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Autore: x_Heart Attack_x    06/10/2014    2 recensioni
"Ma guarda guarda. Pensavo che solo nei film ci si ritrovassero ragazze sconosciute nel letto, con una scatola di preservativi in mano... "
Morgana ci mette qualche secondo a recepire il messaggio, troppo presa ad ammir... osservare il ragazzo che ha di fronte. Alto, fisico muscoloso sottolineato dalla maglietta volutamente aderente, un sorriso da far invidia alla Mentadent; capelli biondi-occhi verdi è il connubio che però le fa fare due più due: la famiglia di Francesco non è molto variegata da questo punto di vista. E se Luca, Elisa e Francesco li ha ben presenti... quello lì davanti non può che essere l'unico della famiglia Petrelli che Morgana non conosce, alias... il proprietario della camera. E del letto. Ah, e della scatola di preservativi XXL che Morgana stringe in una mano.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Scusate la mia lunga assenza, ma l'esame di Diritto Pubblico mi sta facendo penare. Ho questo breve capitolo pronto da settimane, ma non ho avuto tempo né di ricontrollarlo né di allungarlo come avrei voluto fare. Però non ho voglia di attendere oltre, quindi mi scuso in anticipo per la brevità del capitolo e soprattutto per la scarsità di contenuto.

 

Di madri degeneri

 

«Donna, io non ci vado.»
«Oh sì che ci andrai, signorina.»
«Non puoi farmi questo, sei una madre degenere!»
«O mi ridai i soldi di tutto l’anno oppure sei costretta ad andare.»
«Tutto l’anno? Madre, io ho pagato solo un mese!» Morgana è sconvolta, non credeva fosse così complesso spiegare a sua madre che no, in quella palestra non metterà mai più piede. Specie se il piede è quello destro, che pulsa dolorosamente dal giorno prima.
«Certo. Tu hai pagato solo un mese. Io ho pagato tutto l’anno.»
«Cosa, cosa, cosa? Cosa hai fatto tu? E perché?» la sua bocca è così aperta che non si sorprenderebbe se le cascasse la mandibola da un momento all’altro.
«Perché ti conosco. Inizi sempre tutta entusiasta e poi dopo nemmeno un giorno cambi idea. E’ ora che tu inizi ad essere più matura. Decidi di fare una cosa? Bene, portala a compimento. » Ora anche sua madre pensa che lei sia un’immatura. Cos’avrà mai fatto di male nella vita, non lo sa. In fin dei conti è sempre andata bene a scuola, non ha ancora eliminato fisicamente suo fratello minore Eric La Piaga (non che non ci abbia provato, in realtà), ogni domenica va a trovare la zia Agnese (beh, sarebbe difficile vivere senza i cinquanta euro settimanali che la zia le allunga in segreto) e per di più ogni sera porta Paguro l’Alano a passeggio. O forse è Paguro che porta lei a passeggio, date le dimensioni del cane, ma a lei va più che bene, dato che può fumare con il favore delle tenebre, senza che i suoi genitori la scoprano. Perché sì, a vent’anni ha ancora paura del giudizio di suo padre se scoprisse che la sua adorata figlia fuma. E lei non ci tiene né a deludere il padre né a causare un infarto prematuro alla sua dolce mammina. «Cicciabomba, almeno dimagrisci!» ecco, come non detto. La Piaga ha deciso di mettere fine alla sua breve vita durata solo dodici anni.
«Ringrazia una divinità a scelta che non posso muovermi o la tua testa adesso era tra il water e la tavoletta, mostro puzzolente!» gli urla contro, comodamente spaparanzata sul divano. Lui per tutta risposta le tira addosso una zucchina (una zucchina?) e scappa via ridendo. Paguro salta sul divano, causando un’onda d’urto abbastanza notevole e le si accascia addosso, con tutti i suoi millemila chili. Perché Paguro, oltre ad essere un alano di dimensioni spropositate, è anche uno dei pochi alani al mondo decisamente sovrappeso. Cercando di venir fuori dalla montagna di cane da cui è sommersa, Morgana prova ancora a far ragionare la madre.

«Donna, ti prego! Vuoi vedere la tua figlia preferita morta? Oppure vuoi che cada in depressione? Vuoi che torni a casa senza una gamba?» e fa gli occhi dolci.
«Morgana, non attacca. Tu andrai in quella palestra, perché io ho pagato e non intendo buttare via i miei soldi perché ho una figlia irresponsabile. E poi quando sono andata a pagare la rata ho conosciuto il personal trainer! Tesoro, non ti immagini che gnoc… coff, bel ragazzo!» L’immagine di sua madre che si siede di fronte a quella scrivania, che parla con quel personal trainer le dà i brividi ed è così scioccata da non trovare più alcun appiglio per far ragionare la sua crudele madre. Troverà un modo per aggirare la situazione, oh sì! “Palestra, non mi avrai!” E già sta pensando a tutte le ore che dovrà riempire in qualche modo, fingendo di essere in palestra, che la madre interrompe bruscamente le sue fantasie: «Tesoro, spegni il cervello. Hai presente Anita, la signora bionda che lavora al bar davanti la palestra? Quella che sa tutto di tutti, che sa a che ora passa chiunque, con chi e perché? Ecco. Non c’è bisogno che io aggiunga altro.» E Morgana può considerarsi definitivamente fottuta.


David è soddisfatto. Si è allenato, ha usufruito dei servigi di Carolina – perché oggi è sabato, e il sabato può contare sempre su Carolina – e ora se ne sta rilassato nel suo studio all’interno della palestra. Il suo lavoro è fantastico: viene pagato per allenare il suo fisico – già fantastico di suo – e per scopare: cosa c’è di meglio nella vita? Certo, ogni tanto si fa vedere in sala pesi per correggere i pivellini che cercano di fare i fighi alzando il doppio del loro peso – e quindi cinquanta chili – oppure per correggere qualche posizione a qualche (bella) ragazza. Ma d’altronde nessuno si lamenta della sua poca attenzione: i ragazzi lo ammirano, le ragazze sono troppo impegnate a sbavargli dietro. Oscar, il proprietario della palestra, la ha praticamente affidata a lui e ciò che conta sono solo le entrate. E le entrate ci sono, e anche tante, quindi non si preoccupa minimamente di cosa succede nella sua palestra.

Decide di farsi una doccia e di darsi una sistemata. Quella sera uscirà con Simone e chissà, magari rimedieranno qualche bella bionda con cui passare la serata. Pensare alle ragazze, porta la sua mente a rivangare il giorno prima, quando, ancora una volta, ha incontrato la ragazzina dai capelli rossi. E' un danno ambulante, ormai ne è certo. Sbuffa, anche se un po' gli viene da sorridere al pensiero delle guance della rossa, imporporate dall'imbarazzo e alla conseguente fuga di lei dalla palestra. Saltellando su un piede solo, si era avventata sulla porta, farneticando frasi scollegate come «Mai più!» « addio per sempre» « kebab». Strano che non si sia sfracellata sulla porta, pensa Simone, sorridendo ancora. Alla fin fine quella ragazza potrebbe essere un passatempo divertente, e chissà, magari una sera di quelle può fare in modo di rincontrarla. 

  
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