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Autore: Defiance    05/10/2014    4 recensioni
Emma Swan ha avuto un'infanzia e un'adolescenza complicata, a causa dell'abbandono dei suoi genitori.
Ma quando scoprirà la verità su sè stessa e sul suo passato, deciderà di vendicarsi della Regina Cattiva, responsabile di averle rovinato la vita.
Il giorno del suo ventottesimo compleanno, allora, la donna partirà per Storybrooke e...
Se vi ho incuriositi, leggete :)
[AU: basato sulla trama della serie tv 'Revenge'. Ci saranno molti cambiamenti per quanto riguarda vicende e personaggi]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: August W. Booth/ Pinocchio, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2
The beginning


 



 

 

Hong Kong, 2010

Emma correva lungo un labirinto da ore, senza essersi fermata neanche per un istante.
Le istruzioni del Dragone erano state chiare: nessuna distrazione, nessuna pausa; chi arriva per primo, vince.
E lei voleva dannatamente farlo, era determinata.
La bandierina che si intravedeva dietro l'ultima siepe sembrava avere per lei un significato intrinseco che in pochi avrebbero potuto capire: la vittoria, il dolce gusto della vendetta, il sangue che bolle al richiamo di una giustizia che pretende di essere fatta da sè.
Per quattro anni si era allenata duramente, aspettando il momento in cui avrebbe affrontato quella prova, il test che avrebbe annunciato se fosse pronta o meno a intraprendere il suo viaggio.
Quella bandierina rappresentava la sua libertà, un passo avanti verso il suo traguardo finale.
Sorrise soddisfatta, prima di darsi lo slancio per saltare e scavalcare il cespuglio... ma qualcosa la afferrò per la caviglia e la spinse per terra.
"Se credi che ti lascerò vincere tanto facilmente, ti sbagli" intimò al suo avversario, sguainando la sua spada e puntandola verso l'uomo.
Quest'ultimo ammiccò, un baluginio ben visibile nei suoi occhioni azzurri. Poi imitò il gesto della donna e tirò fuori anche la sua arma.
"Questa situazione è davvero eccitante, Swan" la provocò, sferrando tuttavia il primo colpo, subito intercettato dalla bionda.
"Abbiamo due idee di 'eccitante' molto diverse, Hook" ribattè lei, ricambiando l'attacco e riuscendo a ferirlo leggermente al braccio sinistro, quello che non terminava più con una mano da tanto tempo ormai, ma con un uncino che poteva rivelarsi utile e letale allo stesso tempo.
Il regalo del mostro che puntava a distruggere: Tremotino, il Signore Oscuro.
Emma sapeva bene chi fosse, August gliene aveva parlato... era il padre di Bealfire, di... di Neal.
Hook aveva avuto una storia con sua moglie Milah, che aveva per lui abbandonato figlio e marito... e quest'ultimo aveva deciso di vendicarsi uccidendola.
Ora era il turno di Hook. Rumple gli aveva portato via l'amore, lui avrebbe fatto altrettanto; gli avrebbe portato via qualsiasi cosa a cui tenesse.
"Niente male, tesoro. Ma dovrai impegnarti un po' di più"
Con uno scatto, il pirata la bloccò contro la siepe e, facendole lo sgambetto, l'atterrò, sovrastandola con il suo corpo per immobilizzarla.
"Nulla di personale, Swan. Solo... un consiglio: quando infilzo qualcuno con la mia spada... ti assicuro che fa male.Dovresti arrenderti"
"E perchè dovrei? Sto vincendo!" lo schernì lei, sorridendo e tirandogli una ginocchiata nello stomaco che lo costrinse ad arretrare.
Svelta, Emma cominciò a scalare il cespuglio, ma Hook le fu immediatamente dietro... aveva più esperienza di lei e si vedeva chiaramente.
Era quasi riuscita a prendere la bandierina, quando lui le fu alle spalle, distraendola dal suo compito.
Lo disarmò immediatamente, puntandogli la spada alla gola.
"D'accordo. D'accordo, hai vinto. Bella prova, Swan" asserì lui, alzando le braccia in segno di arresa, ma la donna non accennò a lasciarlo andare.
"Oh andiamo!" insistette, guardandola con il suo sguardo malizioso e l'espressione da cucciolo smarrito che riusciva ad intenerirla sempre.
La bionda mise via la spada, ma quando si voltò per afferrare la bandiera, scoprì che in una frazione di secondo Hook era riuscito ad anticiparla.
"Mi dispiace, Swan. Niente di personale. Io devo andare, non posso più aspettare"
Il Dragone sopraggiunse pochi secondi dopo, annunciando che Killian sarebbe partito la mattina seguente all'alba, ed Emma lasciò il labirinto con una voglia pazzesca di distruggere tutto ciò che le capitasse a tiro, non senza prima aver rivolto un'occhiataccia sprezzante al pirata.
Dio, se lo odiava!
 

Storybrooke, Present Day

"Dove scappi, Swan?" 

Sembrava quasi che Killian si fosse appostato dietro l'uscio della porta, in attesa di vedere quando Emma avrebbe lasciato l'appartamento: si sentiva braccata.

E ovviamente non aveva chiuso occhio, alla fine.

"Togliti dai piedi, Hook" sbottò spazientita, salendo sul suo maggiolino e sbattendo la porta.

In tutto quel suo tramare e pianificare, aveva dimenticato di considerare un piccolo dettaglio: un fantasma del passato che avrebbe potuto incrociare di nuovo il suo cammino.

Non si sarebbe mai perdonata tale svista; si era fatta accecare così tanto dal desiderio di vendetta, da dimenticarsi che un tempo non era sempre stata la persona distaccata che era diventata a seguito delle lezioni del Dragone e che la vecchia sè, a volte, tornava a farsi sentire.

Vedere quell'uomo l'aveva destabilizzata.

"è così che tratti un vecchio... amico?" le gridò dietro, quel suo sorrisetto beffardo sempre stampato sul volto.

Emma aveva voglia di prenderlo a schiaffi.

Scattò fuori dall'auto e lo sbattè contro il muro di un vicolo, premendo l'avanbraccio contro la sua gola per smorzare la battutina maliziosa che sicuramente stava per fare: lo conosceva troppo bene, così bene da riuscire ormai ad anticipare ogni sua mossa, forse anche le sue parole.

Lo aveva studiato a lungo, molto tempo prima, per carpirne i punti deboli, le informazioni che avrebbero potuto aiutarla a vicerlo... ma poi si era lasciata distrarre dai suoi occhioni impetuosi e profondi come il mare di cui portavano il colore.

"Ascoltami bene, pirata. Sono qui per un motivo, un motivo che non include te. Stammi alla larga, perchè l'essere vista al tuo fianco potrebbe destare sospetti e rovinare il mio piano."

La voce le uscì carica di rancore e rabbia: non aveva dimenticato, non lo avrebbe mai fatto.

Il suo torto era stato il peggiore che avesse mai ricevuto, il tradimento più grande.

"Non voglio intralciarti, Swan" biascicò Hook, che respirava a fatica vista la stretta della donna, "Ma sappi che è tutto inutile. La vendetta, è inutile" 

Emma scoppiò a ridere e lo lasciò andare.

"Ma davvero? Tutto l'impegno che ci hai messo, tutti i sacrifici che hai fatto in nome della vendetta... e ora ne parli come la più grande perdita di tempo dei tuoi trecento anni di vita? Forse non sei mai stato il migliore di noi"

Killian si massaggiò la gola, poi la guardò, scuotendo la testa.

"La vendetta non porta a niente, Swan. Ho solo perso più di quanto mi potevo permettere"

"Hai fallito, non è vero?" domandò la bionda, un leggero accento di scherno nel suo tono.

"Il punto, Swan, non è se io ho fallito o meno. Il punto è che ti sto dando un consiglio, vendicarti non ti restituirà  ciò che ti è stato portato via... contribuirà solo a farti perdere anche quel poco che ti è rimasto"

La Salvatrice boccheggiò per un istante, spiazzata da quelle parole così dure eppure intrinseche di tanta verità, poi sfoderò una delle sue occhiatacce gelide.

"Non rinuncio a ciò cui ho lavorato con tanta dedizione perchè un pirata ubriacone ed egocentrico mi consiglia di farlo"

L'uomo degluitì, evidentemente colpito da quella risposta.

"Allora permettimi di aiutarti, Swan"

Emma rise di nuovo.

"Non me lo stai chiedendo sul serio" poi, capendo la sua serietà, aggiunse "no. Anzi, sta' lontano da me, Hook, o la tua faccia sarà la prima su cui userò il mio pennarello rosso"

E se ne andò a passo svelto, tornando nel suo maggiolino e mettendo in moto; prima che potesse partire, però, le parole del pirata le giunsero chiare nelle orecchie.

"Voglio solo porre rimedio ai miei errori, Swan. Sai che puoi fidarti di me!"

"Hai sprecato la tua occasione molto tempo fa" rispose dopo un attimo di esitazione, poi partì lasciandolo solo e frustrato ad osservare il mezzo che si faceva sempre più piccolo man mano che si allontanava.





Henry era già da Granny's quando Emma raggiunse il locale; era quasi vuoto, probabilmente perchè era l'ora di pranzo, e andava più che bene così.

Si sedettero in un angolino appartato, come maggiore precauzione.

"Non capisco. Il tempo si era sbloccato" asserì con aria triste e malinconica il bambino, trangugiando svogliatamente il pasto.

Emma sorrise dolcemente, un'azione che non le era mai venuta spontanea prima di quel momento.

'Maledizione, Swan. Resta concentrata sull'obiettivo' si ripetè mentalmente, la sua presenza a Storybrooke non prevedeva di fare la madre, non sapeva neanche come fosse fatto un genitore.

Eppure Henry la guardava come se dietro il suo volto angelico non ci vedesse la spietata vendicatrice di cui non sapeva l'esistenza, ma un'eroina che avrebbe portato in salvo l'intera città. Era destinata a deluderlo, proprio come la gente aveva sempre fatto con lei.

Quando si erano invertite le cose? Quando aveva iniziato ad essere lei quella che feriva il prossimo? E, soprattutto, come aveva fatto?

"Forse è stata solo una tua impressione, ragazzino. Mi dispiace" 

Il piccolo chinò il capo sul tavolo, amareggiato, poi mormorò: "quando tutto questo sarà finito... quando non ci sarà più alcun sortilegio e tutti saranno liberi... mi porterai a vivere con te, vero?"

Emma sgranò gli occhi; gli aveva proposto quel pranzo semplicemente per spiegargli i motivi per cui l'aveva dovuto abbandonare, non si aspettava di certo di udire una simile richiesta.

La guardava con speranza, con il desiderio con cui un bambino brama una famiglia affettuosa e calorosa. Regina non lo trattava bene, per caso? Sarebbe stata solo un'altra cosa di cui accertarsi e da aggiungere alla sua vendetta, se si fosse rivelata vera.

Fortunatamente, Granny si avvicinò al tavolo, interrompendo la conversazione e salvandola in calcio d'angolo.

"Henry che ci fai ancora qui? Tua madre lascerà l'ufficio tra poco, sai che vuole vederti a casa!" 

Il bambino sbuffò sonoramente, ma raccolse ugualmente le sue cose.

"Ci vediamo presto, Emma" la salutò, poi andò via, un po' scocciato e un po' deluso.

Forse avrebbe dovuto mettere le cose in chiaro la sera in cui era andato a cercarla a Boston.





A quanto pareva, all'interno di quella cittadina animata da una popolazione così scarna, Granny's era il locale più amato da tutti.

Emma si era attardata un po', giusto il tempo di bere un caffè e far scendere un po' il cibo, quando qualcosa, o meglio qualcuno cambiò i suoi piani.

"Due volte nello stesso giorno, sembra quasi destino"

Sorrise educatamente, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro.

"Sceriffo, è una città molto piccola" rispose, ricambiando tuttavia l'occhiata maliziosa che il giovane le aveva lanciato.

"Touchè. Le posso offrire qualcosa, signorina Swan?"

"Si ricorda il mio nome" constatò la donna, fingendo un'aria sorpresa e meravigliata.

"Come ha detto prima, Storybrooke è una città molto piccola" 

Ridacchiò divertita, alzandosi dallo sgabello e indossando la sua giacca rossa di pelle preferita: il rosso era il colore della vendetta. E della passione, non che ci fosse poi molta differenza, non per lei.

"Magari un'altra volta, Sceriffo. Devo andare a cercare un lavoro"

L'uomo rizzò lo sguardo, quasi come se fosse stato colpito da quella affermazione... era strano quanto i suoi occhi sembrassero lontani, come un pozzo senza fondo; eppure, il suo interesse per la bionda era più che evidente.

"Oh, ha intenzione di rimanere?"

Emma annuì, salutandolo e uscendo dal locale.

Non era arrivata neanche alla sua auto, quando si ritrovò lo Sceriffo alle spalle, il fiato corto per la fretta di raggiungerla.

"Ehi, aspetti!" 

La donna si voltò, la fronte corrugata in una tacita domanda.

"Quando passa dalla centrale, porti anche il suo curriculum... abbiamo, ehm, bisogno di un vice-Sceriffo, se le interessa" propose, sorridendo cordialmente.

"Certo... grazie mille" esclamò lei, ricambiando il sorriso.

"Oh, ehm. Mi chiami pure Graham. E sarebbe bello anche se ci dessimo del tu" 

Emma ridacchiò.

"D'accordo. Allora.. A presto, Graham"

"A presto Emma"

Non pensava che sarebbe stato così facile.





Il posto dove gli era stato detto di andare, pareva il classico locale frequentato da gente poco raccomandabile.

Alcune ragazze ballavano seminude sui tavoli da biliardo e gli uomini, più ubriachi che sani, si aggiravano esultanti sotto di loro. 

August capiva la scelta di quel luogo: non vi era nessuno che potesse sospettare qualcosa.

Hook lo stava aspettando seduto ad uno sgabello vicino al bancone, sorseggiando un bicchiere di rum per niente interessato a ciò che accadeva intorno. 

"Jones" lo salutò, sedendosi sulla sedia accanto a lui.

"Booth. Lieto di vederti" lo accolse Killian, con il solito sorrisino.

"Veniamo al sodo. Di cosa volevi parlarmi?"

Non aveva tempo da perdere. Emma avrebbe sicuramente fatto domande su quella sua uscita serale e non avrebbe potuto giustificare un ritardo tanto facilmente: quella donna pareva avere il potere di scoprire se la gente stesse mentendo o meno, il che a volte poteva risultare utile, altre invece si traduceva con una singola parola: guai.

"Emma. Devi fermare Emma"







Angolo Dell'Autrice
Salve a tutti,
sono riuscita ad aggiornare presto,
per una volta!
Innanzitutto, volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto
la mia storia. Avevo molti dubbi al riguardo e sapere che ad alcuni
di voi la storia sta piacendo, mi rende tanto felice.
Per cui un grazie particolare va a coloro che hanno recensito la storia.
Grazie infinite. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, vi invito come
al solito a lasciarmi le vostre opinioni.
Alla prossima,

Bell :)

 
  
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