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Autore: SaraRocker    06/10/2014    2 recensioni
[FinnxMarceline]
E' un giorno come tanti quello in cui Finn e Jake trovano il corpo di Marceline esanime. Dopo essere stata coinvolta nell'ennesima imboscata da parte di un nemico che non conosce, la regina dei vampiri deciderà di dire la verità ai due amici e di chiedere il loro aiuto nonostante il suo smisurato orgoglio.
La decisione più saggia per la salvezza della ragazza sarà quella di farla rimanere ad abitare con loro. Ma quando l'amicizia che lega l'avventuriero e la vampira inizia ad intensificarsi -sconvolgendo la vita di entrambi-, cosa accadrà?
Estratto prologo.
Finn la vide deperita, come se non avesse mangiato per giorni. Effettivamente, si ritrovò a riflettere, non la vedeva da mesi, ma non si era neppure posto il problema di preoccuparsi per la ragazza. Lei infondo era uno spirito libero: poteva sparire anche per anni e poi ritornare come se nulla fosse mai accaduto. Quella volta, invece, qualcosa era accaduto eccome.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn, Jake, Marceline, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13-




[Un messaggio dal Regno di Fuoco]















Uno sfrigolio interruppe improvvisamente il silenzio che regnava nell'ampia sala del castello, quella che Re Ghiaccio diceva essere il proprio studio. Era quasi l'alba e le poche luci che permettevano all'uomo di vedersi attorno, scaturivano dalle numerose lanterne che, nel corso della propria lunga vita, aveva sistemato negli infiniti antri ed angoli della reggia. 
Si voltò interessato verso l'ampio scrittoio in ghiaccio. Lo scrutò qualche istante sino a che, sopra esso, non notò spiccare un foglietto, piccolo ed annerito, avvolto dalle fiamme. Sussultò leggermente, per poi farsi avanti. Riconobbe immediatamente il metodo di comunicazione tipico del Regno di Fuoco. Una volta accostatosi alla scrivania, afferrò titubante il foglietto. Nonostante le mani pressocchè congelate, le fiammette che divampavano dalla carta lo bruciarono.
"Ahi! Paccheretti!" non potè evitare di esclamare, il tipico tono di voce particolarmente acuto. Lasciò nuovamente andare il messaggio e, con un veloce incantesimo, ne congelò le fiamme. A quel punto, potè afferrarlo in tutta sicurezza. Vi fece scorrere lo sguardo più e più volte; ciò che venivano riportate non erano affatto buone notizie.

















La voce -le grida- di Re Ghiaccio si stavano propagando in ogni ala del castello. Lo stregone correva come un folle alla ricerca delle stanze dei propri amici, deciso ad informarli al più presto di ciò che era appena accaduto. Dall'esterno poteva, ogni pochi minuti, udire gli schiamazzi di Stormo. Era  come se quell'ultimo fosse stato in grado di percepire la distruzione che la propria sorella-mostro -Goliad- stava seminando.
Inciampando più e più volte nella propria vestaglia blu, lo stregone raggiunse prima la stanza di Jake. Bussò sulla porta con furia, gridando ed esortandolo a svegliarsi. Non appena riuscì nella propria impresta, pensò a svegliare Abracadaniel, poi Maggiormenta. Una volta giunto di fronte la camera di Finn, andò avanti con la medesima procedura -i pugni che battevano con forza contro la porta in ghiaccio, e le grida di avvertimento-. Non passarono che pochi attimi affinchè l'avventuriero accorresse ad aprire la porta; era a torso nudo, ma aveva fatto in tempo ad inforcare la propria spada. Si doveva essere mosso in fretta, dedusse lo stregone, notando il ragazzino con il fiato affannato. Gli sorrise divertito, per poi prendere parola.
"Oh, Finn. Non ti servirà una spada." lo tranquillizzò "Sto svegliando tutti perchè mi è arrivato un messaggio molto importante! Va in salotto con gli altri, mentre io sveglio Marceline."
L'umano deglutì a vuoto, impallidendo visibilmente. Lo stregone si stava già incamminando verso l'ultima porta, quando la mano del biondo si posò con pesantezza sulla sua spalla.
"Non ti preoccupare! La sveglio io!" tentò di dire, decisamente troppo imbarazzato di fronte la possibilità di dire la verità. Non poteva certo fermarlo, guardarlo negli occhi, e dire 'Non preoccuparti; stavo dormendo con Marcy mezza nuda vicino a me, quindi faccio io'. Infondo, da ciò che gli aveva detto la vampira, tra lei e Re Ghiaccio c'era sempre stato una sorta di rapporto padre-figlia, e Finn non voleva assolutamente che la parte paterna dello stregone se la prendesse con lui, accusandolo di avere magari profanato la propria bambina di mille anni. Eh no, non era il caso.
"Ma non preoccuparti, Finn! Tu vestiti e va' dagli altri!" si limitò a dire Re Ghiaccio, il viso sorridente e gli occhi socchiusi. L'avventuriero sospirò, concentrato come non mai sulla migliore scusa che potesse inventare.
"M-Ma come Re Ghiaccio..." insistette palesemente in difficoltà "Non sai che gli amici fanno così?"
Il volto dell'uomo si fece improvvisamente interessato, accesosi di curiosità udendo la parola 'amici'. Mosse un paio di passi avanti, ma il biondo si spostò in modo tale che all'altro fosse impossibile vedere anche solo un accenno della stanza all'interno.
"Davvero?"
"Certo! Perchè noi siamo amici!" incalzò quindi Finn, certo di avere trovato il modo per convincerlo. E così fu, in quanto l'uomo, dopo una scrollata di spalle ed un ennesimo sorriso, si allontanò, lasciando all'avventuriero il compito di occuparsi della vampira mora. Con un sospiro di sollievo, il giovane si richiuse la porta alle spalle.

"E' stato incredibilmente esilarante!" l'esclamazione di Marceline, rotta alle volte da un singhiozzo dovuto alla risata che forte le stava risalendo dalla gola, fece alzare lo sguardo al ragazzo. La regina dei vampiri si era rivestita, ed ora indossava nuovamente la propria canotta grigia, ed i suoi jeans preferiti. Finn le lanciò un'occhiata spossata.
"Per te sicuramente!" disse poi, lasciandosi andare contro la porta chiusa. La mora lo raggiunse, porgendogli la maglietta. Lui la afferrò, per poi infilarsela in pochi gesti veloci.
"Hai esagerato, Finn. Non ricordi che posso diventare invisibile?" lo stuzzicò divertita, dissolvendosi lentamente di fronte i suoi occhi imbarazzati "Sai, no? Poteri da vampiro." disse, prima di riapparire in aria, esattamente contro il soffitto alto ed irraggiungibile. L'umano si passò una mano tra i capelli.
"Non me lo ricordavo... Cioè, Re Ghiaccio mi ha messo agitazione." spiegò quindi il biondo, alzandosi in piedi ed aprendo nuovamente la porta. Dovevano raggiungere Simon, si ricordò. A quanto pare aveva ricevuto un messaggio, ed era interessato di conoscerne il contenuto. Sperava solo che non si trattasse di qualcosa su Gunter.
Marceline rise, raggiungendo il ragazzo in un battito d'ali "Simon che fa agitare qualcuno?" domandò poi, palesemente retorica "Non penso sia possibile."
Stavano camminando attraverso i corridoi freddi del castello, ed i loro passi riecheggiavano soli sulle pareti brillanti. Marceline si avvicinò a Finn, afferrandogli la mano e stringendola nella propria. Il ragazzo cercò di mantenere la calma, cercò di non farle notare quanto un gesto del genere potesse farlo sentire speciale. Lei, però, lo notò eccome. Sentiva il sangue del ragazzo muoversi in modo febbrile dentro di lui, ed il cuore batteva contro la sua cassa toracica con una furia incredibile. I suoi sensi di vampiro la rendevano in grado di percepire questo e molto altro.
Con una mossa veloce lo superò. Gli afferrò anche l'altra mano e, senza dire nulla, premette le proprie labbra contro quelle di lui. Lo sentì irrigidirsi sorpreso qualche istante ma, non appena la sorpresa scomparve, le rispose con fervore. Ormai, constatò con soddisfazione la vampira, Finn era diventato bravo a baciare. La sua lingua cercava con curiosità quasi morbosa quella di lei e, pur di trovarla, le stuzzicava in modo assurdamente prelibato le labbra, mordendogliele leggermente e leccandogliele con dolcezza.
Allungò le proprie piccole mani sui capelli di lui e vi si aggrappò. Le piacevano, si disse. Erano morbidi e color dell'oro, come un mare meravigliosamente pregiato. Lo sentì portare le proprie mani sui suoi fianchi snelli e Marceline, semplicemente, fremette. Adorava Finn; lo adorava nella sua folle ricerca dell'avventura, nel suo romanticismo pressocchè nullo e mai stucchevole, nella sua ingenuità, ed anche nella sua mancanza di essa.
Si allontanarono dopo momenti infiniti, guardandosi negli occhi con bruciante amore e follia. Poi la ragazza parlò.
"Forse dovremmo andare..." lo esortò in un sussurro. Il biondo annuì, incapace di parlare, completamente senza fiato. La guardò ancora alcuni secondi, le diede un ultimo lieve bacio a fior di labbra, e poi riprese a camminare verso la sala. La vampira lo seguì silenziosamente.


















"Poche ore fa ho ricevuto un messaggio proveniente dal Regno di Fuoco." esordì lo stregone. Erano tutti presenti, e la voce dell'uomo -per quanto acuta- troneggiava allarmata sulle altre. Jake, non potendo evitarlo, lanciò un'occhiata a Finn. L'avventuriero, infondo, era pur sempre stato con la principessa Fiamma e, nonostante quest'ultima non alloggiasse più nel proprio regno, lì viveva il padre.
"Si tratta di un messaggio di aiuto! A quanto pare, il nostro nemico, Goliad, ha attaccato anche quel regno." spiegò con novia professionalità e maturità l'uomo. Immediatamente, il silenzio prese pieno possesso della stanza. Quella non era una buona notizia, per nulla. Il fatto che quel mostro avesse attaccato una nuova terra, poteva significare che la sua fame di potere non avesse intenzione di arrestarsi.
Fra i tanti, Finn si fece avanti "Un messaggio d'aiuto? Perchè a te?"
"Ogni volta che una corte viene attaccata, essa manda un messaggio ad ogni regno. E' una richiesta d'aiuto ma, nel caso in cui questo evento accadesse più volte in un determinato periodo di tempo, anche un avvertimento." a rispondere ara stato Maggiormenta, la faccia colma di ovvietà. Dopo avere lavorato per tanti anni per la reggia di Dolcelandia, conosceva  a memoria prassi del genere. Lo stregone annuì semplicemente.
"Pensate che si tratti di fame di potere o-" "Secondo me ha un piano." intervenne Finn, interrompendo la voce di Jake. Marceline assottigliò lo sguardo incuriosita.
"Un piano?" domandò dunque la mora. La voce era tesa, il viso una maschera di allarmismi e timori. Un dubbio era pericolosamente rinato nella sua mente, un problema che le affliggeva il cervello da quanto quella folle missione era iniziata. L'umano annuì.
"Penso che la Nottesfera sia sufficiente per lei... Infondo è uno dei regni più potenti." spiegò il ragazzo "Perciò deve esserci un altro motivo per cui ha attaccato il regno di Fuoco."
La vampira deglutì a vuoto "Tipo un nemico? Un... Conto in sospeso?"
Jake le lanciò un'occhiata decisa "A cosa stai pensando, Marcy?"
La ragazza sospirò pesantemente, abbassando lo sguardo sul pavimento in ghiaccio freddo e sentendosi improvvisamente priva di forze "Mio padre." rivelò quindi "Mio padre e Re Fiamma sono in buoni rapporti, ed è possibile che Hunson sia andato nel Regno di Fuoco per chiedere protezione. Goliad potrebbe averlo scoperto..."
Finn aveva sentito tante storie. Storie che parlavano di vampiri e che, se scossi dal dolore, ridotti al pianto, facevano scendere dai loro occhi antichi e profondi lacrime di sangue, color vermiglio e dense in modo disgustoso. Eppure, constatò il biondo con un tuffo al cuore, mentre Marcy singhiozzava, la sola cosa che vedeva solcarle le guance era dolore. Un dolore ridotto a lacrime chiare, trasparenti e salate. Esattamente come le sue.
Le si accostò lentamente, la cinse tra le braccia e, cullandola come si trattasse di una bambina senza più protezione, le mormorò all'orecchio "Andrà tutto bene, lo salveremo. Andremo nel Regno di Fuoco e salveremo tuo padre."
La sentì abbandonarsi a lui, il peso praticamente nullo, e le mani sottili premute contro il petto del ragazzo. Lui sorrise imprecettibilmente, rinforzando la presa con cui la teneva.
"E' una promessa."
















E così Jake aveva rintracciato Flambo -amico conosciuto anni prima- e, dopo avere chiesto lui un piccolo aiuto per riuscire ad entrare nel Regno di Fuoco, erano tutti -il cane, Finn, Marcy, Simon, Gunter, Maggiormenta, Abracadaniel- riusciti a farsi avanti, raminghi all'interno di quelle valli di lava e cenere.













 
  
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