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Autore: Alexandra e Mac    05/10/2014    6 recensioni
Il Passato e il Futuro si mescolano in questo racconto che conclude la trilogia iniziata con Giochi del Destino. Per tutti coloro che hanno amato i personaggi storici da noi inventati.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Scritto nel Destino'
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Capitolo XXXI

Incontro al destino



Seduta davanti alla vetrata del suo salotto, Sarah Mackenzie osservava pensierosa fuori dalla finestra. Dopo la telefonata col figlio della sera prima, non era riuscita a pensare ad altro. Aveva faticato a chiudere occhio per tutta la notte e si era alzata alle prime luci dell'alba. Con la solita efficienza che la caratterizzava quando era un brillante avvocato nel pieno della sua carriera, aveva sbrigato tutte le faccende pratiche connesse a quanto aveva saputo da Andrew e ora attendeva il ritorno del marito. Harm era andato da Jason Rumsfield, l'uomo che trent'anni prima aveva messo a disposizione della Marina Americana le carte dell'Ammiraglio Alexander Blackbird affinché potessero essere consultate. Quelle stesse carte tra le quali lei e Harm avevano ritrovato l'antico diario che tanta parte aveva avuto nella loro raggiunta felicità.

Mr. Rumsfield era l'erede dell'Ammiraglio ed era rientrato in possesso anche del diario del Conte d'Harmòn poiché, a quei tempi, nessuno sapeva a chi altri consegnarlo; dopo alcune ricerche, infatti, la Marina Americana aveva stabilito che non valeva la pena spendere ulteriori risorse per vecchi scritti privati di un conte francese. Sarah avrebbe tanto desiderato poterlo conservare per sé, ma non aveva avuto il coraggio di domandarlo all'ammiraglio Chegwidden, soprattutto dopo essersi fidanzata con Clayton: l'Ammiraglio avrebbe avuto conferma di quanto le mancasse Harm, ormai volato in Europa e pronto per un nuovo inizio.

Ciò che era avvenuto in Inghilterra, alla residenza dei Montagu a Beaulieu, aveva dell'incredibile: prima di congedarsi dal loro ospite, lei e Harm avevano detto a lord Montagu che avrebbe potuto fare richiesta del diario, ma l'anziano gentiluomo aveva replicato che non era certo di poter vantare diritti su quegli scritti, benché appartenuti all'uomo che era un suo antenato, poiché egli era erede del titolo acquisito del defunto fratello di Lady Sarah. Dal punto di vista legale non potevano dargli torto. Lord Montagu, ignaro di chi fossero i discendenti più diretti del Conte d’Harmòn, aveva suggerito che avrebbero potuto fare delle ricerche partendo proprio dal paese d'origine del conte, dove terminavano le notizie riguardanti Lady Sarah Jane Montagu; ma quando le cose tra lei e Harm si erano di nuovo ribaltate, erano stati troppo presi dalla loro felicità e dai cambiamenti che la vita aveva donato loro per ripensare a quel vecchio quadernetto in pelle marrone: lei e Harm avevano reso omaggio ai due uomini che a loro avviso li avevano resi coscienti del loro amore, chiamando il miracolo che avevano concepito Andrew Alexander.

Alla luce dell'uomo che era diventato, Sarah era sempre più convinta che i nomi che il figlio portava avevano avuto grande influenza sulla sua personalità e sul suo destino. Ad ogni successo del ragazzo ne parlava con Harm, il quale replicava divertito che era troppo romantica per essere un duro colonnello dei Marine. Il marito l'aveva presa in giro anche quando aveva insistito affinché Andy imparasse il francese e persino un po’ di tedesco, consapevole del motivo che si celava dietro alla conoscenza di una lingua che non era certo tra quelle più richieste nel mondo del lavoro. Così, quando Andrew l'aveva pregata di dargli qualche lezione in occasione del tradizionale ballo di fine anno della scuola e lei si era lanciata a spiegargli addirittura i passi del valzer sulle note dei classici valzer viennesi – che lei aveva segretamente imparato anni prima, nel periodo in cui stava con Clay - si era assicurata che il ragazzo non dicesse nulla al padre. Dal canto suo Andy non aveva alcuna intenzione di sbandierare in giro che passava alcune ore al giorno a danzare balli d'altri tempi con la madre, per cui la faccenda era rimasta un segreto tra loro due.

Harm aveva appreso dell'argomento della telefonata solo quella mattina, poiché la sera prima la chiacchierata con Andrew si era protratta a lungo e Sarah non se l'era sentita di svegliarlo; quando lo aveva messo al corrente di ciò che aveva saputo, si era presa finalmente la sua piccola rivincita di fronte all'espressione incredula del marito alla notizia che il loro figlio si era innamorato proprio dell'ultima discendente del Conte d'Harmòn.

"Non ci posso credere... Ma ne sei proprio sicura?" aveva domandato.

"Sì. Appena sveglia ho controllato il cellulare e c'era il messaggio di Andy che mi confermava il tutto dopo aver letto i nomi sulle tombe".

"Mi stai dicendo che è stato a Cluny, nella casa dove nacque il conte, per tutto questo tempo senza sapere che si trattava di lui?"

"Non dimenticare, tesoro, che nostro figlio fino a ieri non sapeva nulla della nostra storia. A Cluny ci è capitato per caso, così come per caso aveva già conosciuto la donna che poi ha scoperto essere l'erede del Duca. O Conte, come meglio lo conosciamo noi" gli aveva spiegato.

"Tutta questa storia ha dell'incredibile..."  aveva commentato Harm prima di chiamare mr. Rumsfield e chiedergli un appuntamento.

Lei non aveva detto ad Andrew della possibilità di recuperare il diario mancante, per evitare di dargli delle speranze qualora non vi fossero riusciti, ma non aveva dubbi sull'esito della missione di Harm. Era stato proprio lui stesso, infatti, a dirle che quando erano rientrati dall'Europa ed egli era stato nominato ammiraglio e posto al comando del Jag, si era avvalso della propria posizione per contattare mr. Rumsfield e domandargli notizie del diario. L'idea che quell'antico cimelio non potesse tornare ai legittimi eredi infastidiva anche lui. Aveva raccontato a Jason Rumsfield di Lord Montagu e aveva saputo che nessuno aveva fatto richiesta del diario. Mr. Rumsfield gli aveva garantito che avrebbe sistemato le cose affinché anche i suoi eredi sapessero della faccenda in modo tale che, quando lui fosse passato a miglior vita, il diario sarebbe sempre stato a disposizione di eventuali legittimi proprietari che lo avessero reclamato.

Pertanto si trattava solo di attendere il ritorno di Harm e poi confermare il volo per la Francia, dopo aver preso accordi con Andrew.

Sorrise, ripensando a com'era iniziata la conversazione col figlio, la sera precedente.

Andy l'aveva chiamata come faceva ogni cinque o sei giorni, prima di andare a nuotare in piscina. Sarah già sapeva dalle precedenti conversazioni che il figlio si trovava da alcuni mesi in Francia, a caccia di nuova ispirazione. Aveva colto nelle sue parole un profondo desiderio di cambiamento e si augurava che riuscisse a soddisfare quell'esigenza che sembrava così radicata in lui. Si era domandata cosa lo avesse spinto in quella direzione, dopo così pochi anni di successo in un genere di romanzi che riscuotevano sempre ottimo consenso dal pubblico ma, conoscendo Andy, non si era sorpresa neppure così tanto. Fin da quando era un bambino, infatti, era stato di un'intelligenza vivace e superiore alla media dei suoi coetanei: sembrava avesse riunito in sé le migliori qualità sue e di Harm e questa brillante intelligenza lo aveva sempre reso assetato di conoscenze e lo aveva sempre spinto verso scelte a prima vista più difficili, ma che col tempo si erano rivelate vincenti.

Benché Andrew la mettesse al corrente dei suoi spostamenti e di ciò che gli passava per la mente in un modo così insolito per un ragazzo, al punto da suscitare invidia nelle amiche i cui figli o figlie non facevano altrettanto, al tempo stesso a volte tralasciava particolari che lui giudicava inutili, mentre lei considerava importanti. Nella fattispecie avrebbe preferito sapere prima che la residenza di un nobile europeo risalente ai tempi della rivoluzione francese si trovava a Cluny, piuttosto che sapere che la medesima residenza, a quanto le aveva detto Andrew, si trovava non troppo lontano da Parigi e possedeva una fantastica piscina che avrebbe potuto utilizzare per tutto il tempo del suo soggiorno. Ma Andrew era Andrew e per lui i particolari importanti erano altri.

Pertanto, quando la sera prima aveva esordito con "Non immaginerai mai, mamma, dove andrò stasera" lei non aveva fatto altro che assecondare il figlio come aveva sempre fatto e così aveva saputo della festa.

Si era invece sorpresa quando, poco dopo, cambiando argomento all'improvviso, le aveva domandato come mai lo avevano chiamato Andrew Alexander.

"Come mai ti viene in mente di chiedermelo proprio ora?" gli aveva domandato lei, di rimando.

"Così..." aveva risposto lui; ma subito dopo aveva aggiunto: "Mi incuriosisce il fatto di chiamarmi come il primogenito dell'uomo di cui sto leggendo i diari".

Quando lei gli aveva chiesto di spiegarsi meglio, Andrew si era esibito in un appassionato racconto. Era sempre stato bravo a narrare, soprattutto quando l'argomento lo affascinava. E in quel caso doveva affascinarlo molto, poiché lo aveva sentito davvero eccitato mentre le raccontava come aveva scoperto dei diari risalenti all'ottocento, scritti da un conte francese che aveva anche ereditato da uno zio il titolo di duca in Inghilterra, dove aveva anche vissuto, e come li stava leggendo assieme alla donna di cui si era innamorato, ultima discendente del Duca.

"Fermati un attimo... Ti sei innamorato? Ho capito bene?" aveva chiesto lei, esterrefatta a quella notizia, che lui invece le aveva comunicato come se le stesse dicendo che usciva per andare a comprare il pane.

"Hai capito bene, mamma" aveva confermato lui, con un tono divertito. Poi aveva aggiunto, esasperandola: "Li sto proprio leggendo con lei".

"Non era quello a cui mi riferivo quando ti ho chiesto se avevo capito bene" lo aveva rimproverato, fermandosi non appena aveva colto la risata del figlio. La stava prendendo in giro!

"Ti sembra così strano, vero, che mi sia innamorato?" aveva chiesto Andrew.

"No, ero certa che prima o poi ti sarebbe successo. È solo che..."

"Non ti aspettavi che mi innamorassi di una francese? Ma Nicole è una lady inglese. Ha origini francesi solo per parte di madre e risalgono ad almeno quattro, se non cinque, generazioni fa".

"No, non è neppure quello a sorprendermi. È solo che così sarai tanto lontano... Lo so, lo so, devo smetterla di fare la madre chioccia" lo aveva prevenuto lei.

"A me piace che tu sia una mamma chioccia... Ad ogni modo è prematuro fare questi discorsi, quando lei non mi ha ancora voluto".

"Oddio, ti trasferirai davvero in Europa, allora!"

"Mamma, ma mi stai ascoltando?"

"Assolutamente, Andy" aveva risposto.

"E allora..."

"Lei non ti ha ancora voluto ma prima o poi ti vorrà... Se sei innamorato di lei nonostante non ti abbia ancora ricambiato, quando lo farà non avrai scampo".

"Lo dici come se fosse una tragedia" aveva detto lui, con un misto d'ansia e divertimento.

"No, caro. Sono felice per te. È solo che mi mancherai..."

"Mamma, vivo già per tre quarti dell'anno altrove".

"Lo so... E poi ci sono gli aerei... Però saresti dall'altra parte del pianeta. Ma ora raccontami meglio di questa sera e della faccenda dei diari, che mi ha incuriosito parecchio".

E così Andrew le aveva spiegato tutto quanto. Mano a mano che proseguiva nel dirle quanto aveva saputo degli antenati di Nicole -anche quel nome al femminile le faceva venire i brividi- a Sarah quella storia sembrava tutto fuorché una coincidenza. Dopo avergli fatto una serie di domande tra cui quella diretta relativa ai nomi dei due antenati e aver saputo che ancora non li conosceva, per sua esplicita volontà in quanto voleva immaginarseli a suo piacimento mentre dei nomi lo avrebbero condizionato, Andrew aveva iniziato ad intuire qualcosa e le aveva chiesto cosa sapeva lei di tutta quella faccenda. E così, per la prima volta, aveva raccontato a suo figlio tutta la vicenda del diario di un conte francese ritrovato tra le carte di un ammiraglio americano e di come quel ritrovamento avesse influito tanto sulla storia d'amore tra lei e suo padre. Gli aveva anche detto dell'inaspettato incontro con lord Montagu e di quanto avevano saputo dal discendente di Lady Sarah.

"Quindi il mio nome è per ricordare sia il conte sia l'ammiraglio..." aveva dedotto il figlio. Poi aveva aggiunto che trovava sorprendente anche l'assonanza tra i due nomi del passato e quelli dei suoi genitori.

"È davvero tutto molto strano e al tempo stesso affascinante. Quindi tu e papà avete letto il diario mancante?" aveva domandato, rapito da tutta quella incredibile vicenda. Sarah aveva sorriso, cogliendo lo stupore del figlio, anche se non se ne sorprese. Fin da piccolo era sufficiente raccontargli di come le formiche costruivano la loro casa perché la sua immaginazione prendesse il volo e iniziasse a costruire una piccola avventura partendo da un formicaio.

"Già... Sempre che quello letto da me e tuo padre sia il diario dello stesso uomo che ha scritto quelli che state leggendo voi".

"Lo saprò presto. Vado subito ad accertarmene e ti farò sapere. Ciao mamma" ed aveva chiuso la telefonata con la stessa rapidità con cui da piccolo si catapultava in giardino a giocare.

Andrew era nato e cresciuto a Londra, dove avevano vissuto per sei anni in una casetta che ricordava quella dei Banks in Mary Poppins, in una strada molto simile al viale dei Ciliegi disneyano: nonostante fosse passato un secolo dall'ambientazione temporale del film, in alcune zone della città il tempo sembrava essersi fermato. Vi si erano trasferiti dopo la nascita di Andrew, quando era ormai evidente che l'incarico di Harm a Londra sarebbe durato per alcuni anni. Nonostante amassero entrambi la loro vita in America e sperassero di farvi ritorno prima possibile, sia lei che Harm avevano accolto con serenità l'idea che il ritorno in patria sarebbe avvenuto sì, ma col tempo.

Per intercessione del Segretario, era potuta restare in Inghilterra e lavorare a fianco di Harm, che aveva sposato con una cerimonia organizzata da Harriet, durante un week-end in cui erano volati in America solo per evitare che parenti e amici si spostassero a Londra, dove lei non conosceva ancora nessuno.

Sia poco prima della cerimonia, sia nelle settimane successive, Clayton non aveva fatto altro che tentare di dissuaderla e convincerla a tornare con lui. Non si rassegnava a come lo aveva lasciato per stare finalmente con Harm. Se da un lato poteva comprendere il suo disappunto -in fondo non si era comportata granché bene con lui- dall'altro la sua continua insistenza lo aveva fatto ben presto passare dalla parte del torto ed era stato necessario l'intervento dell'Ammiraglio col quale si erano confidati per farlo desistere. Ciononostante per diverso tempo, anche dopo la nascita del bambino, Sarah non aveva smesso di avere la sensazione di essere seguita. Non aveva detto nulla al marito, ma l'Ammiraglio le aveva suggerito prudenza. Nelle settimane in cui Trish e Frank si erano fermati a Londra per conoscere il loro nipotino si era resa conto che quella sensazione era scomparsa e non era più tornata. O si era immaginata tutto a causa del senso di colpa, oppure Clayton alla fine si era rassegnato.

Belinda era stata più comprensiva: non aveva fatto scenate, si era ritirata di buon grado, rivelandosi una donna intelligente e amabile. Col tempo erano diventate persino amiche e, quando aveva sposato un medico contro il volere della madre, lei e Harm erano stati felici di accogliere anche Paul nella piccola cerchia di amici londinesi. Tra l'altro Paul era un pediatra, ed era il dottore di Andrew da quando era nato: Belinda lo aveva conosciuto proprio a casa loro una volta che era passata a trovare il piccolo che aveva la febbre. Dopo trent'anni e nonostante la lontananza, erano ancora amici e Andrew li chiamava da sempre zio Paul e zia Belinda.

Quando erano tornati in America la loro vita era ripresa all’incirca come prima, col lavoro ad impegnarli, anche se non più nelle missioni pericolose di un tempo. Harm ogni tanto si lamentava delle scartoffie da Ammiraglio a capo del Jag e rimpiangeva i bei tempi in cui volava sugli F14, ma Sarah sapeva che in fondo era orgoglioso della nomina, che riconosceva le sue qualità non solo di militare ma soprattutto dell'uomo.

Da parte sua era felice per lui e per il fatto che non dovevano più volare da un capo all'altro del pianeta, se non per trovarsi ogni tanto con Paul e Belinda. Le sue aspirazioni di carriera e l'ambizione che l'aveva sempre spinta a competere con Harm si erano placate quando si erano sposati ma soprattutto quando era nato Andrew. Lavorava ancora con piacere e orgoglio, ma essere diventata madre aveva riempito quel bisogno costante di approvazione che aveva sempre ricercato negli altri e nelle sfide con se stessa. La maternità e l'amore del marito le avevano dato quella serenità che ricercava fin da bambina.

E così la vita era trascorsa tra una festa di compleanno e i successi scolastici del figlio, e nel giro di poco si erano ritrovati in casa prima un bambino, poi un ragazzo ed infine un giovane uomo.

Alla morte di Trish, rimasta già vedova alcuni anni prima, Harm aveva ereditato la casa in California che all’inizio avevano usato per le vacanze, per poi trasferirsi definitivamente cinque anni prima, quando entrambi avevano concluso la carriera lavorativa. Harm talvolta si recava ancora a Washington quando alla Casa Bianca avevano bisogno di un parere in cui l'esperienza dell'ex capo del Jag, che aveva vissuto anche numerose esperienze come militare sul campo e, soprattutto, come aviatore, poteva essere determinante; oppure ci andavano insieme, a trovare gli amici o per partecipare a qualche festa importante.

Il trasferimento a La Jolla era coinciso anche col successo di Andrew come scrittore, il quale aveva lasciato il nido appena terminati gli studi e si era trasferito a New York ad insegnare e scrivere; dalla pubblicazione del suo primo romanzo li raggiungeva in California ogni volta che terminavano tutte le incombenze legate al lancio del nuovo libro. Restava da loro un paio di settimane per riprendersi, così diceva, dallo stress e ritrovare l'ispirazione. In quei giorni cavalcava, nuotava e pilotava il vecchio aereo del padre, regalando così ad Harm la gioia di salirci di nuovo sopra almeno una volta all'anno, dopo che gli era stato impedito dall'ultima visita di idoneità al volo alla veneranda età di quasi sessant’anni. Padre e figlio sparivano per una giornata intera e al loro ritorno Harm sembrava più giovane di vent’anni.

Quella era la prima volta, da quando era diventato famoso, che non li raggiungeva dopo la pubblicazione del romanzo. Alla luce di quanto aveva appreso dalla telefonata, la profonda crisi di suo figlio legata al cambiamento che desiderava per la sua professione a quanto sembrava lo aveva condotto non solo oltre oceano, ma anche incontro al proprio destino.

 

  
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