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Autore: biondich    05/10/2014    1 recensioni
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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I sette minuti di quiete di Albus Silente

 

 
Le candele fluttuavano delicatamente nell’aria, con le fiammelle che accarezzavano il soffitto e la cera che scivolava lungo i fusti, fermandosi alla loro base e rigenerandole, in un moto perpetuo. Ondeggiavano compiendo una danza leggera, quasi seguissero le note che riecheggiavano nell’ampia stanza ovale, disordinatamente arredata con cimeli e ricordi.
Un settimino d’archi e fiati veniva scandito dal tamburellare di un piede sotto la scrivania intarsiata posta al centro della camera e da un distratto e vagamente stonato accompagnamento vocale a fior di labbra.
Non erano molti i momenti di quiete che l’anziano Preside della Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts si concedeva.
Certo, chi non conoscesse intimamente Albus Percival Wulfric Brian Silente avrebbe senz’altro immaginato il contrario.
Invero, c’era così poco di silente e ozioso in lui, che spesso si era ritrovato a sorridere, occultato nella folta barba d’avorio e d’argento, constatando quanta ironia si celasse nel proprio nome.
Ma il settimo giorno di ogni settimana, per sette preziosissimi minuti, il più potente mago della sua era si sedeva alla propria scrivania e posava la bacchetta, mentre ascoltava la sua pregiata selezione di musica da camera.
"Non c’è magia che possa essere paragonata al potere che pochi istanti di normalità possono regalare, mia cara Fanny" - commentò, rivolgendosi alla sua maestosa fenice che, placidamente appollaiata sul trespolo, emise una sola ed unica nota in segno d’assenso.
Persino attraverso gli occhialetti a mezzaluna mal poggiati sul suo naso si poteva scorgere un barlume di eccitazione negli occhi del vecchio mago. Un entusiasmo quasi puerile, un guizzo di vitalità che gli illuminava lo sguardo e gli riempiva i solchi del viso, riportandolo indietro nel tempo, mentre apriva il doppio fondo dell’ultimo cassetto.
Estraeva dallo scompartimento segreto dello scrittoio un prezioso volume rilegato in pelle ed un sacchetto di velluto, carezzando entrambe le superfici con i palmi delle mani e beandosi del contatto freddo e ruvido con l’uno e di quello caldo e avvolgente con l’altro.
Per sette minuti alla settimana, il Preside di Hogwarts si concedeva ad una delle sue più grandi debolezze e ad un suo riservatissimo esperimento.
Con grande e manifesto disappunto degli illustri soggetti rappresentati nei ritratti incantati appesi ai muri dello studio, Silente faceva ricadere sui quadri spesse tende di velluto purpureo, inclinando il capo in segno di muta – e poco sentita- costernazione.
Poi tornava a concentrarsi sui due oggetti riportati alla luce.
Anche quel giorno, slacciò il cordino di seta che teneva stretta la bocca del sacchetto e rovesciò parte del suo contenuto sul tavolo, mentre apriva il grosso volume.
Ogni cosa era al suo posto.
Morgana,  Hengist di Woodcroft, Circe, Merlino, Alberic Grunnion, se stesso.
Ciascuna figurina risiedeva al suo posto, perfettamente e gelosamente custodita in un albo da vero intenditore di Cioccorane.
Un sorriso piuttosto orgoglioso gli piegò gli angoli della bocca verso l’alto, mentre si autocompiaceva del fatto che, forse, prima o poi, avrebbe dovuto ricevere un’altra onorificenza, una di quelle che avrebbe davvero ben gradito: Piluccatore Mondiale di Caramelle tutti i gusti più uno e Devoto Consumatore dei Dolci di Mielandia.
E alla passione per la musica e la buona pasticceria, Albus Silente univa quella per i grandi misteri. Se c’era qualcosa che aveva da sempre sfidato uno dei maghi più esperti e potenti della storia, era di certo l’impossibilità di indovinare i sapori di quei bon bon “tutti i gusti più uno”, prima di assaggiarli.
Un’abilità che si esercitava a padroneggiare per sette minuti, il settimo giorno di ogni settimana, da più di settant’anni.
Anche per quella Domenica però, la soluzione all’enigma sarebbe rimasta ignota, constatò amareggiato, deglutendo a fatica l’ultimo confetto.
Cerume.
   
 
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