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Autore: Shadow writer    05/10/2014    4 recensioni
Fuggo oltre il locale con la musica a palla, fuggo sulle strade buie, fuggo nel vento gelido della notte.
Fuggo dagli altri, dai loro giudizi, fuggo da me stessa e da ciò che provoco.
Corro, con le ali ai piedi, per le strade deserte.
Anzi, ai piedi, ho il vento. Vento che mi spinge, che mi solleva, che obbedisce ai miei ordini come se fossi la sua padrona assoluta.
Faccio un balzo e l'aria mi spinge in alto, oltre le cime degli alberi. M'innalzo contro il cielo nero bagnato di stelle.
Apro le braccia, stringo l'orizzonte tra le mani. Inspiro il freddo della notte e tutti i suoi sapori.
Potente, ecco quello che sono.
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Trasferirsi in un nuovo continente è di certo una cosa grandiosa, ma non mi sarei mai aspettata il genio ribelle, il vecchio misterioso, il giocatore di football, una ragazza che sarebbe diventata come una sorella per me, ma soprattuto qualcosa di molto, mollto più grande di me.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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«Will?» chiamo con voce che mi suona stridula.
Si volta.
Ha degli occhi incredibilmente blu.
«Pensavo ce l'avessi con me» sorride tranquillo.
P
Poso le mani sui fianchi:
«Io sono arrabbiata con te, furiosa! Ma devo far vedere a Brad che va tutto bene, quindi per favore reggi il gioco»
«Perché non gli hai detto nulla?»
Decido di non rispondere.
Will si alza in piedi e mi guarda negli occhi.
«Luna, non ti ho mai mentito e non era mia intenzione ingannarti» dice serio. Credo sia la prima volta che non lo vedo sorridere.
«Perché hai mandato Greg?» è l'unica cosa che riesco a replicare.
Si lancia uno sguardo circospetto attorno, come per assicurarsi che nessuno stia ascoltando.
«Non era programmato, ma per caso lui si trovava in Inghilterra. Doveva solo spaventare mo zio. Non era previsto che l'ostaggio gli si rivoltasse contro»
Sorride ora.
«Perché ti accanisci tanto contro tuo zio? Mi è sembrato una brava persona»
Will fa una smorfia disgustata: «Quella è la maschera dietro cui si nasconde. È arrogante, ipocrita, mellifluo, manipolatore e approfittatore»
«Lo zio che tutti vorrebbero avere» commento sarcastica.
Gli strappo un sorriso, poi aggiunge, serio:
«Ti sto dicendo queste cose perché tu ti fidi di me, non perché ne parli con qualcuno»
Annuisco.
«Me lo prometti?»
"Dì di no"
Sì, certo e poi cosa? 'Uccidimi così il tuo segreto morirà con me!'?
"Contenta tu."
«Promesso»
Sorride.
Ancora una volta i suoi occhi sono di un blu immenso.
 
Appena torno a casa accendo il portatile e digito "Benedict Lennox".
Dopo alcuni profili Facebook e numeri telefonici di omonimi, trovo articoli dedicati al mio uomo.
Lo descrivono con un magnate, un grande imprenditore molto ambizioso, ma in senso positivo poiché punta a realizzare magnifici progetti,quasi utopistici, a cui però ha gi dato inizio.
È elogiata anche la sua ricchezza che, secondo gli autori dei brani, non lo ha reso superbo, anzi rappresenta un mezzo più concreto e reale per i suoi progetti.
Non riesco a capire perché Will lo odi tanto. Possibile che il ragazzo sia matto come tutti dicono?
Non riesco a trovare una risposta e alla fine crollo in un sonno profondo con il computer ancora acceso sulle gambe.
 
La mattina successiva mi sveglio tutta indolenzita e in super ritardo.
Mi vesto in fretta e furia, poi schizzo a scuola senza neanche far colazione e senza avere il tempo di mettere le lenti a contatto.
Riesco ad entrare nella prima classe di matematica per un soffio.
Il professore si rende presto conto che non sono in vena di rispondere alle domande come al solito (considerando che sono sveglia da poco più di dieci minuti) e mi lascia perdere.
Al cambio dell'ora mi nascondo vicino al mio armadietto, dove di solito compare Clare.
Quando sento qualcuno fermarsi alle mie spalle mi volto sorridente.
Ma non trovo Clare.
È un ragazzo dagli occhi e dalla pelle scura.
Arretro di scatto stupefatta.
«Ciao Luna» dice sottovoce «Non volevo spaventarti»
«Tu sei Greg!» esclamo con voce squillante.
«Sono contento che ti ricordi di me» replica.
Poso le mani sui fianchi:
«Cosa ci fai qui?»
«Io frequento questa scuola» risponde «E in più Will mi ha chiesto di controllarti»
«Cosa?!» esclamo sgranando gli occhi «Gli ho promesso che non avrai parlato!»
«Shh...abbassa la voce. E comunque ieri sera appena tornata a casa hai digitato "Benedict Lennox"»
Mi cede la mascella.
«Come fai a saperlo?» domando con il fiato corto.
Accenna un sorriso:
«Me lo ha detto Will»
«Grazie, questo spiega molto...Come fa Will a saperlo?»
«Pensi davvero che ti svelerei i suoi segreti?»
«Considerando che mi riguardano, sì» ribatto.
Sorride ancora, ma ha un sorriso diverso dall'amico.
Non è sfacciato e insolente, ma più timido e autentico.
Suona la campana dell'ora successiva.
Greg fa per allontanarsi:
«Ehi, aspetta, dove credi di andare?»
Si volta:
«Io non ho più nulla da dire»
«Ma io ho altre domande!»
Riprende ad allontanarsi da me, ormai è troppo distante per parlargli, a meno che non gridi.
Il corridoio si riempie di studenti e anche corrergli dietro diventa un'opzione impossibile.
Delusa mi avvio verso la prossima classe.
 
Alla coda per il pranzo scorgo Greg e lo raggiungo.
«Ciao» gli dico.
Mi guarda stupito, ma ricambia il saluto.
«Ti sei avvicinata perché vuoi avere un vantaggio?» domanda.
«Come scusa?» chiedo sgranando gli occhi.
Ha l'aria di saperla lunga:
«Sospettavi che sarei venuto da te, quindi hai preferito anticiparmi per poter lasciar intendere che fosse stata una tua scelta»
«Arguto» commento cercando di nascondere un sorriso interessato.
«Dopo tanto tempo trascorso con Will non puoi non diventarlo.»
«Pensi che anche io potrei diventarlo?» 
Mi guarda con occhio critico:
«Tu lo sei già»
Rimaniamo un istante immobili, poi ci mettiamo a ridere.
Okay, penso, se tralasciamo il fatto che mia ha puntato una pistola alla testa, non è poi così male.
"Certo, ma resta il fatto che la pistola alla testa te l'ha puntata eccome"
Ma sta zitta!
 
Pranzo con Greg perché non riesco a trovare Clare. 
Il ragazzo si rivela una compagnia tranquilla ma molto piacevole.
Se non lo sapessi con certezza non avrei mai pensato che è lui il mio assalitore, tanto risulta divertente e calmo.
«Ehi, sapevo che eri un'eccezione, ma non fino a questo punto» dice una voce.
Alzo lo sguardo e incrocio gli occhi castani di Simon.
«Ciao» saluto allegra, senza elaborare ciò che ha detto.
Solo qualche secondo più tardi mi rendo conto dello sguardo di ghiaccio che rivolge a Greg e di come la cosa sia reciproca.
«Che c'è?» chiedo facendo saltare lo sguardo da uno all'altro.
«Perché stai con questo sfigato?» domanda Simon.
Mi sento arrossire e per non blaterare qualcosa di confuso resto zitta.
«No, la domanda è perché dovrebbe stare con un pallone gonfiato come te?» replica Greg con una smorfia schifata.
«Ehi!» esclamo «Non ignoratemi! Pranzo con Greg perché mi trovo bene con lui, mentre Simon è stato...gentile con me»
«Certo, è stato gentile...» commenta sarcastico il ragazzo di fronte a me. «Ti ha già chiesto di ricambiare la sua gentilezza?»
«E tu cosa ci fai con una ragazza? Sentivi la mancanza del tuo amico e speravi di cambiare genere?» ribatte Simon con un volto duro.
«Cos'hai detto?» sibila Greg velenoso.
«Sì, hai capito, il tuo amichetto drogato fuori di testa è chiuso in un carcere e ci rimarrà per tutta la vita mentre tu...»
Greg è scattato in piedi e mi precipito davanti a lui per bloccarlo.
Lo guardo intensamente negli occhi.
«Siediti» mormoro cercando di suonare persuasiva.
Lui distoglie lo sguardo, deglutisce, poi si lascia cadere sulla panca.
«Ehi, non avrai veramente pensato di spaventarmi, eh?» lo provoca ancora Simon.
Mi volto con un viso immobile.
«Vattene» gli dico.
Lui mi guarda perplesso.
«Cosa...»
«Simon, vattene per favore» ripeto con più insistenza.
Alza le braccia, ride:
«Va bene, come vuoi. Ma non difendere tanto una persona se non la conosci neanche»
«Fatti gli affari tuoi» ribatto.
Lui fa un sorriso derisorio, poi si volta e si allontana.
«Perché vi odiato così tanto?» domando a Greg.
Lui evita il mio sguardo.
«Ehi! Ti ho appena impedito di far scoppiare una rissa! Non pensi di dovermi delle spiegazioni?»
Sospira:
«Quello è un coglione. Ce l'ha ancora con Will per quando veniva a scuola qui»
«Potresti spiegarti meglio?» domando riprendendo posto di fronte a lui.
Scrolla le spalle e finalmente incrocia il mio sguardo:
«Sai le solite cose, litigavano fra di loro e Simon apparentemente l'aveva sempre vinta. Ma Will si vendicava e l'altro non l'ha mai dimenticato.»
Resto in silenzio e fisso il mio pranzo.
Ci sono ancora tante cose che devo scoprire.
 
Il pomeriggio devo lavorare in biblioteca.
Mi accoccolo sulla mia poltrona con un libro da cui si tanto in tanto alzo gli occhi per controllare lo scarso via vai di gente.
La società attuale non è molto attratta da quei volumi di carta che una volta erano chiamati "libri", penso amaramente.
Mi perdo tra le parole d'inchiostro e il tempo scorre in fretta.
«Ehi»
Alzo gli occhi e immediatamente mi scappa una smorfia.
Davanti a me c'è Simon.
«Cosa ti serve?» gli chiedo sgarbata.
«Ehi non c'è bisogno di essere così maleducati. Devo fare ancora quella ricerca per cui il secchione mi ha bidonato.»
«E lasciami indovinare...ti serve il mio aiuto?» replico.
Fa un sorriso affabile:
«Tu sei la migliore qui, no?»
«Ti aiuto solo perché sono pagata per farlo» rispondo alzandomi dalla poltrona.
«Non pensavo che agli studenti stranieri fosse permesso di lavorare» commenta lui mentre mi segue tra gli scaffali.
«Sarò un'eccezione» ribatto brusca.
«Giusto.»
Pesco il libro dalla libreria e glielo tendo.
Simon lo prende, poi mi guarda negli occhi.
«Non sei stato molto gentile con Greg oggi» commento.
Scrolla le spalle:
«Lui non lo è mai stato con me. E neanche il suo amico.»
Non mi lascia il tempo per replicare e si allontana nella biblioteca.
"Che conversazione interessante"
Risparmiami il sarcasmo.
"Scommetto che ti piace avere così tanti ragazzi attorno"
Ti ho già chiesto di lasciar perdere il sarcasmo.
"Ero seria"
Sì, certo.
"E comunque Simon non è così male. Ha il suo modo di fare, ma dopotutto è un bravo ragazzo"
Tu dici?
"Assolutamente sì"
Ritorno ad accoccolarmi sulla poltrona e nessun altro mi disturba per il resto del pomeriggio.
 
«LUNA KAILEE LEACH! TI RENDI CONTO CHE PENSAVO FOSSI MORTA?!?!»
La voce di mia mamma risuona distorta dalle casse del computer e soffoco l'impulso di tapparmi le orecchie.
Dallo schermo vedo il suo volto livido di rabbia in primo piano.
«Sono stata impegnata...» replico debolmente.
«IMPEGNATA?! NON UN MESSAGGIO, UNA CHIAMATA, UN QUALSIASI SEGNO DI VITA IN UNA SETTIMANA INTERA! TI RENDI CONTO?!»
«Mamma, calmati, sul serio, sei tutta...rossa.»
Lei prende un respiro profondo come per sbottare ancora, ma mio papà la sposta e si mette davanti alla webcam:
«Luna, siamo stati in ansia per te, sei in un continente diverso, in un posto che non conosciamo»
«Me ne rendo conto, papà, ma ti assicuro che sto benissimo, vedi?»
Lui sospira e si sistema gli occhiali sul naso:
«Lo vedo. Parliamo di altro, come va?»
«Bene, te l'ho già detto.»
«Ti sei fatta qualche amico?»
Scrollo le spalle:
«Forse, ho conosciuto ragazzi simpatici.»
«Ma stai tutto il giorno in casa a studiare?» interrompe Calvin spuntando dal nulla.
«Ma ti pare?» replico.
«Infatti, cosa fai durante il giorno?» si aggiunge mio papà.
Spero che dallo schermo non si scorga il mio rossore.
«Ehm...io lavoro in biblioteca...»
«Davvero?» chiede lui stupito.
«Sì, me l'hanno permesso.» cerco di suonare convincente.
«Fai solo quello tutti i pomeriggi? Che noia!» commenta mio fratello.
Se dicessi che lavoro in una sorta di carcere proprio ora che mia mamma è furiosa probabilmente le verrebbe un infarto.
Resto in silenzio.
«Qui è tardi» dico «Devo andare a dormire perché domani c'è scuola»
«Tardi?» domanda Calvin e si mette a fare i calcoli. 
Prima di lasciargli il tempo di scoprire che sono solo le dieci di sera mi congedo da tutti e chiudo il portatile.
"Devi dirlo loro prima o poi"
Lo so.
"Non dovresti essere così titubante"
Sai perfettamente come sono loro.
Immagino Voce che stia scrollando le spalle.
Anche se non ha delle spalle.
 
La mattina successiva incontro Jim nei corridoi di scuola.
Mi avvicino furtiva, come se dovessi rivelargli un'informazione di vitale importanza.
Lui pare divertito dal mio atteggiamento ma mi accoglie come al solito con un sorriso gentile.
«Buon giorno Luna» 
«Buon giorno. Io...volevo sapere potremmo rifare quella cosa di lunedì pomeriggio?»
Metto particolare enfasi su "quella cosa".
«Quante volte devo dirti che sono più che disposto ad aiutarti?»
«Scusa» dico imbarazzata «È per educazione»
«Sei fin troppo educata. Vieni a casa mia quando vuoi»
Ci penso un istante:
«Questo pomeriggio vado al Centro Orwell, posso venire stasera?»
Sorride:
«Quando vuoi, Luna, quando vuoi»
Si allontana serafico nei corridoio sempre più affollati.
È basso e poco imponente, eppure la mia attenzione è catalizzata dalla sua figura.
«È vero che Simon Cox ha litigato per te ieri?»
Mi volto in fretta e trovo Clare.
«Ciao» saluto «Ieri non sono riuscita ad incrociarti»
«Non sono venuta a scuola perché non stavo bene, ma tu non hai ancora risposto»
In realtà ho ignorato la domanda, ma costretta, replico:
«Stava semplicemente litigando con Greg e io ho impedito che si prendessero a pugni»
«Chi è Greg?» chiede lei incuriosita, ma cercando di dissimulare il suo interesse.
«Un amico di Will» replico sbrigativa, ma mi rendo conto che anche questa frase necessita di spiegazioni, infatti Clare domanda ancora:
«Stai parlando di Lennox?»
Annuisco tetra.
«Wow, sei entrata così in intimità con lui che condividete gli stessi amici?» chiede sarcastica.
«No!» esclamo arrossendo «È solo...che l'ho conosciuto»
«Ho capito di chi stai parlando. Direi che quello più che l'amico di Lennox è il suo braccio destro, il complice più fidato.»
Scrollo le spalle:
«Questo non m'importa»
«Contenta tu» dice, poi si allontana nel corridoio, senza rendersi conto che la prossima lezione è uguale alla mia.
La seguo in fretta ed entriamo in classe nello stesso momento, ma lei non mi degna di un'occhiata.
 
«Ciao!» mi saluta Theresa il pomeriggio all'ingresso del Centro «Oggi Marcelo è malato.»
Le rivolgo uno sguardo preoccupato:
«Davvero? Posso vederlo? Come sta?»
Mi risponde con la sua voce concitata:
«Oh, si vede che gli vuoi bene! Adesso è dal dottore, sarà libero solo stasera, ma non preoccuparti è solo un po' di influenza»
Tiro un sospiro di sollievo:
«Per fortuna. Vado a vedere cosa posso fare. Senza Marcelo sono persa!»
La risata di Theresa mi segue mentre vado verso il primo corridoio.
Qui trovo un altro volto conosciuto.
«Signorina Luna Kailee Leach.» dice Will con un sorriso sfacciato. «Non avrei mai indovinato il tuo secondo nome.»
Resto immobile.
«Allora come fai a saperlo?»
Continua a sorridere:
«Mi sono fatto un giro sul tuo portatile e ho scoperto tante cose interessanti»
Sgrano gli occhi.
«Hai visto la mia cronologia di ricerca!» esclamo stupefatta.
Ride:
«Non capisco il perché di questa reazione, in fondo non c'erano pagine sconce»
«Sì ma hai invaso la mia privacy!» sbotto infuriata «E non riesco a capire come tu ci sia riuscito!»
Si avvicina e mi posa un dito sulle labbra:
«Non è il caso di sbandierarlo in giro»
Apro la bocca, la richiudo.
Will fa un sorriso sghembo, poi si volta e si avvia nel corridoio.
«Ehi, aspetta! Dove pensi di andare?» esclamo lanciandomi al suo inseguimento.
«Nel posto dove potrò fornirti delle risposte»
Taccio, stupita.
«Sorpresa che fossi così arrendevole?» chiede ironico «Sapevo che avresti voluto delle spiegazioni e sono pronto a fornirtele in cambio di altre risposte»
«Di che genere?» replico rapida cercando di camminare veloce come lui. Il ragazzo non sembra andare di fretta, ma ha delle gambe più lunghe delle mie.
«Prima ti do qualcosa io, poi tu, poi io, poi tu. È così che funziona.» spiega molto praticamente.
Svolta nei corridoi come se non ci prestasse veramente caso, ma si capisce che conosce perfettamente la strada.
Raggiungiamo una porta spessa sorvegliata da una guardia.
Will gli rivolge un saluto allegro, che è ricambiato con molto poco entusiasmo in aggiunta ad uno sguardo indagatore.
Il corridoio successivo è diverso dagli altri. 
Su di esso si affacciano numerose porta chiuse con una finestra di vetro per guardare all'interno.
Il ragazzo cammina troppo in fretta perché possa fermarmi e scoprire cosa contengono.
Ci fermiamo davanti ad una oltre la metà del corridoio, che Will apre senza il bisogno di chiavi.
All'interno c'è un piccolo letto disfatto, una scrivania con un grosso computer e un mobile basso.
«Ecco la mia camera!» esclama Will.
Resto immobile, incredula. Non è esattamente ciò che mi sarei aspettata.
«Pensavi che vivessi in una cella carceraria?» domanda lui sarcastico.
«No» ammetto «Ma semplicemente non è quello che mi aspettavo»
Lui entra:
«Mah, secondo me è il computer che da un aria strana a tutto, fa pensare ad un proprietario nerd»
Scrollo le spalle.
«Accomodati» dice indicando il letto disordinato.
Avanzo di qualche passo, incerta.
Will appare a suo agio, fin troppo.
«Bene, adesso tocca a te» commenta.
«Come?» chiedo guardandolo con gli occhi sgranati.
«Te l'ho appena spiegato» sbuffa «Lo scambio: uno io, poi uno tu»
Poso le mani sui fianchi:
«Sì, ma tu non mi hai dato ancora nulla!»
«Ti ho mostrato camera mia!»
«Non mi sembra granché» replico guardandolo male.
Fa un sorriso enorme:
«Ma qualcosa ti ho dato, tocca a te!»
Mi guardo attorno.
Scorgo dei fogli scarabocchiati sulla scrivania e una maglia appallottolata gettata sulla sedia.
«Cosa vuoi sapere?» chiedo.
Fa una smorfia buffa, con le labbra tese e gli occhi pensierosi, poi si lascia cadere sul letto:
«Scegli tu, l'unica regola è che valga poco più di quanto io ti ho già dato, così da mantenere vivo e interessante lo scambio»
«Quindi qualcosa che non vale nulla?» replico ironica.
Will mi guarda sorridendo:
«Forza, so che ci puoi riuscire»
Sospiro:
«Ho cercato tuo zio in internet per avere maggiori informazioni su di lui, considerando che non lo conosco per nulla»
«Non ti fidavi del mio parere?» commenta.
Apro la bocca, ma mi blocco appena in tempo e correggo ciò che stavo per dire:
«Risponderò dopo il tuo turno»
«Impari in fretta» replica divertito.
Gli faccio un sorriso vittorioso.
«Okay, tocca a me. Quel computer lì che sembra appartenere alla preistoria» lo indica «è stato da me modificato in modo da fare cose portentose. Così sono entrato nel tuo portatile, se vogliamo dirlo in parole povere. Avevo bisogno di sapere cosa avresti fatto dopo quello che avevi scoperto»
«E come puoi usarlo se sei chiuso qui?» chiedo.
«Guarda che tocca a te» replica ridendo.
«No, la tua informazione non ha abbastanza valore» ribatto con aria maliziosa. Ci sto prendendo gusto in questa cosa.
«Solo perché mi piace la tua espressione aggiungerò dell'altro» acconsente.
«Quelli del Centro mi hanno concesso di tenere un computer ma hanno l'accesso completo a tutto ciò che io faccio. In realtà non hanno calcolato che sono un genio informatico molto più avanzato di loro, quindi apro pagine insulse per farli sentire orgogliosi di aver scoperto ciò che cerco. In realtà tutto il resto lo faccio di nascosto»
«Come spiare mio portatile»
Ride ancora:
«Teoricamente non si può "spiare un portatile", ma hai ragione.»
Lo guardo interessata.
I suoi occhi blu sono scurissimi e così movimentati da ricordare un mare in tempesta.
«È il tuo turno» m'informa mostrando i denti drittissimi.
«Ma, poiché tu mi hai fatto una domanda» aggiunge «ho il diritto di fare altrettanto»
Scrollo le spalle, cercando di apparire tranquilla.
«Spara»
Si alza in piedi e con noncuranza mi si avvicina fino a che devo reclinare la testa indietro per poterlo guardare negli occhi blu. Ha dei capelli scompigliati, che sembrano soffici come piume. Vorrei infilarci le dita dentro per provarlo.
"Idiota, ti sembra il caso di pensare queste cose?" 
Ritorno a concentrarmi sul volto del ragazzo.
Il suo sorriso mette quasi i brividi.
«Che ne dici» comincia «di parlare di quel vento che hai usato contro Greg?»
Il mio cuore accelera di colpo.
"Beccata" 

______________________________________________________________________________________________

Ciao a tutti!
Sinceramente questo capitolo non mi piace, è una mia sensazione e vorrei sapere se anche voi la pensate allo stesso modo. La storia è partita del tutto ormai e da qui in poi potrà solo evolversi.
Cosa ne pensate della trama? E dei personaggi?
Fatemi sapere con una recensione.
Alla prossima:)
Lux
 
   
 
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