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Autore: bice_94    07/10/2014    5 recensioni
il primo capitolo è una one-shot! ho deciso di non mettere completa così, se in futuro vorrò pubblicare altre one-shot, le riunirò tutte in questa storia! spero vi piacciano. olicity ovviamente
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ooooook, questa è altra farina del mio sacco. Mi sono ispirata ad un'immagine del fumetto uscita poco tempo fa. La mia mente ovviamente ha fantasticato. Sono probabilmente andata un pò OOC però spero vi piaccia. Vorrei sapere cosa ne pensate, essendo una tematica un pò fuori dagli schemi. Buona lettura miei cariii. :D



Felicity Smoak poteva essere definita in molti modi, ma l’essere un’illusa non era tra questi.
Era sempre stata una persona razionale, in grado di valutare una situazione nel modo più oggettivo possibile. Così, Felicity Smoak poteva dire con assoluta certezza quando tutta la sua vita era definitivamente andata a farsi fottere. Tutto si era sgretolato quando Nyssa al Ghul era entrata nella loro Fonderia in tutta la sua fierezza. Felicity aveva sentito il suo respiro bloccarsi nei polmoni e una scarica di adrenalina attraversarle le vene all’istante. Si presentò con coraggio e finta spensieratezza, ma riconobbe perfettamente la sorpresa e il riconoscimento scivolare negli occhi della donna.
Il pericolo imminente impersonato da Slade Wilson aveva di fatto impedito una risoluzione veloce a quella matassa, ma sapeva che non sarebbe passato molto tempo prima del disastro.
In effetti, Felicity fu sorpresa di dover aspettare un intero anno, anno nel quale aveva tentato in tutti i modi di proteggere le sue tracce, di preparare vie di fuga per tutti i suoi compagni, di costringere la sua mente a non farsi trovare impreparata.
L’arrivo di Ra’s al Ghul a Starling City non fu indolore. La scia di vittime che seguiva il suo passaggio aveva attirato l’attenzione di molti e Oliver aveva finito con il rischiare più volte la sua vita nel tentativo vano di trovare quella figura che aveva dell’irreale. Alla fine dei conti fu proprio Ra’s al Ghul a cercare l’arciere. Protagonista di una vicenda però solo secondario, nonostante non ne fosse consapevole.
Tutti erano pronti alla battaglia. Diggle aveva impugnato le sue pistole, Roy indossò il suo abito rosso fuoco, fiero delle abilità che ormai padroneggiava con maestria e Laurel aveva sfoggiato la sua tuta in pelle. Oliver si limitò a lasciare Felicity nella nuova base. La donna gli sorrise con delicatezza e gli lasciò un bacio delicato sulla guancia. Era strano, inusuale, con un retro gusto stonato. Oliver però era troppo impegnato sulla futura battaglia per prestare attenzione a quel dettaglio.
Non appena fu lasciata da sola, Felicity lasciò il seminterrato e si preparò a rispolverare una parte della vita che aveva sperato di poter abbandonare alle sue spalle.
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Il luogo dell’incontro era un luogo sperduto. Una radura ai confini della città. Il buio della notte era rischiarato solo dal bagliore della luna, piena e bassa, splendente in tutta la sua magnificenza.
La figura di Ra’s al Ghul spiccava davanti ad un gruppo di combattenti, tra cui Oliver riuscì a riconoscere Nyssa e probabilmente la testa bionda di Sara. Sperò ancora nella fedeltà della donna.
L’arciere si avvicinò alla figura oscura, mentre il resto del gruppo rimase qualche passo indietro.
Sul viso dell’uomo si apriva un ghigno soddisfatto.
“Finalmente ho il piacere di conoscere personalmente Arrow, o meglio dire Oliver Queen.”
La voce dell’uomo era profonda e completamente priva di emozione. Un brivido freddo attraversò la schiena del Team Arrow, ma nessuno mosse un singolo muscolo.
“Che vuoi dalla mia città?”
Il tono di Oliver rispecchiava quello del suo avversario. Ra’s al Ghul si lasciò andare ad una risata priva di umorismo. “Credi che questa sia la tua città? Lo è solo perché ho permesso che lo fosse. Sai, credo saresti stato un combattente notevole se solo fossi stato addestrato a dovere, se solo riuscissi a vedere la grandezza dello scopo finale, se solo riuscissi a comprendere i sacrifici che questo richiede. Il fatto è che non puoi essere all’altezza di questo compito ed è il momento di terminare questo ridicolo teatrino.”
Oliver osservò la postura rigida e perfettamente immobile dei combattente e in quel momento sapeva che con molta probabilità non sarebbe riuscito ad uscire vivo da quella radura. Pensò per un istante a tutto ciò a cui aveva rinunciato per continuare a svolgere il suo ruolo di protettore di una città che a breve sarebbe stata messa a ferro e fuoco. Gli occhi di Felicity raggiunsero la sua mente e in quell’istante avrebbe voluto che un anno prima non avesse rinunciato a lei dopo il loro disastroso appuntamento.
L’uomo si costrinse ad abbandonare questi pensieri.
“Perché ora?”
Ra’s al Ghul spostò per un istante il suo sguardo verso un albero alle spalle di Oliver per poi tornare a rivolgersi all’arciere. “Sai, ho sperato di trovare  in te un alleato, ma è evidente che questa possibilità non è in alcun modo realizzabile. Per cui devi essere eliminato, ma non ho potuto farlo fino a quando non sono riuscito a conoscere il tuo operato come era necessario e fino a quando non ho avuto la capacità di trovare mia figlia.”
Un lampo di confusione attraversò i lineamenti di Oliver e della squadra e questo non passò inosservato all’uomo che si lasciò andare ad un ghigno soddisfatto. L’espressione scomparve però quando scorse alle spalle del gruppo apparve un figura che si avvicinava lentamente.
“Bene, mi hai trovato. Questa è una questione che ormai riguarda me e la Lega. Lasciali fuori.”
Diggle, Roy, Laurel e Oliver si voltarono verso la voce alle loro spalle e il loro mondo iniziò a ruotare verso il basso con una violenza sconosciuta. Felicity si avvicinò con passo fiero, mentre il suo corpo era ora vestito con una tuta in pelle ed un corpetto rosso scuro, in cui erano ben visibili armi di vario genere. Un arco e una faretra erano fieramente fissate alle sue spalle. Gli occhiali erano scomparsi e i capelli erano liberi sulle sue spalle, donandole un aspetto regale.
“Felicity, che diavolo stai facendo?”
Quello di Oliver fu poco più di un ringhio riconoscibile. La donna non si voltò verso di lui, ma si fermò al suo fianco, continuando a fissare l’altro combattente che ora sembrava avere un’espressione molto più seria.
“Talia.”
Felicity sospirò.
“Padre.”
Oliver sentì un’ondata di nausea colpire il suo stomaco, mentre continuava a fissare impietrito la donna al suo fianco. La verità tormentava la sua mente. La Felicity che conosceva in quel momento non era nei paraggi al suo posto una donna che in quell’istante appariva come un’arma fatale.
“Felicity, che sta succedendo?”
La donna sentì lo sguardo dei suoi amici e della sua famiglia su di sé e il peso di tutte le sue azioni ricaddero sulle sue spalle come un macigno insopportabile. Le parole di Oliver erano uscite tremolanti e insicure e poteva sentire la paura, la confusione e la rabbia fuoriuscire dal suo corpo con violenza.
“Non hai ancora raccontato loro la verità, non è così? Non hai ancora detto loro perchè sei venuta a Starling City, Talia?”
Il tono divertito dell’uomo costrinse Felicity a chiudere gli occhi per un secondo, sperando che riaprendoli tutto sarebbe stato un ricordo lontano.
“Cosa sta dicendo Felicity?”
Ora Oliver sembrava disperato. Solo e disperato.
Le lacrime iniziarono a premere agli occhi di Felicity e, solo in quell’istante, permise ai suoi occhi di scivolare sui volti confusi e feriti dei suoi compagni e poi sul viso stravolto di Oliver. Il respiro le si mozzò in gola, ma sapeva di dover dare loro una spiegazione.
“Il mio vero nome è Talia la Ghul, Oliver. Sono stata mandata qui tre anni fa per tenerti sotto controllo e quando necessario, eliminarti.”
La sua voce apparve piccola e debole, ma la potenza di quella verità fu esageratamente devastante. Felicity scorse il dolore vivido negli occhi di Oliver e il tradimento luccicare nelle iridi degli altri.
“Mi dispiace. Ti prego..”
Provò, ma Oliver balzò all’indietro, guardandola con odio. Ra’s al Ghul scoppiò a ridere. Felicity annaspò alla ricerca di parole troppo difficili da trovare. Sospirò e si preparò a rilasciare tutta la verità.
“All’età di 6 anni sono stata portata a Nanda Parbat, dove ho iniziato il mio addestramento. Mi è stato insegnato a combattere, ad uccidere, ad odiare, a valutare il mio nemico e mi è stato permesso di studiare informatica. Il vero problema è che non ho mai ucciso. Sono stata punita per questo, più e più volte, ma non sono mai riuscita a farlo. Tu, Oliver, saresti stata la mia ultima possibilità. Così ho iniziato a lavorare per la Queen Consolidated e non è stato difficile raggiungerti, nonostante tu abbia fatto il più del lavoro. Ho inquadrato presto che tipo di uomo eri. Eri così accecato dalla rabbia, dal dolore, dalla voglia di vendetta. Avevo già visto quel genere di buio, lo avevo visto per tutta la mia vita, eppure sono riuscita a scorgere un briciolo di umanità in te. Non so perché l’ho fatto, forse per dare a me stessa la prova che era possibile risorgere da quel tipo di oscurità, ma ho cercato di aiutarti. E tu sei cresciuto, sei diventato ciò che più si avvicina ad un eroe, sei diventato un emblema di luce Oliver. Quando ho detto che credevo in te, beh, era vero. Completamente. Non potevo combattere al tuo fianco o mi avrebbero trovato, ma potevo ancora proteggerti. Ho coperto in ogni modo possibile le tue tracce e filtrato le notizie che arrivavano al mondo esterno su di te. Ho cercato di non corrompere la missione, sono riuscita a scomparire per il mondo fuori da Starling City, ma..”
“Ma poi sei stata tradita dal tuo stesso eroe, non è così?”
La voce del padre era carica di umorismo e lo sguardo pieno di odio che Felicity gli rivolse costrinse Oliver a sobbalzare.
“Sapevo che Nyssa mi aveva riconosciuta, ma non potevo fare niente per fermare le conseguenze a quel punto.”
Un singhiozzo strozzato ruggì nel petto di Felicity e Oliver vide tutta la disperazione di quella donna.
“Te lo giuro Oliver, mi dispiace, ma ora.. ora dovete andarvene. Ho preparato una via di fuga per tutti voi, ma ti prego vai via.”
L’uomo spalancò gli occhi e sentì le sue mani prudere per l’urgenza di prenderla tra le braccia e proteggerla dal dolore di quel mondo.
“Noi non andiamo da nessuna parte Felicity.”
Fu Diggle ad esprimere i pensieri che si imponevano con urgenza nelle menti del Team.
Felicity sorrise amaramente. “Non sapete quanto questo sia importante per me, ma non potete restare qui o morirete tutti. E tutto sarà stato inutile.”
“Direi che questa è stata un scena dal grande carico melodrammatico. Tuttavia, siamo qui per un motivo ed è ora di adempiere ai nostri compiti. Per te Queen è ora di morire e per te, Talia, il destino non sarà diverso. Conosci le regole.”
Felicity sorrise. “ Prima di uccidere lui, dovrai uccidere me.”
Oliver si preparò a parlare, ma non appena guardò la donna cambiò idea. Non c’era traccia di emozione sul suo volto, nessun segno di agitazione, paura, solo freddo calcolo.
“Sempre così debole, Talia. Così intelligente, ma così mediocre. Disposta a morire per l’uomo a cui non hai avuto il coraggio di dire chi sei, per l’uomo che meno di un anno fa ti ha dato come esca per salvare un’altra donna.”
Tutti sobbalzarono al ricordo e gli occhi di Oliver volarono selvaggi a quelli di Felicity. La donna invece si lasciò andare ad un sorriso carico di sfida nelle iridi scure.
“Sei tu a credermi debole, ma c’è un grande dettaglio che continua a sfuggirti. Tu, voi, combattete solo per l’oscurità, combattete conquistati dalla sofferenza, spinti dalla vendetta, dal dolore, ma non conoscete quanto sia potente l’altra arte. Non sai quanto sia forte chi combatte per qualcosa in cui si crede fermamente, per qualcuno che si ama profondamente. E per amare non serve essere corrisposti. Non è questo. Amare significa voler sacrificare se stessi perché è quello che è giusto, non per quello che se ne ricaverà.”
Oliver si mosse d’istinto più vicino alla donna, ma non parlò.
“Bene, mi sembra di capire che tutto ciò che si voleva dire è stato detto. E’ ora di iniziare.”
La voce di Ra’s al Ghul perse ogni leggera inflessione emotiva e mostrò l’aspetto spaventoso della macchina da guerra. Un leggero rumore alle spalle di Felicity attirò di nuovo l’attenzione di tutti e un gruppo combattenti che portavano lo stesso abito della Lega si affiancarono alla donna.
Oliver scattò in posizione di difesa, ma il volto calmo di Felicity lo costrinse a fermarsi.
“Sono in ritardo?”
Malcom Merlyn abbassò il suo cappuccio e rivolse un saluto esitante a Felicity.
“Giusto in tempo.”
La donna si rivolse ad Oliver. “Mi dispiace, ma non possiamo vincere da soli questa guerra.”
Gli occhi dell’arciere si agganciarono a quelli del nuovo arrivato e dopo pochi secondi di silenzio, vi fu un leggero assenso.
Felicity alzò per un secondo gli occhi alla luna. “E’ stato un onore conoscervi e essere parte della vostra vita.” Oliver e gli altri le rivolsero uno sguardo carico di emozione.
L’indicazione di Ra’s al Ghul fu chiara. “Lei è mia. Uccidete gli altri, ma lei è una mia responsabilità.”
E l’inferno si aprì in terra.


P.S allora? allora??? Com'era? può andare? Che ne pensate? Consigli o critiche?
Fatemi sapere.. Ovviamente c'è una seconda parte che pubblicherò a breve.
Aspetto vostre notizie.
Un bacio.. :)
   
 
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