BROKEN BOY
Aveva smesso di festeggiare il suo compleanno quando aveva compiuto 9 anni.
Lamy gli aveva cantato “Tanti auguri” porgendogli il suo regalo in un bel pacchettino color ciliegia. Glielo aveva dato con il sorriso sulle labbra e la gioia negli occhi, nonostante avesse appena saputo di aver contratto anche lei la malattia che stava distruggendo la loro splendida città. Forse l’aveva fatto proprio per quello: perché sapeva che, forse, per il suo decimo compleanno lei non ci sarebbe più stata.
Così fu. E da quel momento il 6 ottobre divenne per Trafalgar Law una data come le altre, da odiare più delle altre.
C’era stata una sola eccezione: Corazon era entrato in camera sua a notte inoltrata sapendo bene di trovarlo ancora sveglio, gli aveva messo in grembo un cucciolo di orso polare, gli aveva tirato undici volte le orecchie e gli aveva assestato un forte scappellotto prima di uscire nei corridoi e cadere per tre rampe di scale svegliando così tutta la Family.
Poi di nuovo buio. Fino a quella giornata.
Era arrivato a Zou da due giorni con Mugiwara-ya, ma non aveva ancora rivisto la sua ciurma: aveva dormito per tutto il tempo, esausto per battaglia fisica ed emotiva affrontata a Dressrosa.
La prima cosa che l’aveva colpito al suo risveglio era stato il silenzio: non era normale, specie se nelle vicinanze c’era la banda di Cappello di Paglia.
Si alzò dal letto, aprì la porta della cabina e il caos l’avvolse.
“Buon compleanno capitano!”
“Auguri Torao!”
“Ma ce diavolo…?” Law era spiazzato. Non aveva mai detto a nessuno della sua ciurma quando compisse gli anni. Non ebbe, però, neanche il tempo di pensarci troppo dato che venne letteralmente sommerso dagli abbracci dei suoi compagni e di un appiccicoso Rufy-ya.
Tentò di allontanarli malamente, inutilmente e ogni pacca, ogni stretta che riceveva, incrinava sempre di più la barriera che aveva costruito intorno al suo cuore.
Si stava piegando suo malgrado, ma non voleva cedere. Non doveva, non era giusto. Perché lui era lì e Lamy no. Perché Flevance era distrutta, ma lui perdurava. Perché Corazon era morto affinchè lui potesse continuare a vivere.
E fu in quel momento che li vide: i suo genitori, sua sorella, i bambini dell’oratorio, Cora-sama, tutte le persone che aveva perso lo guardavano sorridenti e lo invitavano ad andare avanti anche senza di loro, in loro memoria.
E Trafalgar Law, il freddo e cinico Chirurgo della Morte, non potè far altro che cadere in ginocchio, ormai spezzato, mentre calde lacrime sgorgavano dai suoi occhi di ghiaccio e flebili grazie uscivano esitanti dalle sue labbra. Ringraziava i vivi, ringraziava i morti, ringraziava un dio in cui non aveva mai creduto per avergli concesso un’altra possibilità per amare la vita.
N.d.a
Sì, so che non ha senso e fa mooooolto schifo, ma volevo omaggiare ugualmente ( e indegnamente) uno dei miei personaggi preferiti nel giorno del suo compleanno, nonostante l’influenza!
Auguri Torao!!!
C.S.