Sono
ormai due mesi che stiamo assieme e ho deciso di presentarlo ai miei,
ai quali
ho solo parlato di lui.
Non
sono felicissimi che esca con uno più grande, anche se
è solo di un anno, per
fortuna mi hanno promesso che non gli faranno il terzo grado e che
saranno
gentili.
Papà
si è messo addirittura la cravatta, che di solito usa per
andare al lavoro…
Suona
il campanello e lui è perfetto come sempre.
Jeans
chiari, per fortuna non bassi, i miei detestano che si vedano le
mutande, e una
maglia bianca di Calvin Klein. E’ perfetto.
“Mamma,
papà lui è Paolo” dico
loro, lui stringi
le mani a entrambi limitandosi con un “piacere
Paolo”.
“Paolo
loro sono mamma e papà” anche loro si limitano al
“piacere”.
Ci
spostiamo in cucina dove incominciamo a chiacchierare amabilmente.
“diteci
dove vi siete conosciuti?” oh merda, questa domanda non
dovevano farla.
“Una
sera io stavo passando dalla piazza e ci siamo scontrati, il giorno
dopo ci
siamo incontrati ed è scattata la
scintilla…” ecco perché lo adoro, io mi
limito ad annuire perché non sono brava a dire bugie.
Per
tutto il pomeriggio Paolo e gentile e lo sono anche i miei, loro fanno
domande
lui risponde con calma…
Si
vede che mia madre incomincia ad avere un debole per lui, ma non so mio
padre,
lui sa nascondere bene i suoi giudizi.
Dopo
un paio d’ore Paolo va via e lo accompagniamo tutti e tre
alla porta.
“Angela
perché non lo accompagni giù?” sbaglio
o è stata la voce di mio padre a
parlare? Non voglio fargli cambiare idea e mi defilo giù per
le scale
Scendiamo
a piedi così da poter parlare un po’.
“Sono
simpatici i tuoi… tua madre ti assomiglia per tutto, tranne
per il colore dei
capelli”,
“già,
a mia madre piaci molto si è capito subito, a mio padre non
so, ma sicuramente
gli vai a genio”,
“ne
sono felice” dice abbracciandomi, il mio cuore si scioglie,
è così tenero!!!
Arrivati al portone mi assicuro che non ci sano occhi indiscreti e mi
lascio
trasportare in un lungo bacio.
“E’
ora del verdetto!” dico allontanandomi “ti dico
com’è andata via sms!”.
Fa
segno di si con la testa mi saluta e si allontana.
Prendo
l’ascensore e salgo fino al quinto piano.
Mio
padre mi sta aspettando sulla porta.
“E’
simpatico Paolo” mi dice “una brava
persona”,
“già”,
“senti
Angela, non voglio starti a fare il classico discorso
sull’educazione sessuale,
visto che non so a che punto siete, insomma, hai capito, ti dico solo
di stare
attenta”,
“certo
papà” e lo abbraccio.
E’
andata bene.
Questo
week and Paolo sarà fuori città, e allora ho
deciso di vedermi con le mie
amiche, visto che ultimamente non le ho filate molto.
Appena
arrivate fanno il broncio.
“Dai
ragazze cosa avete?” dico strappando quasi il braccio alla
Camy.
“Cosa
abbiamo? Da quando esci con quel… Paolo non esci
più con noi, sembra che non
t’importi più nulla di noi” mi sento
ferita “ma dai ragazze sapete che voi
siete le mie migliori amiche!” dico guardandole tutte e 5
negli occhi.
Per
fortuna si risolve tutto e subito con un lungo abbraccio.
“Ma visto che
è così speciale questo tipo
dobbiamo conoscerlo, sai per dirti se sei pazza oppure no e anche per
dirti lui
cosa pensa… se è serio oppure
no…” dice Francesca.
“Certo,
settimana prossima conoscerete la perfezione fatta a
persona!” dico sorridendo.
E
anche questo giorno è arrivato, ci incontriamo ad un bar,
anche questa volta
Paolo non si fa aspettare e dopo pochi minuti che siamo arrivate
è li assieme a
noi.
“Ehi
ragazze è lui” dico ancora prima che attraversi la
strada.
“Che
bono!” si lascia scappare Lucia.
Arriva
tutto sorridente, io mi alzo per stampargli un bacio.
“Allora
Paolo loro sono le mia amiche: Camilla, Giorgia, Alessandra, Lucia e
Francesca”,
“ragazze
lui è Paolo”, “ciao” dicono in
coro come delle sceme.
Ci
sediamo e ordiniamo tutti una cioccolata, ormai è novembre
inoltrato e fa un
freddo cane.
“Allora
Paolo” inizia la Camy “dove vai a scuola?”
“liceo
classico, sto facendo l’ultimo anno”,
“quanti
anni hai?”
“19”,
“dove
vivi?”,
“in
una traversa di Corso Sempione”
Accidenti,
e io che avevo paura che i miei facessero il terzo grado! Queste qui
sono dei
veri e propri detective… a turno fanno una domanda, e lui,
sempre gentile
risponde, anche quando fecero domande che neanche io gli avevo fatto
tipo:
“a
che anni hai dato il primo bacio, con la lingua
ovviamente…”
“a
14”,
“come
si chiamava la ragazza e in che situazione?”
“beh,
si chiamava Rachele ed era estate… non mi ricordo
altro”.
Per
fortuna evitarono domande tipo queste però con argomenti
sessuali…
Alla
fine del terzo grado, fece lui delle domande alle mie amiche, tipo:
“che scuola
fai?”, “dove vivi?” o “hai
sempre vissuto qui a Milano?”.
Quella
sera sarebbe toccata a me, infatti
mi
avrebbe presentato sua madre a cena e i suoi amici dopo.
Prima
di uscire di nuovo passai da casa, mi feci la doccia e scelsi i vestiti
con
cura, non volevo passare per sciatta, sia che con la madre che con gli
amici.
Andammo
a casa sua che è piccola ma graziosa.
Paolo
vive con la madre, perché il padre è a Roma per
due anni per lavoro.
La
madre, Grazziella, è una donna minuta, ma molto attiva, si
vede che ci tiene
molto al figlio.
Per
cena ci ha preparato una pasta con sugo e per secondo un piatto
tradizionale
pugliese, infatti, sia lei che il marito vivevano a Trani fino a due
anni prima
della nascita di Paolo.
Parlammo
del più e del meno, questa volta fui io a raccontare la
balla dello “scontro in
piazza”.
Ma
la parte che mi preoccupava di più doveva ancora arrivare,
gli amici dei
ragazzi possono essere dei grandissimi stronzi, possono trasformare il
tuo
ragazzo in una persona irriconoscibile…
L’appuntamento
era, come sempre, in piazza.
Arrivammo
con un grande anticipo e così ci sedemmo sulla panchina, era
già buio e
riuscimmo a vedere un paio di stelle.
Poi
incominciammo a baciarci, ma un fastidioso fischio ci fece staccare, da
lontano
arrivava una compagnia, era molto numerosa.
Erano
in tutto 10 e c’erano anche diverse ragazze.
Mi
venne un colpo al cuore quando fra di essi vidi la tipa che avevo visto
con
Luca e Luca stesso.
Anche
lui mi riconobbe e rallentò un po’ il passo, per
poi far cercare di sembrare
tutto tranquillo.
“Wee
ragazzi!” salutò Paolo.
“Lei
è Angela!”,
“Angela
loro son: Andrea, Silvia, Cecilia con il suo ragazzo Luca, che si
è unito da
poco alla compagnia, Claudio, Nicola, Mattia, Melissa, Marco e
Guido” anche
loro come le mie amiche mi salutarono con un coro di
“ciao!”.
Alla
fine erano simpatici, ero sempre in imbarazzo per Luca e infatti
cercavo di
stargli lontano il più possibile e lui faceva lo stesso.
Cominciai
a chiacchierare con Silvia, una ragazza molto simpatica, non bellissima
ma
simpatica.
Quella
di nome Melissa non mi si avvicinò neanche per presentarsi,
stava lontana e
sembrava guardarmi male.
Anche
Silvia se ne accorse e si affrettò a spiegare:
“scusala, ma è gelosa, non
dovrei dirlo ma sono stati assieme lei e Paolo, poi lui l’ha
lasciata, non si
sa perché e lei non l’ha ancora superata, sai
entrambi hanno avuto la prima
volta l’uno con l’altra…” mi
sentii sbiancare, sapevo che era stupido, insomma,
non centrava nulla nel nostro rapporto ma… boh, mi
turbò comunque…
Per
fortuna a tirarmi fuori da quel pasticcio arrivarono le mie amiche.
Così
cominciammo a chiacchierare tutti assieme.
Scoprii
che gli amici di Paolo erano molto simpatici, soprattutto, Mattia, il
classico
burlone del gruppo e grazie a lui mi ritrovai a ridere a crepa pelle.
Notai,
pure, che sembrava
aver puntato la mia
amica Lucia e che lei sembrava apprezzarlo, infatti, dopo un
po’, lui le si
avvicinò e scomparirono, per poi tornare quasi
un’ora dopo.
Ormai
era tardi e dovevo andare, Paolo mi accompagnò, fino a casa
parlammo a lungo ma
poi… beh potete immaginare, visto che i miei erano ancora
fuori città…
Scusate
x l’enorme ritardo ma ho davvero pochissimo tempo, fra la
scuola e tutto il resto!!! Grazie x le recensioni e x avermi aggiunto
fra i
preferiti…
Bax
Kay^^