Capitolo XXXI
Incontro al destino
Seduta
davanti alla vetrata del suo salotto, Sarah
Mackenzie osservava pensierosa fuori dalla finestra. Dopo la telefonata
col
figlio della sera prima, non era riuscita a pensare ad altro. Aveva
faticato a
chiudere occhio per tutta la notte e si era alzata alle prime luci
dell'alba.
Con la solita efficienza che la caratterizzava quando era un brillante
avvocato
nel pieno della sua carriera, aveva sbrigato tutte le faccende pratiche
connesse a quanto aveva saputo da Andrew e ora attendeva il ritorno del
marito.
Harm era andato da Jason Rumsfield, l'uomo che trent'anni prima aveva
messo a
disposizione della Marina Americana le carte dell'Ammiraglio Alexander
Blackbird affinché potessero essere consultate. Quelle stesse carte tra
le
quali lei e Harm avevano ritrovato l'antico diario che tanta parte
aveva avuto
nella loro raggiunta felicità.
Mr. Rumsfield
era l'erede dell'Ammiraglio ed era rientrato
in possesso anche del diario del Conte d'Harmòn poiché, a quei tempi,
nessuno
sapeva a chi altri consegnarlo; dopo alcune ricerche, infatti,
Ciò che era
avvenuto in Inghilterra, alla residenza dei
Montagu a Beaulieu, aveva dell'incredibile: prima di congedarsi dal
loro
ospite, lei e Harm avevano detto a lord Montagu che avrebbe potuto fare
richiesta del diario, ma l'anziano gentiluomo aveva replicato che non
era certo
di poter vantare diritti su quegli scritti, benché appartenuti all'uomo
che era
un suo antenato, poiché egli era erede del titolo acquisito del defunto
fratello di Lady Sarah. Dal punto di vista legale non potevano dargli
torto.
Lord Montagu, ignaro di chi fossero i discendenti più diretti del Conte
d’Harmòn, aveva suggerito che avrebbero potuto fare delle ricerche
partendo
proprio dal paese d'origine del conte, dove terminavano le notizie
riguardanti
Lady Sarah Jane Montagu; ma quando le cose tra lei e Harm si erano di
nuovo
ribaltate, erano stati troppo presi dalla loro felicità e dai
cambiamenti che
la vita aveva donato loro per ripensare a quel vecchio quadernetto in
pelle
marrone: lei e Harm avevano reso omaggio ai due uomini che a loro
avviso li
avevano resi coscienti del loro amore, chiamando il miracolo che
avevano
concepito Andrew Alexander.
Alla luce
dell'uomo che era diventato, Sarah era sempre più
convinta che i nomi che il figlio portava avevano avuto grande
influenza sulla
sua personalità e sul suo destino. Ad ogni successo del ragazzo ne
parlava con
Harm, il quale replicava divertito che era troppo romantica per essere
un duro
colonnello dei Marine. Il marito l'aveva presa in giro anche quando
aveva
insistito affinché Andy imparasse il francese e persino un po’ di
tedesco,
consapevole del motivo che si celava dietro alla conoscenza di una
lingua che
non era certo tra quelle più richieste nel mondo del lavoro. Così,
quando
Andrew l'aveva pregata di dargli qualche lezione in occasione del
tradizionale
ballo di fine anno della scuola e lei si era lanciata a spiegargli
addirittura
i passi del valzer sulle note dei classici valzer viennesi – che lei
aveva
segretamente imparato anni prima, nel periodo in cui stava con Clay -
si era
assicurata che il ragazzo non dicesse nulla al padre. Dal canto suo
Andy non
aveva alcuna intenzione di sbandierare in giro che passava alcune ore
al giorno
a danzare balli d'altri tempi con la madre, per cui la faccenda era
rimasta un
segreto tra loro due.
Harm aveva
appreso dell'argomento della telefonata solo
quella mattina, poiché la sera prima la chiacchierata con Andrew si era
protratta a lungo e Sarah non se l'era sentita di svegliarlo; quando lo
aveva
messo al corrente di ciò che aveva saputo, si era presa finalmente la
sua
piccola rivincita di fronte all'espressione incredula del marito alla
notizia
che il loro figlio si era innamorato proprio dell'ultima discendente
del Conte
d'Harmòn.
"Non ci posso
credere... Ma ne sei proprio
sicura?" aveva domandato.
"Sì. Appena
sveglia ho controllato il cellulare e
c'era il messaggio di Andy che mi confermava il tutto dopo aver letto i
nomi
sulle tombe".
"Mi stai
dicendo che è stato a Cluny, nella casa dove
nacque il conte, per tutto questo tempo senza sapere che si trattava di
lui?"
"Non
dimenticare, tesoro, che nostro figlio fino a
ieri non sapeva nulla della nostra storia. A Cluny ci è capitato per
caso, così
come per caso aveva già conosciuto la donna che poi ha scoperto essere
l'erede
del Duca. O Conte, come meglio lo conosciamo noi" gli aveva spiegato.
"Tutta questa
storia ha
dell'incredibile..." aveva
commentato Harm prima di chiamare mr. Rumsfield e chiedergli un
appuntamento.
Lei non aveva
detto ad Andrew della possibilità di
recuperare il diario mancante, per evitare di dargli delle speranze
qualora non
vi fossero riusciti, ma non aveva dubbi sull'esito della missione di
Harm. Era
stato proprio lui stesso, infatti, a dirle che quando erano rientrati
dall'Europa ed egli era stato nominato ammiraglio e posto al comando
del Jag,
si era avvalso della propria posizione per contattare mr. Rumsfield e
domandargli notizie del diario. L'idea che quell'antico cimelio non
potesse
tornare ai legittimi eredi infastidiva anche lui. Aveva raccontato a
Jason
Rumsfield di Lord Montagu e aveva saputo che nessuno aveva fatto
richiesta del
diario. Mr. Rumsfield gli aveva garantito che avrebbe sistemato le cose
affinché
anche i suoi eredi sapessero della faccenda in modo tale che, quando
lui fosse
passato a miglior vita, il diario sarebbe sempre stato a disposizione
di
eventuali legittimi proprietari che lo avessero reclamato.
Pertanto si
trattava solo di attendere il ritorno di Harm
e poi confermare il volo per
Sorrise,
ripensando a com'era iniziata la conversazione
col figlio, la sera precedente.
Andy l'aveva
chiamata come faceva ogni cinque o sei
giorni, prima di andare a nuotare in piscina. Sarah già sapeva dalle
precedenti
conversazioni che il figlio si trovava da alcuni mesi in Francia, a
caccia di
nuova ispirazione. Aveva colto nelle sue parole un profondo desiderio
di
cambiamento e si augurava che riuscisse a soddisfare quell'esigenza che
sembrava così radicata in lui. Si era domandata cosa lo avesse spinto
in quella
direzione, dopo così pochi anni di successo in un genere di romanzi che
riscuotevano sempre ottimo consenso dal pubblico ma, conoscendo Andy,
non si
era sorpresa neppure così tanto. Fin da quando era un bambino, infatti,
era
stato di un'intelligenza vivace e superiore alla media dei suoi
coetanei:
sembrava avesse riunito in sé le migliori qualità sue e di Harm e
questa
brillante intelligenza lo aveva sempre reso assetato di conoscenze e lo
aveva
sempre spinto verso scelte a prima vista più difficili, ma che col
tempo si erano
rivelate vincenti.
Benché Andrew
la mettesse al corrente dei suoi spostamenti
e di ciò che gli passava per la mente in un modo così insolito per un
ragazzo,
al punto da suscitare invidia nelle amiche i cui figli o figlie non
facevano
altrettanto, al tempo stesso a volte tralasciava particolari che lui
giudicava
inutili, mentre lei considerava importanti. Nella fattispecie avrebbe
preferito
sapere prima che la residenza di un
nobile europeo risalente ai tempi della rivoluzione francese
si trovava a
Cluny, piuttosto che sapere che la medesima residenza, a quanto le
aveva detto
Andrew, si trovava non troppo lontano da
Parigi e possedeva una fantastica piscina che avrebbe potuto
utilizzare per
tutto il tempo del suo soggiorno. Ma Andrew era Andrew e per lui i
particolari
importanti erano altri.
Pertanto,
quando la sera prima aveva esordito con "Non
immaginerai mai, mamma, dove andrò
stasera" lei non aveva fatto altro che assecondare il figlio
come
aveva sempre fatto e così aveva saputo della festa.
Si era invece
sorpresa quando, poco dopo, cambiando
argomento all'improvviso, le aveva domandato come mai lo avevano
chiamato
Andrew Alexander.
"Come mai ti
viene in mente di chiedermelo proprio
ora?" gli aveva domandato lei, di rimando.
"Così..."
aveva risposto lui; ma subito dopo
aveva aggiunto: "Mi incuriosisce il fatto di chiamarmi come il
primogenito
dell'uomo di cui sto leggendo i diari".
Quando lei
gli aveva chiesto di spiegarsi meglio, Andrew
si era esibito in un appassionato racconto. Era sempre stato bravo a
narrare,
soprattutto quando l'argomento lo affascinava. E in quel caso doveva
affascinarlo molto, poiché lo aveva sentito davvero eccitato mentre le
raccontava come aveva scoperto dei diari risalenti all'ottocento,
scritti da un
conte francese che aveva anche ereditato da uno zio il titolo di duca
in Inghilterra,
dove aveva anche vissuto, e come li stava leggendo assieme alla donna
di cui si
era innamorato, ultima discendente del Duca.
"Fermati un
attimo... Ti sei innamorato? Ho capito
bene?" aveva chiesto lei, esterrefatta a quella notizia, che lui invece
le
aveva comunicato come se le stesse dicendo che usciva per andare a
comprare il
pane.
"Hai capito
bene, mamma" aveva confermato lui,
con un tono divertito. Poi aveva aggiunto, esasperandola: "Li sto
proprio
leggendo con lei".
"Non era
quello a cui mi riferivo quando ti ho
chiesto se avevo capito bene" lo aveva rimproverato, fermandosi non
appena
aveva colto la risata del figlio. La stava prendendo in giro!
"Ti sembra
così strano, vero, che mi sia innamorato?"
aveva chiesto Andrew.
"No, ero
certa che prima o poi ti sarebbe successo. È
solo che..."
"Non ti
aspettavi che mi innamorassi di una francese?
Ma Nicole è una lady inglese. Ha origini francesi solo per parte di
madre e
risalgono ad almeno quattro, se non cinque, generazioni fa".
"No, non è
neppure quello a sorprendermi. È solo che
così sarai tanto lontano... Lo so, lo so, devo smetterla di fare la
madre
chioccia" lo aveva prevenuto lei.
"A me piace
che tu sia una mamma chioccia... Ad ogni
modo è prematuro fare questi discorsi, quando lei non mi ha ancora
voluto".
"Oddio, ti
trasferirai davvero in Europa,
allora!"
"Mamma, ma mi
stai ascoltando?"
"Assolutamente,
Andy" aveva risposto.
"E allora..."
"Lei non ti
ha ancora voluto ma prima o poi ti vorrà...
Se sei innamorato di lei nonostante non ti abbia ancora ricambiato,
quando lo
farà non avrai scampo".
"Lo dici come
se fosse una tragedia" aveva detto
lui, con un misto d'ansia e divertimento.
"No, caro.
Sono felice per te. È solo che mi
mancherai..."
"Mamma, vivo
già per tre quarti dell'anno altrove".
"Lo so... E
poi ci sono gli aerei... Però saresti
dall'altra parte del pianeta. Ma ora raccontami meglio di questa sera e
della
faccenda dei diari, che mi ha incuriosito parecchio".
E così Andrew
le aveva spiegato tutto quanto. Mano a mano
che proseguiva nel dirle quanto aveva saputo degli antenati di Nicole
-anche
quel nome al femminile le faceva venire i brividi- a Sarah quella
storia
sembrava tutto fuorché una coincidenza. Dopo avergli fatto una serie di
domande
tra cui quella diretta relativa ai nomi dei due antenati e aver saputo
che
ancora non li conosceva, per sua esplicita volontà in quanto voleva
immaginarseli a suo piacimento mentre dei nomi lo avrebbero
condizionato,
Andrew aveva iniziato ad intuire qualcosa e le aveva chiesto cosa
sapeva lei di
tutta quella faccenda. E così, per la prima volta, aveva raccontato a
suo
figlio tutta la vicenda del diario di un conte francese ritrovato tra
le carte
di un ammiraglio americano e di come quel ritrovamento avesse influito
tanto
sulla storia d'amore tra lei e suo padre. Gli aveva anche detto
dell'inaspettato incontro con lord Montagu e di quanto avevano saputo
dal
discendente di Lady Sarah.
"Quindi il
mio nome è per ricordare sia il conte sia
l'ammiraglio..." aveva dedotto il figlio. Poi aveva aggiunto che
trovava
sorprendente anche l'assonanza tra i due nomi del passato e quelli dei
suoi
genitori.
"È davvero
tutto molto strano e al tempo stesso
affascinante. Quindi tu e papà avete letto il diario mancante?" aveva
domandato, rapito da tutta quella incredibile vicenda. Sarah aveva
sorriso,
cogliendo lo stupore del figlio, anche se non se ne sorprese. Fin da
piccolo
era sufficiente raccontargli di come le formiche costruivano la loro
casa perché
la sua immaginazione prendesse il volo e iniziasse a costruire una
piccola
avventura partendo da un formicaio.
"Già...
Sempre che quello letto da me e tuo padre sia
il diario dello stesso uomo che ha scritto quelli che state leggendo
voi".
"Lo saprò
presto. Vado subito ad accertarmene e ti
farò sapere. Ciao mamma" ed aveva chiuso la telefonata con la stessa
rapidità con cui da piccolo si catapultava in giardino a giocare.
Andrew era
nato e cresciuto a Londra, dove avevano vissuto
per sei anni in una casetta che ricordava quella dei Banks in Mary Poppins, in una strada molto simile
al viale dei Ciliegi disneyano: nonostante fosse passato un secolo
dall'ambientazione temporale del film, in alcune zone della città il
tempo
sembrava essersi fermato. Vi si erano trasferiti dopo la nascita di
Andrew,
quando era ormai evidente che l'incarico di Harm a Londra sarebbe
durato per
alcuni anni. Nonostante amassero entrambi la loro vita in America e
sperassero
di farvi ritorno prima possibile, sia lei che Harm avevano accolto con
serenità
l'idea che il ritorno in patria sarebbe avvenuto sì, ma col tempo.
Per
intercessione del Segretario, era potuta restare in
Inghilterra e lavorare a fianco di Harm, che aveva sposato con una
cerimonia
organizzata da Harriet, durante un week-end in cui erano volati in
America solo
per evitare che parenti e amici si spostassero a Londra, dove lei non
conosceva
ancora nessuno.
Sia poco
prima della cerimonia, sia nelle settimane
successive, Clayton non aveva fatto altro che tentare di dissuaderla e
convincerla a tornare con lui. Non si rassegnava a come lo aveva
lasciato per
stare finalmente con Harm. Se da un lato poteva comprendere il suo
disappunto
-in fondo non si era comportata granché bene con lui- dall'altro la sua
continua insistenza lo aveva fatto ben presto passare dalla parte del
torto ed
era stato necessario l'intervento dell'Ammiraglio col quale si erano
confidati
per farlo desistere. Ciononostante per diverso tempo, anche dopo la
nascita del
bambino, Sarah non aveva smesso di avere la sensazione di essere
seguita. Non
aveva detto nulla al marito, ma l'Ammiraglio le aveva suggerito
prudenza. Nelle
settimane in cui Trish e Frank si erano fermati a Londra per conoscere
il loro
nipotino si era resa conto che quella sensazione era scomparsa e non
era più tornata.
O si era immaginata tutto a causa del senso di colpa, oppure Clayton
alla fine si
era rassegnato.
Belinda era
stata più comprensiva: non aveva fatto
scenate, si era ritirata di buon grado, rivelandosi una donna
intelligente e
amabile. Col tempo erano diventate persino amiche e, quando aveva
sposato un
medico contro il volere della madre, lei e Harm erano stati felici di
accogliere anche Paul nella piccola cerchia di amici londinesi. Tra
l'altro
Paul era un pediatra, ed era il dottore di Andrew da quando era nato:
Belinda
lo aveva conosciuto proprio a casa loro una volta che era passata a
trovare il
piccolo che aveva la febbre. Dopo trent'anni e nonostante la
lontananza, erano
ancora amici e Andrew li chiamava da sempre zio Paul e zia Belinda.
Quando erano
tornati in America la loro vita era ripresa all’incirca
come prima, col lavoro ad impegnarli, anche se non più nelle missioni
pericolose di un tempo. Harm ogni tanto si lamentava delle scartoffie
da
Ammiraglio a capo del Jag e rimpiangeva i bei tempi in cui volava sugli
F14, ma
Sarah sapeva che in fondo era orgoglioso della nomina, che riconosceva
le sue
qualità non solo di militare ma soprattutto dell'uomo.
Da parte sua
era felice per lui e per il fatto che non
dovevano più volare da un capo all'altro del pianeta, se non per
trovarsi ogni
tanto con Paul e Belinda. Le sue aspirazioni di carriera e l'ambizione
che
l'aveva sempre spinta a competere con Harm si erano placate quando si
erano
sposati ma soprattutto quando era nato Andrew. Lavorava ancora con
piacere e
orgoglio, ma essere diventata madre aveva riempito quel bisogno
costante di
approvazione che aveva sempre ricercato negli altri e nelle sfide con
se
stessa. La maternità e l'amore del marito le avevano dato quella
serenità che
ricercava fin da bambina.
E così la
vita era trascorsa tra una festa di compleanno e
i successi scolastici del figlio, e nel giro di poco si erano ritrovati
in casa
prima un bambino, poi un ragazzo ed infine un giovane uomo.
Alla morte di
Trish, rimasta già vedova alcuni anni prima,
Harm aveva ereditato la casa in California che all’inizio avevano usato
per le
vacanze, per poi trasferirsi definitivamente cinque anni prima, quando
entrambi
avevano concluso la carriera lavorativa. Harm talvolta si recava ancora
a
Washington quando alla Casa Bianca avevano bisogno di un parere in cui
l'esperienza dell'ex capo del Jag, che aveva vissuto anche numerose
esperienze
come militare sul campo e, soprattutto, come aviatore, poteva essere
determinante; oppure ci andavano insieme, a trovare gli amici o per
partecipare
a qualche festa importante.
Il
trasferimento a
Quella era la
prima volta, da quando era diventato famoso,
che non li raggiungeva dopo la pubblicazione del romanzo. Alla luce di
quanto
aveva appreso dalla telefonata, la profonda crisi di suo figlio legata
al
cambiamento che desiderava per la sua professione a quanto sembrava lo
aveva
condotto non solo oltre oceano, ma anche incontro al proprio destino.