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Autore: Ice Star    05/10/2014    0 recensioni
-Non sono....veramente qui...- disse affannosamente il verde
-Cosa significa che non sei qui? Perchè dovrei salvarti?- chise agitata la rossa
-Non lo so....non so perché solo tu puoi salvarmi, così....così come non so dove mi trovo...so solo che..-fece una lunga pausa, prendendo fiato -.. sono morto, in un certo senso- sorrise amaro.
-M-Morto?-chiese incredula.
-Ma non per sempre!- cercò di correggersi -Dovete aiutarmi....sono tutti in pericolo....siamo in pericolo-
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara, Nico Robin, Nuovo personaggio | Coppie: Nami/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 26

 

 

-Cosa sta succedendo?-

-Rufy, guarda! Le persone scomparse stanno tornando!!!- affermò Chopper eccitato.

-Davvero?!- chiese visibilmente sorpreso, chiudendo con delicatezza la porta dell'infermeria.

-Si, Rufy-san!- rispose lo scheletro, ascoltando le urla della gente riecheggiare tra i rami cremisi della foresta, mossi da una brezza leggera e stranamente luminosi.

-Ma allora anche Zoro sarà tornato! Dobbiamo andare a cercarlo!- saltò giù dalla nave ed atterrò flettendo leggermente le ginocchia, premendo una mano sul cappello per non farlo volare via.

-Nami è già corsa a prenderlo- affermò Kiku accarezzando la testa della sorellina addormentata sul suo grembo.

-Ne ha di fegato quella ragazza per correre nella foresta senza sapere dove andare- Kayne si gettò a sedere con uno sbuffo accanto alla corvina, cingendole le spalle con un braccio.

-Cosa?! Nami è andata a prendere Zoro?! E dove?!- si guardò attorno curioso osservando i volti tesi dei nakama.

-Non lo sappiamo. Stavamo per dividerci e cercarlo nella foresta quando Nami-swan è corsa via all'improvviso verso una direzione a caso. Non abbiamo fatto in tempo a fermarla- Sanji strinse tra i denti il filtro della sigaretta ormai quasi finita, per poi prenderla con pollice ed indice e buttarla ai suoi piedi, accanto ad un mucchietto già mezzo sepolto dal terriccio.

-Ehi, Sanji, vacci piano!- lo ammonì il cecchino senza guardarlo, seduto con la schiena contro un albero accanto al cuoco che, appollaiato su di un masso, aveva appena estratto dal pacchetto l'ennesima sigaretta.

-Non farmi la paternale, nasone- sbuffò una nuvoletta grigiastra, perdendo gli occhi sulla linea dell'orizzonte.

Era ormai pieno pomeriggio ed il sole riscaldava la tiepida aria autunnale, accompagnando con i suoi raggi le grida e le lacrime di gioia degli abitanti di quell'isola dal passato oscuro e dal futuro pieno di luce.

I mugiwara si erano gettati in modo scomposto sull'erba, sulle rocce e contro gli alberi di quella piccola radura, a pochi passi dal porto dove avevano attraccato la Sunny.

Usopp, così come Brook e Franky, era seduto a gambe incrociate con la schiena contro un'albero; Sanji, Kiku e Kayne, invece, erano seduti su delle rocce e la ragazza aveva la piccola Riku addormentata sulle sue gambe con la testolina bionda appoggiata alla sua spalla; solo Chopper era in piedi al centro della radura e si guardava attorno, voltando di scatto la testa ogni qualvolta sentiva il richiamo di qualcuno che era appena tornato tra le braccia dei propri cari.

Il ragazzo di gomma li studiò uno ad uno osservando la preoccupazione e la rabbia crescere a dismisura nelle loro iridi perse nel vuoto.

-Ma perché non le siete corsi dietro?- domandò a bassa voce, mentre il vento gli solleticava le ciocche corvine sotto il cappello.

-Non possiamo. Dobbiamo lasciarli soli, lei lo troverà- rispose Kiku con un fil di voce.

-Okay, allora aspettiamo- sentenziò il capitano, sedendosi a gambe incrociate con un tonfo.

Dopo aver dato un'ultima occhiata alla nave, il moro abbassò il cappello sugli occhi ed intrecciò le braccia al petto.

Le nuvole si ricorsero lente nel cielo, gettando di tanto in tanto un'ombra scura sui volti tesi dei pirati che, seduti in pose statuarie in quella piccola radura, non dissero nemmeno una parole per tutta la logorante attesa che furono costretti a sopportare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Corse verso quei bassi cespugli e, scostandone le foglie, restò impietrita da ciò che i suoi occhi videro.

Si portò le mani alla bocca, perdendo lo sguardo sul corpo completamente ricoperto di tagli e sangue dello spadaccino che, sdraiato a pancia in giù e con indosso solo i boxer logori, giaceva senza sensi.

Il respiro corto e la pelle lattea le fecero perdere un battito.

Con il respiro affannato si inginocchiò accanto alla sua testa e, tirandolo per le spalle, lo girò, facendogliela appoggiare sulle sue gambe.

-Oh cielo...- si portò una mano alla fronte osservando le ferite aperte sulle gambe e le braccia che, ormai esangui, sembravano doversi staccare dal corpo da un momento all'altro.

Passò un braccio sopra il suo petto, artigliandogli la spalla, mentre l'altra mano andava verso il collo per poter controllare il battito.

Appoggiò le dita tremanti alla base del collo e si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo percependo il battito che, seppur lento, continuava a pulsare con testardaggine. Fece scivolare il palmo lungo la mascella, bloccandosi sulla guancia fredda e pallida, accarezzando col pollice il contorno di quelle labbra che aveva baciato con foga qualche ora prima, come se stesse per finire il mondo.

-Ora devo avvertire gli altri. Userò il Userò il Clima Takt!- portò la mano alla coscia destra, e in un secondo una bolla con un fulmine al suo interno era pronta ad esplodere.

Fece per lanciare la bolla in aria, ma un leggero mugolio la distrasse dal suo intento e la bolla esplose, lasciando che l'elettricità si disperdesse nell'aria attorno a loro.

Abbassò le iridi nocciola al volto di Zoro che, contratto in una smorfia di dolore, continuava a mugugnare dolorante.

-Z-Zoro!- lasciò cadere il bastone accanto a sé, passando le dita tra i corti capelli dello spadaccino.

Il samurai aprì a fatica l'occhio buono, cercando di mettere a fuoco la figura davanti a sé.

Poco a poco la figura della ramata prese forma nella sua testa e, facendo leva sulla schiena, tentò inutilmente di sollevarsi per poi riappoggiare la testa sulle gambe della ragazza con uno sbuffo.

-Non affaticarti! È già tanto se respiri ancora, buzzurro rincretinito che non sei altro!- lo rimbeccò Nami asciugandosi una lacrima sfuggita tra le ciglia.

-Na-Nami- soffiò stancamente il pirata socchiudendo l'occhio.

-Sì, sono io- sentì un nodo bloccarle il respiro all'altezza della trachea.

-C-Cosa è...successo?- chiese debolmente serrando le palpebre e lasciandosi sfuggire un ringhio di dolore.

-Non devi muoverti, andrà tutto bene. Ora lancio un fulmine così gli altri ci troveranno e arriveranno presto, okay?- allungò una mano verso il bastone ma si bloccò.

Zoro aveva cominciato a ridere a fior di labbra, bloccandosi di tanto in tanto a causa della tosse.

-Sono...tornato ma ora sto...per morire- continuò a ridere e sputare sangue.

-Cosa dici?- gli passò le dita sul volto asciugandogli il sudore e sentendo la pelle scaldarsi velocemente -Hai la febbre- sussurrò preoccupata.

-Sto morendo, Nami, la febbre non può farmi molto male- digrignò i denti, sollevando le spalle e stringendo le mani appoggiate sull'addome.

Uno strano tepore cominciò a scaldargli i muscoli e gli occhi presero a chiudersi piano, come se fosse stato colto da un attacco di sonno.

-Non dire cazzate e non dormire! Gli altri arriveranno presto!- recuperò il pezzo del suo bastone ed un fulmine illuminò gli alberi ombrosi.

 

 

 

 

 

 

-Quello era un fulmine!- si alzò in piedi Sanji, seguito a ruota dal resto dei nakama.

-Non c'è dubbio! È Nami!!!- saltellò allegro Chopper.

-Dobbiamo correre!- cominciò a muovere le braccia in modo frenetico il cecchino, con il volto stranamente teso.

-Noi cinque andiamo a vedere cosa è successo mentre voi restate qui alla nave- si alzò in piedi Rufy indicando il biondo, il carpentiere, il cecchino ed il medico e facendo loro segno di seguirlo.

Tutti annuirono con un cenno del capo e i cinque pirati scattarono di corsa verso il punto da cui era partito il fulmine.

Speravano solo che non fosse troppo tardi e che per il loro compagno ci fosse speranza.

-Muoviamoci!- accelerò il moro seguito a ruota dai suoi silenziosi compagni.

In fondo il loro compagno era forte, ce l'avrebbe fatta.

 

 

 

 

 

 

 

 

-Andrà tutto bene, non mollare- la ramata piegò il busto sopra il volto del verde, donandogli un leggero bacio sulla fronte.

-I-Io...t-ti...- la voce gli si bloccò in gola e le palpebre ripresero a chiudersi lentamente.

-Non parlare, non devi dire nulla- gli accarezzò una guancia per poi passare le dita tra i corti capelli verdi.

Lo spadaccino chiuse gli occhi e cominciò a respirare lentamente cercando di non pensare al dolore provocato dalle ferite aperte.

Con fatica allungò il braccio oltre la spalla della rossa che osservò i suoi lenti movimenti con un sopracciglio alzato.

All'improvviso si sentì strattonare dalla sua grande mano bloccata tra i suoi crini ramati e le fini labbra del verde si scontrarono contro le sue.

Sentì il suo sapore di sale pervadergli la bocca mentre l'odore del sangue le tappava le narici. Fu solo un debole sfioramento di labbra, un bacio a stampo veloce come un battito di ciglia.

-Mi...dispiace...- sussurrò roco al suo orecchio per poi lasciare la presa e abbandonare la testa sulle sue gambe.

-Cosa...che cosa succede?- Nami deglutì rumorosamente osservando gli occhi chiusi di Zoro ed il suo petto immobile.

Piegò la testa sul suo torace ascoltando i battiti ma non sentì nulla a parte il sangue che le scaldava il viso.

-No, no, no!- prese il volto squadrato dello spadaccino con entrambe le mani ma si ritrovò ad osservare i suoi lineamenti rilassati dal sonno.

Si era arreso ed aveva perso contro il dolore.

-Non può essere non puoi....no- scosse febbrilmente la testa mente un paio di braccia forti la staccavano con forza da quel corpo morto.

-Smettila, Nami!- la voce del cecchino al suo orecchio le fece spalancare gli occhi.

Voltò piano la testa ed incontrò gli occhi seri del compagno che la fissavano.

-U-Usopp- sussurrò mordendosi poi il labbro -Lui è...è...- si nascose tra le sue braccia, lasciandosi andare ai singhiozzi.

-Presto, Chopper! Fai qualcosa!!!- urlò idrofobo Rufy.

-Devo eseguire un massaggio cardiaco ma non so quanto siano gravi le condizioni interne!!!- urlò di rimando il piccolo medico cominciando a premere gli zoccoli sul petto immobile di Zoro.

-Fratello, riprenditi...- sussurrò a denti stretti il carpentiere osservando la scena con rabbia.

-Merda!!!- imprecò il cuoco tirando un calcio ad una roccia che si frantumò in mille pezzi.

La renna prese a contare premendo gli zoccoli sui pettorali del compagno, soffiando aria nella sua bocca ritmicamente.

Il tempo sembrò rallentare in quella piccola foresta mentre la rabbia ed il senso di impotenza ringhiavano nei corpi dei pirati, inermi spettatori di quel disperato spettacolo.

Non poterono far altro che aspettare, fermi e muti.

Non poterono che sperare in silenzio in una muta preghiera per l'anima del nakama.

 

Non poterono far altro che osservare al vita lasciare il corpo del loro spadaccino...

 

  
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