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Autore: Tsuki 96    20/10/2014    4 recensioni
Appena nata, e in compagnia, già era considerata particolare. Confusione.
Nove anni dopo salvava un'amica, e gli altri cominciavano a guardarla con occhi diversi. Solitudine.
Tre anni dopo, una che mai avrebbe immaginato diventare sua amica cambiava le opinioni degli altri nei suoi confronti. Speranza.
Cinque anni dopo, un'altra tragedia le frantumava il mondo nei suoi occhi e abbandonava tutto. Sconforto.
Un anno dopo, infine, accetta una proposta offerta da un vampiro, ma è ancora lontana dal trovare un posto a cui sentire di appartenere.
Curiosa, riflessiva, imprevedibile e piena di rimorsi; non è umana, né una vampira.
[...] Io giudico in base ai miei sensi e alle mie osservazioni [...]
[...] Mary Flyer improvvisava la maggior parte delle volte, o così pareva a primo impatto con la sua persona. Infatti, solo dopo si potevano scorgere i nessi tra le sue azioni.
[...]Mary si ricompose rapidamente, emettendo un forte sospiro di esasperazione, quasi non avesse mai voluto arrivare a quel punto [...]
[...]Grazie, imbecille, pensò Mary [...]
[NdA: Attenzione, presenza di personaggi ed eventi più ispirati al videogioco che all'anime; con ciò intendo far riferimento anche al videogioco sequel: Diabolik Lovers More Blood)
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter 33

 

Stava sognando montagne di panna montata e laghi di cioccolata calda, con isolotti di meringhe; una fontana di caramello spruzzava limonata fresca e le nuvole di zucchero filato rosa emanavano un'invitante profumo di fragole.

Mary sgranò gli occhi, squadrando con un tic all'occhio gli uccellini di cialda cinguettare felici mentre gatti di gelatina poltrivano all'ombra degli alberi con le chiome di miliardi di confetti colorati.

- Ok, sto sognando - borbottò aggrottando la fronte, e si diede un forte schiaffo in faccia per sfuggire a quel paesaggio assurdo seppur molto suggestivo.

 

 

Si alzò di scatto nel letto, sbattendo ripetutamente le palpebre, tutta intorpidita e stordita; respirò profondamente e si ributtò all'indietro sul materasso, contorcendosi su se stessa, colta da fortissimi crampi ai muscoli. Soffocò dei gemiti di dolore e strinse le coperte tra le sue dita, notando con gli occhi socchiusi il candore dei suoi capelli sparsi sul lenzuolo e il verde delle iridi di...

- La... Laito... kun... - balbettò la fanciulla, percependo un leggero rilassamento da parte del corpo; il vampiro inclinò la testa, arricciando le labbra preoccupato.

- Micchan~! Daijoubu1? - chiese, sedendosi sul bordo e accarezzandole un lato del viso, dopo aver spostato alcune ciocche dietro l'orecchio; lei mosse lievemente il capo, bofonchiando che il dolore fosse solo passeggero, e il vampiro sorrise sollevato, per poi assumere un'espressione interrogativa.

- Come mai i tuoi capelli sono ancora bianchi? É già passata una settimana e mezza...

Nell'udire quanti giorni fosse stata incosciente, per poco a Mary non venne l'orticaria e pensò di aver compreso il senso di quel bizzarro sogno: il suo stomaco rivendicava cibo e cibo e cibo...

Alzò il busto a fatica, appoggiandosi con la schiena contro la testa del letto e si massaggiò la fronte, borbottando la risposta alla domanda che le era stata posta.

- Usare troppo i miei poteri comporta degli effetti collaterali... nel peggiore dei casi mi capita anche di avere la febbre per un paio di settimane... Altrimenti rimango solo incosciente, senza possibilità di usufruire dei miei poteri e paralizzata per circa una settimana, il tempo necessario per guarire eventuali ferite e recuperare le energie... i capelli ritornano al colore originale per ultimi, dato che richiedono pochissima energia...

Ma è poi il loro colore originale...?, si chiese la ragazza perplessa, mentre scrutava torva una ciocca della sua chioma; sentì la mano dell'amico sulla spalla e il suo avvicinarsi.

- Paralizzata? Senza poteri? - ripeté con un viso indecifrabile e l'altra annuì, inarcando un sopracciglio, stranita da quell'inusuale espressione; Laito distese le labbra in un sorrisetto scaltro e malizioso.

- Eeeh~ l'avessi saputo prima ti avrei assaltata senza farmi troppi problemi... - ridacchiò, avvolgendola in un suo abbraccio e sfiorandole la punta del naso con il proprio; Mary alzò gli occhi al cielo e soffocò uno sbuffo divertito, alzando le mani per pizzicargli le guance.

- Ti avrei menato per bene al mio risveglio, Laito-kun - sorrise, radiosa; il vampiro ammutolì e sgranògli occhi, fissando quel viso gioioso e sereno, incorniciato dai capelli candidi e luminescenti.

Quel bianco così splendente... dove l'aveva già visto?

Entrambi udirono qualcuno bussare alla porta della stanza da letto e Mary diede il consenso di entrare, ben immaginando chi fosse.

- Oya, Laito. Sei già qui? - disse Reiji, mentre si avvicinava sorreggendo tra le mani un vassoio d'argento: un tè fumante e dal profumo aromatico e un croissant alla crema di nocciola provocarono alla giovane un senso di dipendenza dal cibo.

- Solitamente non apprezzerei che si mangiasse in camera, ma per questa volta chiuderò un occhio, date le circostante - dichiarò molto garbatamente e con tono rilassato, appoggiando il vassoio sul comodino accanto al letto; la fanciulla spostò gli occhi dal vassoio al vampiro che si sistemò gli occhiali sul naso con un gesto raffinato.

- Grazie di cuore, Reiji-san - mormorò, chinando il capo; l'altro rispose con un cenno della testa, tranquillo, e si avvicinò a lei per afferrarle la mano destra.

- Il signor Ari mi ha contattato quasi subito dopo quel giorno, fornendomi il denaro necessario per rimediare ai danni che ha subito la villa... perciò - spiegò, eseguendo un baciamano degno di un vero gentiluomo - vorrei rivolgerti personalmente la mia più sincera gratitudine, visto che sei stata tu a raccomandargli questo favore.

Aaah, ecco perché è così di buon umore..., pensò Mary, indecisa se trattenere il più possibile le risate oppure la smorfia sprezzante di quel gesto un po' ipocrita che le aveva fatto accapponare la pelle della schiena e sudare freddo; il giovane si schiarì la voce e prima di congedarsi la informò che Ayato e Yui la stessero aspettando nel soggiorno più vicino alla cucina. Scomparve.

Laito qualche minuto dopo ridacchiò, esclamando che fosse troppo strano vedere il fratello maggiore così placido; le lanciò una dolce e affettuosa occhiata, scoccandole un bacio sul naso, e le scompigliò infine i capelli, raccomandandole di non forzarsi troppo una volta che avrebbe terminato di rifocillarsi.

Mary lo osservò molto attentamente, tanto che il vampiro sorrise malizioso, chiedendole se preferisse una piacevole ed emozionante compagnia invece di lasciarla sola: la ragazza lo fulminò con gli occhi e, abbassando gli occhi sulla calda bevanda, sussurrò:

- Sembri diverso... - poi, alzando lo sguardo, aggiunse, con un caloroso sorriso - Hai gli occhi più luminosi.

 

 

Quando finalmente riuscì ad uscire dalla stanza, dopo venti tentativi di camminare senza barcolli o schiantarsi a terra, lentamente la giovane avanzò lungo i corridoi e con cautela scese le scale, diretta verso il soggiorno prossimo alla cucina, da dove provenivano dei profumi deliziosi.

Si guardava intorno e prestava attenzione all'atmosfera: leggera, impalpabile, respirabile, fresca.

Abbozzò un lieve sorriso, rasserenata da quelle sensazioni positive che circolavano nell'aria, come se tutti si fossero espiati delle proprie colpe e finalmente si fossero lasciati dietro le sofferenze che avevano loro impedito di dedicarsi a una vita più felice e pacifica.

Tuttavia, non ebbe la possibilità di riflettere che fossero in verità tutti ancora un po' lontani da un obiettivo simile; forse perché troppo stanca, forse perché i suoi pensieri andarono nell'oblio quando la voce di Kanato la distrasse dai suoi pensieri.

- Mary-san - la chiamò, comparendo accanto a lei, con Teddy sempre stretto al petto; le occhiaie sembravano meno marcate del solito, probabilmente perché il suo sguardo aveva perso un po' della solita malinconia, sostituita da una, seppur inquietante, gaiezza; non prometteva tanto bene, parlando chiaramente.

- Kanato-kun - lo salutò calma la fanciulla, inclinando la testa; il suo naso annusò il piacevole odore che emanavano i vestiti del vampiro - Bignè con la crema pasticcera aromatizzata... ai fiori d'arancio? - si fece interrogativa: da quel che ricordava, quella fragranza floreale così dolce si era diffusa solo quella volta in cui aveva preparato la torta per il vampiro dagli occhi viola, il quale annuì.

- Mh, esatto. Ho chiesto personalmente a Reiji di usare quell'aroma... è davvero squisito - spiegò, sorridendo appena; la fissò intensamente negli occhi e all'improvviso le tese di fronte l'orsacchiotto.

- L'Essenza demoniaca ora è qua dentro. Dici che riuscirò a far muovere Teddy? É un po' stufo di essere sempre così immobile...

Per carità divina, speriamo di no!, disse tra sé e sé la fanciulla, rispondendo di dubitare che l'Essenza potesse operare a quel fine; ovviamente ponderò bene le parole, scegliendo quelle più adatte al contesto, conscia che un termine sbagliato e sgradito avrebbe potuto costarle una terrificante conseguenza da patire.

- Ah, davvero? - bisbigliò deluso lui, aggrottando le sopracciglia; Mary temette il peggio, ma quasi tirò un sospirò di sollievo quando lo vide rilassarsi e muoversi per andarsene. D'un tratto si ritrovò di nuovo il muso di Teddy sulle proprie labbra.

- Teddy vuole ringraziarti ancora una volta per avergli salvato la vita, e anche per aver evitato sgradevoli cambiamenti in questa casa...

E sparì; la ragazza si toccò le labbra, inarcando un sopracciglio: non sapeva se ridere di tenerezza o rimuginare per la perplessità.

 

 

In soggiorno, ebbe finalmente modo di conoscere Yui; con grande fatica: se avesse condotto una spedizione al Polo Nord, avrebbe avuto sicuramente più agevolazioni.

Ayato, difatti, era sembrato piuttosto ostile al momento in cui si erano strette la mano, la più giovane timidamente e l'altra calorosamente, iniziando pian piano a conversare sempre più animatamente e divenendo in pochi minuti amiche; seccato, sbuffò quando mezz'ora dopo le due ragazze stavano ancora continuando a chiacchierare piacevolmente, sedute su un divano da dove le aveva fissate scrupolosamente.

Si alzò, avvicinandosi e sbattendo le mani sul tavolino, chinandosi con il volto corrucciato dalla gelosia verso di loro che erano sobbalzate:

- Oy, Chichinashi! Andiamocene!

- Ayato-kun, ma... - disse flebilmente lei, portandosi le mani al petto e fissandolo timorosa; Mary le tese un braccio davanti per interromperla e seria si rivolse al vampiro:

- Ayato-kun, non essere così egoista, per favore.

- Ha?! Questa donna è mia, decido io cosa può fare o meno! E in questo momento voglio che venga via con me...

La ragazza si spostò improvvisamente verso un comodino dove era posato un candelabro in ceramica, impreziosito da motivi in argento e borchie d'oro di forma sferica, seguita dai loro occhi interrogativi; lo spinse e l'oggetto si frantumò in mille pezzi sul pavimento.

- Cosa... - stava per dire Ayato, perplesso, mentre lei tornava ad accomodarsi sul divano e sbiancò quando ella gridò:

- Reiiiji-saan, Ayato-kun ha rotto quel candelabro! - era venuta a sapere infatti che fosse uno dei tanti souvenir che il padre dei fratelli Sakamaki aveva seminato per la casa e che aveva raccomandato severamente di non danneggiare, considerato il loro cospicuo valore.

Mary prese per mano la giovinetta dai capelli biondi e fuggì con lei prima che Ayato potesse rendersi conto dell'imbroglio, ancora stordito da quanto accaduto, ma ben presto sentirono dietro di loro tanti insulti poi sovrastati dalla voce di Reiji che lo richiamava con un tono che lasciava intendere un lungo, feroce rimprovero.

 

 

- Ahahaha... aha... - appoggiata a un piccolo scaffale, Yui premette le mani sulla pancia, cercando di smettere di ridere; alla prima occasione, a stenti, si rivolse alla salvatrice che sogghignava al pensiero di quello che stava passando il vampiro.

- Mary-san, sei davvero forte, proprio come ha detto Laito-kun...! - soffocò di nuovo un'altra risata, ricomponendosi - Dico davvero: sei una persona forte d'animo... da quando mi sono risvegliata, ho percepito l'atmosfera in questa casa essere cambiata, seppur poco, in meglio, rispetto a prima... e sono sicura che questo sia tutto grazie a te!

Mary ammutolì, sorpresa da quelle parole così belle e piene di gratitudine e dalla sincerità di quella giovinetta, la quale continuò, spostando lo sguardo sereno su un vaso di rose bianche, raccolte da Subaru segretamente la mattina presto, e le accarezzò con delicatezza.

- Sei una persona speciale... fedele ai tuoi principi, fiduciosa nelle capacità altrui, e soprattutto empatica; mi sembra che tu abbia compreso meglio di me la personalità e il passato di ciascuno di questi ragazzi... e hai avuto più determinazione e cura nel riportarli sulla strada giusta... invece io...

Yui chinò il viso verso il basso, amareggiata. Per quanto fosse anche lei molto legata ai proprio valori, si era sentita spesso impotente e debole, capace solo di assistere e subire.

Mary continuava a fissarla in silenzio, senza parole, e sentiva gli occhi inumidirsi a causa di quelle parole che tanto l'avevano improvvisamente sollevata dai sensi di colpa che si portava dietro come una palla di piombo in tasca; l'altra si voltò nuovamente verso di lei e sorrise:

- Ora è meglio che vada a fermare quei due... anche se alla fine sarò io quella che ne uscirà male... - s'incupì mestamente e ritornò indietro come se si stesse incamminando al martirio, con un andamento barcollante e nolente; la fanciulla dai capelli bianchi provò immensa pietà, per poi scrollare le spalle e guardarsi intorno.

Aveva visto i trigemini, Reiji e aveva conosciuto la dolce Yui; si chiese dove potessero essere Subaru e Shuu e si avviò in direzione della camera del primo.

Giunta a destinazione, bussò alla porta della stanza da letto: silenzio. Ciò aveva un qualcosa di vagamente familiare; ripeté il gesto nuovamente e ancora alcun suono giunse alle sue orecchie se non il rimbombo dei colpi sul legno. Il senso di déjà vu s'intensificò e ritentò ancora una volta, chiamando il vampiro.

- Subaruc...

Due mani atterrarono violentemente sulla porta, sfiorandole i lati della testa bloccata tra quelle forti braccia, non troppo robuste; una bocca si avvicinò al suo orecchio, solleticandolo con le labbra e provocandole un brivido di panico.

- Ti stacco la testa, se osi chiamarmi in quel modo; mi sembra di averti detto più volte che non voglio ripetertelo - aggiunse, irritato, e dopo qualche secondo di silenzio fece scivolare le braccia attorno alla vita della fanciulla, baciandole i capelli e appoggiando poi la testa nell'incavo tra il collo e la spalla destra di lei, che si girò un poco per adocchiarlo, confusa.

- Subaru-kun? - percepì la stretta rafforzarsi e il vampiro chiuse gli occhi, respirando profondamente.

- Be-bentornata... - borbottò, voltandosi dall'altra parte per nascondere il lieve rossore sulle guance; Mary batté le palpebre per poi sorridere dolcemente, dando delle leggere pacche con la mano su quelle di lui, fissate sul suo addome.

Non passò molto tempo che le sue gote si tinsero improvvisamente di color cremisi, e i capelli si rizzarono sul capo nel sentire qualcosa di umido scivolare lungo il collo; sobbalzò e si allontanò freneticamente da lui

- Subaru-kun!? - esclamò incredula, con un pizzico di indignazione nella voce, mentre strofinava le dita contro la pelle dove era rimasta una scia imbarazzante.

- Tch - schioccò la lingua l'albino, irritato, e appoggiò le mani sui fianchi - Cosa c'è ora?! Sei qui come riserva di sangue, per-

- Riserva di sangue! - lo interrupe - Appunto! Tu mi sta-sta-sta-sta-sta-sta-v-v-v-v-vi-vi...

Il fumo le fischiò dalle orecchie come in una locomotiva a vapore e si coprì il viso con le mani, chiedendosi come avesse fatto a resistere fino a quel momento; ah, giusto: non era stata reduce di un sfiancante combattimento all'ultimo sangue (molto appropriato...) contro un cacciatore, quando era arrivata in quella villa.

Sussultò nell'essere presa per la vita con forza e afferrò i polsi di lui cercando di allontanarlo da é; l'altro, ancor più frustato, la spinse contro il muro, sorreggendola con le proprie braccia e fissandola intensamente negli occhi.

- Lasciami fare- intimò lui, soffiandole a pochi centimetri di distanza dal volto.

- Lasciami stare - ribatté lei, scoccandogli uno sguardo di rimprovero e disapprovazione.

Subaru grugnì e si fiondò sulle sue labbra, cogliendola di sorpresa e premendola con il corpo contro la fredda parete, e approfondì con foga quel bacio; la ragazza non reagì subito, protestando soffocata dalla passione di Subaru, per quanto potesse essere molto caldo e affezionato quel sentimento di lui nei suoi confronti; decise di sollevare rapidamente il ginocchio in mezzo alle sue gambe. Gli avrebbe chiesto scusa un'altra volta, ma era strettamente necessario levarselo di dosso, nonostante gli volesse un gran bene.

Il vampiro si staccò e indietreggiò dolorante, premendosi le mani sulla delicata zona colpita, accompagnando la sua reazione con dei pietosi gemiti di sofferenza (giù il capello, uomini, e abbiate compassione, donzelle...).

- SUBARU-KUN NO BAKA2! - gridò Mary avvampando, tremante di vergogna, e gli rese uno schiaffo sulla guancia per poi scappare; si fermò tuttavia dopo un paio di metri, per girarsi e urlare ancora:

- E pensare che ero venuta a trovarti di buon cuore! - e finalmente si dileguò; Subaru mugugnò esasperato, ancora rosso per l'emozione, accasciandosi a terra in posizione supina e sfiorandosi le labbra quasi come per conservare quella piacevole sensazione che aveva provato a contatto con la ragazza.

- Kuso3... perché va sempre a finire così... ah...

 

 

Mary era appoggiata al davanzale della finestra che dalla biblioteca dava ai giardini della villa; aveva cercato un titolo interessante tra quei miliardi di libri, ma nessuno era stato capace di distrarla dall'imbarazzo suscitato da quel vivace incontro con Subaru, a cui continuava chiedere mentalmente perdono per non ricambiare il suo affetto nello stesso modo in cui lui lo manifestava a lei.

Nel frattempo, da innocente ragazza infatuata, sperava con tutta se stessa che Shuu arrivasse lì da un momento all'altro o che, più probabile, lo incontrasse in giro per la casa mentre sonnecchiava beatamente su un divano (oppure per terra, perché no, le era già successo, o immerso con tutti i vestiti nella vasca da bagno; quel pelandrone!).

Sospirò e decise di recarsi in cucina, dove avrebbe potuto preparare e consumare un pasto più sostanzioso per placare la sua fame ancora persistente; si voltò dunque per raggiungere la porta, ma si bloccò in tempo non appena il suo sguardo inquadrò un collo ben familiare, soprattutto a causa di quel girocollo con il piccolo lettore MP3.

Alzò la testa lentamente, gioiosa e sollevata, e incontrò quel blu oceano che tanto la ammaliava; le narici odorarono quel profumo di pulito che tanto la inebriava e le labbra rivolsero un tenero sorriso a Shuu, che la osservava con la sua espressione indifferente.

Il vampiro si chinò su di lei e le sfiorò la bocca con le dita, incupendosi e bofonchiando che il fratellino gli avesse guastato quella fonte di morbidezza di cui non avrebbe mai potuto averne abbastanza, e si protese a gustarla; le dita di lei si posarono però a loro volta sulle labbra di lui, impedendolo e il giovane corrugò la fronte, contrariato.

- Shuu-san - sussurrò Mary, esitante, l'espressione che si era fatta incerta e timorosa; respirò profondamente e, con le gote rosate, gli rivolse un sorriso più singolare, speciale - Daisuki4.

Il biondo spalancò brevemente gli occhi, prima di assottigliarli e avvolgere delicatamente nelle sue mani il volto della fanciulla, timida, e l'avvicinò a sé.

- Sei solo cibo, noiosa... - sussurrò; chiusero entrambi gli occhi.

 

 

E le stelle illuminavano il cielo limpido di quella notte.




1daijoubu? = stai bene?
2 (no) baka = idiota
3kuso = ehm, meLMa :P
4daisuki = mh, ti voglio tanto bene. Nella lingua giapponese ci sono tre termini, che io conosca, con cui esprimere il proprio affetto (che sia la persona amata, un familiare, un amico...) e sono i seguenti, da quello meno "potente" a quello più intenso: suki, daisuki, aishiteru (Mary l'ha detto, è cotta; anche se... ehe... :P)

 

 

 

 

 

 

  
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