scorsa partita e ora sono in vantaggio. >> notò lei.
<< Non parlavo della tombola. >>
Ino strinse le labbra in una linea sottile, seccata.
Sembrava che tutti gli idioti che conosceva si fossero messi d’accordo per rovinarle il Natale.
<< Miss Bellezza, approfitta del vischio, visto che puoi. >> le sussurrò lui all’orecchio.
<< Non ne ho bisogno. >> affermò lei con sicurezza.
La risposta di Sai venne interrotta dall’uomo che estraeva i numeri e che esclamò a gran voce:
<< Novantasei! >>
<< Come ti pare. >> concluse Sai, allontanandosi.
Troppo rumore, secondo lui.
Uscendo dalla sala lanciò un sorriso angelico – o quello che lui considerava tale – a Shikamaru Nara che, seduto in un angolo della sala, gli lanciò un’occhiata gelida.
Sai non aveva dubbi: se avesse potuto incenerirlo con lo sguardo l’avrebbe fatto e subito.
Ridendo sotto i baffi Sai uscì a prendere una boccata d’aria all’aperto.

<< Honey Pie,
You are driving me crazy,
I’m in love, but I’m lazy,
So won’t you please come home? >>
Honey Pie – The Beatles

Ino era brilla.
Anzi, no. Ino era ubriaca marcia.
Punto e a capo.
Sakura, lo sapeva, non c’era certo bisogno di essere medico per capirlo.
Bastava guardare come si muoveva: volteggiava tra la folla con un sorriso ebete sul volto e le guance arrossate.
La scusa del: << Ero solo ubriaca di vita, Fronte Spaziosa. >> stavolta non avrebbe retto. Proprio no.
Naruto, accanto a lei – era sempre, sempre accanto a lei –, sorrise:
<< Ino è proprio andata, eh. >>
Lei annuì, seccata e si diresse a grandi passi verso Shikamaru, intento a masticare e ingoiare insulti alla festa. Alla folla. A Sai. A Ino.
<< La riporti tu a casa? >> chiese Sakura.
<< Non ci pensa Sai? >> domandò lui di rimando.
<< Dubito. È già andato a casa con Mitsuko. >>
<< Uhmm … >>
<< Lo prendo come un si. >> concluse lei.
Gli invitati e le coppie con bambini avevano già cominciato a tornare a casa, salutando Kakashi, che aveva fatto gli onori di casa per tutto il tempo congratulandosi, ringraziando e promettendo di salutare Kurenai da parte loro.
Qualcuno aveva lasciato un pensierino sotto l’albero, qualcun altro aveva lasciato tutto il lavoro a quel buon uomo di Babbo Natale.
Così.
Shikamaru Nara sbuffò, seccato.
Era una seccatura.
Ino era una seccatura.
La sua ubriacatura, pure.
<< Ino … Ino … >> la richiamò lui per l’ennesima volta, cercando di costringerla ad indossare il suo cappotto.
Poi era lui quello che avrebbe dovuto finire la serata con la sbronza del secolo.
Fortuna che lui si sapeva controllare.
Riuscì, nonostante tutto, a costringere l’amica ad indossare la giacca, imprecando mentalmente.
<< Shikamaru, io voglio reshtare qui. >> si lagnò lei, peggio di una bambina.
Kakashi, che ormai sembrava aver messo radici accanto alla porta, sorrise ai due.
<< Andate anche voi ragazzi? Grazie per essere venuti. Spero vi siate divertiti e fate attenzione per strada. >> affermò, come da cerimonia.
<< Ma che shono queste formalità? >> chiese Ino seccata, facendo sorridere ancora di più l’uomo.
<< Shikamaru, l’affido a te, mi raccomando. >> disse Kakashi.
<< Uhmm … Grazie mille per la festa. E ancora Buon natale. >> affermò Nara uscendo.
Queste parole fecero venire, improvvisamente, qualcosa in mente a Ino che si fermò di scatto.
<< Ashpetta. Ashpetta. >> esclamò trascinando indietro, fino alla porta della casa, Shikamaru che, seccato e stanco e esaurito, di chiedeva cosa diavolo di fosse ancora.
Ino, tirandolo per il colletto della camicia bianca lo portò alla sua altezza e lo baciò.
Semplicemente.
<< Buon Natale, Shikamaru. >> biascicò la biondina, l’alito impestato d’alcool.


Kurenai, stava ammirando le decorazioni di piatti sporchi in cucina, piuttosto affascinata dalla mole di lavoro che aveva di fronte e vagamente disperata.
La donna, vicina al principio di una crisi di nervi si lasciò cadere su una sedia.
Gli invitati stavano sciamando tutti fuori di casa e, grazie al cielo, Kakashi si era preso la briga di occuparsi dei saluti, consapevole, forse, che lei non avrebbe retto.
Un rumore leggero attirò l’attenzione di Kurenai che si voltò di scatto temendo chissà cosa.
<< Mamma…. >> mugugnò un bambino, di circa tre anni con corti capelli neri, sulla porta della cucina, stropicciandosi gli occhietti stanchi.
<< Mamma … >> ripeté e si avvicinò, sbadigliando a Kurenai, trascinandosi dietro un cuscino; << Babbo Natale però non viene con tutte le luci accese. >>.
Lei sorrise e scosse teneramente il capo; prendendo in braccio il piccolo.
<< Hai ragione, tesoro. Ma ora noi andiamo a letto e spegniamo tutte le luci così lui viene. Anzi, che ne dici di lasciargli qualcosa da bere e da mangiare così, quando viene si rifocilla un po’. Un biscotto? O un mandarino? E poi … che ne dici di un bicchiere di vino e di uno d’acqua, eh, amore? >>




~oOo~

Ebbene sì, questa shot è arrivata terza – su tre, ma sorvoliamo su questi dettagli inutili u_ù – al Contest sulla Festività indetto da Kurenai88 su Efp.
Per prima cosa ringrazio le giudici non solo per aver indetto un concorso così originale e piacevole ma anche per i loro giudizi che come accade in queste situazioni sono imparziale.
Faccio i complimenti a Muppello e a Rei Murai per, rispettivamente, il primo e il secondo posto.
E ora tocca a qualche noticina perché come spesso accadde quello che scrivo è chiaro solo a me. XD
All'inizio doveva essere una shot incentrata solo su Ino e Shikamaru, poi gli altri personaggi hanno cominciato a prendere importanza. L'idea di fare uno spaccato sui diversi personaggi, poi, mi piaceva fin dall'inizio. Il titolo della shot è quella di una canzone dei beatles, il testo, trovo, si adatti perfettamente a Ino e Shikamaru, per questo era stato scelto all'inizio. Poi, anche se i soggetti sono un pò cambiati, ho deciso di lasciarlo lo stesso. Come se ogni diversa scene e ogni diverso personaggio della shot fossero una fetta di una torta al miele. Che è anche dolce e terribilmente luminosa, come il natale.
E si, Asuma è morto un più tardi che nel manga, lo so, ma è un AU, no?
Un altro paio di cose e vi lascio – lo giuro. Lo giuro. –.
Ho trasformato il Sakurachan di Naruto in Sakuruccia – che, detto tra noi trovo orribbile anche io – perché essendo una shot ambientata in Inghilterra trovavo poco credibile che Naruto la chiamasse Sakurachan. XD Per quanto riguarda l'OOC di Kurenai (che mi è stato fatto notare dai giudici del contest) non leggendo gli spoiler del manga non so come Kurenai abbia preso la notizia della morte di Asuma e sono dovuta, quindi, andare molto a naso. XD
E mi sembra sia tutto...

Owari.

-darkrin
   
 
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