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Autore: Light Clary    07/10/2014    4 recensioni
Violetta si è appena trasferita a Buenos Aires e quando comincia a frequentare i ragazzi del luogo, la sua vita cambia. Scopre di essere destinata a salvare la luce e per farlo dovrà ricorrere ai poteri che non sapeva di possedere.
Riuscirà Violetta a sfuggire al potere dell'oscurità che vuole impossessarsi di lei ad ascoltare il suo cuore che le indicherà la strada da percorrere per capire chi amare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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VIOLETTA POV
Dopo avermi trascinata e avermi messo delle manette fredde come il ghiaccio e pesanti come la roccia, giù per una rampa di scale infinita fino ad una porta posta alla fine di un corridoio oscuro come l’intero regno in cui mi trovo, ha aperto codesta sbattendo le ciglia e mi ci ha spinto dentro per poi richiuderla alle sue spalle: - Ci vediamo giovedì carina – la sento sghignazzare e poi continuare a ridere mentre si allontana. Ora mi trovo nella più totale solitudine, al buio, con le braccia doloranti e la paura più grande che avessi mai avuto. Dove sarà Leon? Cosa gli staranno facendo? Ti prego Leon, dimmi che stai bene! Almeno tu! Ormai per me non c’è più scampo. Sono destinata a passare il resto della mia vita nella più totale sofferenza senza te al mio fianco. Ho paura. Paura di ciò che potrei farti. Che potrei fare a tutti. Sono in trappola. Non ho più scampo. Devo abbandonarmi al mio destino. Come avrei dovuto fare fin dal principio. Ho seguito tutti i consigli che mi hai dato tu, gli altri, mia madre e tutte le persone che ho conosciuto nelle tante avventure che abbiamo vissuto insieme. Mia madre mi ha detto che la fiducia è l’unica arma in grado di sconfiggere il male. Ma ormai l’ho persa. Non sono più sicura di vincere questa sfida. Anzi, non sono neanche sicura che continuerà. Ormai per me è finita. Non mi resta che versare le mie ultime lacrime e trascorrere questi ultimi giorni dove sono me stessa, ripensando ai bei giorni in cui ancora speravo in un  lieto fine.
LEON POV
Le corde che ci avvolgevano sono scomparse non appena siamo atterrati in un mucchio di paglia, in un luogo umido e stretto che riconosco perfettamente come una cella. Niente sbarre o finestre. Solo muri di pietra. L’unica luce è una lanterna mezza spenta che penzola dall’alto. Diego è accanto a me e si sta premendo forte la ferita che gli ha inflitto prima Peter. Anche io ho dolore al petto e alla guancia, ma in questo momento ho solo un pensiero: - VIOLETTA!-grido mettendomi in piedi e aspettandomi di vederla lì, con me, nella stessa prigione – VIOLETTA DOVE SEI?
-Non è qui! – dice Diego affannato – L’avranno portata nelle segrete più remote. Noi siamo ancora più in basso.
-DOBBIAMO RAGGIUNGERLA! – continuo a gridare a dare pugni al muro con accompagnamento di calci- NON POSSONO PIETRIFICARLE IL CUORE! NON DEVONO!
-Stai tranquillo. Non succederà prima di giovedì.
-Che bella notizia, pezzo di idiota! – gli ringhio lanciandogli contro un sassolino – Devo portarla via di qui prima che sia troppo tardi – provo allora a concentrarmi. Con tutto me stesso sulla distruzione dei muri. Sul teletrasporto dalla mia ragazza, sull’invocazione di aiuto agli altri. Ma non percepisco nessuna aurea di potere.
-Sono a prova di potere – dice Diego – dovevamo aspettarcelo da parte di Peter!
-NO! NOOO!- continuo a dare pugni da tutte le parti e a strillare come un matto tutto quello che penso – BASTARDI! FATEVI AVANTI! RIDATEMI VIOLETTA, VIGLIACCHI! 
Come se qualcuno avesse ascoltato le mie parole, tutto ad un tratto sento il suolo di pietra tremare e da un angolo fuoriesce da un buco della … melma.
-Ma che diavolo …? – mi chiedo avvicinandomi.
Guardo Diego come per chiedergli se lui sa di cosa si tratta. E non mi sbaglio.
-Oh, No! – sbraita cominciando a indietreggiare fino ad arrivare all’altra parte della cella.
-Che ti prende? – gli chiedo.
-Siamo nei guai!- grida – E’ ROOT IL DEMONE DELLA TERRA!
-COSA? – grido – L’ULTIMO … DEMONE?
-SI’! E NOI NON SIAMO IN GRADO DI DIFENDERCI!
Ora che osservo meglio la melma che è aumentata a dismisura, mi rendo conto che si sta raggruppando come se fossero pezzi di un Lego e cominciano ad alzarsi sempre di più e a ricoprirsi di una sostanza molliccia e marrone. Infine qualcosa al centro si apre mostrano lunghi denti rossi. Non faccio neanche in tempo ad urlare perché la creatura ora completamente plasmata ad un orrendo e gigantesco mostro, mi lancia contro delle piante aguzze che si attorcigliano intorno alla mia caviglia strappandomi i pantaloni e cominciando a pizzicare come serpenti. Riesco a liberarmene e mi sposto vicino Diego sull’altra parte del muro. Provo con tutto me stesso ad usare i miei poteri. Un contrattacco. Ma niente esce dalle mie mani. Il demone che rappresenta il mio elemento ci sta attaccando. E io non posso fare niente per impedire che non ci uccida.
FRANCESCA POV
Quanto vorrei aumentare la velocità sulla mia scopa. Ma siamo costretti a rallentare se non vogliamo attirare l’attenzione delle creature oscure. Non abbiamo tempo per combatterle. Dobbiamo arrivare al castello: - Vedi qualcosa? – mi chiedono gli altri da dietro. Tutto ciò che continuo a scorgere sotto di me sono picchi di colline nere, foreste buie come il tutto che ci avvolge e strapiombi a debita distanza. Le luci mostrano solo questo. Però sento che non siamo lontani. Potremo usare il teletrasporto, ma è una magia che la lega mannara potrebbe rilevare. Ci abbassiamo un po’ di più per verificare se non sia colpa della troppa altezza se ancora non riusciamo a scorgere niente. Sono in ansia. La mia voglia di salvare i miei amici è enorme e non mi permette di concentrarmi. I miei pensieri vanno soltanto a quello che in questo momento Violetta e Leon stanno passando.
-Sono … delle luci quelle laggiù? – sento dire ad Andres. Sta indicando davanti a noi. Stringendo un po’ gli occhi, infatti noto che un bagliore proviene da non molto lontano. Che siano le finestre del castello?
-Forse ci siamo – dico agli altri – tenetevi pronti ad accelerare e a irrompere furiosamente.
-Ricevuto! – dicono gli altri.
Allora senza più timore io e Camilla spingiamo ancora di più i nostri manici volanti in modo da velocizzarle mentre i ragazzi prendono a fare grandi passi per aria. Ma man mano che ci avviciniamo, noto che quelle luci non possono essere scambiate per finestre. Perché sono a mandorla … intense … lampeggiano … come … degli occhi: - Oh, Santo Cielo!! – strillo cominciando a capire – CAMBIAMO ROTTA RAGAZZI! CAMBIAMO ROTTA! – ma è troppo tardi. Un’enorme creatura alza una mano ricoperta interamente di artigli anche sul palmo e sul retro e ci da un violento schiaffo prendendoci tutti in pieno. Io e Camilla non riusciamo più a stare in equilibrio e con gli altri cominciamo a precipitare nella foresta. Riusciamo ad attutire la caduta, ma non a togliere di mezzo la bestia. Che ha tutte le intenzioni di schiacciarci con il suo gigantesco piede. Come moscerini.
VIOLETTA POV
FLASHBACK 1
-Bene Violetta. Ora fai ufficialmente parte dello studio On Beat!
-Oh, Angie sono così felice! E lo devo solo a te. Grazie di tutto!
-Grazie a te che ci emozioni tutte le volte con le tue incredibili capacità.
-Non esagerare. Non mi ritengo più speciale di chiunque altro.
-Forse non lo sai ma sei più speciale di quanto credi.
-Come fai a dirlo?
-Perché lo so! Vieni qui.

FLASHBACK 2
-Uh, allora è vero che ti piace Marco! Almeno un po’!
-Sì lo ammetto. Mi piace … ma allora? Tu piuttosto?
-Io … cosa?
-Ho notato che tu e Leon vi fate il filo troppo spesso!
-Non c’è niente di male. Sono innamorati, Franci.
-Camilla ha ragione. Sono innamoratissima di Leon. E se fosse per me gli dimostrerei il mio amore ogni secondo.
-Si vede che anche lui ricambia i tuoi sentimenti.
-Ma ti dico una cosa, Vilu! Se soltanto prova a farti soffrire anche con un minimo insulto, lo appendo per il collo alla torre del castello!
-Uh, vendicativa la nostra Cami.
-Lo sono con tutti quelli che fanno del male alle mie amiche!
-Oh, ragazze siete grandi!
-Mai quanto lei … sua altezza reale.
-Ahahahaha!

FLASHBACK 3
-Ho paura.
-Di cosa?
-Di cosa ci preserva il futuro. I giorni volano come uccelli e non ho neanche il tempo di pensare che andrà tutto bene.
-Allora facciamolo adesso.
-Cosa?
-Un giuramento.
-Che tipo di giuramento?
-Violetta, io so che insieme possiamo fare tutto. Affrontare anche la più grande delle difficoltà, scavalcare il più enorme burrone del mondo e sconfiggere tutti gli ostacoli che ci vietano di vivere felici. Ma ora voglio farti una promessa, che spero ricambierai. Se mai ti dovessi trovare in difficoltà anche solo con i pensieri, io sarò lì. Se dovessi soffrire o avessi paura di non farcela, ricorda il mio amore per te e la forza che esso può affrontare. Ricordati che ti proteggerò da tutto e da tutti Violetta. Perché non si abbandona mai il proprio tesoro più prezioso e tu sei questo per me.
-Oh … Leon.
-Non piangere.
-… Te lo prometto anch’io! Se mai dovessi finire nei guai. Se ti trovassi in pericolo … io mi batterò contro la più indemoniata tra le creature per venirti a salvare. Perché … ti amo e senza di te … io non sono niente.
-La mia piccola principessa.

FLASHBACK 4
-E’ bellissimo Leon! Come si chiama?
-Questo tipo di magia? Irraggio.
-E’ fantastica!
-Eccome se lo è. Serve ad illuminare la via quando ci troviamo in balia dell’oscurità. Ricorda, non serve nessuna formula magica o pensiero per crearlo. L’irraggio arriverà da te, quando sarà necessario. Non abbandonano mai i cuori puri di lucentezza. Come il tuo amore, mio.
FINE FLASHBACK
Apro gli occhi. Ad essere sincera li socchiudo. Mi aspetto di ritrovare un fantastico sole che albeggia e mi spara negli occhi aprendomi la strada verso un nuovo giorno. Invece buio. Soltanto buio. E mi rendo conto che è non si è trattato di un incubo. È tutto vero.
Le manette che mi stringono i polsi sono fredde come il materiale e aumentano i brividi che mi sono procurata mischiando freddo e paura. Ho la faccia zuppa di lacrime ormai esaurite. Non so quanto tempo è passato. Dopo che Ludmilla mi ha lasciato qui ho preso a singhiozzare fino allo svenimento, dove ho immaginato i bei ricordi di questi ultimi tempi. Angie, i miei amici, Leon. Ho una tale voglia di averli qui accanto a me! Ci sono sempre stati, al mio fianco. E ora io non posso fare niente per loro. Non posso vederli soffrire! Non lo tollererei! Mi è tornata un po’ di grinta. La voglia di continuare ad avere speranze. Per questo riesco a mettermi seduta e tocco la parete ancorami invisibile. Chiudo lentamente gli occhi. Ho già provato a fare qualche incantesimo, ma tutto il mio potere sembra svanito qui dentro. Ma se proprio devo arrendermi, lo farò alla fine. Per questo chiudo gli occhi e rivolgo i miei pensieri ad un solo desiderio: aiutare Leon.
Voglio andarmene da qui. Voglio salvarlo e andarcene insieme. Tornare dai nostri amici. Compiere la cerimonia di giovedì sera. Spezzare la mia maledizione e chiudere per sempre questa storia. Mamma. Se mi stai ascoltando, ovunque tu sia, ti prego di mandarmi un minuscolo aiuto. Concedimi di fare un solo incantesimo. Uno soltanto. Per uscire da qui. E poi mi arrangerò anche senza i poteri. Non so cosa fare. Sono disperata. In pena per Leon. Voglio vederlo. Voglio assicurarmi che stia bene. Voglio salvarlo. Voglio salvarci! Se non faccio qualcosa, la pietrificazione del cuore si completerà a per me non ci sarà più via di scampo. Dovrò abbandonarmi per sempre al potere oscuro e diventare la distruttrice dell’universo. Spiriti lucenti, angeli che ci guardano … se volete che tutto questo non accada … aiutatemi. Ve ne supplico.
ZAP
Oh! Ma cosa … un bagliore improvviso mi ha accecata e fatta sdraiare sul gelato pavimento. Per fortuna riesco ad appoggiarmi e a non finire con la faccia … un momento … poggiarmi? Socchiudo gli occhi. Non sento più freddo. E riesco a vedere. Vedo … le mie mani … che toccano la terra. Sono … libere. Non sento più le manette. Sono scomparse! Mi volto verso la luce con occhi sgranati. Ora è diminuita fino ad assumere la forma … di un fiore. Assomiglia ad un soffione. 

Provo ad allungare la mano e a sfiorarlo, assorbendo un po’ di stelline. È come … nel mio sogno … quando Leon … mi ha dato un fiore … e mi ha spiegato che gli irraggi arrivano nei momenti più difficili. Ora ho una visione molto più chiara della stanza. È interamente fatta di pietra. La porta è completamente sbarrata e toccarla per più di cinque secondi significa ustionarti. Non sembra esserci via di fuga. E nonostante l’apparizione del fiore luminoso i miei poteri ancora non si fanno vivi.
“Qui” odo all’improvviso una voce rimbombarmi nella mente. Mi volto ma non vedo nessuno. La sento ancora! E dice la stessa parola di prima “Qui”
-Chi c’è? – chiedo timorosa che possa trattarsi di qualcosa per niente rassicurante.
“Qui”
La sento per la terza volta.
E ora sembra … più vicina.
Rivolgo lo sguardo alle mie spalle. E mi ritrovo davanti il mio stesso riflesso. Sobbalzo prima di rendermi conto che si tratta di uno specchio. Un vetro. Non vedo niente attraverso. Solo me stessa con gli occhi ancora rossi per il pianto e l’irraggio di schiena. Uno strano impulso mi dice di sfiorare il vetro. Come se il qualcuno che sento nella mente mi stia aspettando. Dall’altra parte. Allungo un dito e lo appoggio delicatamente sulla superficie. Che improvvisamente … comincia ad assumere un colore più chiaro. Color … de ghiaccio. E a ricoprire l’intera vetrata.

Rimango stupita ad ammirare questo piccolo miracolo finché non mi ritrovo davanti una lastra di ghiaccio non troppo spesso. Guardo prima i miei polsi ancora segnati dalle manette. Poi il soffione luminoso e ancora il vetro. Riflessivamente afferro dal pavimento della cella un sassolino e lo scaglio contro il ghiaccio. Esso si ritrova infine con un grosso foro nel mezzo, che lentamente crepa anche le altre estremità fino a venire giù come pioggia e a lasciare libero un passaggio. Mi affaccio come se fosse una finestra e scopro sotto di me un corridoio vuoto con alle pareti appese delle torce e porte a sbarre. Mi salgono le lacrime agli occhi. So che l’irraggio non è stato merito delle mie suppliche. Ma le manette distrutte … e l’uscita. Mi metto in ginocchio: - Grazie, mamma! Grazie, grazie, grazie!
-Non ho fatto niente, tesoro - sento di nuovo quella voce che mi fa alzare lo sguardo e sgranare gli occhi che ancora piovono. Di fronte a me c’è una bellissima signora mezza trasparente con un lungo vestito bianco e il viso angelico … che le ho visto nel diario. Sento il calore della sua mano sulla guancia: -Hai fatto tutto da sola. Perché hai avuto fiducia. Fiducia e coraggio. Il tuo desiderio di salvare il regno diurno e le persone che ami, è stato così imminente che l’energia positiva che i discendenti della famiglia reale possiedono, ha di nuovo avuto la meglio sugli incantesimi oscuri.
Vedendo che sta lentamente svanendo, mi viene voglia di saltarle addosso e stringerla fino alla fine. Ma posso solo limitarmi ad ascoltare le sue bellissime parole, a baciarle la mano e a vederla scomparire passo, passo.
-So di non esserti stata accanto – mi dice – ma il mio tempo sulla terra è scaduto. E purtroppo non ci posso fare niente. Neanche la magia del diario, che ahimè … sono stata costretta a distruggere – non la smetto di singhiozzare.
-Non … ti rivedrò più …? – chiedo con il cuore colmo di tristezza.
-Non è un addio, mia cara! – sono le sue ultime parole – Finché la fiamma di coraggio e speranza che hai dentro, continuerà ad ardere, io sarò lì. Con lei – non avverto più la sua mano toccarmi. E ora non vedo più niente. Però sento lo stesso queste due parole che mi lasciano ancora qui: - E con te.
  
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