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Autore: Tsuki 96    07/10/2014    6 recensioni
Appena nata, e in compagnia, già era considerata particolare. Confusione.
Nove anni dopo salvava un'amica, e gli altri cominciavano a guardarla con occhi diversi. Solitudine.
Tre anni dopo, una che mai avrebbe immaginato diventare sua amica cambiava le opinioni degli altri nei suoi confronti. Speranza.
Cinque anni dopo, un'altra tragedia le frantumava il mondo nei suoi occhi e abbandonava tutto. Sconforto.
Un anno dopo, infine, accetta una proposta offerta da un vampiro, ma è ancora lontana dal trovare un posto a cui sentire di appartenere.
Curiosa, riflessiva, imprevedibile e piena di rimorsi; non è umana, né una vampira.
[...] Io giudico in base ai miei sensi e alle mie osservazioni [...]
[...] Mary Flyer improvvisava la maggior parte delle volte, o così pareva a primo impatto con la sua persona. Infatti, solo dopo si potevano scorgere i nessi tra le sue azioni.
[...]Mary si ricompose rapidamente, emettendo un forte sospiro di esasperazione, quasi non avesse mai voluto arrivare a quel punto [...]
[...]Grazie, imbecille, pensò Mary [...]
[NdA: Attenzione, presenza di personaggi ed eventi più ispirati al videogioco che all'anime; con ciò intendo far riferimento anche al videogioco sequel: Diabolik Lovers More Blood)
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter 32

 

Mary aveva evitato per un pelo l'attacco del cacciatore, spostandosi rapidamente di lato e muovendo una colonna del giardino davanti a sé per parare i successivi fendenti.

Rispetto all'ultimo scontro dalla quale era uscita vittoriosa (e con cinque giorni di ricovero nel reparto di pneumologia), quell'uomo sembrava esseri rafforzato fisicamente e aver acquisito nuove abilità: se la scorsa volta aveva manipolato una massa informe di materia, in quel momento stava tentando di infilzarle la carne con un oggetto malleabile munito di punte grossolane ma aguzze; si trattava dello strano aggeggio che portava sulle spalle, ripiegabile e impugnabile in diversi modi.

Digrignò i denti, maledicendo la sua esitazione e finalmente agì nel momento in cui il nemico parve spossato dai costanti sforzi: si allontanò all'indietro con uno scatto felino e alzò le mani, aprendo le braccia come ad abbracciare più aria possibile: il cacciatore sgranò gli occhi nel percepire l'atmosfera appesantirsi e riconobbe il gesto, perciò indietreggiò rapidamente, mentre all'improvviso il terreno tremava per poi frantumarsi in massi di terra, come espulsi da una violenta eruzione.

L'uomo si gettò al suolo rotolando per evitare appena in tempo una delle tante colonne che ornavano i sentieri lastricati dell'immenso giardino e scattò in avanti verso la strega, la quale nel frattempo fece librare intorno a sé delle lastre di ferro prese in prestito da delle inferriate che aveva scorto cingere il balcone di una delle stanze della villa.

Con un gesto della mano le spedì come frecce verso l'uomo e ringhiò nel vederlo schivare con perfezione i suoi dardi, procedendo poi ad attaccarla con la sua arma; utilizzò quel poco di forza che possedeva dalla parte demoniaca per fare un salto piuttosto alto e atterrare su un arco che introduceva a una parte del giardino, quella con i cespugli di rose non ancora in fiore. Strinse le labbra per soffocare un gemito di dolore: non era il suo forte l'utilizzo delle sue abilità demoniache, la indebolivano molto facilmente... essendo anche mezza strega, aveva pure dei limiti e degli effetti collaterali...

Dei filamenti intrecciati color porpora le contornarono gli occhi graziosamente e la fanciulla tese le mani verso il suolo, alzandole come scottata: con un clamore simile al boato di un'esplosione, altri frammenti argillosi si levarono e furono diretti contro l'avversario che balzò su di essi facendosi strada verso la ragazza; grugnì il suo disprezzo, mentre sferrava un'altro colpo.

Mary assottigliò gli occhi e i suoi capelli si gonfiarono: il cacciatore urlò di sorpresa e sofferenza quando cadde a terra, gravemente ferito da dei tagli distribuiti ovunque sul corpo, e si contorse sporcando di sangue il terreno, una volta che vi fu caduto rovinosamente; la strega sospirò esasperata, ma deglutì un secondo dopo quando percepì una presenza dietro le spalle.

Un momento dopo ancora era stata scaraventata lontano, sbattendo violentemente la testa contro il bordo di una fontana e la sua vista si offuscò; udì delle risate di malvagità e strinse i pugni, trattenendo le lacrime di frustrazione; si rialzò, guardando con odio l'uomo che aveva di fronte e che batteva le mani estasiato dal suo piccolo successo.

- Questa volta non esiterò a farti a pezzi - sibilò, con quella sua inusuale voce fredda e bassa, tenebrosa, e aprì le palme delle mani davanti a sé, le dita ricoprendosi di altri arabeschi color porpora: un silenzio innaturale zittì tutto, provocando sudori freddi all'avversario che osservò cauto la situazione, e l'anormale quiete venne interrotta dal tremore della terra e dal fremito delle chiome degli alberi e dei cespugli; il cielo, tinto di una rosa-violetto delle prime luci dell'aurora si fece nuvoloso e tutto venne progressivamente inciso da solchi più o meno profondi, partendo dalla posizione della strega in direzione dell'uomo, tra foglie triturate e sassi spaccati in più schegge.

L'uomo velocemente preparò la sua arma, la quale si estese come un grande mantello nero ad avvolgerlo.

La strega non batté ciglio dinnanzi alla difesa che non venne scalfita dai suoi poteri: sapeva che non erano invincibili, quindi piuttosto che stupirsi e interrogarsi inutilmente pensò a un nuovo piano; richiamare il chaos non sarebbe stata una brillante idea, avrebbe rischiato di ammazzare i fratelli Sakamaki, dato che non si trovava in un'area abbastanza ampia.

Doveva passare a quello...

 

 

Ayato si era tuffato e aveva nuotato verso il fondo della piscina, recuperando tra le proprie braccia il corpo quasi più freddo dell'acqua della sua Yui, e posò le labbra sulle sue, tentando di farla respirare e riprendere coscienza. La ragazza aprì faticosamente gli occhi, rivolgendo ancora stordita uno sguardo al vampiro, per poi sorridergli debolmente di sollievo, quasi dicendogli che lo stava aspettando. Ayato piegò amaramente le sopracciglia e la baciò nostalgico prima di morderle il collo: il sangue le scivolò dolce nella sua gola, e riconobbe quel nuovo e strano sapore segno che presto sarebbe stata una vampira a tutti gli effetti.

Udirono improvvisamente un tonfo nell'acqua e alzarono gli occhi verso ciò che era stato buttato, qualcosa che stava radicalmente mutando sembianze in una specie di groviglio di alghe... che stridevano?

Ayato si chiese se fosse quello il parassita; se era possibile in acqua, stava sudando freddo mentre fissava nervosamente quella massa informe avvicinarsi pericolosamente a loro, emettendo acuti versi di fame che infastidivano dolorosamente i timpani.

Yui si strinse al giovane che a sua volta l'accolse nella sua stretta protettiva, risalendo prudentemente verso la superficie con l'occhio inchiodato su quella creatura.

 

 

Reiji strinse i denti irritato nel momento in cui lo zio versò la polvere di Miriandola Bluetta nell'acqua, accorrendo rapidamente intanto che Subaru impediva al disprezzato parente di gettare l'Essenza demoniaca, simile a una sfera di fumo violetto, la quale fu prontamente confiscata da Kanato, curioso di osservarla nelle sue mani dopo che si fu smaterializzato più distante.

L'albino si concentrò su Richter e fiancheggiato da Laito cercarono di tenerlo occupato il più a lungo possibile, attaccandolo anche per una loro personale soddisfazione, dato tutto l'astio nutrito nei suoi confronti.

Dei rumori graffianti provennero improvvisamente dalle acque della piscina e Shuu spalancò gli occhi, aumentando il volume della musica nei suoi auricolari: erano suoni simili a quelli prodotti da delle punte mosse sul vetro; nel frattempo dalla distesa fluida riemersero Yui ed Ayato, quest'ultimo latrando indispettito alla creatura che galleggiò verso di loro una volta riaffiorata anch'essa.

Reiji si appoggiò con un ginocchio sul bordo della piscina e strappò la pellicola che sigillava il vaso, il quale tremò violentemente nella sue mani: per la sorpresa, il vampiro mollò la presa e il contenitore cadde nell'acqua, aprendosi e riversando ciò che custodiva.

Improvvisamente tutti i presenti si piegarono quasi in due, scossi dall'acutissimo strillo che parve provenire da quell'oggetto: una macchia rosata si estese in superficie e il parassita fermò la sua avanzata per indietreggiare, procedendo con più foga. Un corpo nero e marciò galleggiò sul pelo dell'acqua: la sua forma, seppur corrosa, ricordava ancora quella del polmone che era stato; l'essere si fiondò su di esso e un ultimo verso, meno stridente, si dissipò presto nell'aria, segnando la sua fine.

Il silenzio non ebbe tempo di impossessarsi della scena che il grugnito di Richter riecheggiò nella grande stanza sotterranea e il vampiro scomparve, dopo essere stato pugnalato al cuore da Subaru, il quale aveva approfittato tempestivamente della sua distrazione.

Laito si smaterializzò subito dopo, ridacchiando che toccava a lui concludere il resto; l'albino si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e si sedette a terra, sorreggendosi con le mani al pavimento.

Reiji, in piedi, chinò il busto e tese la mano a Yui, aiutata da Ayato mentre nuotavano verso il bordo della piscina, e l'accompagnò nel fuoriuscire; Shuu emise un verso annoiato e barcollò in giro, scoccando un'occhiata perplessa al fratellino che stava bisbigliando a Teddy qualcosa in merito all'Essenza demoniaca che aveva ancora in mano, osservandola affascinato.

- Oy, Chichinashi! - la chiamò cupamente Ayato, le sopracciglia aggrottate seriamente e grondante acqua come la ragazza che sobbalzò, portandosi le mani al petto, con un'espressione tra la timorosa e la confusa.

Ayato distese le labbra in un ghigno di scherno e una luce affettuosa lampeggiò nascosta nei suoi occhi; posò le mani sul retro del collo di Yui, e avvicinò i loro visi:

- Hisashiburi - disse, aggiungendo con voce appena udibile dalla fanciulla - Yui.

 

 

Richter grugnì, mentre le fiamme lo circondavano in quella stanza segreta dove conservava ancora l'abito di Cordelia; Laito sbuffò beffardo, cupo in volto, e gli voltò le spalle dopo aver gettato la lanterna di cui aveva usufruito.

- Ci vediamo all'Inferno - sogghignò uscendo; lo zio distese le labbra in un sorriso indecifrabile, mentre il fuoco lo divorava senza pietà.

 

 

- O-oy...

- Hm? C'è qualche problema, Subaru? - gli chiese Reiji, sistemandosi gli occhiali con un gesto calmo e rilassato; se i suoi nervi avevano finalmente trovato la pace, presto avrebbero dovuto pulsare dolorosamente.

Prima che l'albino potesse rispondere, Laito si aggrappò a lui da dietro, esclamando:

- Micchan! Dobbiamo andare a recuperarla, fufu~ - ridacchiò allegramente, con Subaru che gli sbraitava di allontanarsi con la minaccia di scaraventarlo nella piscina.

- "Micchan"? - mormorò interrogativa Yui, lanciando un'occhiata ad Ayato che non ne voleva sapere di mollare la presa dalla sua vita; il vampiro annuì, spiegando che durante la sua assenza fosse venuta una strega a far loro da riserva di sangue.

- Mezza strega... - una voce bassa e strascicata lo interruppe; il vampiro si voltò un po' stizzito verso Shuu, pensieroso e con gli auricolari che pendevano insolitamente dalle sue mani.

- Cosa?

- Mezza strega e mezza demo...

Le parole del fratello furono a loro volta troncate da un altro tremore seguito a un impatto clamoroso proveniente dall'esterno; i fratelli si scambiarono un'occhiata d'intesa e si teletrasportarono, Ayato portandosi dietro la ragazza, Reiji placando una precoce crisi isterica per i danni a cui avrebbe dovuto personalmente rimediare.

 

 

Gli occhi di Mary erano puntati sul cielo grigio, cercando uno sprazzo di azzurro per consolarsi, mentre ansimava per la stanchezza e il polmoni esauriti, distesa per terra; sentì dei passi avvicinarsi e nel suo campo visivo entrò la testa del cacciatore che la scrutò dall'alto, con la fronte corrugata.

- Perché? Perché non sfrutti tutti i tuoi poteri? Sono certo che avresti potuto uccidermi fin dall'inizio - chiese confuso; sapeva che se non fosse stata spossata dallo scontro che avevano fino a quel momento sostenuto, avrebbe potuto facilmente porre fine alla sua vita con poche semplici mosse, grazie a quell'abilità che aveva sfruttato per ultima, sebbene non fosse probabilmente l'ultima posseduta. Ma allora perché esitava a giocare le sue carte più forti, se le assicuravano la vittoria a tavolino?

- Sarebbe... sleale...

- Eh? - l'uomo assottigliò gli occhi, ancor più perplesso; la fanciulla spostò le sue iridi scure dall'uomo al cielo sopra di lui, debole e con il respiro fischiante.

- Sarei troppo avvantaggiata... sarebbe troppo comodo... non è nei miei principi... affrontare degli avversari in questo modo... ci vuole impegno...

Il cacciatore si sorprese a quelle parole e dopo qualche secondo di stupore scoppiò a ridere di gusto.

- Ahahahaha! Per essere uno schifoso ibrido non sei male! Sei degna di rispetto, in confronto ad altri ibridi che ho incontrato - asserì, sorridendo freddamente - purtroppo, questo è il mio lavoro - aggiunse, puntando la rivoltella verso la fronte della fanciulla, dopo averci inserito un proiettile che lei ben conosceva - Addio, ibrido... Al rogo.

La giovane non chiuse gli occhi. Voleva guardarlo in faccia, da quell'istante fino a quello in cui non avrebbe potuto più vederlo perché consumata dalle fiamme; cosa che non sarebbe successa, perché prima che egli potesse premere il grilletto, improvvisamente una figura era apparsa accanto a lui e gli aveva agguantato l'arma, lanciandola lontana da loro; il cacciatore afferrò quella mano che era intervenuta e la girò, le ossa scricchiolando in modo preoccupante, e sferrò una gomitata nello stomaco del vampiro biondo che la schivò senza problemi.

Subaru ringhiò ferocemente dietro di lui, e tentò di attaccarlo assestandogli un calcio sul fianco, ma l'uomo si allontanò rapidamente, puntando l'altra rivoltella verso di loro; e quella pistola aveva sicuramente delle pallottole d'argento.

I due fratelli s'immobilizzarono, scoccandogli delle occhiate ostili; il cacciatore li osservò, notando con la coda dell'occhio gli altri fratelli e la ragazza-sacrificio poco più distanti, l'ultima con uno sguardo più umano e impaurito se paragonato a quello di quando l'aveva vista per la prima volta: dedusse che fossero riusciti a sabotare i piani di Richter. Aveva nel frattempo abbassato la rivoltella, valutando che non fosse (ancora) il caso di usarla.

- Agh - si lagnò, grattandosi la testa- Beh, vostro zio...?

- Morto - rispose Laito, alzando la visiera del cappello con la mano, sorridendo beffardo mentre compariva chinato sul corpo della sua amica e le accarezzava la fronte, spostando gli occhi sulle brutte ferite dell'addome, della spalla e degli arti; Mary chiuse gli occhi, emettendo un lievissimo sospiro di sollievo.

- Mh...  beh, la mia ricompensa mi sarà data dai miei superiori... scarseggiano di cacciatori di vampiri, effettivamente - bofonchiò e una smorfia crudele si fece spazio sul suo volto; i Sakamaki erano pronti a difendersi ed eventualmente sbarazzarsi di quell'individuo indesiderato.

- OOOOOY SIGNORI SAKAMAKIIIII!!!

Un urlo come piombato direttamente dal cielo accompagnò un terremoto e i presenti sobbalzarono, Yui finendo in braccio ad Ayato che si guardò intorno perplesso; a Shuu caddero gli auricolari che aveva rinfilato nelle orecchio; le lenti degli occhiali di Reiji si creparono; Teddy sembrò muoversi impaurito tra le braccia di un frastornato Kanato; Subaru impallidì diventando un tutt'uno con i capelli; al cacciatore sfuggì la rivoltella di mano; Laito, dopo che gli fu saltato in testa il cappello, s'incamminò con le mani in tasca verso la provenienza della voce familiare.

- Oooh, Theo-kun! - esclamò, sorpreso, per poi ridacchiare nel vedere quel ragazzo raggiungerli di corsa - Cosa ci fai q...

Theo si fermò di scatto, alzando le mani, sfoderando il suo sorriso da ebete all'uomo che aveva puntato la canna della pistola nella sua direzione.

 

 

Mary aprì gli occhi di scatto.

 

 

- Un altro stregone - borbottò sprezzante il cacciatore; il ragazzo sudò freddo: non si era riscaldato abbastanza per reagire a quell'imprevisto...

Ma il grilletto non fu premuto, di nuovo.

L'uomo percepì dietro di sé la presenza di quell'ibrido femmina e girò il volto, incontrando i suoi occhi argentati... screziati di rosso?

- Come...? - stava per esclamare, esterrefatto, mentre sentiva una strana pressione intorno al collo.

- Smamma - fu l'ultima parola cupa che udì, tagliente come la sensazione sul collo che lo uccise sul colpo; il corpo cadde disteso in posizione prona sul suolo, fissato gelidamente dalla fanciulla, la cui vista si annebbiò e le forze la abbandonarono.

Laito apparve dietro di lei appena in tempo per impedirle di accasciarsi a terra e le abbracciò la vita per sorreggerla; Subaru, alla sua sinistra, digrignò i denti infastidito, stringendo in un pugno la mano che aveva teso per cercare di sostenerla; Shuu, alla destra del fratello che ridacchiò soddisfatto della sua prontezza, schioccò la lingua, voltandosi dall'altra parte, anche lui avendo fallito nel salvataggio.

- Cho-hime! - la chiamò Theo, avvicinandosi a lei e poggiando una mano sulla sua fronte - Oh, perfetto, niente febbre, sarà solo paralisi di qualche ora...

Fece un cenno del capo ai tre vampiri e poi agli altri; si chinò successivamente sul cacciatore defunto, tirando fuori dalla sua borsa a tracolla un involucro nero che disfò rapidamente, ricavandone una lunga sacca con la cerniera.

- Mi occupo io di lui, non crucciatevi - disse allegramente, stendendo la sacca sul terreno accanto al cadavere, aprendola ed eseguendo sul corpo esamine una manovra di prono-supinazione.

- Raccatta cadaveri...? - borbottò l'albino, disgustato; il ragazzo annuì, alzandosi e tirandosi sulle spalle la sacca dopo averla richiusa, e si voltò verso di loro:

- Se avete bisogno, chiamatemi pure! Adios!!!

Salutò, scappando velocemente verso il cancello d'ingresso della villa, dove avrebbe dovuto trovare un modo per scavalcarlo con quel corpo di ottanta chili sulle spalle, senza ammazzarsi.

Il silenzio regnò sovrano per qualche secondo, prima di essere interrotto dai passi dei presenti che rientrarono in casa. Laito adagiò il corpo della fanciulla priva di sensi tra le braccia ed esclamò:

- Micchan, fufu~, hai dato il massimo, eh? - ridacchiò, adocchiando il giardino a soqquadro e ignorando la figura sola e tetra di Reiji che stava mentalmente contando i costi di riparazione.

Mary ovviamente non lo stava ascoltando, sopraffatta dalla stanchezza; Subaru gli brontolò scocciato di smetterla di annusarle i capelli; Shuu scrutò il collo della giovane, incuriosito da quei tre nei che aveva intravisto giorni prima: erano diventati color papavero e si stavano pian piano scurendo.






Ehilà! Chiedo perdono: in questi giorni ho avuto verifiche e interrogazioni da suicidio @.@
"Hisashiburi" in inglese viene tradotto "Long time no see", quindi in italiano sarebbe "Da quanto tempo!" "É un po' che non ci vediamo"; ovviamente il giapponese e l'inglese rendono sempre meglio dell'italiano xD.
A presto!

P.S. Mancano pochi capitoli alla fine di questa serie, penso! :P

 

 

 

 

 

 

  
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