07/10/2014
3 recensioniA te, che sei il mio Shika e io la tua Ino.
Perchè mi sento dilaniata come lei,
perchè dire che mi manchi è dire poco.
Perchè dire che ti voglio bene è dire poco.
Perchè mi sento dilaniata come lei,
perchè dire che mi manchi è dire poco.
Perchè dire che ti voglio bene è dire poco.
Non c’erano parole per descrivere come si sentisse in quel momento Ino.
L’aggettivo “colpevole” poteva avvicinarsi molto al suo stato d’animo, anche se credeva che la sua anima fosse inesistente già da parecchio tempo. Da quando era andata a letto con Shikamaru, per essere precisi.
E ora lo osservava fingere sorrisi e ridere sguaiatamente -troppo perchè potesse essere davvero il solito Shikamaru- a battute scadenti scambiati con i diplomatici di Konoha e Suna, mentre parlavano dell’importanza e dei vantaggi che sarebbero fruttati dall’unione del Nara e della Sabaku; mentre lei, impotente, e altrettanto falsamente sorridente, li osservava da lontano, e il suo cuore urlava per tutto il tempo e nessuno sembrava accorgersene.
Distolse lo sguardo non appena un guizzo repentino smosse le iridi pece di Shikamaru e quasi stavano per incrociare le sue, per fissarsi distrattamente le punte delle scarpe: Lucifero. Ecco cosa le era immediatamente balzato nella mente. Era esattamente come l’arcangelo, quando ancora prima di essere chiamato “Diavolo” era ancora Lucifero, l’apparentemente puro e innocente angelo del cielo; lei era il Lucifero del quale nessuno aveva ancora scoperto il peccato, che non era semplice lussuria come aveva preferito mascherare, ma amore. A Ino venne assurdamente da ridere: lei che si era innamorata di qualcosa, di qualcuno, che non avrebbe mai potuto amarla.
Ci hanno sempre descritto l’amore come qualcosa di bello e che porta solo gioia e felicità, ma nessuno aveva mai narrato del rovescio della medaglia, di come potesse anche divenire “peccato”.
E fu proprio quando alzò lo sguardo con finta disinvoltura e trovò gli occhi di Shikamaru ancora analizzarla che capì di essere sprofondata direttamente nella burella, sentendo il peccato venire a galla e sommergerla completamente, ardere e bruciare sulla propria pelle e trasformarla nel Diavolo.
«Non guardarmi. Non farlo o brucerà di più.»
«Ti amo, e lo sai.»
«Vorrei che tu avessi preso me. Che avessi scelto me. Che avessi amato me.»
[292 parole]
Note dell'autrice
Breve, breve, brevissima flash che ho scritto di getto.
La trama è semplice, ma nel dettaglio: Ino e Shikamaru sono andati a letto dopo che lui si era dichiarato. Ino ha taciuto sui suoi sentimenti, ma sapeva di amarlo e nonostante ciò si è allontanata da lui, lasciando che seguisse i propri impegni diplomatici e lasciando che si incastrasse nel matrimonio con Temari. Vedendoli insieme durante la cerimonia ufficiale di fidanzamento si rende conto che i suoi sentimenti sono ancora forti, e che lo ama ancora disperatamente. Si sente colpevole di aver rinunciato alla loro felicità, di avergli causato dolore, ma sopratutto di essersi innamorata; si sente 'peccatrice' in questo senso, poichè se non si fosse innamorata nessuno avrebbe sofferto.
Le ultime tre battute tra virgolette sono ciò che si dicono con lo sguardo, e Ino cambia radicalmente la propria versione dei fatti dato che, avendo ceduto al peccato e al dolore, rivuole indietro Shika nella sua vita. È ovvio che loro parlano sempre con gli occhi tra di loro, altrimenti perchè Ino avrebbe evitato di guardarlo negli occhi?
E' strana lo so, ma.... *cambia argomento a caso* le novità della tragedia manzoniana sono...
Mi scuso con chi si aspettava l'altra fic che ho anticipato in "I'll bleed out for you", ma come ho già detto questa è venuta fuori così e ho dovuto scriverla immediatamente prima che mi passasse l'ispirazione.
Sperando che questa fic strana possa piacere, mi dileguo.
Ems