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Autore: flatwhat    06/10/2014    0 recensioni
Raccolta di OS sul Les Miserables scritte in occasione della Notte Bianca #16 di maridichallenge. Varie ship slash. Canon Era.
1. Grantaire/Enjolras; un gioco di sussurri.
2. Bahorel/Feuilly, OC; un tizio qualunque insulta Feuilly.
3. Combeferre/Prouvaire; i due vanno a passeggiare sotto la neve.
4. Javert/Valjean; una dichiarazione d'amore sembra qualcosa di molto difficile.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Enjolras, Grantaire, Javert, Jean Valjean
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il prompt era "I Miserabili; CombeferreJehan; passeggiando mano nella mano sotto la neve".
Ho reso la storia più triste di quanto sarebbe dovuta essere.



L’aria della sera era fredda e i fiocchi di neve che cadevano sui pochi centimetri di pelle scoperti lo erano ancora di più. Facevano venire voglia di coprirsi l’intera faccia con la sciarpa.

Combeferre, le mani sotto le ascelle, osservava le nuvolette che si formavano mentre respirava. Non era un tipo a cui il freddo piacesse particolarmente.
Il suo ragazzo, Jehan Prouvaire, pareva dell’opinione opposta. Aveva un sorriso enorme a sostituire il suo temperamento solitamente malinconico e Combeferre non voleva certo far sparire quel sorriso, ma…
“Senti, Jehan, so che ti ho promesso che stasera saremmo usciti insieme..:”.
“Sì, hai anche messo da parte i tuoi studi, stasera”, il sorriso di Jehan non cedeva, anzi, sembrava quasi che stesse cercando di stuzzicarlo.
“La verità, Jehan, è che trovo che ci sia un po’ troppo freddo, stasera. Forse faremmo meglio a stare dentro”, disse Combeferre, temendo la reazione di Jehan.
Ma Jehan gli offrì una mano.
“Ti riscaldo io”.
Combeferre, a piccoli passi e tenendo sempre le mani sotto le ascelle, si avvicinò a lui.
“Va bene”, disse, ridendo. “Proviamo”.
Jehan gli sorrise ancora, poi alzò lo sguardo verso il cielo.
“Trovo che possa essere molto suggestivo, quando nevica. E poi, non è nemmeno troppo forte. Però, non andiamo troppo lontano, in caso tu voglia tornare a casa”.

Alla fin fine, Combeferre doveva ammetterlo, passeggiare stando mano nella mano con Jehan, e occasionalmente stretto a lui, era piacevole nonostante il freddo. Anzi, Combeferre lo sentiva anche di meno, adesso.
Mentre passeggiavano, osservavano la città addormentata. L’ora era tarda e non c’era molta gente in giro a prendere il freddo come loro.
Solo Jehan Prouvaire poteva avere quelle idee, pensò Combeferre, ridacchiando.
O almeno, fu quello che pensò finché non svoltarono un angolo e videro la miseria di fronte a loro.
Vecchi vestiti di stracci, bambini che si stringevano le braccia intorpidite attorno al corpo, gente che si cercava un riparo ovunque, riparo che non era abbastanza.
Queste figure erano ombre nella notte, nascoste più che potevano, ma la loro triste presenza era avvertibili nei mormorii, quando non li si vedeva direttamente a una distanza ravvicinata, prima che, correndo, non sparissero di nuovo nelle tenebre, alla ricerca di un nuovo riparo.
Combeferre e Jehan Prouvaire osservarono tutto ciò con il cuore pesante. 
Il freddo si stava lentamente riappropriando di Combeferre, quando ad un tratto, Jehan si fermò.
“Al prossimo bambino che vedo, gli do il mio cappotto”.
Combeferre gli strinse un braccio.
“Non esagerare”, gli disse in un soffio. Anche se capiva il sentimento, e immaginava che Jehan lo stesse provando con intensità maggiore, data la sua indole.
“Non devi rischiare tu stesso di morire di freddo per salvare una persona. Se dovesse succedere, di che aiuto saresti?”.
Jehan Prouvaire annuì, tristemente.
“Hai ragione. Non è ancora il momento di mettere la mia vita in pericolo”, sussurrò con una glacialità che fece accapponare la pelle a Combeferre più di quanto potesse la neve.
Jehan si voltò poi verso di lui, angosciato.
“Torniamo a casa”, disse con un sospiro. “C’è davvero troppo freddo, ora”.
Combeferre annuì.
“Però possiamo fare una cosa”, aggiunse. “Se incontriamo qualcun altro, possiamo dargli almeno un po’ di denaro. E domani, potremmo prendere i vestiti che non ci servono più e…”.
Jehan Prouvaire gli offrì un malinconico sorriso.
“Speriamo che domani faccia meno freddo”, disse.
  
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