Be
smart, be clever
Rowena
era ancora più bella
sotto la luce della luna. Le lunghe onde corvine le ricadevano lungo la
schiena
e incorniciavano un volto dalla carnagione alabastrina e le iridi
verdi. Era
seduta su uno dei gradoni in pietra del patio e fissava con aria persa
il cielo
stellato.
Salazar
aveva imparato a
interpretare ogni suo gesto o espressione e quello sguardo
preannunciava la sua
immersione in chissà quale ragionamento.
Si
diceva che astuzia e
intelletto andassero di pari passo, che fossero per certi versi affini
e
complementari, ma nel loro caso costituivano solo una sfida continua su
chi
fosse più sveglio e in gamba tra i due. Quella volta
però non era lì per una delle
loro tante scaramucce.
Le
sedette accanto, sorridendo quando
la vide sobbalzare per la sorpresa.
-
Aspettavi Godric? –
Rowena
gli rivolse un’occhiata
strana, indecifrabile, - Non essere ridicolo, Salazar. –
-
Eppure pensavo che tu e Tosca
foste attratte da quel fisico possente e il mezzo grammo di materia
grigia del
nostro Grifondoro – continuò.
Non
sapeva perché aveva
cominciato quella discussione, ma ora era più che mai deciso
ad avere delle
risposte.
-
Godric è piacevole a
guardarsi – , ammise, - Ma totalmente incapace di portare
avanti una
discussione costruttiva. –
-
Sì, lo so come la pensi: un
ingegno smisurato è per il mago un dono grato. –
Parve
sorpresa.
La
sera precedente avevano
discusso dell’opportunità di dividere in Case
Hogwarts e ognuno aveva fatto
valere le proprie ragioni. Tuttavia non si aspettava che Salazar avesse
davvero
prestato attenzione alle parole degli altri tre Fondatori né
che si ricordasse esattamente ciò
che aveva detto.
-
Mi stupisci. Credevo che non
ti curassi granchè del parere di chi non concorda con te.
–
-
Infatti è così, ma sono
sufficientemente intelligente da riuscire a collegare ognuno di voi a
una virtù.
Godric il troglodita ha indubbiamente scelto la cavalleria e il
coraggio; Tosca
la bontà e la lealtà; tu l’intelligenza
e l’arguzia. –
-
Quindi dovrei apprezzare la
tua abilità di sintesi e intuizione –
considerò, inarcando un sopracciglio.
-
Sì, dovresti – confermò,
sorridendo compiaciuto.
-
Riesci sempre a trovare la
situazione adatta a metterti in buona luce, Salazar, non mi stupisco
che l’astuzia
sia la tua virtù. –
-
Non mi interessa granchè
essere visto in buona luce, bella Rowena, se non da una persona.
–
-
Dunque desideri essere
considerato migliore … e da chi? –
Lo
scrutava con quegli occhi
verdi che brillavano nell’oscurità e lui sapeva
che aveva capito. Era troppo
intelligente per non averlo intuito. I suoi sguardi rubati, il suo
considerarla
l’unica alla sua altezza tra i quattro, persino la sua
comparsa improvvisa lì.
-
Non si riduce sempre tutto
all’amore per una donna? –
Ecco
quel guizzo. Amava la luce
che illuminava il suo sguardo quando si accendeva per
l’entusiasmo di vedere
confermata una sua intuizione.
Non
attese la sua risposta e si
chinò su di lei. Le accarezzò delicatamente le
labbra con le sue, pronto a
qualsiasi reazione; non trovando alcuna resistenza
approfondì il contatto,
stringendola a sé. Era inaspettatamente fragile e delicata
nella sua stretta,
ma si adattava al suo corpo come se fosse nata per essere
lì. Come se fossero
nati per essere una cosa sola.
*
-
Salazar! Salazar! –
La
voce di Rowena echeggiava
dietro di lui mentre lasciava la scuola a passi rapidi. Quando fu
arrivato al
limitare della Foresta Proibita si voltò a lanciarle
un’ultima lunga occhiata,
soffermandosi sul ventre teso che si intravedeva chiaramente sotto la
veste da
strega. Rimasero a guardarsi per un istante che parve interminabile
finchè, con
uno schiocco, si Smaterializzò.
Le
urla di Rowena gli
rimbombavano ancora nelle orecchie.
Era
più saggio starle lontano,
sia a lei che alla bambina.
Helena.
Lo
faccio anche per te, mia
piccola Helena.
*
Erano
passati sei anni dalla
nascita di Helena e non c’era giorno in cui Rowena non
vedesse nella figlia
qualcosa di Salazar. A volte era il modo di sorridere quando aveva
combinato
qualche marachella, a volte semplicemente i tratti cesellati e decisi
del volto
oppure, più raramente, faceva delle affermazioni che
sarebbero state adatte
anche tra le labbra del padre. Così, quando per gioco Tosca
le aveva rivolto
quella domanda, una parte di lei sapeva già cosa avrebbe
risposto la figlia.
-
E tu, Helena, quali qualità
reputi più importanti in un mago o una strega? –
-
L’ingegno e l’astuzia. –
[723
parole]
Spazio
autrice:
Ingegno
e astuzia, due qualità che fanno girare
il mondo quando ben sfruttate. Salazar e Rowena sono complementari
secondo me,
un po’ come lo sono Godric e Tosca. E poi, bè, di
Helena non si sa chi sia il
padre e sinceramente la vedo molto più come possibile figlia
di Salazar che di
chiunque altro. Quindi … niente, spero che la shot vi sia
piaciuta e che
vogliate farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt