CAPITOLO NOVE – APPUNTAMENTO A CROCUS
Natsu era totalmente paralizzato dallo shock.
Non
riusciva a fare altro che boccheggiare a vuoto e tremare, ricambiando
lo sguardo vitreo delle due teste conficcate nei pali, il cui sangue
ormai rappreso chiazzava macabramente il terreno.
Accanto
a lui Gajeel se ne stava immobile e sconvolto dinanzi a quell'atroce
spettacolo, la sua stessa espressione stampata in faccia. Wendy si
era coperta gli occhi e si era allontanata di qualche passo,
perché
la vista di quelle due teste di Dragon Slayer minacciava di
rivoltarle lo stomaco, mentre poco più indietro Laxus
lasciava
andare un sospiro rassegnato.
Ora
sapevano che il bastardo che dava loro la caccia faceva sul serio. Il
suo odio scellerato per i Dragon Slayer aveva già mietuto le
prime
due vittime, le cui teste se ne stavano ora lì esposte come
orridi
trofei in attesa che i corvi giungessero a banchettare con loro. Il
resto dei loro corpi non si vedeva da nessuna parte, probabilmente
erano stati buttati in qualche fosso al pari di un cumulo di
spazzatura.
Natsu
strinse i pugni fino a piantarsi le unghie nella carne, mentre il
fuoco cominciava ad agitarsi nelle sue vene, invadendolo dalla testa
ai piedi. L'aria attorno a lui iniziò a surriscaldarsi.
Non
disse niente, ma in compenso buttò indietro la testa e
lanciò un
ruggito al cielo con tutto il fiato che aveva, liberando la voce
della propria sofferenza.
Perché era dovuto succedere questo? Chi diavolo odiava i Dragon Slayer fino a quel punto?
La
disperazione, l'odio, la rabbia, la frustrazione e il dolore si
stavano mescolando in maniera omogenea dentro il suo cuore,
mandandogli fitte che parevano volerlo spaccare in due.
Una
volta che la sua voce si esaurì e che i suoi polmoni non
ebbero più
fiato, crollò in ginocchio a testa bassa, artigliando
convulsamente
il terreno.
Lì
vicino Gajeel sospirò, depresso.
“Cazzo...
non credevo di potermi sconvolgere tanto per due tizi che nemmeno
conosco”
Natsu annuì stancamente. “Non li conoscevamo, però... erano pur sempre Dragon Slayer. Nostri fratelli”
Sollevarono
lo sguardo per incrociare un'altra volta gli occhi ormai opachi delle
due teste.
La
prima era appartenuta indubbiamente a una ragazza, i cui capelli
corti e scompigliati color del cioccolato ora erano impiastricciati
di sangue e polvere. I suoi occhi verdi riflettevano il residuo di
un'anima che doveva esser appartenuta a una grande guerriera, una
Dragon Slayer fiera e valorosa.
Sotto
alla testa, attaccato al palo che la sorreggeva, un cartellino di
legno malamente intagliato recitava un nome e un titolo.
Petra, Dragon Slayer della Terra.
L'altra testa invece era quella di un uomo di mezz'età, il volto dai lineamenti virili incorniciati da una folta chioma bionda, striata qua e là da ciocche argentate. Un filo di barba appena accennato, una vecchia cicatrice sulla guancia e due occhi della stessa tinta dell'oro più glorioso.
Aurum, recitava il cartellino. Dragon Slayer dell'Oro.
Natsu
li fissò a lungo, imprimendosi bene nella mente i volti e i
nomi di
quei due Dragon Slayer che non aveva mai avuto l'occasione di
conoscere, ma la cui sorte lo aveva toccato profondamente.
Subito
dopo spostò lo sguardo sui restanti pali, attualmente vuoti
e in
attesa di ospitare nuove teste: ce n'erano otto in tutto, e non era
difficile intuire che fossero stati preparati per accogliere gli otto
Dragon Slayer ancora in vita.
Natsu
si rialzò stringendo i denti.
“Gliela
faremo pagare” promise con tono carico di rancore.
“Quella
canaglia non la passerà liscia!”
Fece
per dirigersi verso l'entrata della sede del Consiglio, ma Laxus lo
richiamò.
“Natsu,
aspetta”
“Non cercare di fermarmi, Laxus!”
Il
Dio del Tuono lo prese per la spalla e lo voltò a forza.
“Guarda”
sibilò indicandogli una busta dotata di ali, magicamente
apparsa
accanto ai pali con le teste.
“Quello è... un messaggio magico?” domandò timidamente Wendy dopo essersi ripulita gli occhi dalle lacrime.
Gajeel
prese la lettera e la toccò nel suo punto centrale,
attivandone il
messaggio.
Un
attimo dopo, dalla carta magica fuoriuscì l'ologramma
azzurrino di
Gerard.
“Fairy Tail” pronunciò l'immagine tremolante, con tono serio e metallico.
“Gerard!” esclamò Natsu, perplesso. Dov'era andato a cacciarsi? Sarebbe dovuto essere lì a momenti, secondo il piano iniziale.
La
figura vibrò a intermittenza, come se la comunicazione fosse
disturbata.
“Ci
sono stati degli sviluppi inattesi”
sentenziò Gerard. “Hanno
portato Cobra a Crocus.
Incontriamoci là, davanti alla torre dell'orologio. Fate
presto”
E
con questo il messaggio si richiuse e rimase sospeso a mezz'aria.
I
quattro maghi si scambiarono uno sguardo inquieto.
Laxus
scosse la spalle.
“Beh,
se non altro è vivo.
Lucifer doveva essere davvero di buon umore, per lasciarlo andare via
con le sue gambe”
“Cobra è a Crocus” mormorò Natsu, pensoso. “Vuol dire che anche l'assassino di Petra e Aurum è lì”
Alzò di scatto la testa e cominciò a correre. “Andiamo!”
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Gerard rotolò a terra per diversi metri e batté la schiena contro una roccia congelata.
“Gwah!” gemette, ascoltando il dolore propagarsi per tutto il corpo e la propria colonna vertebrale scricchiolare per la durezza dell'impatto.
Si tirò in piedi con le gambe che gli tremavano per lo sforzo e sollevò lo sguardo sull'avversario.
Laxus
non aveva esagerato quando lo aveva avvertito che con quel tipo c'era
poco da scherzare.
Lucifer
aveva una forza spaventosa, addirittura esagerata per un corpo
così
affusolato e poco massiccio. Benché la sua muscolatura fosse
esile,
appena accennata oltre la stoffa degli abiti, nemmeno un centimetro
del suo corpo dava l'impressione che fosse fragile, al contrario,
sembrava più duro di una roccia.
Gerard
era riuscito a colpirlo un paio di volte usando la velocità
dell'incantesimo Meteor, ma i suoi attacchi,
benché andati a
segno, non avevano fatto vacillare minimamente il Drago degli Inferi,
senza contare che aveva trattenuto volontariamente i colpi. Non aveva
intenzione di combattere seriamente, non era quello il suo scopo.
Lucifer ora lo guardava come all'inizio dello scontro, sorridendo con evidente ironia come se trovasse l'intero duello molto divertente. La sua katana dalla lama lucente era striata dal sangue fresco dell'ex Mago Sacro.
“Tutto qui quello che sai fare, topolino?” lo sbeffeggiò Lucifer, deluso. “E dire che non ho nemmeno usato le mie fiamme”
“Non sono qui per combatterti, te l'ho già detto” ribatté Gerard, pulendosi un rivolo di sangue dalla tempia. “Voglio solo sapere chi sta dando la caccia ai Dragon Slayer”
“E perché ti interessa tanto? Tu non sei uno di noi”
“Perché” rispose a denti stretti. “Quella stessa persona che vuole le vostre teste ha lanciato un incantesimo su tutto il regno! Enormi cristalli di Lacrima controllano la coscienza degli abitanti e una schiera di guerrieri non-morti è risorta dalla tomba. Non è più solo una faccenda che riguarda unicamente i Dragon Slayer. Tutto il regno rischia di essere soggiogato!”
“Beh, che venga soggiogato. A me cosa dovrebbe importare?” domandò Lucifer con falsa ingenuità, lasciando Gerard a bocca aperta per lo sconcerto.
Quell'uomo
non aveva davvero nessun principio morale, nessuna religione, nessun
credo, nessun codice di condotta. Non gli importava la sorte altrui
né il destino del mondo in cui viveva. A dirla tutta,
probabilmente
non dava valore nemmeno alla sua stessa vita.
Gerard
strinse i pugni e si chiese come potesse esistere un uomo del genere.
Alla fine, provò ad appellarsi al suo ultimo asso nella
manica per
tentare di farlo ragionare.
“Tu... fai parte di Fairy Tail, vero?” domandò, valutando attentamente la reazione dell'altro. “Io non appartengo alla vostra gilda, però una cosa la so: Fairy Tail non è soltanto un gruppo di maghi che portano lo stesso marchio, è una famiglia. Li ho visti combattere fino allo stremo e mettersi contro l'intero regno pur di salvare un compagno. Li ho visti affrontare l'oscurità a testa alta e gettarsi verso il pericolo per proteggere coloro che amano. Perciò, Lucifer, se non collabori per aiutare almeno la tua famiglia, quel marchio che porti nell'occhio non ha nessun valore”
Le
ultime parole rimasero sospese nell'aria, presto portate via
dall'ululato del vento tra le rocce. Lucifer rimase in silenzio a
lungo, immobile, lo sguardo fisso nel suo e la spada che ancora
gocciolava sangue, i capelli color argento che si agitavano come
serpenti nella tempesta.
Dopo
un minuto che parve interminabile, il Drago degli Inferi
sbuffò e
gli diede le spalle, dirigendosi a passo tranquillo verso la cima
estrema della montagna, sotto a cui si apriva il vuoto.
Gerard
rilassò i muscoli, ma allo stesso tempo sospirò,
rassegnato.
Ormai
non sapeva più cosa dire per fargli capire la situazione. Se
anche
l'aveva capita, non sembrava importargliene.
Rimase
a guardare il Dragon Slayer raggiungere l'ultimo sperone di roccia e
restare in bilico sul precipizio, fissando le nuvole tempestose che
si raccoglievano in lontananza.
Lucifer
si voltò verso di lui un'ultima volta.
“Non
posso averne la certezza assoluta, però... secondo me l'uomo
che
cerchi è Silvermine, il Master di
Hellhound” pronunciò
prima di lasciarsi cadere nel vuoto.
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Sting
strinse i denti e ingoiò un lamento quando Rogue gli
legò le bende
sulla coscia.
La
garza pulita si imbrattò presto di sangue, ma la ferita era
meno
grave di quel che sembrava.
Si
erano salvati per puro miracolo, e questa volta avevano davvero
rischiato di restarci secchi. Quei maledetti Alfieri avrebbero
staccato loro la testa di netto se all'ultimo secondo Rogue non
avesse trascinato entrambi dentro le ombre, sottraendoli alle lame
dei wraith e portandoli lontano, fuori al raggio d'azione di quegli
esseri immondi.
Così
facendo avevano finito per allontanarsi parecchio sia dai nemici che
dalla loro destinazione a Era, dove avrebbero dovuto incontrarsi con
Gerard e i Dragon Slayer di Fairy Tail. Ormai era tardi per
raggiungerli, probabilmente si erano già spostati per
elaborare una
strategia.
Quando
Rogue finì di fasciarlo, il Drago Bianco si
massaggiò la gamba
ferita e lasciò andare un sospiro stanco.
“Quanto
ci siamo allontanati da Era?” chiese.
Entrando nell'ombra, Rogue non aveva fatto caso alla direzione in cui erano fuggiti, aveva semplicemente portato entrambi il più lontano possibile dai wraith.
Il
Drago d'Ombra fece spallucce.
“Non
lo so con esattezza. Credo che siamo vicini alla capitale”
Crocus
non distava che poche miglia da Era, ma nelle loro condizioni era una
distanza che non potevano permettersi di colmare a piedi. Erano
stanchi, feriti e braccati dagli Alfieri, dunque tutto quello che
potevano fare per il momento era restare nascosti in quel boschetto
isolato e riprendere le forze.
Sting
si appoggiò con la schiena a un albero e scrutò
il sentiero che
serpeggiava a un centinaio di metri da loro, al momento deserto e
silenzioso. Nessuno in vista, per il momento, il che era una cosa
positiva.
“Ce la siamo vista davvero brutta, eh?” esordì con un sorriso tirato.
Rogue annuì distrattamente. “Mi è venuto in mente all'ultimo secondo di entrare nelle ombre. Siamo riusciti a scappare per un pelo, però...” spostò lo sguardo sulla propria spalla destra, aperta da un vistoso squarcio che non era riuscito a bendare a dovere. Sanguinava ancora, e la pelle attorno alla ferita aveva cominciato ad annerirsi, causandogli bruttissime fitte di dolore.
“Non mi aspettavo che quelle spade potessero colpirmi mentre sono dentro nell'ombra”
Normalmente niente e nessuno poteva colpirlo in quello stadio, eppure stavolta la spada di un Alfiere era entrata senza difficoltà nella sua stessa ombra e lo aveva ferito di striscio sulla spalla. Solo Gajeel in modalità Drago d'Acciaio e Ombra era riuscito a ferirlo prima di quel momento.
Questo faceva degli Alfieri dei nemici ancora più temibili.
“Siamo stati stupidi ad attaccarli in campo aperto” sospirò Sting, depresso. “Se fossimo scappati subito, ora forse non saremmo in queste condizioni”
Rogue scosse le spalle. “Almeno siamo vivi e abbiamo capito con che tipo di nemico abbiamo a che fare”
Sting
fece per aggiungere qualcosa, ma all'improvviso un rombo di zoccoli
sul terreno li mise all'erta entrambi, facendoli tacere all'istante e
abbassare tra i cespugli.
Il
cuore balzò loro in gola quando videro apparire in fondo al
sentiero
gli Alfieri al gran completo, i quali, al pari di fedeli guardie del
corpo, scortavano un convoglio di tre carri trainati da grossi
cinghiali da tiro.
I
Draghi Gemelli si appiattirono il più possibile e rimasero
immobili
come statue, trattenendo addirittura il respiro quando gli Alfieri
furono più vicini. Anche a un centinaio di metri di distanza
videro
distintamente uno di loro fermarsi e voltare la testa mascherata
nella loro direzione, come se avesse percepito la loro presenza.
Cazzo, ci ha sentiti! Imprecò mentalmente Sting, il cuore che batteva all'impazzata.
Rogue
gli posò silenziosamente una mano sulla spalla e li fece
sprofondare
entrambi nell'ombra degli alberi, così che anche il loro
odore e il
riverbero della loro magia venissero attutiti ulteriormente.
Dall'oscurità
quieta dell'ombra rimasero ad osservare l'Alfiere col fiato sospeso,
finché questo non voltò di nuovo la testa e
riprese a marciare
accanto ad altri nove come lui.
Aspettarono
a lungo, finché wraith e carri non furono scomparsi oltre la
curva
del sentiero, e solo allora uscirono dall'ombra e ripresero a
respirare normalmente.
“Uff... c'è mancato poco” commentò Sting che ancora stava sudando freddo.
Rogue
guardò il sentiero nel punto in cui il convoglio era
scomparso,
quindi espresse il suo pensiero.
“Credo...
credo che stiano andando verso Crocus”
Sting aggrottò la fronte. “Come fai a dirlo?”
“L'ultimo carro aveva le finestre sbarrate come quelli che il Concilio della Magia usa per trasportare i prigionieri. Gerard ha detto che quegli Alfieri sono stati evocati dalla stessa persona che sta cercando di ucciderci, giusto?”
“Beh, sì... ma questo cosa c'entra?”
Rogue
si alzò in piedi.
“Significa
che quegli Alfieri stavano scortando il loro padrone... e
probabilmente anche il Drago del Veleno che era tenuto prigioniero
nelle celle di Era”
Sting
comprese tutto e scattò in piedi a sua volta.
“Quindi
se sono arrivati da Era... hai ragione! Nella direzione opposta
c'è
Crocus! Stanno portando Cobra a Crocus”
Si scambiarono uno sguardo ansioso e preoccupato, quindi presero la decisione all'unanimità: sarebbero andati nella capitale.
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Natsu
si allungò lentamente oltre la roccia che gli faceva da
nascondiglio
e spiò la strada principale, valutando i possibili rischi.
Non c'era
nessuno nei paraggi, e anche da quella distanza poteva vedere che
nessun soldato o guardia era di ronda alle porte della città.
Era
tardo pomeriggio, l'ora in cui i commerci e il viavai si placavano e
cominciavano a scemare, mentre un sole rosso e oro dipingeva i tetti
delle case con la luce del tramonto. Probabilmente quello era il
momento migliore per entrare in città senza dare nell'occhio.
Salamander
si ritirò nuovamente dietro il masso e guardò i
compagni.
Laxus
era appoggiato a una parete di roccia ad occhi chiusi e braccia
conserte, mentre Wendy e Gajeel sedevano per terra, quest'ultimo
lamentandosi di continuo.
“Dannazione, sono stufo di correre su e giù per tutto il regno” stava brontolando quando Natsu tornò da loro.
Laxus sospirò. “E che alternative avevamo? Preferivi restare ad Era in compagnia di due teste mozzate?”
“No, cazzo, però una pausa potevamo anche farla!” ribatté irritato il Drago d'Acciaio.
“Non dirmi che sei già stanco!” lo riprese Natsu. “Non abbiamo neanche cominciato a combattere!”
Acciaio
Nero sbuffò sonoramente.
“Senti
un po', cervello carbonizzato. Ricordi cos'è successo alla
Baia
degli Schiavi quando ci siamo buttati nella missione senza
conoscere il nemico? Per poco non siamo crepati nei
sotterranei
di quel maledetto castello! Adesso ci troviamo nella stessa
situazione di merda, e tanto per puntualizzare, abbiamo come
avversari un numero imprecisato di guerrieri non-morti che non si
possono uccidere, senza contare che i cittadini di tutto il regno
vogliono le nostre teste. Adesso aggiungici il fatto che abbiamo
appena attraversato un fottutissimo deserto senza aver ancora
riposato come si deve da quando siamo scappati da Magnolia e poi
dimmi se ho torto ad essere stanco”
“Gajeel-san ha ragione” interloquì Wendy. “E poi... non abbiamo neanche un piano!”
“Il piano è incontrare Gerard nella piazza della torre dell'orologio” ribatté Natsu, convinto. “Poi vedremo se ha scoperto qualcosa ed elaboreremo una strategia come si deve. Ma dobbiamo agire adesso, non possiamo riposare. Questo è il momento giusto per entrare in città e muoverci senza essere visti”
Salamander
spostò lo sguardo su Laxus, aspettando una sua opinione, e
come
risposta il Drago del Fulmine scrollò le spalle.
“Personalmente
sarei più propenso a riposare e recuperare le energie che
abbiamo
perduto durante il viaggio... tuttavia neanche quello che dici tu
è
sbagliato. Dobbiamo entrare adesso, perché probabilmente di
notte la
sorveglianza sarà più stretta. Se riusciamo a
procurarci dei
mantelli, possiamo ancora confonderci tra la folla senza farci
riconoscere, purché manteniamo i volti coperti”
Gajeel
sbuffò sonoramente ma si alzò in piedi,
togliendosi la polvere di
dosso.
“Come
vi pare. Se poi però finiamo nei casini, non dite che non vi
avevo
avvertiti”
“Che palle, sembri mia nonna!”
“Falla finita, Salamander!”
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Scivolarono silenziosi come ombre tra i vicoli più tortuosi e isolati di Crocus, muovendosi di angolo in angolo e fermandosi per evitare di incrociare anche solo una persona.
Infiltrarsi
nella città era stato più facile del previsto: la
guardia era poca,
le strade sgombre, con solo pochi passanti dallo sguardo violetto e
vuoto ad affollare le vie. Erano già stati a Crocus in
concomitanza
dei Grandi Giochi Magici, ma se allora la città era
conosciuta come
'la capitale fiorente' per via dei suoi bellissimi
giardini e
i viali pieni di rigogliosi alberi e aiuole, ora era del tutto
sfiorita e abbandonata a sé stessa. I negozi erano chiusi,
le porte
sprangate, le finestre buie e vuote, i fiori che adornavano la
città
ormai rinsecchiti per la poca cura. Era come se di colpo tutta la
gente avesse smesso di interessarsi alle proprie attività
quotidiane, dando invece la priorità assoluta alla caccia ai
Dragon
Slayer. Crocus appariva ora come una città grigia, sporca e
decadente, i cui abitanti non ne avevano più alcuna cura. La
disposizione delle strade, tuttavia, era rimasta la stessa anche dopo
che la città era andata quasi del tutto distrutta a causa
dell'attacco dei sette draghi giunti dal passato, motivo per cui i
maghi di Fairy Tail riuscirono a orientarsi facilmente.
Natsu
faceva strada al gruppetto che procedeva in fila indiana, con Laxus
subito dietro, Wendy penultima e Gajeel a chiudere la fila.
Il
Drago di Fuoco si fermò al successivo angolo e
fiutò attentamente
l'aria, scrutando la strada in ogni direzione.
“Via
libera” affermò quando fu sicuro che non ci fosse
nessuno nei
dintorni.
Attraversarono
velocemente la strada scoperta si tuffarono sotto un ponte che
collegava due edifici, nascondendosi nella sua rassicurante ombra.
Appena in tempo, tra l'altro, perché subito dopo un rumore
di passi
sul selciato li avvertì del passaggio di due cittadini nella
via
soprastante.
Si
appiattirono contro il muro alle loro spalle e attesero in silenzio
che la coppia passasse oltre, poi lanciò un'occhiata in
alto, sopra
il ponte.
“Quanto manca alla torre dell'orologio?” domandò.
“Se ricordo bene” rispose Wendy a voce bassa. “Dovrebbe trovarsi a ovest di qui”
Scrutarono attentamente ogni edificio della città che li circondava, finché Laxus non avvistò il loro obbiettivo, il cui tetto appuntito svettava al di sopra degli edifici più bassi.
“Eccola, è quella lì”
Natsu
la vide e calcolò che a separarli da essa dovevano esserci
ancora
tre o quattro strade. Era molto vicina.
“Forza,
manca poco” spronò il gruppo prima di lanciarsi di
corsa verso la
prossima zona d'ombra. Corsero accucciati come ladroni in cerca del
bottino, fermandosi ogni volta che udivano qualche cittadino venire
nella loro direzione, finché – dopo qualche minuto
– non
raggiunsero l'incrocio di strade che segnava l'ingresso di un'ampia
piazza. Lì al centro si ergeva alta e imponente la torre
dell'orologio che segnava le sette e un quarto.
“Bene, ci siamo!” esclamò sottovoce Salamander, accucciandosi dietro una pila di scatoloni nel vicolo più buio.
Laxus
aguzzò la vista e scrutò tutti gli angoli della
piazza.
“Gerard
non ci ha dato un orario per l'incontro, ma immagino che sia
già nei
paraggi. Non è il tipo che ritarda agli
appuntamenti”
Poco
più indietro, Gajeel osservava la torre dell'orologio con
ansia
crescente.
“Non
so, questa storia non mi convince. Sento puzza di guai”
Natsu cercò di ignorare quel senso di inquietudine che le parole di Gajeel gli avevano messo addosso, e si sforzò invece di pensare in positivo. Anche lui sentiva che c'era qualcosa di sbagliato in tutto questo, ma allo stesso tempo pregava che Gerard arrivasse presto, così avrebbero potuto andarsene in fretta. Le sue speranze non furono vane, perché l'ex Mago Sacro arrivò dieci minuti dopo, uscendo dall'ombra di un edificio dall'altra parte della piazza deserta per potersi avvicinare alla base della torre.
“Eccolo, è arrivato!” Natsu avvisò i compagni, i quali si sporsero oltre l'angolo ad osservare.
Anche da lì e con la vista ingannata dalla luce incerta del tramonto potevano riconoscere Gerard nel suo solito mantello blu notte, il cappuccio calato sul volto per nasconderne i lineamenti. I passi, le movenze, l'atteggiamento... non potevano sbagliare, quello era proprio lui.
“Bene, è ora di andare”
“Aspetta, Natsu” lo fermò Laxus prima che il Drago di Fuoco potesse uscire allo scoperto. “È meglio che vada ad incontrarlo uno solo di noi, nel caso sia una trappola”
“D'accordo, allora ci vado io” annuì il diretto interessato, ma Gajeel cominciò subito a discutere.
“No, tu resti qui, Salamander. Vado io, che ho un senso del pericolo parecchio più affinato del tuo”
“Cooosa? Stai insinuando che non saprei riconoscere una trappola?!”
“È proprio quello che ho detto, testa di fiammifero! Ci farai scoprire tutti!”
“Guarda che sono diventato più attento dopo la Baia degli Schiavi!”
“Tsk, come uno scorfano morto”
“Che hai detto?! E che diavolo sarebbe uno scorfano?!”
“Un pesce, idiota! Ho detto che sei attento come un pesce morto!”
“Ripet-”
“Ci vado io!”
Tacquero entrambi quando la voce della minore tra i Dragon Slayer s'intromise per placare il loro battibecco. Si voltarono entrambi a guardare Wendy, la quale aveva i pugni stretti lungo i fianchi e sosteneva fieramente il loro sguardo.
“Ci vado io” ripeté con assoluta sicurezza. “Così se anche fosse una trappola nessuno di voi verrebbe coinvolto. Io non sono forte come voi, non sarei capace di fare nulla da sola. Posso solo darvi supporto, perciò... vi prego, lasciate che vada io”
Natsu e Gajeel rimasero a bocca aperta, colpiti dalle sue parole e dalla sua determinazione.
Laxus
sbuffò e diede uno scappellotto ad entrambi.
“Tch.
Vergognatevi. Persino una bambina ha più cervello di
voi”
“W-Wendy...” mormorò Natsu, imbarazzato. “Non è vero che non sai fare niente da sola. Sei coraggiosa e tosta come un drago, e non sono solo io a pensarlo”
Laxus sorrise e anche Gajeel annuì.
Wendy
prese un respiro profondo.
“Allora
permettetemi di dimostrarlo facendo questa cosa”
I tre Dragon Slayer più vecchi si scambiarono un'occhiata interrogativa, ma alla fine accettarono.
“Vai, allora” la incoraggiò Laxus. “E sta' attenta. Se dovesse succedere qualcosa, noi saremo proprio dietro di te”
Wendy
annuì e diede loro le spalle, quindi uscì
dall'ombra del vicolo e,
dopo essersi assicurata che nella piazza non ci fosse nessun altro,
cominciò ad avanzare a passo cauto verso il mago
incappucciato alla
base della torre dell'orologio.
Natsu,
Gajeel e Laxus rimasero a guardarla col fiato sospeso e i muscoli
tesi, pronti a scattare in caso di bisogno.
Passo dopo passo, la Dragon Slayer del Cielo si avvicinò a Gerard, il quale la sentì arrivare e si voltò nella sua direzione. Anche nell'ombra del cappuccio Wendy riusciva a capire che era proprio lui. La piazza continuava ad essere tranquilla e deserta, nessun pericolo in vista.
“Wendy” la salutò Gerard quando lei ancora non era vicina. “Che ci fai qui da sola? Dove sono gli altri?”
“Sono nascosti” rispose lei senza specificare il dove.
La
Sacerdotessa del Cielo intuiva da sé che qualcosa non
andava, e
anche se si fidava di Gerard non voleva rischiare di dar voce ai
propri pensieri. Era convinta che nell'ombra degli edifici attorno
alla piazza ci fossero nemici in attesa di saltare loro addosso,
Alfieri del Tiranno o magari gente dallo spirito posseduto. Lo
credeva sul serio.
Tuttavia,
quando fu a meno di due metri dall'ex Mago Sacro, qualcosa nell'aria
vibrò pericolosamente, come quando c'è una fuga
di gas, e da un
momento all'altro capì che il pericolo non veniva da
ciò che li
circondava. Veniva da Gerard.
Le
fattezze dell'ex Mago Sacro infatti mutarono repentinamente fino ad
assumerne di nuove, nell'arco di pochi secondi.
Wendy
si sentì mancare il fiato e si irrigidì
all'istante, dopo aver
riconosciuto l'uomo che già una volta le aveva fatto del
male.
“Salve, piccola Dragon Slayer” la salutò il mago coperto da una pesante armatura di bronzo, il cui sguardo folle le fece capire all'istante di essere appena caduta in trappola.
Dal loro angolo buio, gli altri tre Dragon Slayer assistettero a tutta la scena e fissarono ad occhi sgranati l'uomo che incombeva sulla loro compagna.
“C-cosa diavolo... ?” balbettò Natsu, sconvolto.
Conoscevano
quella magia che provocava allucinazioni e che li aveva indotti a
confondere quell'uomo con Gerard. Conoscevano quel volto, quella
voce, quell'aria strafottente.
Natsu
e Gajeel si voltarono simultaneamente verso Laxus come a cercare una
sua spiegazione, ma il Dio del Tuono non badò loro, troppo
concentrato a stringere convulsamente i pugni e a guardare l'uomo in
mezzo alla piazza con tutta la rabbia possibile.
Ivan Dreher.
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Angolo dell'Autrice
Hehe!
Pensavate davvero fossi così bastarda da far morire i Draghi
Gemelli?
Suvvia,
ormai mi conoscete... sono cattiva, ma non così tanto! ;P
Dite
la verità, ormai l'avevate capito tutti che il nemico
è Silvermine
e che Sting e Rogue erano ancora vivi, vero? Siete dei geni! O forse
sono io che faccio schifo nella descrizione di un enigma... lascio
troppi indizi! u.u
Comunque
si prospettano ancora battaglie e casini di vario genere
all'orizzonte... manca poco meno di metà storia!
A presto! ;)