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Autore: AlexisFF    06/10/2014    2 recensioni
Alexis Evans è si è appena trasferita con la madre in una piccola cittadina americana.
Alexis è più timida, scontrosa, acida, sola, derisa dalle persone.
Si sente un mostro.
Ma alla fine, anche i mostri possono innamorarsi.
-
E' la mia prima storia, spero vi piaccia! (:
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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I Capitolo: L'inizio di tutto.

Era il primo giorno di scuola.
Ero terribilmente agitata, nervosa e euforica allo stesso tempo.
«Avanti Alexis, ce la puoi fare. Non è come gli anni precedenti, avanti...» mi ripetevo sicura.
C'era un chiasso madornale, ragazzine del 1°anno che parlavano con le loro amiche, quelle del 2°anno provavano a rimorchiare i ragazzi del 3° e quelli del 3° leggevano l'orario che gli sarebbe toccato per i prossimi nove mesi.
«TRIIIIIIIIIIIIN!». La campanello suonò, e i ragazzi si affrettarono ad entrare in classe.
«IL SECONDO ANNO, QUI'!» gridò a squarciagola una professoressa.
Feci una piccola corsa e mi avvicinai al gruppo dei 2°.
Entrammo in classe e alcuni si sedettero, altri rimasero in piedi per chiaccherare un altro pò.
«Ragazzi, seduti!» esclamò la professoressa.
Appena feci due passi in classe la prof. mi afferrò per il braccio e mi fece rimanere a fianco a lei, davanti alla cattedra.
«Scusi, non mi siedo?» chiesi balbettando.
Lei mi guardò e si mise a ridere, poi si voltò verso quelli che sarebbero stati i miei nuovi compagni di classe.
«Bene, fate silenzio! Come avrete già notato, abbiamo una nuova compagna!»
Tutti si voltarono verso me incuriositi. Diciamoci la verità, nessuno si era accorto di me e della mia presenza in classe. Comunque: ero imbarazzata.
Potevo semplicemente presentarmi dal posto, e invece no.
«Dici come ti chiami e parlaci un pò di te, su.»
«A-Alexis Evans» risposi abbozzando un sorriso.
«Io... ehm... sono felice di trascorrere il nuovo anno in questa scuola così bella!» esclamai entusiasta. Cazzate, non era affatto vero, ma lasciamo perdere.
«Oh, quanto sei carina! Vai a sederti vicino a -indicò il ragazzo- Liam.»
-
La ragazza si avvicinò al banco e sposto con la cartella l'astuccio.
Mi guardò timidamente e poggiò la borsa sul banco, sedendosi.
«Che palle» pensai mentre pasticciavo con la penna la prima pagina del quaderno.
«Ciao!» esclamò lei sorridendo leggermente.
Seriamente, manco fosse carina!
Era di carnagione chiara, aveva gli occhi verde scuro e i capelli erano castano chiaro.
Li aveva raccolti in una specie di coda fatta malissimo, e portava qualche ciocca sul viso e dietro l'orecchio.
Per non parlare di come era vestita: indossava una magliettina blu notte, dei leggins strappati grigi e degli anfibi completamente sporchi neri.
Rimasi a guardarla per qualche secondo e poi ricambiai il saluto facendo una piccola smorfia.
«Allora Alexis, io sono Patricia Sullivan e sarò la tua professoressa di Italiano.
Ora, andando in ordine di bancata, i tuoi compagni ti diranno il loro nome e cognome.»
«Certo» disse annuendo, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro.
«Clark Stevenson»
«Julie Corwell»
«Emma Reeds»
«Patrick Moore»
 ... Passarono cinque minuti e finimmo col mio nome.
«Liam Scott»
«Perfetto, possiamo cominciare la lezione» annunciò la prof.

...
Era solo la prima ora e già la professoressa aveva rotto i coglioni.
Beh, almeno c'era il bagno.
«Ehilà Scott!» gridò dandomi una pacca sulla spalla Jeff.
«Ciao Jeff»
«Allora.. dimmi: mi hanno detto che c'è una nuova ragazza in classe.. com'è? Attraente? Sexy? Come si chiama?»
«Niente di tutto questo, purtroppo.. Si chiama Alexis Evans, ed è troppo strana!»
«In che senso?»
«Non lo so, il modo in cui si veste, si pettina o come parla.. sembra uscita da un manicomio.»
«Ah, che peccato! Con Lydia come va?»
«Tutto ok, per ora.. non la sento da ieri..»
Rimasi altri cinque minuti con Jeff e tornai in classe.
-
Passarono altre due ore e finalmente ci ritrovammo tutti in mensa a mangiare.
Peccato che nel mio tavolo non c'era seduto nessuno a parte, beh, me.
Non era cambiato niente.
Ero rimasta la stessa: la depressa e stramba Alexis Evans.
Mi avvicinai al tavolo femminile della mia classe.
«Ciao, posso sedermi con voi?» chiesi gentilmente.
«Non puoi, si deve sedere con noi un'amica di Julie, mi dispiace»
Tornai al mio tavolo e passarono i minuti.
Intanto vedevo che il posto rimaneva vuoto.
Ci rimasi male, molto male.
Nessuno voleva sedersi vicino a me...
L'unica cosa che potevo fare per alleviare il dolore era piangere, quindi scappai di corsa in bagno e cominciai a piangere silenziosamente seduta sul water.
Afferrai un pezzo di cartaigenica e mi asciugai le lacrime.
Mi lavai il viso e uscii dal bagno.
«Oddio l'avete vista?! Menomale che ci ha creduto... è così stramba.»
Era la voce della ragazza di prima...
«Merda.
Alza gli occhi al cielo, trattieni le lacrime.
Fai un bel respiro e calmati, è solo una brutta giornata, tranquilla.»
Tornammo tutti in classe e ci sedemmo nei rispettivi banchi.
Sopportai un'altra ora di Italiano e finalmente uscii da scuola.

- Spazio autrice
Allora, come vi sembra?

 
   
 
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