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Autore: StormLight94    05/10/2014    5 recensioni
Cosa succederebbe se la relazione tra Sheldon e Amy arrivasse finalmente a una relazione anche fisica? E se lei rimanesse incinta? Come la prenderebbe il giovane fisico?
Dal testo:
" -Sheldon, sei sicuro che noi due..sì insomma...ecco...- Sheldon si avvicinò fino ad arrivarle a un soffio dalle sue labbra. La sua voce era un sussurro.
-Diciamo che potrebbe essere un esperimento. Vediamo cosa succede se la nostra relazione si sposta di un livello.-
"
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Leonard Hofstadter, Penny, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap11

Devo smetterla di dire la data in cui pubblicherò che poi immancabilmente non rispetto mai. Ci ho provato eh, ma come si sa deve sempre accadere tutto insieme. Ho dovuto lasciare da parte la scrittura per un po' e questo mi è dispiaciuto davvero tanto sopratutto perché ormai siamo alla fine. Alla fine ho trovato un po' di tempo e un po' di motivazione per andare avanti. Sopratutto dopo la 8x03 che mi ha fatto ricordare il motivo per cui adoro questa coppia. Cioè, erano troppo carucci dai ♥
Volevo fare un unico capitolo, ma veniva decisamente troppo lungo per cui l'ho diviso in due parti (sì mi sopporterete ancora per vostra sfortuna) un po' come hanno fatto con l'ultimo film di Harry Potter cosa c'entra solo io lo so, vabbè.

Dato che è passato un sacco di tempo dall'ultimo aggiornamento vi lascio e spero di ricevere qualche recensione in merito perché davvero non c'è niente di più gratificante e motivante di leggere dei commenti da chi segue la tua storia (positivi o negativi che siano). 

Grazie a tutti ♥

Capitolo 11: L'incognita del trasferimento

Dopo un anno e mezzo la vita di Sheldon aveva trovato il giusto equilibrio.

Nonostante le difficoltà iniziali per abituarsi a quell'improvviso stravolgimento della vita e alla crisi lavorativa subita immediatamente dopo, il fisico teorico aveva capito che finalmente le cose stavano andando nel verso giusto.

Sua madre gli faceva visita regolarmente perché, come diceva sempre, "i nipoti non sono nipoti se non hanno la nonna vicino". Cosa volessero dire quelle parole se lo chiedeva ogni volta che apriva la porta e si trovava sua madre davanti, ma aveva avuto l'accortezza di non dire nulla di sconveniente o poco appropriato.

Persino suo fratello aveva deciso di andare a trovarlo nonostante fossero passati anni dall'ultima volta che si erano visti e sua sorella lo aveva abbracciato così forte da  lasciarlo perplesso per cinque minuti buoni. L'aveva poi sentita farneticare sul fatto che finalmente era diventata zia di una bambina che era figlia di quel fratello gemello che aveva sempre trovato così strano e che non era mai riuscita a capire del tutto nonostante gli volesse davvero bene. Inoltre voleva che suo figlio passasse più tempo con la cugina, anche perché avevano quasi la stessa età e Sheldon sperò davvero che cambiasse idea al più presto. Tutto questo attaccamento da parte della sua famiglia non riusciva proprio a capirlo. Sembrava fosse stato l'avvento del secolo, una cosa che mai ricapiterà nella storia dell'umanità. Dalla parte di Amy non erano così appiccicosi e invadenti e almeno per quello poté tirare un sospiro di sollievo.

Varcò la soglia della sua fidata fumetteria e Stuart alzò leggermente lo sguardo per verificare se fossero dei nuovi clienti o i soliti nerd che ormai da anni frequentavano il suo negozio. Dopo aver appurato che era appena entrato uno dei suoi clienti più fedeli di solito riabbassava lo sguardo per continuare l'attività interrotta, ma questa volta semplicemente appoggiò la penna e lo fissò curioso.

<< Oh, ciao Sheldon. >> disse guardando prima lui e poi una bambina che non doveva avere più di due anni stargli accanto e tenendolo per mano.

<< Ciao. >> tagliò corto guardandosi attorno e facendo una smorfia di disapprovazione quando vide che la sezione Marvel era dalla parte opposta rispetto a dove si era sempre trovata, ovvero vicino alla DC Universe.

<< Lei è...è tua nipote? >> chiese dopo essersi ricordato che una volta aveva sentito i suoi tre amici parlare di sua sorella -piuttosto attraente a giudicare  dai loro commenti- che doveva partorire dopo pochi giorni. Non credeva fosse passato così tanto tempo.

Entrarono anche Leonard e Raj che discutevano sull'ultimo numero di Thor mentre Howard parlava al telefono probabilmente con Bernadette.

Sheldon si fermò e corrugò la fronte fissando Stuart come se avesse fatto la domanda più stupida del mondo.

<< Non è mia nipote...è mia figlia. >>

Stuart sgranò gli occhi e si girò di scatto verso Leonard che intanto stava guardando gli oggetti esposti sul bancone. << Sua figlia?! E da quando? >> si rigirò nuovamente e solo ora si accorse della notevole somiglianza tra i due.

<< Da quasi due anni. >> rispose distrattamente il fisico sperimentale.

<< E dopo tutto questo tempo non avete pensato neanche una volta di accennarmelo? >> continuò Stuart ancora sconvolto.

Sheldon scrollò le spalle e rispose con noncuranza. << Non pensavo di dover informare anche te. >>

<< Eravamo convinti che lo sapessi anche tu. Tutti lo sanno. >> intervenne Raj.

Leonard prese un pacchetto di carte di Magic e lo fece girare tra le mani un paio di volte. << Forse ci siamo dimenticati di dirtelo. >> disse mentre leggeva la descrizione sul retro.

Stuart sbatté gli occhi un paio di volte. << Beh, grazie. Sono contento di avere degli amici come voi. >> mormorò a bassa voce e con tono sconsolato.

Raj lo guardò e corrugò le sopracciglia con aria confusa. << Ma scusa al matrimonio non hai visto Amy col pancione? >>

<< Io al matrimonio non c'ero. >> obiettò e Raj annuì ricordandosi che l'amico mancava.

<< Giusto, mi ero scordato che dovevi andare a un altro matrimonio. Quello di tua cugina se non sbaglio. >>

<< Sì...sì proprio quello. >> rispose frettolosamente. In realtà non c'era nessun matrimonio di una cugina. Aveva rifiutato l'invito e si era inventato quella scusa perché era tremendamente invidioso del fatto che Sheldon si sarebbe sposato con Amy. A lui Amy piaceva ancora. E tanto anche nonostante sapesse di non avere alcuna possibilità con lei. Sapeva solo di aver perso la sua occasione quella volta al cinema e  ancora adesso si stava pentendo e probabilmente l'avrebbe fatto per chissà quanto ancora, anche se erano passati molti anni. Non aveva nemmeno idea del perché di punto in bianco avevano deciso di sposarsi e a lui non interessava minimamente e non voleva nemmeno saperlo. Certo non aveva mai pensato che il motivo fosse una gravidanza.

<< Perché hai deciso di portarla qui? >> chiese infine mentre cercava di abituarsi a uno Sheldon genitore.

Sheldon aveva un'aria un po' seccata. << Perché Amy sono giorni che si lamenta che non ha un momento libero e stasera voleva stare da sola con Penny e Bernadette a fare le solite cose frivole e noiose da donne. In più mi ha minacciato che se non me la fossi portata dietro non sarei venuto qui in fumetteria. >> prese in braccio Grace e si avvicinò a passo svelto al bancone e l'appoggiò sopra, sotto gli occhi perplessi di Stuart.

<< Ma cos- >>

<< Tienila d'occhio un attimo. >> e senza nemmeno aspettare una risposta dall'amico si fiondò alla ricerca di nuovi numeri.

<< Ehi, aspetta! Non puoi lasciarmela qui! >> gridò il proprietario della fumetteria, ma Sheldon lo stava bellamente ignorando mentre sfogliava uno dei nuovi numeri con aria assorta.

Due occhi azzurri intensi e vivaci lo stavano fissando attentamente e Stuart si sentì un po' a disagio ad avere quello sguardo puntato addosso. Era come se lo stesse studiando e stesse cercando di capire chi fosse esattamente. Non era abituato con i bambini e di certo non aveva la più pallida idea di cosa fare, ma finché se ne stava seduta lì...

<< No, ferma! Dove vai?! >> con un gesto veloce la afferrò prima che si sporgesse oltre il bordo per vedere cosa ci fosse di sotto. La rimise nel punto di prima, ma ovviamente non aveva nessuna intenzione di restarci.

<< Sheldon...>> provò a chiamarlo e bastarono meno di due secondi di distrazione per lasciar libera Grace di appropriarsi di un oggetto appuntito trovato per caso.

<< Questo no! E nemmeno questo! No, non puoi metterli in bocca! >> allontanò tutti gli oggetti potenzialmente pericolosi - che nel suo caso erano un bel po' - e sperò che così non facesse alcun danno. Ma si sbagliava perché a quanto aveva capito la bambina non voleva rimanere assolutamente lì sopra. Però non poteva certo lasciarla scorrazzare per tutto il negozio e corrergli dietro dato che comunque c'erano dei clienti da seguire.

<< Sheldon...>> riprovò ancora con una punta di disperazione nella voce e quest'ultimo alzò semplicemente la testa dal fumetto senza tuttavia girarsi.

<< Un attimo Stuart, ho quasi finito. E poi ti lamenti che non viene mai nessuno nel tuo negozio...Guarda come tratti i tuoi clienti! >>

Stuart sospirò rassegnato. Provò a darle in mano un fumetto sperando che le immagini la incuriosissero, ma tutto quello che ottenne fu un povero albo smembrato da due manine e le cui pagine cadevano lentamente sul pavimento.

Finalmente prese anche l'ultimo fumetto da acquistare e arrivò al bancone dove appoggiò tutto ciò che doveva comprare. In quel caso un considerevole numero di arretrati e alcune nuove uscite.

<< Mamma! >> esclamò quando Grace si trovò vicino Sheldon.

<< Sì, dopo andiamo dalla mamma. >> rispose distratto mentre guardava un'action figure di Ezio Auditore mentre era in procinto di compiere il famoso salto della fede.

<< Mamma! >> esclamò di nuovo indicandolo.

Il fisico sbuffò. << Ho detto dopo. E comunque non sono la mamma...>> la prese con un braccio mentre con l'altra prendeva le borsine piene. Si avviarono verso l'uscita, ma dovette fermarsi per cercare il cellulare che suonava nella tasca della giacca e che, con una bambina e due borse stracolme di roba oltre alla tracolla,  più che un semplice gesto sembrava quasi un'odissea. Quando rispose riconobbe la voce di Amy dall'altra parte che gli chiese se si trovava ancora lì.

<< Certo che sono ancora qui. Dove vuoi che sia? >> guardò i tre amici alla cassa pronti per pagare poi spostò lo sguardo annoiato verso l'uscita. << Va bene...sì, ho capito...no, non mi interessa che cosa fate, non c'è bisogno che mi spieghi per filo e per segno tutto quello che...okay...>> sospirò. << Certo che so metterla a dormire non sono mica stupido...riesco benissimo a cavarmela da solo per una sera puoi restare via quanto vuoi...d'accordo, ciao. >> osservò lo schermo diventare nero e si chiese se a volte Amy si dimenticasse che lui è pur sempre un genio con un quoziente intellettivo di centottantasette. Insomma, quanto poteva essere difficile restare da solo per una sera ad accudire una bambina di neanche due anni mentre Amy era via con le amiche? Gli aveva dato un sacco di raccomandazioni come se fosse stato un ragazzino di tredici anni che doveva badare alla sorellina.

<< A quanto pare stasera siamo soli. >> disse guardandola mentre rimetteva a posto il cellulare. Lei non gli tolse gli occhi di dosso e Sheldon aggrottò la fronte perplesso.

<< Beh, cosa c'è? >>

Grace alzò un braccio e con il dito lo indicò.

<< Papà! >> gridò con un sorriso.

Questa volta schiuse la bocca per lo stupore e quasi le borse che aveva in mano caddero, ma riuscì a salvarle all'ultimo secondo. La osservò mentre lei ripeteva ancora quella parola nuova. Leonard la sentì e si avvicinò sfoggiando un bel sorriso.

<< Sbaglio o è la prima volta che ti chiama papà? >>

Sheldon si ricompose e gli diede un'occhiata di sufficienza. << Forse. E allora? >>

<< Awww, Sheldon si è emozionato! >> disse Raj comparendo alle loro spalle e con un'espressione tenera in volto.

<< Non mi sono emozionato. >> sbottò Sheldon corrugando la fronte e girando la testa dall'altra parte. Figuriamoci se si emozionava per una cosa simile. Lo avrebbe chiamato papà per chissà quanti anni ancora, cosa cambiava se fosse stata la prima, la decima o la centomillesima volta? Però, doveva ammetterlo, era un po' stufo di sentire sempre e solo "mamma", come se esistesse solo lei. Ora invece era come se si fosse accorta che c'era anche lui nella sua vita non solo Amy. 

Finalmente uscirono e Howard osservò la moltitudine di numeri che aveva acquistato con aria piuttosto confusa.

<< Perché hai preso tutti quegli arretrati? Non ce li avevi già quei numeri di Flash? Sembra che ti sia andata a fuoco l'intera collezione! >> rise, ma appena ricevette un'occhiataccia truce dal fisico si ammutolì di colpo.

<< No, non mi è andata a fuoco la collezione, ma non sei andato nemmeno tanto lontano. È accaduto un evento simile e altrettanto grave che mi ha costretto a ricomprare un considerevole numero di vecchie copie. >>

<< E cos'è successo? >> domandò Leonard perplesso.

Sheldon lo guardò con aria afflitta. << È troppo dura da raccontare...>>

 

Sheldon tornò a casa dall'università al solito orario. Era di buon umore quel giorno, complice l'aver umiliato Kripke davanti a tutti dimostrando che quello che lui sfoggiava come nuova teoria sui buchi neri era in realtà frutto di un errore madornale. In più alla mensa avevano offerto il budino al cioccolato, il suo preferito. Cosa poteva esserci di meglio nella vita? Ah già la conferma letta quella mattina sull'uscita del quinto film di Indiana Jones con il sommo Harrison Ford.

Appoggiò le chiavi e cercò tracce di vita, ma non sentì alcun rumore per cui dedusse che doveva essere solo in casa. Meglio così, un mezzo pomeriggio libero di giocare alla playstation era il modo perfetto per concludere quella giornata perfetta. Era già in procinto di inserire il disco di The Last Of Us quando avvertì dei rumori provenire dalla camera da letto. All'inizio pensò di esserseli immaginati, ma poi li sentì nuovamente. Era come se qualcuno stesse sfogliando delle riviste e stesse strappando qualcosa.

Si avvicinò lentamente e con circospezione. Allora non era solo come pensava. Possibile che non si era accorto di Amy?

La porta del bagno si aprì di colpo e se la ritrovò davanti improvvisamente.

<< Oh, ciao Sheldon. >> disse andandoci quasi addosso.

Il fisico sussultò per lo spavento per quella improvvisa apparizione. << Ma che...Tu che ci fai qui? >>

Amy alzò un sopracciglio. << Beh, mi pare che io ci viva qui. >>

<< Pensavo non ci fosse nessuno. >> mormorò. Probabilmente era così contento per come era andata la giornata che non aveva fatto caso ai rumori ovattati che venivano dal bagno. << Stavo andando a vedere in camera la causa di questi rumori. >> aggiunse.

<< Quali rumori? >>

<< Shh. >> ordinò tenendo un dito alzato.

Strap.

<< Questo. >>

La superò e si affacciò alla porta della camera e vide sua figlia seduta sul pavimento con qualcosa in mano che si divertiva a strappare.

<< Cosa stai facendo? >> chiese e quando capì cosa aveva in mano impallidì di colpo e un'espressione di puro orrore si dipinse sul suo volto.

Quello che pensava fosse una rivista che si assomigliava a un numero dei Fantastici 4 in cui incontrano il Dottor Destino per la prima volta  era davvero il numero dei Fantastici 4 in cui incontrano il Dottor Destino per la prima volta. E insieme a quello c'erano uno svariato numero di altri fumetti tra cui Batman, gli X-man e la versione deluxe della Lega della Giustizia comprata al Comic-Con di quell'anno e soffiata a un altro nerd che sosteneva di averlo visto per primo.

Aprì e richiuse la bocca più e più volte e un tic nervoso prese a tormentargli l'occhio destro. Erano anni che non gli capitava.

Amy lo raggiunse e capendo cosa era appena successo si morse il labbro e si appoggiò allo stipite.

<< Accidenti, pensavo che dormiva. >>

<< Per una volta...>> mormorò sconvolto. << Per una sola volta in tutta la mia vita che non metto a posto i fumetti comprati. >>

<< Può capitare...Non è la fine del mondo, puoi sempre ricomprarli. >> cercò di consolarlo.

Sheldon la guardò con l'espressione di uno sull'orlo di una crisi isterica. << Non è la fine del mondo?! Come puoi dire una cosa del genere? Ti rendi conto della gravità della situazione? >>

Amy provò ad essere dispiaciuta per la "disgrazia" appena accaduta, ma non ci riuscì per cui optò di  fingere al meglio un'espressione addolorata.

<< Caspita e ora come farai? >> disse con una punta di sarcasmo e Sheldon era troppo sconvolto per darci peso.

<< Voglio restare solo...>> mormorò. Poi si rivolse agli albi stesi sul pavimento con uno dei toni più affranto possibili. << Non...non sono riuscito a salvarvi. >>

 Amy alzò gli occhi al cielo e sospirò.

<< Sempre il solito esagerato. >> disse tra i denti prendendo in braccio Grace e uscendo prima che esplodesse.

I suoi tre amici si scambiarono occhiate di sostegno. Era davvero difficile far fronte a una tragedia di questo tipo.

Howard annuì con comprensione. << Beh allora si capisce tutto amico. Condoglianze. >>

Anche Leonard e Raj annuirono.

Camminarono per un po' quando il viso di Leonard si illuminò improvvisamente.

<< Tra qualche giorno ci sarà l'anteprima del film di Penny e ho i biglietti per far entrare anche voi. >>

<< Davvero? Ma non è un'esclusiva riservata solo a critici, attori e registi in genere? >>

<< Ci saranno anche giornalisti e altre persone, ma visto che avanzavano dei posti abbiamo pensato che sarebbe stato bello se assistevate anche voi. >>

Howard e Raj era entusiasti mentre Sheldon aveva sempre la solita espressione seria.

<< Non riesco a capire il motivo di tutto questo entusiasmo. Si tratta di un film di Penny, mica di Julia Roberts. Se è brava come lo era a prendere le ordinazioni allora è meglio se lo fa vedere a meno persone possibile. >>

<< D'accordo allora non vieni. Darò il tuo biglietto a qualcun'altro. >> sbottò l'amico.

<< Oh no, neanche per sogno. Ormai me lo hai detto e il mio biglietto non lo do' a nessuno. >>

Leonard si chiese cosa lo trattenesse dal prenderlo a schiaffi. Poi guardò la bambina  scosse la testa. << Mi dispiace che tu abbia un papà così rompiballe. >>

Grace cercò subito di ripetere quella parola anche se usciva un suono incomprensibile a causa della lunghezza e della complessità della parola.

Sheldon gli lanciò un'occhiata torva. << Complimenti insegnale le parolacce. Falla diventare una teppista. >>

<< Tecnicamente non è una parolaccia e poi aspetta quando andrà all'asilo. Imparerà più parolacce di quante ne sai tu adesso. >>

 

 

***

 

Sheldon si sistemò la cravatta svogliatamente. Era la terza volta che rifaceva quello stupido nodo e ancora gli usciva storto. Sbuffò esasperato mentre lo disfaceva per l'ennesima volta. Ecco perché detestava le cravatte. Era pronto per riprovarci una quarta volta quando sentì una mano esile passargli sulla spalla.

<< Aspetta, ti aiuto io. >> Amy lo fece voltare e gli tirò su prima il colletto facendo scorrere il pezzo di stoffa fino ad ottenere la giusta distanza tra le due estremità.

<< Dobbiamo proprio andarci? >> domandò con lo stesso entusiasmo di uno che doveva essere portato al patibolo.

<< Sì che dobbiamo. È il primo film di Penny come protagonista e la critica è stata molto positiva sia sul film in generale che sulla sua interpretazione. Inoltre ci tiene che tutti i suoi amici siano lì per vederla. >> disse mentre incrociava le due parti e facendo poi scivolare la parte più larga sotto a quella più stretta.

<< Ma non mi interessa vedere un film romantico drammatico. Lo sai che mi annoiano. >>

<< A malapena sai di cosa parla, come fai a dire che ti annoia? >> riportò la parte più larga sopra quella stretta.  << Invece credo che ti piacerà. >>

Sheldon alzò gli occhi al cielo. << Oh certo, sicuro. Una donna che ha passato una vita difficile e che quando pensa di aver trovato l'amore della sua vita questo muore tragicamente. Sai che spasso. >> borbottò guardando le mani di Amy che si muovevano agili mentre faceva passare la parte stretta verso l'alto, dietro la cravatta e facendola poi scivolare nell'anello frontale. << Come fa a essere considerato bello un film senza effetti speciali o superpoteri o con un minimo di avventura? >>

<< Un film deve anche saper emozionare e far riflettere lo spettatore non solo far vedere tizi che distruggono tutto e vengono sconfitti dal classico supereroe di turno. >> tirò delicatamente per stringere l'anello e aggiustò il nodo finché non fu sopra l'ultimo bottone della camicia. << Ecco fatto. >> disse allontanandosi di un paio di passi per vedere se era dritta.

Il fisico si guardò allo specchio piuttosto soddisfatto del risultato. Di certo a lui così bene non sarebbe venuta.

<< Però non capisco perché mi devo conciare così. Non bastava una semplice maglietta? >> obiettò sentendo già la cravatta stringere e la camicia dare fastidio. Amy prese la giacca dalla sedia e lui se la infilò senza prima fare una smorfia di disappunto.

<< È un'anteprima, Sheldon. È un'occasione importante e solo un numero ristretto di persone possono assistere. Ci sarà un sacco di gente importante. >>

<< Fortunati quelli che non possono andarci allora. >>

Amy sospirò esasperata. << Penny ha chiesto al regista se potevano assistere anche i suoi amici più cari e lui ha detto di sì. Dovresti almeno ringraziarla, sai? >>

Lui alzò un sopracciglio perplesso. << Ringraziarla? E per cosa? Siamo noi a farle un piacere mica il contrario. >>

<< Lascia stare. >> tagliò corto sapendo che non ci sarebbe stato verso di fargli cambiare idea. Passò velocemente la mano sulla spalla e sulla schiena per togliere alcune tracce di polvere dalla giacca. << Alla fine ci è riuscita a realizzare il suo sogno. >> sorrise e prese dal portagioie il ciondolo che le aveva regalato Sheldon tempo prima.

Il fisico la guardò attraverso il riflesso dello specchio con un'espressione indecifrabile in volto. << Ha solo avuto fortuna. >> disse dopo una piccola pausa mentre Amy era ancora intenta ad allacciare il gancetto.

<< Ma tu non credi nella fortuna. >> replicò guardando concentrata lo specchio.

<< No infatti però è l'unica cosa abbastanza convincente che mi sia venuta in mente. Andiamo, non crederai mica che sia tutto merito suo vero? >>

<< Non dirmi che sei invidioso. >> finalmente riuscì ad agganciare il ciondolo e si specchiò a lungo per vedere se stava bene con il vestito rosso che indossava. Era un vestito semplice che scendeva stretto e si allacciava dietro al collo, scoprendo le spalle. Doveva solo cercare il coprispalle, ora.

<< Invidioso? Solo perché non sono ancora riuscito a vincere il premio Nobel non significa che provi invidia verso i risultati ottenuti da Penny. Insomma, era pur sempre una sciocca cameriera. Ora non svolge più quella mansione, ma sciocca rimane comunque. >>

Amy lo ignorò. Non capiva perché dovesse sempre denigrare tutto quello che lei faceva. Però alla fine poteva dire quello che voleva, ma era sinceramente felice per la sua amica. Probabilmente non sarebbe mai riuscita a strappargli di bocca quella piccola confessione, eppure lo notava dal suo sguardo che apprezzava ciò che Penny era riuscita a fare. Ormai lo conosceva troppo bene e quello che sfuggiva agli altri lei riusciva a notarlo e quasi sempre ci azzeccava.

<< Sto bene così? >> domandò rivolta a lui e Sheldon rimase ammutolito. Esattamente come tutte le volte che la vedeva con un vestito addosso. Amy si avvicinò e gli diede un bacio leggero sulle labbra.

<< Lo prendo come un sì. >>

Si mise il coprispalle e finì il tutto con un bracciale. Rispose al telefono e quando il fisico capì che si trattava della madre di Amy sbuffò. Se quella donna non telefonava quindici volte al giorno quando doveva tenere Grace non era contenta.

<< Sei pronta? >> le chiese infine dopo aver cercato di nascondere la PSP nella tasca della giacca ed essere stato scoperto da Amy che lo intimò di metterla giù o sarebbe volata fuori dalla finestra.

<< Ancora un attimo. >> disse mentre si avviava fuori dalla stanza e Sheldon pensò che poteva prendere il cubo di Rubik, ma scartò subito l'idea quando si rese conto di metterci 20 secondi a risolverlo. In più al buio sarebbe stato alquanto arduo distinguere i colori.

Ritornò pochi secondi dopo con in mano un foglio piegato in tre parti. 

<< Che cos'è? >> domandò curioso quando lei glielo porse.

<< Leggilo. >>

Il fisico lo prese e iniziò a leggere corrugando la fronte arrivando a metà.  << Non capisco. >> alzò lo sguardo su di lei per farsi dare delle spiegazioni.

<< Sono stata invitata a partecipare a una conferenza sulle dipendenze a livello internazionale che si svolgerà in Svizzera, più precisamente a Ginevra...>> lasciò la frase in sospeso pensando che Sheldon collegasse le cose, ma il suo sguardo confuso dimostrò che ancora non capiva.

<< D'accordo, ma io che c'entro? >>

<< Visto che andrò in Svizzera ho chiesto se il CERN fosse interessato ad avere in visita un genio della fisica che sta lavorando alla Teoria delle Stringhe...>>

Sheldon sgranò gli occhi e aprì leggermente la bocca in un'espressione stupita. Trattenne il fiato.

<< Ovviamente hanno detto di sì. >> disse con un sorriso.

<< V-vuoi dire che posso andare al CERN? Cioè, io entrerò al CERN e vedrò l'acceleratore di particelle dal vivo? >> era sbalordito, non riusciva a crederci.

Amy annuì. << Partiamo fra due settimane. >>

<< Ma come hai fatto? >>

<< Beh, basta essere un po' insistenti con l'Università. E inoltre il CERN è sempre interessato verso chi ha talento per la fisica, perciò non è stato difficile. >>

Non sarà stato difficile, ma sicuramente una cosa lunga e impegnativa. Il CERN non accetta mica chiunque e sono pochi quelli che hanno la fortuna di andarci.

<< Perché non mi hai detto nulla? >> chiese sbattendo gli occhi un paio di volte sperando che quello non fosse un sogno.

Amy poteva vedere i suoi occhi colmi di gratitudine e ammirazione. Anche se non le avrebbe detto nulla, solo per il modo in cui la guardava in quel momento non sarebbero bastate tutte le parole di questo mondo. Quello sguardo era sufficiente per ricordarle il motivo per cui lo amava.

<< Sento l'irrefrenabile impulso di abbracciarti. >> disse il fisico dopo essersi ripreso dallo shock post notizia sensazionale.

Lei sorrise, un po' meno di prima però. << Non fa niente, dico davvero...>>

Con sua grande sorpresa invece sentì le sue braccia avvolgerla e stringerla a sé in un abbraccio un po' goffo. Inspirò il suo profumo e lasciò che quelle braccia la stringessero ancora.

<< Grazie. >> mormorò.

Amy sentì il cuore accelerare improvvisamente e non riuscì a non sorridere mentre aveva ancora la testa appoggiata al suo petto.

Cosa c'era di meglio che renderlo felice?  

***

 

Sheldon aveva in mano il joystick della XBOX 360 e cercava nel menù opzioni la configurazione ideale per i comandi. Ogni volta che comprava uno sparatutto doveva modificare le impostazioni perché altrimenti non si trovava. "Non puoi lasciare i comandi di base?" gli chiedevano ogni volta esasperati i suoi amici. Ovviamente no perché, andiamo, come si fa ad utilizzare la mira in modo ottimale con i comandi al contrario?

E così anche Halo 4 non era stato risparmiato dalla sua precise e meticolose modifiche le quali finirono per coinvolgere anche la risoluzione dello schermo e la qualità audio.

Leonard era seduto accanto all'amico con aria annoiata mentre scorreva la sua pagina facebook intanto che aspettava di giocare. Ormai era un quarto d'ora buono che era dietro a smanettare con le opzioni e forse, se gli andava bene, avrebbero iniziato la nuova partita nel giro di poco.

<< Non capisco perché i produttori si ostinino a mettere le opzioni in questo modo ridicolo e assolutamente fastidioso.  >> disse corrugando la fronte e premendo il tasto A per la millesima volta.

<< Solo tu trovi fastidioso come vengono messe le impostazioni. Al resto dell'umanità va bene così. >> rispose Leonard sempre tenendo lo sguardo sul cellulare.

<< Perché il resto dell'umanità è stupida e non ha ancora capito il modo corretto di giocare. >>

Leonard sospirò. << D'accordo, hai ragione tu. >>

Qual'era il modo migliore per zittire un fisico logorroico con manie di grandezza? Semplice. Dargli sempre ragione.

Dopo cinque minuti finalmente Sheldon decise di avviare la campagna in multiplayer senza prima riassumere tutta la storia dei ben sette Halo usciti prima durante il lungo caricamento.

<< La grafica è eccezionale non trovi? >> disse dopo il filmato introduttivo mentre muoveva il personaggio per testare i comandi.

<< Già. >> rispose frettolosamente Leonard.

<< Ci sono un sacco di armi nuove.  C'è il Fucile a Dispersione, il Fucile a Impulsi e la Railgun. In più le abilità armatura comprendono lo Scudo Respingente, il Visore Prometeico e il Jetpack. >>

<< Lo so. >>

Sheldon gli lanciò un'occhiata veloce. Avvertiva qualcosa, ma non ne era ben sicuro. Gli sembrava distratto.

<< Va bene se resto davanti io? >> chiese mentre partiva un'altro filmato.

<< Okay. >> rispose secco.

Giocarono per un po' in completo silenzio e, quando la testa di Leonard esplose per la decima volta di fila, Sheldon si decise a mettere in pausa. Si girò verso di lui.

<< Capisco che tu possa essere distratto per un qualche motivo di cui a me non frega nulla, però potresti cortesemente smettere di pensare e iniziare a concentrarti sul gioco? Halo 4 ha bisogno della massima concentrazione e io sono stufo di aspettare che ti rigeneri ogni venti secondi. >> lo guardò per qualche secondo poi si rigirò, ma prima che potesse premere il tasto start venne bloccato da Leonard.

<< Sheldon ti devo dire una cosa. >> si mangiucchiava l'unghia del pollice e lo osservava con un certo nervosismo.

Il fisico gli regalò un'occhiata di sufficienza.

<< D'accordo. Cosa c'è di così tanto importante che devi dirmi da non poter essere rimandato a dopo la sempre più rara partita del venerdì sera? >>

Leonard prese un respiro profondo. << Io e Penny ci trasferiamo. >>

L'espressione di Sheldon rimase immutabile. << Tutto qui? Solo perché ti sposti di un paio di chilometri ti sei fatto tormentare dall'ansia? Dovresti fare una cura sai? L'ansia a lungo andare può causare l'ulcera. Ti consiglio lo Xanax, è un ottimo farmaco per chi è ansioso. >>

Leonard scosse la testa. << Non restiamo a Pasadena...>>

Sheldon lo interruppe. << Andate in quel paese appena fuori città? Effettivamente non è male. È meno affollato di Pasadena e ha un livello di inquinamento decisamente più basso. >>

<< No, dannazione! >> sbottò per essere stato interrotto. Già era difficile dirglielo, non c'era bisogno che complicasse ulteriormente le cose. << Non andiamo lì. >> si sistemò meglio e unì le palmi delle mani e appoggiò il mento sulla punta delle dita.

<< Allora non capisco...Dove andate? >> domandò a bassa voce e con tono sorpreso.

<< Non restiamo in California, Sheldon, e nemmeno negli Stati Uniti. >>

Sheldon contrasse la mascella e respirò appena. Una punta di panico si insinuò dentro di lui. Ma cosa diamine stava dicendo?

<< Penny ha ottenuto un ingaggio come protagonista in una nuova serie tv. La serie è della BBC. >>

Il fisico schiuse leggermente la bocca e sgranò gli occhi. Se era della BBC questo voleva dire che...

<< Ci trasferiamo a Londra. >>


D'accordo questo forse non ve lo aspettavate, ma a me come idea non dispiace affatto. Ora so che ci sarà gente che mi aspetta fuori casa, ma almeno non è morto nessuno no? xD O sì invece, chi può dirlo?
Mi dispiace aver interrotto qui, ma come avevo già detto il capitolo sarebbe venuto troppo lungo. E poi bisogna creare un po' di suspance no? u.u Se no dove sta il bello? xD
Però magari ci ripensano, chi lo sa? L'importante è che leggiate anche il prossimo capitolo (e che io riesca a pubblicarlo entro un lasso di tempo ragionevole). Tanto è praticamente già pronto non dovrei metterci molto (le ultime parole famose u.u).
Ok ora basta sul serio vi ho già rubato troppo tempo.
Alla prossima <3

  
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