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Autore: __Fire__    07/10/2014    1 recensioni
Il Vecchio Mondo non esiste più. Le guerre l'hanno raso al suolo centinaia e centinaia di anni fa e solamente un piccolo gruppo di Innocenti è sopravvissuto e ha avuto l'arduo compito di ricostruire il mondo per renderlo perfetto.
Nel Nuovo Mondo non esistono azioni come rubare, uccidere, stuprare e persino fare del male è impossibile, questo perchè tutti noi abbiamo un microchip che inibisce queste azioni ed è solo grazie a questo che l'uomo è riuscito a vivere in pace e serenità per molti anni.
Il microchip ci ha dato la pace, inibendo l'indole cattiva e meschina dell'uomo, ma nessuno ama ricordare che il chip ha anche il potere di controllare le nostre menti e renderci bambole del Governo.
Ma il chip ha dei limiti...
Io sono Jean e su di me il microchip non funziona...
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un rumore costante, lento e fastidioso riempiva la mia testa. Sembrava quasi che mi stessero trapanando il cranio per riuscire a tirare fuori informazioni segrete che però non possedevo.
La gola adesso era fresca, respirare era quasi un piacere.
Aprii lentamente gli occhi e cercai di guardarmi intorno. La vista era sfuocata e la testa sembrava galleggiare nell'acqua ricambiandomi così immagini decisamente poco chiare.
Potevo vedere una parete chiara e sopra la mia testa un ventilatore...lenzuola bianche e un letto alto, con delle barriere come se avessero paura che potessi cadere.
Cercai di muovermi, ma subito rimasi senza fiato. Un dolore atroce si diffuse per tutto il corpo immobilizzandomi all'istante.
« Le infermiere hanno detto che è meglio che tu non ti muova »
disse una voce quasi lontana e bassa. Mi guardai intorno e vidi una figura nera avvicinarsi. Non riuscivo a vedere il volto e l'intera figura era poco più di un'ombra
« Blake? Blake sei tu? »
domandai stringendo gli occhi a fessura per cercare di vederci meglio, invano. La figura si fermò di colpo
« Sì, sono io »
rispose con voce più dura rispetto a prima, tornando ad avvicinarsi. Non vedevo niente e sentivo a malapena, non avevo forza negli arti e mi sembrava di essere in piena convalescenza. La figura scura si avvicinò ancora di più fino ad arrivare di fianco al letto e poi mi prese la mano, stringendola con forza
« Dove siamo? »
chiesi, la voce che sembrava uscire ovattata e le corde vocali che facevano uno sforzo enorme a riprodurre qualsiasi suono. Avevo ricordi sfuocati e quello più vivido era il dolore, sordo e profondo, prolungato ed acuto. Ricordavo la disperazione di Blake, i suoi occhi lucidi e poi basta, il vuoto.
« Siamo in ospedale, non stavi bene e ho rischiato di perderti... »
rispose, la voce che sembrava rattristata e la frase fu seguita da un unico singhiozzo così forte da farmi sussultare. Alzai appena un sopracciglio non capendo quello che voleva dire quel singhiozzo così disperato. La mia mente era confusa, non riuscivo a ricucire i tasselli, non riuscivo a ricordare niente
« Perchè piangi? »
chiesi cominciando ad agitarmi. Non capivo perchè ero dolorante, perchè ero rinchiusa in quella stanza e non avevo la minima idea di come ci fossi arrivata, tutto era confuso, indefinito e fragile.
« Niente amore mio »
mormorò lui e poi sentii le sue labbra sulle mie. Le dischiusi appena e chiusi gli occhi lasciandomi andare in quel bacio che aveva qualcosa di sbagliato. Con tutta la forza che avevo sollevai le braccia e le puntai al suo petto, spingendolo via
« Tu non sei Blake... »
dissi spalancando un poco gli occhi e cercando di allontanare la figura, ma le mie mani non raggiunsero nessun corpo, nessuna stoffa. Nella mia mente lentamente cominciarono a formarsi tasselli nuovi che andavano a combaciare perfettamente con quelli vecchi. I serpenti, la disperazione di Blake, i baci verso suo figlio, il tradimento di Josh e poi...
« Rob »
mormorai alzando gli occhi ciechi verso la figura nera che adesso si era un poco allontanata dal letto. Tutto cominciava ad essere chiaro, tutto aveva un senso adesso. Avevo rivelato a Blake di essere incinta e mi ricordavo di lui che mi sollevava e della foresta, dei suoi passi sicuri nel terriccio e delle sue lacrime che cadevano sul mio viso
« Dov'è Blake? Cosa è successo? Perchè sono in ospedale? »
chiesi cominciando ad andare in affanno. Tralasciai il dolore che si diffondeva in tutto il corpo e cerca di alzami dal letto, le braccia che sembravano aver recuperato forza. Non volevo ascoltare la vocina che mi suggeriva quella che probabilmente era la verità.
« Jean, Jean fermati! »
urlò Rob correndo vicino a me posando le mani sulle mie spalle spingendomi verso il letto con forza e delicatezza allo stesso tempo. Sapevo cosa stava succedendo e avevo la chiara idea di cosa era successo prima che mi svegliassi. Volevo allontanarmi da quell'uomo che mi aveva tolto l'unica persona importante della mia vita, lo odiavo
« Così aggravi la tua salute, devi stare a letto per ancora qualche giorno »
disse spingendomi con forza sul letto, lottando contro le mie mani che cercavano di graffiarlo in viso. Non mi interessava quello che mi diceva, non volevo sentire niente, non volevo neanche ascoltare le sue scuse o le sue parole, io non gli credevo e questo era quello che bastava
« Voglio andare da Blake, voglio vederlo »
urlai continuando ad agitarmi, il respiro corto a causa del dolore che sembrava tagliarmi a metà e in quel momento capii il vero motivo per cui mi trovato in ospedale.
La prima volta che Rob mi aveva iniettato il veleno era bastato darmi l'antidoto per farmi stare meglio. Se questa volta ero in ospedale c'era solo un motivo...
Alzai lo sguardo verso la figura che cominciava ad avere contorni e fattezze umane e lo spintonai via con tutta la forza che avevo, facendolo spostare quel tanto per riuscire a toccare il pavimento con i piedi nudi e mi avviai verso la porta. Qualcuno da dietro mi abbracciò e mi strinse
« Mi dispiace...mi dispiace »
sussurrò e a quelle parole caddi a terra portandomi le mani al viso cominciando a piangere. All'inizio non ricordavo, all'inizio non soffrivo, ma non appena la memoria mi era tornata l'ondata di dolore mi aveva investito come un tornado, buttandomi a terra più volte. Rob continuava a stringermi e la sua guancia era posata sulla mia testa mentre le sue mani continuavano ad accarezzarmi dolcemente la schiena.
« Vattene »
dissi tenendo il viso coperto dalle mani, le lacrime che continuavano a scorrere e la sensazione di essere vuota, di non avere più niente. Mi avevano portato via tutto; i miei amici, la mia casa, il mio ragazzo e adesso mio figlio. Non mi rimaneva più niente, perchè rimanere attaccata ad una vita vuota? Perchè vivere se non avevo più nessuno da amare?
« Mi dispiace, non volevo che il bambino ci rimettesse, avevo fatto l'iniezione al collo per dargli qualche ora in più, ma hai aspettato troppo a tornare e così l'hai condannato »
mormorò Rob spostandosi e mettendosi in ginocchio davanti a me. Senza neanche pensare gli tirai uno schiaffo che gli fece girare il volto. Poteva anche uccidermi, non mi interessava più, niente aveva un senso ormai
« Non dire che ti dispiace, non dire che hai provato a tenerlo in vita perchè tu l'hai ucciso...hai ucciso mio figlio e per questo io non ti perdonerò mai »
sussurrai guardandolo dritto negli occhi, la mano posata sul ventre a proteggere quella figura che adesso non esisteva più. Vidi la guancia rossa di quel capo che dava colpe a tutti tranne che a se stesso, vidi i suoi occhi lucidi e poi il buio più totale.
 
Erano passati diversi giorni, tutti uguali, tutti trascorsi sdraiata sul lettino dell'ospedale girata di schiena verso la porta. Rifiutavo il cibo ed erano tre giorni che non bevevo costringendoli a farmi delle flebo che costantemente strappavo dal mio braccio. Solamente dopo sette giorni di prigionia avevo avuto la forza di alzare la veste e guardare la lunga cicatrice al ventre che segnava la fine della vita che non ero riuscita a proteggere. Avevo solamente cominciato da poco a pensare come una madre, solamente da poco avevo cominciato a pensarmi come madre. E adesso tutto quello era un ricordo doloroso.
« Jean... »
era Josh. Era venuto a farmi visita tre volte e tutte e tre le volte aveva cercato di spiegare perchè ci aveva venduto, perchè aveva lasciato che tutto quello accadesse e quello che diceva suonava solamente come un lungo stridio fastidioso nelle mie orecchie. Come poteva veramente pensare che io capissi quello che lui voleva dire? Come poteva pensare che io volessi anche solo ascoltarlo?
« Blake sta bene...Rob ancora non l'ha ucciso, non so cosa stia aspettando, ma non si vede molto, sembra turbato e...distrutto »
aveva detto una volta, la voce bassa. Non lo guardavo in volto, ero girata dall'altra parte a piangere silenziosamente. Ancora non avevo finito le lacrime.
« Non è in splendida forma, ma è vivo e sta bene...ma non te. Stai diventando uno scheletro, hai solamente pelle attaccata addosso e sei pallida, devi mangiare, devi mangiare e bere, riprenderti un poco »
mormorò lui azzardandosi addirittura a toccarmi la testa e fu allora che scoppiai. Mi girai velocemente e gli presi il polso, girandolo con forza, spezzandoglielo. Sentii le sue urla e Josh cercò di liberarsi dalla mia presa facendo qualche passo indietro, ma così mi diede solamente lo spazio per riuscire a scendere dal letto e avere ancora più forza da torcergli contro.
« Io ti odio »
dissi a denti stretti avvicinandomi ancora di più e torcendogli il polso ormai rotto facendolo urlare ancora di più dal dolore
« Tu hai venduto la tua famiglia, hai lasciato che ci facessero tutto ciò che volevano, hai lasciato che mi portassero via tutto nella speranza di avere un'occasione perchè sei un egoista che vuole solo essere felice a discapito degli altri. Io non ti darò mai quello che vuoi Josh. Tu mi hai perso quando hai deciso di stare dalla parte di Rob, quando non hai alzato un dito per salvarmi »
continuai, una mano raggiunse il suo collo e cominciò a stringere con forza e la sua faccia divenne sempre più livida. L'avrei ucciso, sarebbe stato facile e mi avrebbe tolto sicuramente un peso, sarei stata contenta. Continuai a stringere e potevo quasi vederlo lentamente morire quando qualcuno entrò nella stanza buttando giù la porta e mi si avventò contro. La mano perse la presa sul collo di Josh che cominciò a respirare con forza e due uomini lo trascinarono via mentre uno mi teneva bloccate le mani sopra la testa. Avrei riconosciuto quegli occhi ovunque
« Se fossi in te comincerei a non dormire più tranquillamente...Ve la farò pagare a tutti voi, sarò dannata per l'eternità, ma ciò non mi interessa...io voglio solamente ammazzarvi tutti »
sibilai con rabbia avvicinando il mio viso a quello di Rob, gli occhi rossi e segnati da occhiaie adesso erano spaventati
« Torci un capello ad uno dei miei uomini e ti ucciderò io stesso »
mi ricattò con voce bassa e roca, una forza imponente sui miei polsi e sul mio bacino. Mi salì una strana risata dalla gola che non riuscii a fermare e potei vedere la paura aumentare negli occhi del giovane. Lo guardai con una strana sicurezza
« Tu non hai capito... »
mormorai sorridendo guardando il suo volto. Era scavato e pallido, sembrava provato da qualcosa, ma non riuscivo a capire da cosa potesse esserlo. Lui aveva tutto ciò che voleva adesso; aveva l'uomo che aveva tradito suo fratello e aveva la donna che l'aveva ucciso, il suo piano era stato portato a termine, adesso ci aveva entrambe e poteva fare qualsiasi cosa
« ...tu mi hai già ucciso »
   
 
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