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Autore: Stria93    08/10/2014    7 recensioni
Raccolta di OS, ad esclusivo tema RumBelle, che partecipa all'iniziativa "RumBelle Week".
Sette giorni e sette prompt per una coppia meravigliosa.
Giorno 1 - Doccia
Giorno 2 - Alcool
Giorno 3 - Voce
Giorno 4 - Bambini/Figli
Giorno 5 - Lenzuola
Giorno 6 - Modi impliciti per dire "ti amo"
Giorno 7 - Gelosia
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 4 – Bambini/Figli




Belle infilzò svogliatamente con la forchetta l'ultimo boccone di cibo rimasto nel suo piatto e se lo portò alla bocca. Se c'era una cosa che detestava particolarmente dei lunghi viaggi che portavano Rumpelstiltskin lontano dal castello, era proprio il momento dei pasti, che era costretta a consumare in piena solitudine. Perfino le pietanze più deliziose parevano insipide e insapori senza la compagnia di qualcuno con cui condividerle.
Quella mattina, dopo colazione, il folletto l'aveva avvisata che si sarebbe allontanato dal castello per qualche ora per andare a ritirare della merce. Si era tenuto piuttosto sul vago, ma ciò non rappresentava affatto una novità per lei, che non aveva indagato oltre sui suoi loschi affari.
Il suo padrone aveva detto che sarebbe stato via poche ore, ma troppo spesso, da quel punto di vista, le sue parole si erano rivelate inattendibili.
La ragazza sospirò, posando la forchetta nel piatto vuoto: probabilmente non avrebbe rivisto Rumpelstiltskin almeno fino al giorno seguente.
Stava per alzarsi da tavola e riportare le stoviglie in cucina, quando udì l'inaspettato ma inconfondibile rumore del pesante portone d'ingresso che si spalancava, per poi chiudersi nuovamente con un sonoro e cupo cigolio. Contro ogni sua previsione, il Signore Oscuro doveva essere già tornato, e Belle era lieta che, almeno per quella volta, la sua assenza da casa si fosse limitata alla sola mattinata.
La giovane uscì dalla sala dell'arcolaio e si diresse a passo spedito incontro al folletto. Quando lo vide, notò che reggeva un groviglio di stracci tra le braccia; molto probabilmente si trattava di altre vesti che le sarebbe toccato lavare.
- Rumpelstiltskin! Siete già di ritorno! - esclamò, incapace di trattenere la gioia.
Ma il Signore Oscuro le lanciò uno sguardo d'avvertimento e si portò un dito alle labbra, facendole cenno di tacere.
Troppo tardi. Uno strano versetto si levò dall'ammasso di stoffa portato dal folletto. Belle sgranò gli occhi, certa di aver appena udito il vagito di un bambino.
I gridolini proseguirono, facendosi sempre più acuti.
- Ecco fatto. Grazie tante, dearie. Ci avevo messo un'ora per far addormentare questo mostriciattolo. - brontolò l'Oscuro, estremamente seccato.
Sempre più incredula, la giovane si avvicinò al suo padrone e diede un'occhiata al fagotto che ora, poteva vedere chiaramente, si agitava come un forsennato nella stretta salda di Rumpelstiltskin.
Un paio di occhioni verdi, guance rosa e paffute, un ciuffetto di capelli color miele, e una boccuccia sottile e sorridente accolsero lo sguardo sbigottito di Belle, che ancora faticava a credere a ciò che stava vedendo.
- Ma... Rumpelstiltkin, questo è... -
- Sì, dearie. Questo è un bambino, e anche molto vivace se lo vuoi sapere. Immagino che tu ne abbia già visti altri. -
- So che cos'è un bambino. Ma perché l'avete portato qui? Cos'è successo? -
- Non capisco perché tu sia così sorpresa, dearie. Ti avevo detto che stamani sarei andato a prendere della merce, no? -
Belle sperò con tutto il cuore di aver sentito male. - Cosa? -
Rumpelstiltskin alzò gli occhi al cielo, spazientito. - La merce, dearie! Eccola qui! -
- Un... Un bambino?! - La giovane era inorridita. - Ma dove sono i suoi genitori? -
Il Signore Oscuro fece una smorfia amara e un'ombra attraversò i suoi occhi ferini. - Sua madre è morta di parto e suo padre ha deciso di abbandonarlo. Me lo ha venduto per qualche filo d'oro. - Dall'espressione del suo viso e dal tono gelido e sprezzante della sua voce si capiva chiaramente quanto egli fosse disgustato dal comportamento di quell'uomo che aveva ceduto la propria creatura in cambio di un po' di metallo.
- Ha abbandonato il suo stesso figlio? - La giovane sembrava totalmente incapace di credere che una tale assurdità potesse accadere, e il suo sguardo pieno d'orrore e biasimo ebbe l'effetto di una stilettata incandescente al cuore del folletto.
Oh, Belle! Se sapessi cosa io ho fatto al mio Baelfire! Se conoscessi la terribile verità! Guarderesti anche me in quel modo?
Cercò di allontanare da sé quel doloroso pensiero, e prese a far ballonzolare il bimbo che teneva tra le braccia e che iniziava a protestare, decisamente annoiato da quella conversazione che, a sua insaputa, lo riguardava.
Il piccolo sembrò apprezzare il gioco e lanciò un cinguettio di felicità, seguito da una risatina divertita.
Belle era ancora indignata al pensiero di un genitore disposto a barattare il proprio bambino per del volgarissimo oro, tuttavia non poté impedirsi di sorridere, intenerita da quello strano spettacolo. - E ora che ne sarà di lui? Resterà qui con noi? -
- Ma certo che no, sciocchina! Devo portarlo al re e alla regina di un regno che si trova poco lontano da qui. Non riescono ad avere figli da soli e hanno urgentemente bisogno di un erede. Tranquilla, dearie, hanno promesso che si occuperanno di lui come se fosse loro e lo cresceranno con tutti i riguardi. - aggiunse in fretta, notando la smorfia contrariata della ragazza dinanzi alla prospettiva che un bimbo innocente venisse usato in quel modo, come un oggetto, nulla più che merce di scambio.
- Ad ogni modo, - proseguì Rumpelstiltskin - la consegna è fissata per questa sera a mezzanotte, il che vuol dire che questa creaturina urlante sarà nostra ospite per tutto il pomeriggio. -
Il cielo terso negli occhi di Belle s'illumino all'improvviso, come se le nubi di poco prima si fossero diradate lasciando di nuovo il posto ad un sole splendente. - Posso tenerlo in braccio? - domandò, tendendo le mani verso il fagottino, speranzosa.
- Certo, dearie. È ovvio che puoi, dato che sarai tu ad occuparti di lui per le prossime ore. -
- Prego? -
- Ma naturalmente! Non crederai che io abbia il tempo di prendermi cura di questo marmocchio, vero? -
L'Oscuro non attese neanche una risposta e passò alla giovane il suo carico, che ancora agitava manine e piedini sotto il groviglio di stracci, ridendo vivacemente.


L'orologio suonò le undici di sera.
La sala dell'arcolaio era illuminata dalla luce calda e rossastra del fuoco che scoppiettava e crepitava nel camino di pietra, donando un tocco di intimità e accoglienza all'ambiente austero. Belle sedeva sul divano e cullava dolcemente il bimbo che aveva accudito durante quel bizzarro pomeriggio, intonando una vecchia ninnananna di Avonlea che aveva imparato dalla sua balia anni addietro.
Rumpelstiltskin, nascosto in un angolo buio, ascoltava rapito la voce della sua domestica e osservava quel quadretto familiare, incapace di non pensare al suo adorato Bae.
Cosa non avrebbe dato per poterlo rivedere! Cosa non avrebbe fatto per stare di nuovo con lui!
Presto succederà, figliolo. Presto ti raggiungerò, ovunque tu sia.
Lentamente, uscì dalla penombra e si avvicinò alla ragazza. Il bambino dormiva placidamente, al sicuro tra le sue braccia, e al folletto quasi dispiacque doverlo portare via.
- Dearie? È ora. - sussurrò piano.
La giovane si morse il labbro e, per un attimo, sembrò esitare, ma, alla fine, non senza una certa riluttanza, porse il piccolo, avvolto in una morbida coperta, al Signore Oscuro, che lo prese delicatamente.
- Lo tratteranno bene, non è vero? -
Rumpelstiltskin annuì, serio. - Hai la mia parola, Belle. -
Giunto sulla soglia della porta, il folletto si voltò per rivolgere un ultimo sguardo alla sua domestica, che fissava mestamente le fiamme che danzavano nel camino, persa in chissà quali pensieri. Se l'era cavata decisamente bene quel giorno, nonostante si fosse trovata alle prese con un bimbo tanto piccolo. Certamente sarebbe stata una madre meravigliosa.
La madre che avrei voluto per il mio Bae. La madre che lui avrebbe meritato.





Da Stria93: E in un baleno siamo già arrivati al quarto giorno della RumBelle Week, meraviglie mie! Tempus fugit.
Sarò sincera: questo prompt mi è piaciuto tantissimo e la stesura di questa storia a metà tra il fluff e l'angst finale, mi ha dato una grandissima soddisfazione.
L'idea era quella di trovare un equilibrio tra la tenerezza che il piccolo ospite del Castello Oscuro suscita in Belle – e anche in Rumpel, anche se lui non lo ammetterebbe mai - e i drammi più profondi che hanno segnato la vita del folletto, legati proprio all'abbandono, dapprima suo e poi di suo figlio.
Se io sia riuscita nel mio intento oppure no, lo giudicherete solo voi. ;)
Una piccola precisazione: il bambino della storia NON è James, il gemello di David adottato da Re George, anche se potrebbe sembrarlo. In realtà non è nessuno in particolare, ma solo il frutto dell'ispirazione del momento. XD
Un grazie enorme va a Ariki, Chrystal_93, Lady Clopette, padme83 per aver recensito “Voce”, tengo molto a ringraziare anche tutti coloro che recensiranno in seguito perché io stessa ho potuto notare quanto sia difficile tenere il passo con questa iniziativa; Ariki, Beabizz, Dearly_Beloved, Emyscarano, janecaulfield, Julie_Julia, padme83, Rusty 93 per aver inserito questa raccolta tra le seguite/ricordate/preferite, e tutti i lettori che silenziosamente seguono questa raccolta.
Per oggi è tutto, dearies; ci si rilegge domani con LENZUOLA. ;)
Bacionissimi! :*

  
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