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Autore: ZoZe_    05/10/2014    1 recensioni
Ogni cosa bella ha un inizio ed una fine.
Tutte, nessuna esclusa.
E forse, questa, è la cosa più brutta che possa mai succedere.
Può, il sogno di quattro ragazzi, avere una fine dopo trent'anni?
Come si sentiranno Luke, Michael, Calum, Ashton e le loro fan, quando tutto questo finirà, quando sarà ricordato come la cosa più bella dell'adolescenza delle loro principesse?
Nessuno lo sa, ma di certo, farà male.
Perchè, anche se non lo vogliamo, una fine ci deve essere.
È scritto nel destino, nel grande libro della vita.
Tutto, prima o poi, finisce, e non si può fare niente per fermarlo.
Ma le emozioni che uno ha nel cuore grazie alla musica ed ai propri idoli, quelle no, non hanno e mai avranno una fine.
Continueranno a battere a ritmo della batteria del riccio, a diffondere un puro spirito rock con gli assoli del ragazzo dai capelli colorati, vibreranno insieme al possente basso del moro, e canteranno come un usignolo insieme al biondino.
Perchè certe cose non te le scordi.
Non vuoi, non puoi dimenticartele.
Ti segnano dentro, non le cancelli più.
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Luke si allacciò le scarpe, ormai troppo rotte e roviante per essere definite ancora tali. Si sistemò la chitarra sulla spalla, l'auricolare nell'orecchio; un'ultimo sguardo allo specchio, una spruzzata di lacca ai capelli, tutto era come sempre, solo l'animo non stava bene.

Calum si sistemò un po' la maglietta che gli si era raggrinzita sul petto. La tirò, quasi la strappò. Prese il basso e lo accordò con fare scorbutico, la sua espressione era tesa, la fronte lasciava intravedere delle piccole rughe. Era agitato, anche troppo, non voleva salire sul palco.

Ashton prese le bacchette, ormai consumate a forza delle infinite volte in cui le aveva usate. “Devo cambiarle” pensò, ma non lo fece. Si allacciò bene la cintura dei pantaloni, la sua bandana rossa era arrotolata, come sempre, intorno alla sua fronte. Voleva scappare, andarsene.

Michael piangeva in silenzio, dentro al suo camerino. Guardava le tante chitarre messe in fila, ne avrebbe dovuta scegliere una, l'ultima che avrebbe usato, ora doveva essere a preparasi con i ragazzi. Non ce la faceva, aveva imparato a trattenersi, ma ora non poteva più, piangeva e basta. 

«Dov'è Michael?» chiese Luke a Calum, che lo guardò in cagnesco. «Che cazzo vuoi che ne sappia io?!» gli sbraitò in faccia, cosa che lasciò il biondo abbastanza sorpreso. Il moro non era solito a comportarsi così, non era mai stato così rude con i suoi “fratelli”. 
Ashton si avvicinò ai due, poggiò una mano sulla spalla di Luke, che si girò, guardandolo fisso negli occhi. Ed il castano la vide, la vide tutta la tristezza che quelle iridi azzurre racchiudevano, vide che voleva scoppiare, piangere, urlare, ed ammazzare Calum, quel ragazzo che non si era mai comportato così. 
«Scusa...» si sentì dire alle loro spalle, il moro guardava il suo basso con sguardo dispiaciuto. Luke lo fissò per qualche secondo, sorrise lievemente, era rimasto lo stesso tenerone di sempre. Il ragazzo dalla pelle olivastra davanti a loro piegò le labbra in su, ricambiando il gesto del biondino. 
«Sapete dov'è Michael?» chiese ad un tratto Ashton, guardando serio i ragazzi.
«Lo avevo chiesto prima a Calum, ma penso che non lo sappia neanche lui» affermò ridacchiando, facendo riferimento alla scena avvenuta prima. Il moro arrossì lievemente e scoppiò a ridere come quando era ancora un adolescente. Ma ora non era il momento di scherzare, Michael non si trovava, ed era un bel guaio. Subito i ragazzi iniziarono la ricerca, tra dieci minuti sarebbero dovuti essere sul palco, non potevano ritardare, non questa volta. Ashton si diresse verso i bagni, Luke verso i corridoi dei camerini, e Calum nello spogliatoio di Michael. Fu lì che lo trovò, con le lacrime agli occhi e le mani tra i capelli giallo canarino. Il moro si sedette di fianco al ragazzo che, oggi, era più bianco del solito, sembrava stesse male. 
«Non voglio salire sul palco...» sussurrò Michael, puntando le sue iridi verde acqua in quelle scure e color cioccolato di Calum.
«E come fa, la band, a suonare senza il chitarrista che fa gli assoli?»
«Non li fa, io non salgo sul palco, non voglio che finisca» confessò il ragazzo dai capelli gialli mentre delle lacrime ripresero a scendere. Il moro, in un primo momento, si trovò in difficoltà. Insomma, lui e Michael erano amici da tanto, vederlo piangere ti fa riflettere, dato che non l'aveva mai fatto, ma Luke ed Ashton, arrivati prima che Calum lasciasse libero sfogo alle sue lacrime ed alla sua tristezza, presero le redini della situazione, riuscendo a far ridere Michael, che si alzò e si preparò. 

Tutto era sistemanto e pronto a dovere. I ragazzi si riunirono in cerchio, si guardarono negli occhi. 
«Ricordate le canzoni?» chiese il biondo. Tutti annuirono.
«Le note e gli assoli?» il moro. Tutti annuirono.
«Il tempo?» il castano. Tutti annuirono. 
«Chi siamo?» chiese il ragazzo dai capelli gialli. 
«Noi siamo i 5 Seconds of Summer, e questo è il nostro show» dissero in coro stringendosi in un abbraccio di gruppo. 

Come previsto, le canzoni fecero molto successo in sala. Le fan che avevano assistito al concerto erano tante. C'era chi li aveva scoperti per prima, chi grazie a She Looks So Perfect e chi era arrivato per ultimo, ma che li aveva sostenuti comunque.
Amnesia e Wherever You Are avevano fatto emozionare tutti, anche il bodyguard ed i manager: ancora sembrava impossibile che fosse arrivato il capolinea. Ma il concerto non era ancora finito, mancavano altre canzoni. E suonarono tutti i brani scritti da loro: Year 3000, Too Late, Superhero, Voodoo Doll, Green Light, Try Hard, Out of My Limit, Unpredictable, Heartbreak Girl, Wherever You Are, She Looks So Perfect, Don't Stop, Good Girls, Kiss me Kiss me, Eighteen, Everything I didn't say, Beside You, End Up Here, Long Way Home, English Love Affair, Amnesia, Hearthache on the big screen, The Only Reason, Rejects, Daylight, Wrapped Around Your Finger, If you don't know, Close as Strangers, Mrs All American, Hearts Upon Our Sleeve, Tomorrow Never Dies e Disconnected. 
Ma all'appello ne mancava una, quella che ha segnato l'inizio della carriera della loro band.
«Buonasera Australia!» urlò Luke, al microfono. 
«Prima di passare ai saluti, volevamo dedicarvi una canzone» continuò Calum.
«Quella che ci ha aperto le strade per realizzare il nostro sogno» disse Ashton, sospirando per il caldo che stava sentendo in quel momento.
«Questa è Gotta Get Out, ed è dedicata a voi» annunciò Michael, trattenendo qualche singhiozzo.

(Da qui fino alla fine del testo della canzone, è consigliabile leggere con Gotta Get Out in sottofondo)

Luke iniziò a fare i suoi arpeggi alla chitarra acustica. Sullo schermo dietro a loro apparve quel video, il loro primo vero video, in cui cantavano. L'avrebbero intonata con la versione da cantanti ancora in erba, in sottofondo. 

Even when the sky is falling down
Even when the earth is crumbling 'round my feet
Even when we try to say goodbye
And you can cut the tension with a knife in here

Cause I know what'll happen
If we get through this

If the earth ends up falling down to it's knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out
If these skyscrapers, tumble down and crash around baby
We just gotta get out
We just gotta get out

I feel so damn lost
And it comes with the cost of being alone

Everything is falling down
We're suffering, helpless thoughts and
Out we sing, prayers go to the sky

If the earth ends up falling down to it's knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out
Gotta get, gotta get
Gotta get out
If these skyscrapers, tumble down and crash around baby
We just gotta get out
We just gotta get out

If we fall
It's not your fault
Shadows covering
Our selfish foes
As our love,
Can go out on a high note

Even when the sky is falling down
Even when the earth is crumbling 'round my feet
Around my feet

If the earth ends up falling down to it's knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out
Gotta get, gotta get
Gotta get out
If these skyscrapers, tumble down and crash around baby
We just gotta get out
We just gotta get out

If the earth ends up falling down to it's knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out

I ragazzi si alzarono dalle loro sedie. Luke e Michael sistemarono le loro chitarre acustiche più in là, Ashton spostò la sua cassa di legno vicino alla sua batteria, e Calum lasciò il basso a chi stava dietro le quinte. 
Si posizionarono tutti davanti agli strumenti le fan si ammutolirono, sapevano che stava per succedere qualcosa. Luke guardò Michael che fissava il pavimento, si poteva scorgere qualche lacrima scendergli lentamente sul viso. 
«Questo era il nostro ultimo concerto» disse Ashton.
«Noi abbiamo finito, siamo arrivati al capolinea, purtroppo» aggiunse Calum.
«Ma noi saremo ancora amici, usciremo ancora insieme, ci vedrete di nuovo andare in giro per la città in gruppo» puntualizzò Luke.
«Solo che non saremo più quei quattro ragazzini che giocano e si divertono. Siamo adulti ormai, abbiamo realizzato il nostro sogno, sfondato nella carriera della musica, ma è ora di salutarsi» parlò Michael, cercando di trattenere i singhiozzi. 
«Noi riusciamo a capire perfettamente quanto possa dispiacere a voi, guardate Michael!» esclamò il castano, provocando la risata generale del pubblico e del ragazzo nominato.
«Noi, davvero, abbiamo passato questi 30 anni di successo molto bene» disse il biondo.
«Voi, fan, siete le migliori, non avremmo potuto chiedere di meglio» Affermò il moro.
«Ma è arrivata l'ora di dire addio a questi quattro adolescenti che non siamo più, ma che vivranno per sempre nei nostri ricordi» sospirò il ragazzo dai capelli gialli, prendendo una pausa «questa cosa, generalmente, la facciamo all'inizio di un concerto, ma ci sembra più opportuno farla ora... Ciao, io sono Michael»
«Ciao, io sono Calum»
«Ciao, io sono Ashton»
«Ciao, io sono Luke»
«E noi eravamo i 5 Seconds of Summer. Grazie per averci seguiti e sostenuti fin dall'inizio, tutto questo senza di voi non sarebbe stato possibile.» 
I ragazzi si guardarono, piangevano tutti. Si inchinarono, poi un abbraccio di gruppo. Le luci si spensero, ed i quattro amici scesero dal palco. 
«Sentite, se avete bisogno di qualsiasi cosa, chiamatemi, sono disponibile ad aiutarvi» disse Luke, mentre le lacrime gli rigavano il viso.
«Se avete qualcosa che vi manca oppure avete perso tutti i vostri soldi, io vi aiuterò volentieri» annuì Ashton, ascougandosi gli occhi.
«Se avete paura di non poter confidarvi con nessuno, io sarò sempre pronto ad ascoltarvi» affermò Calum, soffiandosi il naso.
«Se avete voglia di suonare, sapete dove abito» aggiunse, infine, Michael, singhiozzando. 
«Promettiamo?» chiese il biondo. 
«Promettiamo» affermarono gli altri.
The End.


   
 
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