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Autore: Lisaralin    07/10/2014    2 recensioni
"In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves come close your eyes
You can see them too."

(The Bard's Song, Blind Guardian)
Raccolta di flashfic sui personaggi della saga. Nel segno del caso.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Minsc e Boo
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: verde
Avvertimenti: mi rendo conto che tutto ciò non ha una gran coerenza interna, ma su Minsc ero veramente in crisi. Per quanto riguarda l'atteggiamento di Dynaheir, dalle sue battute in BG1 ho avuto l'impressione che tratti Minsc con molta superiorità, per cui ecco cosa è venuto fuori...



Memories of his witches

L’avevo sempre considerato uno stupido.
Io, figlia orgogliosa di una delle stirpi più nobili di Rashemen, Whychlaran di grande potere, non avevo paura di percorrere da sola le impervie vie del mondo. Se ho accettato un compagno di viaggio, un “guardiano”, come lo definiscono le Anziane, è solo per rispetto della consuetudine del dajemma e delle tradizioni del mio popolo. Ma non ho mai dubitato neanche per un secondo di riuscire a superare la mia prova di iniziazione senza l’aiuto di nessuno.
Fino ad ora.
In fondo, cos’era stato Minsc per tutta la durata del nostro viaggio? Utile per caricarsi in spalla gli zaini e le armi più pesanti, certo, ma un buon mulo sarebbe servito perfettamente allo scopo. Con l’indiscutibile vantaggio che un mulo non parla a sproposito, non ti fa fare figuracce in ogni villaggio che attraversi, non produce il frastuono di cento eserciti quando sarebbe auspicabile il silenzio. Un mulo probabilmente mangerebbe di meno, e di sicuro sarebbe molto, molto più intelligente. Soprattutto, non trascorrerebbe intere serate attorno al fuoco a parlare al suo criceto di argomenti senza capo né coda.
In breve, l’ho sempre ritenuto un peso morto.
Il peso morto, però, stavolta è tornato per me. Non solo, ha anche reclutato un gruppo di avventurieri al solo scopo di venirmi a salvare. Ha percorso miglia e miglia nei territori più inaccessibili della Costa della Spada per salvare la maga superba che non lo riteneva neanche capace di ritrovare da solo la via per la Fortezza degli Gnoll. La maga che si credeva perduta una volta che le sue pergamene sono state stracciate, il suo grimorio dato alle fiamme e il suo corpo fiaccato dalle privazioni di una lunga prigionia.
“Dove arriva Minsc, il male si ritira! Resisti, mia strega!”
Ora il respiro mi si ferma nel petto mentre lo vedo avanzare verso di me con la spada sguainata, falciando uno gnoll dopo l’altro come un turbine inarrestabile di potenza e precisione. È come se una benda mi cadesse dagli occhi, e per la prima volta vedo Minsc per quello che realmente è. La sua mancanza di grazia diventa forza dirompente, la sua ottusità coraggio e generosità senza limiti, la sua cocciutaggine pura e disinteressata lealtà. Accanto a lui, Boo è una palla di pelo impazzita che schizza da un nemico all’altro graffiando senza sosta occhi e visi.
Quando finalmente l’ultimo gnoll cade al suolo e le braccia forti di Minsc mi tirano fuori dal pozzo lurido che per giorni è stato la ma prigione non posso fare a meno di abbracciarlo. Boo mi salta sulla spalla e sfrega la sua morbida pelliccia contro la mia guancia. Giurerei che abbia capito quando detesto mostrare le mie lacrime.
“Chi osa fare del male alla mia strega si ritroverà stampata sul sedere l’impronta degli stivali di Minsc!”
Riso e pianto di mescolano sulle mie labbra. Di slancio lo abbraccio di nuovo, e decido che d’ora in poi nessuno potrà separare il prode Minsc, il valoroso Boo e la loro strega.


Ultimamente mi capita spesso di ripensare ai miei compagni di viaggio di un tempo.
Sono passati anni da quando ero una ragazzina spaventata dalla sua ombra, timorosa persino di mettere piede oltre il recinto sicuro e protettivo del circo. Da allora sono diventata una grande maga, somma sacerdotessa di una comunità, flagello di schiavisti e malfattori. Ho ripreso in mano la mia vita e affrontato le mie paure. Ho imparato a camminare sulle mie gambe senza dipendere più da nessuno.
Eppure ripenso spesso con nostalgia all’epoca in cui facevo parte di un gruppo di compagni, uniti contro il male e le minacce del mondo.
Uno di loro in particolare riaffiora con affetto tra i miei ricordi. Il mio cuore è sempre appartenuto al Figlio di Bhaal, anche se lui alla fine ha scelto di donare il suo a un’altra donna; ma nessuno sapeva far sbocciare il mio sorriso come il ranger dal cuore d’oro, il guerriero generoso, l’insostituibile Minsc. Se sono diventata quello che sono oggi lo devo anche a lui, ai suoi incoraggiamenti, alla fiducia che mi ha sempre dimostrato anche quando ero io la prima non credere più in me stessa.
Mi chiedo spesso dove sia ora. La ragione mi sussurra che gli umani non sono elfi, che la vecchiaia e la morte li catturano molto prima di noi, ma è un’idea che mi rifiuto categoricamente di considerare. Minsc non è mai stato come gli altri, per lui non possono valere le stesse leggi dei comuni mortali.
Per questo ogni volta che alzo lo sguardo verso il cielo stellato mi convinco che lui e Boo devono essere lassù da qualche parte, in un luogo dove i criceti sono giganti e gli uomini diventano leggenda.


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Nota: l'ultima frase è ripresa pari pari dal finale di Minsc in ToB. Chi non ha mai versato neanche una lacrima leggendola per me non può definirsi un vero fan di Baldur's Gate.
 
  
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