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Autore: Evee    08/10/2014    3 recensioni
Mira, dopo la morte dei suoi genitori, si è dovuta trasferire a Domino da suo cugino Yugi. Ma la vita con lui non si rivelerà affatto tranquilla, perché ben presto verranno invitati, assieme a Seto Kaiba, ad un esclusivo torneo di Magic and Wizards in Egitto... Ma niente è come sembra e nulla andrà come previsto. Li aspetta un'avventura mozzafiato, d'amore e d'amicizia, legata inesorabilmente ad un passato di ben 3000 anni fa...
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogo: “A sky full of stars”

 

YUGI

-E' PRONTO A TAVOLAAA!- ci annunciò mia madre, chiamandoci a raccolta.

Abbandonai con malagrazia la biro sul quaderno, più che contento di interrompere quell'equazione che proprio non voleva saperne di venire, e raggiunsi la mia famiglia in salotto.

-Che si mangia di buono?- chiesi a mia mamma, sedendomi a tavola ed agguantando famelico le mie bacchette.

-Beh, dato che oggi ho avuto tempo ho deciso di preparare i takoyaki...- mi rispose con un sorriso.

-Oh, ma è fantastico zia!- esclamò Mira con entusiasmo -Io adoro i takoyaki! Sono tipici di Osaka, lo sapevate?-

Avrei tanto voluto dire a mia cugina che, dopo aver assaggiato quelli di mamma, non sarebbe più stata dello stesso avviso, ma conoscendo quanto fosse suscettibile sul suo modo di cucinare sapevo bene che era meglio mangiare e non replicare. Presi con attenzione una porzione sufficiente a non offenderla e decisi che per sfamarmi era meglio ripiegare sul contorno di riso e verdure.

-Dunque, come è andata oggi a scuola?- chiese mio nonno tra un morso e l'altro.

-Sbaglio o dovevano riconsegnarvi la relazione di storia?- chiese mia madre cercando di sembrare noncurante.

Io feci finta di ascoltare le notizie del telegiornale e di non aver sentito la domanda, lasciando che fosse Mira a rispondere e ritardando il più possibile il momento in cui avrei dovuto rivelare il voto che la Kobayashi mi aveva dato nell'ultima verifica... Avevo già avuto una dose più che sufficiente di lavate di capo da mia madre quando eravamo tornati dall'Egitto per essere partiti senza chiedere prima il permesso, che ovviamente non ci avrebbe dato visto che, a conti fatti, avevamo perso più di due settimane di lezioni. E con il senno di poi non avrebbe neanche avuto troppo torto: appena ricominciata la scuola ci eravamo ritrovati tutti nel bel mezzo delle verifiche di metà semestre, e solo Mira, che aveva già studiato in parte quegli argomenti ad Osaka, era riuscita a salvarsi dalle insufficienze. Comunque anche lei non ne era uscita del tutto indenne da conseguenze, perché anche se aveva una media abbastanza alta questa non era stata sufficiente per evitarle un richiamo ufficiale da parte della preside: dopotutto quello era l'anno del diploma, ed anche se i professori cercavano di andarle incontro con quello che aveva passato, non avrebbe dovuto fare così tante assenze... Morale, per recuperare le ore perse era stata costretta a compensarle con attività extracurriculari e, visto che sapeva suonare il pianoforte, aveva scelto di iscriversi al corso di musica e di partecipare al saggio di fine anno. Come punizione nulla rispetto a quella che mia madre mi aveva inflitto, ossia niente uscite e tanto meno Magic and Wizards finché non avessi recuperato le mie insufficienze. Quindi potete ben capire perché cercassi di evitare il discorso...

Purtroppo però l'ottimo voto di Mira non fu sufficiente a soddisfare la curiosità di mia madre.

-E a te Yugi come è andata?- mi chiese ostinata.

A quella domanda mezzo takoyaki mi andò di traverso e fui costretto a tossire, nel tentativo di non morire soffocato. Colsi l'occasione per temporeggiare e lasciarmi andare a più colpi di tosse del necessario, quando vidi alla televisione un volto fin troppo familiare che mi diede un ottimo pretesto per eludere la sua domanda.

-Ehi, Mira, guarda!- le feci -Stanno parlando di Seto!-

Nel sentir pronunciare quel nome così all'improvviso mia cugina sussultò e per poco non si rovesciò addosso il bicchiere. Purtroppo il mio tentativo di cambiare argomento fu quanto mai inappropriato, dimentico che erano settimane che di lui non avevamo più visto neanche l'ombra... Mia cugina fissò con ostilità il suo volto alla televisione, e poi afferrò stizzita il telecomando per cambiare subito canale.

 

ANZU

Quel pomeriggio approfittai delle ore di straordinario fatte la sera prima al Burger World per chiedere un permesso e staccare a metà pomeriggio. Eravamo ormai a metà maggio, e mancava davvero poco al 5 giugno, ossia al giorno del saggio di fine anno, quindi volevo cercare di esercitarmi il più possibile nel mio numero, ossia la scena finale del Lago dei Cigni. La professoressa Minato, che ogni anno organizzava lo spettacolo, aveva ovviamente preso me anche quella volta come prima ballerina, ma la coreografia che aveva scelto mi stava mettendo davvero a dura prova: la parte del Cigno Bianco mi riusciva alla perfezione, mentre quando si trattava delle piroette in sequenza del Cigno Nero mi scappava sempre qualche errore. Ma ero determinatissima ad imparare quei passi, perché avevo scommesso con me stessa che solo se fossi riuscita a farlo mi sarei finalmente potuta permettere di spedire quella domanda di ammissione e di sperare...

Arrivata alla Domino High School, legai la bici sul retro e mi diressi verso gli spogliatoi per andare a cambiarmi, quando venni ipnotizzata da una melodia poco lontano. Incuriosita, la seguii fino all'aula di musica, e mi fermai ad ascoltare incantata. Era una composizione al pianoforte, dolce ma anche struggente... Poi all'improvviso una voce limpida iniziò a cantare con sempre maggior trasporto una ballata. Sussultai per lo stupore, riconoscendo subito il timbro di Mira. In effetti sapevo che era stata convinta dalla professoressa Minato a provare a comporre un brano per il numero di chiusura, ma la mia amica era sempre stata molto avida di informazioni a riguardo... Dunque, non si trattava semplicemente di un brano, ma di una vera e propria canzone!

Rimasi ad ascoltarla affascinata, non osando interromperla... Ma nel bel mezzo di una strofa la sua voce si ruppe, scossa dai singhiozzi.

-MIRA!- esclamai, aprendo la porta ed accorrendo preoccupata.

Lei sussultò per lo spavento, e quando mi vide cercò di asciugarsi frettolosamente le lacrime agli occhi.

-Anzu...! Cosa ci fai qui?!?- balbettò.

-Ero venuta a provare il balletto... Ma poi ti ho sentito cantare, e non ho potuto fare a meno di ascoltare la canzone che hai scritto.- ammisi -E' davvero stupenda, farai un figurone!-

Lei abbassò lo sguardo, imbarazzata.

-Grazie...- fece, con tono sommesso -Ma tanto non credo di volerla più suonare al saggio.-

La guardai attonita, sconcertata da quella affermazione. Poi però ripensai alle parole della sua ballata, e a come fosse scoppiata in lacrime mentre la cantava. Non ci misi molto a capire.

-E' dedicata a lui, vero?- osai infine chiederle.

Mira spalancò gli occhi, arrossendo per quella domanda tanto improvvisa quanto confidenziale.

-N... no! Assolutamente no!- balbettò agitata.

Io sorrisi, compiaciuta di come la mia intuizione si fosse rivelata esatta.

-Considerando che non avevo nemmeno fatto il suo nome, lo prendo per un sì.-

Lei abbassò il capo sconsolata.

-Anzu, ti prego...- mi supplicò -Non devi farne parola con anima viva.-

-Ma certo, sennò che amica sarei?!?- le promisi -Comunque, non per contraddirti, ma tanto lo sospettavamo già tutti che ti fossi innamorata di Seto...-

-CHE COSA?!?- esclamò, diventando rossa come non mai.

-...anche se non so proprio cosa ci trovi in lui.-

-Nemmeno io.- borbottò lei, sospirando -Ed è meglio che me lo levi dalla testa, visto che tanto è chiaro che lui non mi ricambia affatto...-

-Oh, per favore!- sbottai -Lo conosco da anni, e non l'ho mai visto comportarsi con nessuno come faceva con te... E' chiaro come il sole che anche tu gli piaci!-

-No, Anzu...- replicò abbattuta -La verità è che non gli piaccio abbastanza, sennò mi avrebbe già cercato... Invece è da quando siamo tornati dall'Egitto che non lo vedo né lo sento.-

-Beh, ma che ti aspettavi, è pur sempre Seto Kaiba!- osservai con un'alzata di sopracciglio -Senti, perché non provi tu a chiamarlo per prima?-

-COSA?!? Neanche morta!-

-Ma sì, dai!- la incoraggiai -Anzi, invitalo al saggio e fagli ascoltare la tua canzone!-

-Assolutamente no!-

-Su, non fare la fifona!-

-No, no e ancora...-

 

MIRA

-...e ancora NO!- replicai con fermezza.

Erano settimane che Anzu continuava a tormentarmi con quella storia, e proprio non riuscivo a scollarmela di dosso.

-Ma Mira!- protestò la mia amica -Devi farlo oggi, sennò è troppo tardi, il saggio è domani sera! Guarda che se non lo inviti te ne pentirai amaramente...-

-Cercherò di farmene una ragione.-

-E va bene!- sbottò lei -Se non lo inviti tu, allora lo farò io!-

-Cosa?!? NO!- esclamai subito allarmata.

-Allora muoviti e chiamalo! O mandagli un sms! Fai qualcosa!-

-Ma se non ho nemmeno il suo numero...-

-Puoi sempre andare a casa sua ed invitarlo di persona.-

-Tu sei pazza!-

-No, invece più ci penso e più mi convinco che è un'ottima idea!- fece lei sorridendo compiaciuta -Anzi, ti ci accompagno io stessa oggi pomeriggio. Così non provi a fare la furba...-

Aprii la bocca per protestare, quando Jonouchi si avvicinò ai nostri banchi, incuriosito.

-Accompagnare dove?- domandò.

Avvampai per l'imbarazzo.

-A... a ritirare il regalo per Yugi!- gli dissi, frettolosa ma comunque con una risposta plausibile, benché avessi già provveduto a farlo il giorno prima.

-Oh, allora è pronto!- esclamò lui allegramente -Magnifico! Sono sicuro che gli piacerà un sacco...-

-Già, speriamo!- concordò Anzu -Allora per stasera è tutto a posto?-

Annuii. Quel giorno era il compleanno di Yugi, ed avevamo pensato di trovarci tutti a casa nostra per organizzargli una festa in suo onore. Dopotutto, si compiono 18 anni solo una volta nella vita...

-Sì, mia zia mi ha detto che stamattina avrebbe preparato la torta, mentre Honda penserà al resto.- le spiegai -Però Jono devi cercare di trattenere Yugi in giro il più a lungo possibile, sennò addio sorpresa!-

-Lascia fare a me! Ho un piano infallibile!- esclamò, alzando il pollice con sicurezza.

Continuammo a discutere degli ultimi dettagli, quando la campanella suonò annunciandoci la fine dell'intervallo. Tornammo tutti ai nostri posti, pronti a ricominciare la lezione di filosofia. Mentre stavo finendo di ricopiare uno schema che la prof. aveva appena tratteggiato alla lavagna sul pensiero hegeliano, sopra il mio banco rimbalzò un bigliettino lanciatomi di soppiatto da Anzu.

Ti passo a prendere alle 16.

Sospirai. Non avevo proprio scampo.

Quel pomeriggio, inesorabile come la morte, Anzu si presentò sotto casa mia, pronta a trascinarmi a forza fino a Villa Kaiba. Opposi una strenua quanto inutile resistenza, e dopo mezz'ora mi ritrovai a fissare con angoscia il suo citofono, intimidita dalle dimensioni di quella residenza e letteralmente terrorizzata dal pensiero di parlargli, dopo così tanto tempo. Volevo rivederlo con tutto il cuore, non facevo che pensarlo giorno e notte... ma lui? Certamente aveva ben altro per la testa, il presidente della Kaiba Corporation. Avevo davvero paura di rendermi solo ridicola...

-Insomma, muoviti prima che faccia notte!- mi rimproverò Anzu a braccia conserte, ferma poco distante a curare che non me la dessi a gambe (cosa che altrimenti avrei certamente fatto).

-Non posso... Sono troppo agitata, non riuscirei nemmeno a parlare...- mi lamentai.

-Ok, l'hai voluto tu!- sbottò la mia amica, il braccio allungato per suonare il campanello.

-NO, FERMATI!- esclamai nel panico e cercando di bloccarla.

E fu proprio allora che una voce alle nostre spalle ci chiamò, interrompendo la nostra schermaglia.

 

MOKUBA

Chiesi ad Isono di fermare lì la limousine e di lasciarmi scendere, prima che varcasse il cancello per andare a parcheggiarla in fondo al viale d'ingresso.

-Che piacere rivedervi!- dissi allegro ad Anzu e a Mira -Come mai da queste parti?-

Mira, già visibilmente agitata, diventò rossa come un pomodoro.

-Oh, no, noi... Niente, eravamo solo di passaggio!- si schermì.

Anzu la guardò di traverso e le diede una gomitata.

-Cioè... Volevo dire...- si corresse Mira -Ero passata per vedere se Seto era in casa...-

A quella ammissione non potei fare a meno di sorridere, ma per quanto avessi voluto anch'io che si potessero finalmente incontrare, purtroppo le dovetti dare una brutta notizia.

-Mi dispiace Mira, ma mio fratello ora non c'è...-

-Ah, capisco...- disse lei, con voce tra il sollevato ed il deluso -Quando posso trovarlo allora?-

-Veramente, non prima di una settimana. E' partito stamattina per San Francisco.- le dissi rammaricato.

-Come?!?- esclamò lei attonita.

-San Francisco?!?- fece Anzu.

-Beh, sì... Ha in corso delle trattative per una fusione molto importante, ed è dovuto recarsi là di persona per concludere l'affare.- spiegai loro.

In realtà sarei tanto voluto andare anch'io, ma ovviamente essere Vicepresidente della Kaiba Corporation non mi rendeva anche esente dalle verifiche di fine semestre a scuola, e quindi ero stato costretto a restarmene a casa a studiare.

-Però se avete bisogno di lui posso sempre contattarlo...- proposi loro.

Mira spalancò gli occhi, agitata.

-NO!- esclamò, per poi calmarsi una volta resasi conto della sua reazione eccessiva -No, tranquillo... Non era nulla di importante.-

-Sì invece!- protestò Anzu con impazienza -Domani sera a scuola c'è lo spettacolo di fine anno e...-

-...e dato che ci esibiamo entrambe volevamo chiedervi se vi andava di venire.- completò Mira frettolosa.

Anzu la guardò contrariata.

-Sì, beh... Ovviamente l'invito era esteso anche a te.- fece -Comunque, Mira ci teneva perché alla fine suonerà una sua canzone.-

-Davvero?- chiesi, stupito.

-Sì! Pensa che l'ha scritta e composta tutta da sola!- continuò Anzu con enfasi.

Questa volta fu Mira a tirarle una gomitata.

-E smettila!- borbottò imbarazzata.

Io non riuscii a trattenere un sorriso divertito.

-Beh, se è così devo assolutamente venire!- decisi -A che ora è?-

Una volta che mi ebbero dato tutti i dettagli ci accomiatammo, dandoci appuntamento alla sera seguente.

-Allora a presto e in bocca al lupo!- aggiunsi, prima che si allontanassero.

Mi incamminai lungo il viale di casa, riflettendo. Per quanto non avessi mai osato fare a mio fratello alcuna domanda a riguardo, anche un cieco si sarebbe accorto dell'interesse che aveva per Mira... Però che io sapessi non si erano più incontrati da quando eravamo tornati dal nostro viaggio in Egitto. D'altronde anche se avesse voluto era di certo troppo impegnato e troppo orgoglioso per fare il primo passo e chiederle di vedersi... Mentre lei adesso era chiaramente venuta a cercarlo per qualcosa di più di un semplice invito di cortesia.

Mi fermai sotto il portico ed estrassi risoluto il mio cellulare dallo zaino, selezionando il nome di mio fratello tra le chiamate rapide. Rimasi in attesa qualche secondo, poi finalmente udii la sua voce.

-Mokuba, che c'è?- mi rispose Seto con tono seccato -Sbrigati che sono in riunione.-

Feci un respiro profondo, pensando alle parole più adatte per dirglielo senza però indisporlo.

-Oh, ti chiedo scusa.- gli risposi, in realtà per nulla mortificato -Ma c'è una cosa che penso tu debba sapere...-

 

ANZU

Per tirare Mira un po' su di morale, le proposi di andare a fare un giro al centro commerciale per fare un po' di shopping o, quantomeno, guardare le vetrine. Lei mi rivolse un'occhiataccia.

-Sul serio Anzu? Al Kaiba Center?!?- esclamò contrariata.

Io feci spallucce.

-Beh, perché? Tanto lui è a San Francisco, non rischi mica di incontrarlo!- protestai.

Lei sospirò rassegnata, e ci incamminammo verso la nostra meta. Una volta davanti all'imponente ingresso, non potei non notare lo sguardo carico di malinconia ed insieme di disapprovazione che rivolse ai due Draghi Bianchi Occhi Blu che vi troneggiavano a lato. Ok, lo ammetto: forse per distrarsi c'erano posti più adatti...

-Oh, avanti! Non fare quella faccia ed entriamo!- la spronai, prendendola per un braccio e trascinandola dentro.

Passammo un'oretta buona a girovagare, poi decidemmo di andare a riposarci un attimo da Starbucks, e fare due chiacchiere davanti ad un buon Frappuccino.

-Ma tu non eri a dieta?- mi ricordò Mira a bruciapelo, alzando un sopracciglio.

-Sì, ma che diamine, come si fa a dire di no ad un Frappuccino?!?- esclamai, bevendolo con gusto.

Mira ridacchiò, concordando che in effetti ne valeva la pena.

-Allora, agitata per domani sera?- mi chiese gentilmente.

Io ci riflettei su un po', ma poi decisi che ero abbastanza tranquilla. Avevo provato e riprovato i passi di quel balletto con l'intenzione di replicarlo anche al provino per la Julliard, quindi mi sentivo abbastanza sicura di me.

-...ma di certo quando sarò a New York, davanti alla commissione esaminatrice, non sarò altrettanto tranquilla!- aggiunsi con un sorriso -E tu, invece? Come ti senti?-

Mira si mordicchiò un labbro, pensosa.

-Beh, ho già suonato altre volte in pubblico, quando andavo al conservatorio... Ma non ho mai cantato davanti a così tante persone.- ammise -Ho davvero paura di farmi prendere dall'emozione e stonare...-

-Non dire sciocchezze, ti ho sentito durante le prove e non sbagli mai una nota!- l'incoraggiai -Piuttosto, preoccupati di qualcosa di più importante, tipo come vestirsi!-

Lei mi guardò perplessa.

-Perché, come mi dovrei vestire?-

-Beh, con un bell'abito da sera!- le proposi con ovvietà.

-Ma io veramente pensavo di indossare la nostra divisa... E poi neanche ce l'avrei, un abito da sera!- protestò lei.

-La nostra divisa?!? Ma tu sei pazza!- esclamai sconcertata da una tale incoscienza stilistica, alzandomi subito ed afferrandola per un braccio -Muoviti, dobbiamo trovare qualcosa da farti mettere, e subito!-

Passai il resto del pomeriggio nel tentativo di convincere una Mira quanto mai ostinata a comprarsi un vestito, ma nessuno di quelli che le proponevo sembrava essere esente da difetti ed era una vera impresa convincerla a provarsene qualcuno.

-Troppo scollato!-

-Troppo corto!-

-Troppo attillato!-

-Troppo... troppo.-

“Basta, non ce la faccio più...” pensai estenuata, sedendomi davanti al camerino ad aspettarla. Dopo un po' Mira scostò le tendine, indossando uno dei pochi abiti che aveva scelto lei.

-Che ne dici di questo?- mi disse con fare dubbioso.

La osservai critica. Era un modello dal taglio forse un po' antiquato, ma sia il color lilla che il leggero drappeggio la valorizzavano molto.

-Dico che sei un vero schianto!- ammisi alla fine -Con quello farai strage di cuori, Mira! Seto Kaiba non sa proprio cosa si perde...-

 

JONOUCHI

Anche se mi costò uno sforzo immane, riuscii a trattenere Yugi fino a sera, prima pregandolo di provarmi storia in vista dell'interrogazione del giorno dopo, e poi persuadendolo con ben maggiore facilità a giocare alla Playstation.

Quando come da programma furono le 19, rinunciai a sfidarlo nuovamente per la rivincita e lo lasciai tornare a casa, proponendomi di accompagnarlo.

-Ma no, è tardi, non ce n'è bisogno!- protestò lui.

-Tranquillo, non è un problema! E poi ho dimenticato di chiedere a Mira se mi passava degli appunti...- mi inventai, convincendolo.

Quando arrivammo finalmente davanti al Turtle Game, Yugi però mi guardò con sospetto.

-Ehi, ma quella non è l'auto di Mai?- domandò, indicandomi un'inconfondibile macchina sportiva parcheggiata proprio davanti all'ingresso.

Mi coprii la faccia con le mani, sconfortato. Tanta fatica per nulla...

 

YUGI

-SORPRESA!- esclamarono i miei amici quando io e Jono entrammo nel negozio.

-Ragazzi!- dissi io, cercando di mostrarmi comunque meravigliato per non deluderli -Cosa ci fate tutti qui?-

-Oh, non fare il finto tonto!- mi riprese Anzu -E' il tuo compleanno, non possiamo non festeggiare!-

Sorrisi loro felice come non mai, e dopo i primi convenevoli ci sedemmo alla tavolata imbandita che avevano disposto al centro della stanza.

-Non dovevate davvero disturbarvi tanto...- dissi loro, guardando quante cose avevano preparato.

-Oh, ma infatti non l'abbiamo fatto!- esclamò Otogi -Ha cucinato tutto Honda ovviamente!-

Scoppiammo a ridere, e fu solo la prima di tante altre risate che si susseguirono in quella serata.

-Oh, quasi dimenticavo!- disse a un tratto Jonouchi -Non sono riusciti a venire, ma anche mia sorella e Malik ti mandano i loro auguri...-

-Ringraziali da parte mia!- gli risposi sorridendo.

-Allora... Stanno ancora insieme?- borbottò Honda con stizza.

-A quanto pare...- sospirò Jono -Ma ormai me ne sono fatto una ragione... Anche se preferirei stessero meno appiccicati quando sono in mia presenza!-

Mentre lo stavamo ancora prendendo in giro per la sua eccessiva gelosia, le luci si spensero all'improvviso e mia madre entrò nella stanza, rischiarandola con le 18 candeline sulla cima di un'enorme torta a strati.

-TANTI AUGURI A TEEE, TANTI AUGURI A TEEE...- iniziarono a cantare tutti in coro, battendo le mani.

Io arrossii per l'imbarazzo, ma nonostante le mie rimostranze fui costretto al centro dell'attenzione.

-Forza, spegni le candeline!- mi incitò mia cugina.

-Ed esprimi un desiderio!- aggiunse Anzu.

Guardai le candeline, indeciso. Quando avevo completato il Puzzle del Millennio avevo espresso il desiderio di trovare degli amici, e quello si era avverato... Però c'era ancora una cosa che mancava nella mia vita, e forse valeva la pena di tentare... Chiusi gli occhi e soffiai con decisione, desiderando con tutto me stesso che, prima o poi, anche Anzu potesse ricambiare i sentimenti che provavo per lei.

-Bravo!- esclamò Ryo, battendo le mani.

Quindi cedetti il coltello ad Honda perché tagliasse a fette la torta, sicuro che nelle mie mani avrei finito per distruggerla. Quando però allungò il piatto ad Anzu, quella rifiutò la sua a disagio.

-No, grazie Honda. Sono piena...- disse timidamente.

Lui la guardò corrucciato.

-Come, sei piena? Ma se non hai mangiato quasi nulla!- osservò.

-Avanti Anzu, non fare storie!- fece anche Mai -Non sarai mica a dieta...-

A quelle parole lei abbassò lo sguardo.

-Veramente sì...- mormorò.

-COME?!?- continuò la nostra amica, fulminandola -Ma se sei già magrissima...!-

Anzu emise un sospiro di sconforto, e poi alla fine parlò.

-E va bene, è venuto il momento. Mira lo sa già, ma volevo aspettare domani sera per dirlo anche a voi...- iniziò.

-Dirci cosa?- chiesi io, intimorito dalla sua espressione.

-Il mese scorso ho spedito la domanda di ammissione alla Julliard, e... mi hanno accettato per i provini. Parto per New York tra due settimane!- disse con entusiasmo.

-MA E' FANTASTICO!- esclamò Jono.

-Perché non ce l'hai detto prima?!?- fece Mai.

Io però riuscii solo ad abbozzare un sorriso di circostanza. Ovviamente ero contentissimo per lei, era sempre stato il suo sogno ma... Quella notizia per me fu come una pugnalata al cuore.

-Beh, non è il caso di esultare troppo, non mi hanno ancora preso...- si schermì lei -E poi non siamo qui per festeggiare me, ma Yugi! Avanti, non hai ancora aperto il nostro regalo!-

A quelle parole mi riscossi dal mio sconforto, e presi con stupore il pacco che Mira mi porse con un sorriso.

-Ragazzi, non dovevate!- protestai.

-Oh, finiscila con le manfrine ed aprilo!- mi rimbeccò Jono.

Io allora scartai trepidante il pacchetto, per estrarne con stupore un album di foto. Le nostre foto.

-Ma... Sono quelle che abbiamo scattato in Egitto!- esclamai, riconoscendole -Che bello!-

Ringraziai tutti commosso. Era davvero il regalo migliore che mi potessero fare... Anche se non avrei potuto dimenticare nulla di quei giorni, e tanto meno lui, così avrei potuto riviverli e rivedere l'altro me stesso. In realtà mi sarebbe bastato guardarmi allo specchio, ma non era certo la stessa cosa... Per quanto fosse ogni volta surreale, sapevo bene che ero io la persona che vedevo, non Atem. I miei occhi non erano neppur lontanamente in grado di trasmettere lo stesso calore e la stessa determinazione del suo, di sguardo.

Trascorremmo il resto della serata a riguardare le foto e a ridere sulle nostre disavventure, fino a quando l'ora si fece così tarda che fummo costretti a salutarci. Anzu però si attardò a parlare con mia cugina e, una volta che tutti gli altri se ne furono andati, venne a salutarmi prendendomi in disparte.

-Ehm... Yugi...- balbettò, improvvisamente a disagio -Prima che me ne vada, ci tenevo a darti anche il mio, di regalo!-

Spalancai gli occhi esterrefatto, arrossendo fino alla punta dei capelli. Questa proprio non me l'aspettavo...!

-Oh! Gra... grazie Anzu!- balbettai, prendendo il pacchetto dalle sue mani ed aprendolo con trepidazione -Ma... Un altro album di foto?- dissi perplesso, una volta scoperto cosa conteneva.

-Esatto.- mi rispose lei con un timido sorriso -E' ancora vuoto ma... potresti riempirlo con quelle che scatteremo insieme a New York, se ti va di accompagnarmi.-

Sorrisi anch'io, felice che il mio desiderio, in parte, si fosse già avverato.

 

MAI

Salii sulla mia auto nervosa, sbattendo un po' troppo forte la portiera.

-Mai, scendi subito!- mi ordinò Jonouchi -Non puoi guidare in quello stato!-

-Ma quale stato?!?- replicai scocciata -Brindisi a parte, ho solo bevuto un paio di birre!-

-Beh, non avresti dovuto! Lo sai come la penso al riguardo!- fece lui quanto mai contrariato -E poi non puoi metterti alla guida, se ti fermano potrebbero toglierti la patente...-

Sospirai esasperata. Sì, sapevo bene quanto Jono fosse suscettibile su quell'argomento, e a ragione visti i problemi che l'alcol aveva causato alla sua famiglia. Ma non ero certo un'incosciente, sapevo bene che non dovevo bere troppo e conoscevo il mio limite di tolleranza. E ne ero rimasta ben al di sotto. Credo.

-E allora cosa proponi, che torni a casa a piedi forse?- gli domandai ironicamente.

-Beh, potresti far guidare me...-

-Ma se non hai ancora la patente!-

-Ma sto già prendendo lezioni di guida...!-

-Senti, sali in macchina e finiscila. Preferisco che mi tolgano la patente, tu finiresti solo per farti arrestare.- gli dissi seccamente.

Lui mi guardò infuriato, e salì a sua volta, mettendomi il broncio. Io girai le chiavi nel cruscotto, e partii con una sgommata. Dannazione a lui, a volte era davvero impossibile! Negli ultimi mesi eravamo usciti spesso insieme, ma ogni volta finivamo sempre per litigare come cane e gatto... Eppure, nonostante tutto, quel nostro strano rapporto sembrava funzionare, come avevo spiegato anche ad Anzu quando con perplessità mi aveva chiesto perché, se ci vedevamo come due fidanzati, non lo eravamo ancora diventati. Probabilmente perché nessuno dei due aveva il coraggio di ammettere quello che provava... Ero davvero terrorizzata dall'idea di iniziare una storia con lui, nel timore che poi per qualche ragione lui mi lasciasse. Il mio cuore ne sarebbe uscito a pezzi, lo sapevo. Preferivo rimanesse al mio fianco da amico, piuttosto che perderlo. Però... Sapevo anche che era a causa delle troppe cose non dette che spesso ci ritrovavamo a discutere in quel modo. Forse era davvero venuto il momento di dirle. O forse avevo davvero bevuto troppo.

-Jono...- iniziai, facendomi coraggio -Perdonami se sono stata un po' troppo brusca prima.-

Lui non fiatò, probabilmente ostinandosi a fare l'offeso.

-Per favore, non fare così!- continuai, nonostante l'imbarazzo crescente -Lo so che se ti preoccupi tanto è perché mi vuoi bene... E anch'io te ne voglio, Jono. Ti voglio tutto il bene di cui sono capace, e muoio ogni volta che litighiamo... Per cui, ti prego, facciamo la pace!-

Jonouchi però continuò a non rispondermi. Infastidita, distolsi un attimo gli occhi dalla strada per potergli dire in faccia quanto fosse uno stramaledetto bambino cocciuto, per poi paralizzarmi al suo sorriso.

-Ti amo anch'io, Mai.- mi disse infine.

Quella rivelazione fu improvvisa tanto quanto la frenata che mi sfuggì per lo stupore.

 

YUGI

Una volta trovato finalmente parcheggio, scesi dall'auto assieme a mia madre e a mio nonno e ci dirigemmo verso l'auditorium della Domino High School. Anche se eravamo arrivati con abbondante anticipo per lo spettacolo di quella sera, notai che c'era davvero tanta gente...

-Voi andate pure avanti a prendere i posti!- dissi ai miei -Io rimango qui ad aspettare gli altri...-

-Ok, allora ci vediamo dentro!- mi rispose mio nonno, con un cenno di saluto.

La mia non fu una lunga attesa, perché nel giro di cinque minuti erano già arrivati anche Honda, Otogi e Ryo. Infine ci raggiunse anche Mokuba, appena sceso da una ben nota limousine scura.

-Chi manca ancora?- mi domandò allora Otogi.

-Jono e Mai... No, aspetta, eccoli!- feci, indicando due ragazzi che stavano discutendo in maniera alquanto animata.

-Mai, copriti per favore!- sentii lamentarsi Jonouchi, cercando di farle mettere la sua giacca -Non puoi entrare vestita così!-

-La vuoi piantare con questa storia?- sbottò lei irritata -Io mi vesto come mi pare e piace, rassegnati!-

-Non se poi tutti i ragazzi si mettono a fissarti...- borbottò il mio amico, verde per la gelosia.

Mai lo ignorò e ci salutò con un sorriso, abbagliante nel suo abito dorato e che ben poco lasciava all'immaginazione.

-Ciao a tutti!- fece allegramente.

-Wow Mai! Sei splendida!- commentò Otogi con un fischio di ammirazione.

-Ehi, tieniti i tuoi commenti per te...- lo fulminò Jono.

Noialtri ridacchiammo, divertiti dalla sua reazione, e poi ci decidemmo ad entrare. La platea ormai si stava riempiendo, ma per fortuna i miei erano riusciti a tenerci qualche posto tra le prime file. Mi sedetti in mezzo a Mokuba e a Ryo, chiacchierando del più e del meno nell'attesa che lo spettacolo incominciasse. Poi, con una decina di minuti di ritardo, le luci si spensero e la nostra preside, la signora Tanaka, salì sul palco per il solito, infinito discorso di benvenuto e per presentare il primo numero. Scoprii a mio discapito che si sarebbe trattato di una noiosissima danza Kabuki, talmente soporifera che per poco non mi addormentai sulla poltrona.

“Oh, grazie al cielo!” pensai con un sospiro, quando i protagonisti lasciarono finalmente la scena. Le tende del palcoscenico vennero abbassate per dare tempo ai tecnici di cambiare la scenografia, mentre la preside salì nuovamente sul palco, pronta a presentare l'esibizione che tanto stavo aspettando.

-Bravi, molto bravi!- complimentandosi con i ragazzi di prima -Ed ora, un bell'applauso di incoraggiamento per il nostro corpo di ballo, che metterà in scena l'ultimo atto del Lago dei Cigni di Cajkovskij!-

Applaudii entusiasta assieme agli altri, quindi il sipario venne nuovamente alzato accompagnato dalle note del balletto. Anzu era proprio al centro della scena, con un tutù di piume che dava l'impressione stesse per spiccare il volo ad ogni passo... La guardai danzare rapito ed innamorato come non mai, senza scollarle gli occhi di dosso nemmeno per un attimo, nemmeno quando cedeva la scena agli altri ballerini. Non capivo nulla di danza classica, ma lei... quando ballava sembrava un angelo. E così compresi che, per quanto avessi voluto che non partisse, andare a New York era veramente nel suo destino. Era giusto che andasse, e realizzasse il suo sogno... Ed io sarei stato lì, a fare il tifo per lei.

Purtroppo però l'esibizione durò davvero poco, o almeno così mi parve, e con mio rammarico le luci si accesero nuovamente per un breve intervallo.

-Dove stai andando?- domandai a Mokuba, notando che si era appena alzato.

-Ehm... Esco un attimo a fare una telefonata!- rispose frettoloso -Tenetemi il posto, per favore!-

-Certo, stai tranquillo!- gli fece Ryo.

Trascorsi l'intervallo a commentare con i miei amici l'esibizione di Anzu, fino a quando le luci si spensero nuovamente. Un attimo dopo, udii una voce al mio fianco attirare la mia attenzione.

-Posso sedermi?- domandò con semplicità, alludendo al posto lasciato libero da Mokuba.

Nonostante il buio ci misi un secondo per riconoscere la persona che aveva appena parlato.

-Certo. Anzi, credo che questo posto sia proprio il tuo.- gli risposi, senza riuscire a trattenere un sorriso.

 

MIRA

Quando riconobbi le ultime note della Primavera di Vivaldi, seppi che anche l'orchestra della scuola aveva finito la sua esibizione e che era alla fine arrivato il mio turno, prima ancora che la signora Tanaka salisse sul palco per annunciarmi. Il cuore iniziò a battermi così forte da coprire tutto il resto, tanto che neanche sentii la preside concludere il mio discorso di presentazione.

-Esci Mira, tocca a te!- sibilò allora Anzu alle mie spalle.

Radunai tutta la mia forza di volontà e salii infine sul palco, proprio mentre il sipario si stava sollevando con uno scroscio di applausi. Con le gambe tremanti, camminai con cautela fino al pianoforte a coda che avevano portato ed illuminato al centro della scena, cercando di non inciampare con i tacchi che Anzu mi aveva costretto ad indossare. Una volta seduta sullo sgabello, non riuscii a fare a meno di guardare la platea, per quanto sapessi che non avrei dovuto farlo per evitare di agitarmi ulteriormente nel vedere quante persone ci fossero. Ma ero così tesa che solo vedendo il volto sorridente di Yugi e dei miei amici mi sarei potuta calmare... Ed infatti mi bastò riconoscerli tra le prime file che mi sentii subito meglio. Almeno, fino a quando non mi accorsi chi altri sedeva accanto a mio cugino.

Seto.

Per un interminabile secondo ci fissammo negli occhi, ed io mi bloccai, attonita, paralizzata, il cuore che iniziò a battere incredibilmente ancora più di prima. Non poteva essere davvero lui, non era possibile... Ma invece era lì, seduto, che mi guardava in attesa. Ed io, per quanto mi sembrasse di aver perso completamente la voce, davvero non potevo prolungarla ulteriormente.

 

SUGOROKU

Guardai con ansia il volto impallidito di mia nipote, temendo che si fosse fatta prendere dal panico, quando d'un tratto si riscosse ed appoggiò le dita sulla tastiera, iniziando a suonare con dolcezza una melodia. La ascoltai, tanto stupito quanto ammirato per la sua bravura che non avevo ancora potuto apprezzare in prima persona, ma mai quanto lo fui quando, dopo un po', iniziò a cantare con naturalezza, limpida ed intonata.

'Cause you're a sky, cause you're a sky full of stars
I'm gonna give you my heart
'Cause you're a sky, cause you're a sky full of stars
'Cause you light up the path

I don't care, go on and tear me apart
I don't care if you do
'Cause in a sky, cause in a sky full of stars
I think I saw you

A quel punto Mira fece una pausa, suonando l'intermezzo musicale. Le note erano simili a quelle dell'inizio, ma andavano in crescendo, accelerando il ritmo. E quando riprese a cantare, la sua voce, prima così malinconica, ora era viva ed appassionata. Potei quasi sentire le persone in sala trattenere il respiro, avvinte e trascinate da quella canzone così struggente ed irresistibile.

'Cause you're a sky, cause you're a sky full of stars
I wanna die in your arms, arms
'Cause you get lighter the more it gets dark
I'm gonna give you my heart

And I don't care, go on and tear me apart
And I don't care if you do
'Cause in a sky, cause in a sky full of stars
I think I see you
I think I see you

Ci fu un'altra, più breve, pausa di sola melodia. Vidi mia nipote approfittarne per riprendere fiato, quindi si accinse a cantare la strofa finale.

Because you're a sky, you're a sky full of stars
Such a heavenly view
You're such a heavenly view

Terminò la canzone tenendo la nota, assottigliandola sempre di più mentre col pianoforte attenuava la melodia. Quando infine sollevò le mani dalla tastiera, la gente intorno a me si alzò in piedi, applaudendo con un boato. Io feci altrettanto, e per quanto avessi cercato di trattenere la commozione a quel punto non ressi più ed iniziai a piangere. La mia cara, stupenda Mira! Quanto ero fiero di lei in quel momento... Avevo sempre pensato che ciò per cui era portata fosse il Magic and Wizards, ma la verità era che mio nipote e sua moglie avevano sempre avuto ragione ad insistere che si dedicasse alla musica, perché per quella aveva un vero talento. Li ringraziai di cuore, certo che da lassù anche i suoi genitori avessero ascoltato con orgoglio la loro piccola stella.

 

MIRA

Mi alzai imbarazzata per inchinarmi al pubblico, in quell'applauso interminabile. Quando finalmente riuscii a scappare dal palco, venni però costretta a risalirvi assieme a tutti i miei compagni per il saluto finale, mentre la preside prese di nuovo il microfono per concludere la serata con un lungo quanto noioso discorso di ringraziamento.

Quando anche l'ultimo applauso andò scemando, io ed Anzu fummo finalmente libere di raggiungere il pubblico in platea. Venni letteralmente assalita da compagni ed amici fin troppo generosi di complimenti, ma la verità è che in quel momento non mi interessava di nessuno di loro, se non di quel ragazzo che era rimasto in un angolo, irresistibile come non mai in un completo blu scuro.

-Scusatemi solo un attimo...- dissi distrattamente a chiunque mi stesse parlando in quel momento.

Mi svincolai da quella ressa, desiderosa di andargli incontro, il cuore che mi batteva a mille per l'agitazione e l'emozione di rivederlo, dopo così tanto tempo.

-Seto!- lo salutai, una volta davanti a quegli occhi che non mi avevano abbandonato per un solo attimo -Cosa ci fai qui?-

Lui inarcò un sopracciglio, indispettito da quella domanda forse un po' troppo brusca.

-Mi sembra ovvio... Ma forse avrei fatto meglio a non venire, se era questo il benvenuto che mi aspettava.-

Io mi morsi le labbra, mortificata.

-N-no, no! Scusa, non intendevo questo!- dissi, cercando di correre ai ripari -E' che... Credevo fossi a Los Angeles!-

-Infatti ero lì, fino a poche ore fa...- disse lui -Ma poi mio fratello mi ha detto dell'invito, così sono tornato in Giappone. Avere un aereo privato ha i suoi vantaggi.-

-Ma... Non sarai mica venuto apposta solo per questo...!- protestai.

Lui abbozzò un sorriso imbarazzato.

-No, certo che no.- mi rispose, traendo un profondo respiro come se il parlare lo costringesse ad un enorme sforzo -Sono venuto apposta solo per te.-

A quelle parole, fu come se il mondo intorno si fosse fermato assieme al mio cuore. Poi, dopo aver saltato un battito, quello ricominciò a funzionare ed io a respirare, facendomi realizzare che aveva detto davvero quelle parole.

-Co... come?!?- balbettai incredula, il viso ormai in fiamme.

-Sono venuto per te, zuccona che non sei altro.- ribatté Seto con ostinazione -Per sentire la tua canzone. Volevo...- fece una pausa, con un tremito alla voce -Avevo bisogno di rivederti, Mira...-

Lo fissai attonita, perduta nei suoi profondi occhi blu, che mi guardavano come se avessero voluto entrarmi dentro, fino all'anima. Allora... Allora forse non mi ero illusa, anche lui aveva sentito la mia mancanza? Provava davvero qualcosa per me...?

-Anch'io volevo rivederti.- ammisi, trovando non so dove la forza di parlare -Dovevo... Devo dirti una cosa.-

Seto mi sorrise con dolcezza inaspettata, e mi si avvicinò come mai nessuno aveva fatto, prendendomi delicatamente il viso tra le sue mani, quasi fosse qualcosa di prezioso, quasi fosse qualcosa di suo.

-Non è necessario. Mi hai già detto tutto quello che speravo...- mi sussurrò.

Le mie labbra si allargarono in un sorriso, poco prima che le sue vi si posassero sopra con un bacio. Sentivo che tutta la mia famiglia, tutti i miei amici, tutti i miei compagni di scuola erano lì ad osservarci, ma non mi importava.

Quel momento era solo nostro.

 

SETO

Stavo rigirando tra le mani le troppe pagine della proposta di bilancio che a breve avrei dovuto presentare al consiglio di amministrazione, quando l'interfono sulla mia scrivania iniziò a suonare. A malavoglia, pigiai il pulsante del vivavoce.

-Che c'è?- domandai scocciato.

-C'è qui la signorina Miura.- mi rispose la voce di Isono.

-Chi?-

-Akemi Miura, signore. Dice di avere un appuntamento con lei...-

Ah, già. Quella stramaledetta giornalista dello Yomiuri Shimbun. Erano mesi che mi pedinava ovunque cercando di strapparmi un'intervista e alla fine, preso dall'esasperazione, avevo accettato pur di levarmela dai piedi. D'altronde un po' di pubblicità sul più importante quotidiano giapponese non avrebbe certo fatto male alla Kaiba Corporation, specialmente in quel periodo.

-Falla entrare.- ordinai secco, riattaccando.

Non feci nemmeno in tempo a riordinare la scrivania, che subito sentii bussare alla porta del mio ufficio.

-Avanti!- sbuffai.

La giornalista entrò con fare sicuro ed un sorrisetto compiaciuto, sedendosi senza troppi convenevoli davanti a me ed accavallando le gambe nel patetico tentativo di distrarmi con la sua ridicola minigonna.

-Finalmente, signor Kaiba.- disse con voce melensa.

Alzai un sopracciglio, infastidito.

-Ha dieci minuti, Miura. Poi veda di levarsi di torno, se non vuole che la denunci per stalking.-

Lei ignorò la mia minaccia e non perse tempo, accendendo subito un piccolo registratore.

-Saranno più che sufficienti.- disse, aggiustandosi gli occhiali -Dunque, signor Kaiba, parliamo del futuro della Kaiba Corporation... I miei lettori sono davvero curiosi di avere più notizie riguardo l'annunciata apertura di questa sua Accademia dei Duellanti. Un progetto davvero ambizioso...-

Con un sospiro, mi rassegnai e cercai di risponderle nel modo più conciso possibile, ma quella strega continuò ad incalzarmi desiderosa di maggiori dettagli.

-Con quali risorse finanziarie pensa di realizzarla e di gestirla?-

-Dove pensa di costruire una simile struttura?-

-Quali e quanti studenti saranno ammessi?-

-Che tipo di insegnamento pensa loro di offrire? E, soprattutto, a quale prezzo?-

Ma io ovviamente ero più che preparato e risposi con pazienza a tutte le domande, fino a quando finalmente la curiosità di quella donna sembrò saziata.

-Beh, non c'è che dire, ha pensato davvero a tutto.- commentò, un po' contrariata per non essere riuscita a mettermi in difficoltà -O, forse, devo dire che ci ha pensato la futura signora Kaiba?-

A quelle parole mi irrigidii sulla poltrona.

-Che cosa vuole insinuare?- le risposi, cercando di mantenere il mio tono calmo e pacato.

-Vuole forse negare che non ha nulla a che fare con la sua scelta di far presiedere l'Accademia da Yugi Muto, guarda caso suo cugino?- domandò con malizia.

Le rivolsi un'occhiataccia torva.

-Ha detto bene, la mia scelta. Che nessuno finora ha mai osato contestare, visto che Yugi è indubbiamente il miglior duellante di tutto il mondo.- risposi con sicurezza.

-Ed il suo peggior rivale, fino a non troppo tempo fa.- replicò la Miura -Dunque, davvero Mira Muto non ha nulla a che fare con il vostro avvicinamento? Dopotutto, ormai è quasi due anni che avete una relazione, o mi sbaglio...?-

-Signorina Miura, non intendo discutere né con voi né con altri della mia vita privata perché, come suggerisce anche il nome, desidero rimanga privata.- feci, sempre più innervosito.

-Giusto, ma non se permette alla vostra storia di influenzare anche gli affari della Kaiba Corporation...- continuò maliziosa -Sa, gira voce tra gli azionisti di minoranza che non sia la prima volta che da più retta a lei che a loro.-

Ok, ora quella strega aveva davvero passato il segno... Ma dovevo mantenere la calma, o le avrei offerto su un piatto d'argento lo scandalo che tanto agognava.

-Appunto, sono solo voci. Nient'altro che il loro misero tentativo di delegittimare le mie decisioni davanti agli investitori...-

-Sarà! Comunque, non può negare quanto la presenza al suo fianco della signorina Muto le abbia regalato un sacco di pubblicità sui tabloid... Ad entrambi, tra l'altro.- aggiunse con un sorrisetto perfido -Curioso, che abbiate scelto di annunciare il vostro fidanzamento ora, a pochi giorni dall'uscita del suo nuovo album...-

Dimenticai in un istante tutti i miei buoni propositi e sbattei un pugno sul tavolo, fuori di me dalla rabbia. Poteva provocarmi quanto voleva, ma non doveva azzardarsi ad insultare in quel modo proprio lei.

-QUESTO E' TROPPO!- le gridai -FUORI DI QUI! ORA!-

Akemi Miura se ne andò rapida com'era entrata, ma comunque soddisfatta di essere riuscita a farmi perdere il controllo. Mi portai una mano alla fronte, sospirando. Non riuscivo proprio a gestire la pressione mediatica di quel periodo, ed ero certo che a causa del mio pessimo carattere mi ero appena guadagnato la prima pagina del mattino seguente... Il che mi rese di malumore per tutta la giornata, spingendomi a guardare di continuo l'ora, nella speranza di tornare a casa il prima possibile.

Fu solo dopo il tramonto però che riuscii ad arrivare, esausto, davanti a Villa Kaiba. Finalmente. Aprii la grande porta d'ingresso ed entrai nell'atrio illuminato, desiderando nient'altro che la mia poltrona e un buon bicchiere di vino per calmare i nervi.

-SETO KAIBA!-

Raggelai, guardando la giovane donna che mi stava fissando con aria infuriata sulla cima delle scale. Deglutii a fatica. Quando mi chiamava in quel modo non era mai un buon segno. Una cameriera, appena sbucata da un angolo con un vassoio, pensò saggiamente di ritornare sui propri passi in cucina, dove sarei andato volentieri anch'io a nascondermi.

-Ciao, Mira.- le risposi senza troppa convinzione.

Lei mi si avvicinò con passo furioso.

-Non fare il finto tonto!- ribatté -E' più di mezz'ora che ti aspetto! Scommetto che te ne sei dimenticato, ammettilo!-

La fissai interdetto, cercando di capire cosa avessi scordato, fino a quando il suo sguardo implacabile mi costrinse ad abbassarlo. E fu allora che mi accorsi che stava indossando l'abito che metteva sempre quando andavamo all'Opera. Oh, cavolo. Avevo dimenticato il concerto di quella sera!

-No, certo che no! Sono stato trattenuto al lavoro...- provai a mentire spudoratamente.

-Risparmia il fiato e fila a cambiarti subito, non voglio arrivare in ritardo per colpa tua!- replicò Mira irremovibile.

Sospirai, salendo rassegnato in camera mia per indossare il mio completo blu scuro. Perché, per quale masochistica ragione le avevo regalato quel maledetto abbonamento a teatro?!?

Dopo qualche minuto Mira mi raggiunse impaziente, cogliendomi in un vano quanto ridicolo tentativo di annodarmi il papillon. Nel vedervi tanto impacciato, la sua espressione torva venne subito sostituita da un sorriso.

-Lascia, ti aiuto io...- mi disse con fare ben più sicuro del mio.

-Grazie.- risposi, lasciandola fare sollevato.

Quando ebbe finito, raccolsi la giacca e la presi sotto braccio, pronto ad incamminarci.

-Sei bellissima stasera, come sempre.- le dissi, guardandola con sincera ammirazione.

-Oh, per favore. Stai solo cercando di addolcirmi... Guarda che lo so benissimo che non ti importa nulla del concerto.- rispose lei, senza però riuscire a trattenere un sorriso.

-Ebbene, lo ammetto! Detesto la musica classica... Ma il fatto che ti accompagni lo stesso non è una dimostrazione più che sufficiente di quanto ti amo?- azzardai a dire.

Mira mi guardò di sottecchi, per nulla impietosita.

-Proprio non ti capisco... Stiamo parlando di Beethoven!- fece con entusiasmo, senza però riuscire a farmi mutare espressione ed idea -E poi è l'ultimo concerto dell'anno, non possiamo perdercelo!-

-Grazie al cielo...- sospirai, sollevato da quell'unico lato positivo.

Mira allora si alzò in punta di piedi, dandomi un leggero bacio sulle labbra di incoraggiamento.

-Dai, ti prometto che la prossima volta facciamo quello che vuoi tu.-

Io per tutta risposta la cinsi per la vita e ricambiai il bacio, ma stringendola troppo vicino per poterle resistere e riuscire a fermarmi. Proseguii a baciarla lungo il collo con sempre maggior trasporto, finché non la sentii fremere di piacere.

-E se invece non aspettassimo fino alla prossima volta?- le proposi con un sorriso.

 

* the end *

 

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Ringraziamenti

Mettere la parola fine a questa fanfic è per me un vero traguardo, che taglio con soddisfazione ma anche con tantissima commozione... A conti fatti è diventata lunga come un libro, e come ogni romanzo che si rispetti non posso non approfittare di questo spazio per omaggiare tutti quelli che mi hanno ispirato nella sua stesura. Fare un elenco completo è impossibile, perché troppi sono i riferimenti che ho fatto, sia espliciti che impliciti, e non sempre consapevoli. Perciò mi limiterò a quelli nei cui confronti mi sento più in debito:

- Per Kazuki Takahashi-sensei: grazie di aver creato Yu-gi-oh! e tutti i suoi meravigliosi personaggi, a cui spero di aver dato voce in modo sufficientemente rispettoso della tua opera. L'idea per questa storia mi è venuta dopo aver visto la saga di Battle City, per cui con il passare del tempo è diventata inevitabilmente un alternative ending che però spero degno dell'originale. Certo, ci sono delle incongruenze, ma ho cercato di rimanere il più fedele possibile allo spirito sia dell'anime che del manga: in primis perché non si può scrivere una trama orizzontale su questo fandom senza inserirci anche i duelli, che sono l'anima dell'opera di Takahashi e a cui mi sono appassionata tanto quanto la storia. Ho dovuto scontare la difficoltà di descrivere le partite a parole, ma vi assicuro che li ho pensati nei minimi dettagli e nel rispetto delle regole originali. In secundis non bisogna dimenticare che, nonostante il ruolo centrale del Magic and Wizards, sono i giochi in generale ad essere trattati nel manga: da qui, l'idea per le varie prove cui ho sottoposto i nostri eroi... Mi auguro che abbiano divertito voi quanto mi sono divertita io a pensarle e a scriverle, caratterizzazione delle divinità egizie incluse!

- Per Wilbur Smith: grazie di aver scritto Il Settimo Papiro e soprattutto I Figli del Nilo, da cui ho tratto il personaggio di Taita e in base ai quali ho redatto i primi flashback ambientati nell'Antico Egitto, senza il cui esempio non sarei stata certo in grado di ricreare la stessa atmosfera. Avrei potuto sforzarmi un po' di più nel discostarmi dall'opera originale, ma perdonami questo errore di gioventù... Per fare ammenda, pubblicizzo qui i tuoi libri a tutti i miei lettori! Se anche voi siete appassionati dell'argomento, leggeteli e non ve ne pentirete!

- Per i Coldplay: quando scrivo ho bisogno della massima concentrazione, ma ciononostante ho battuto gli ultimi capitoli ascoltando i loro best of in modo ossessivo-compulsivo. Quindi grazie di esistere e di aver scritto A Sky Full of Stars, perché non avrei potuto trovare una canzone più adatta neanche se l'avessi scritta io stessa! Appena l'ho sentita alla radio, è stato amore a primo ascolto!

- Per Wikipedia: ti ho consultato così tante volte che non potevo non citarti (specialmente per controllare quali fossero le carte nei deck di Yugi e di Seto).

- Per Els-e: a te tutti i meriti per l'immagine che ho usato a conclusione della mia fic. Tra tutte quelle che ho visto, era la più aderente a come mi sono immaginata il personaggio di Mira. Io mi sono limitata a modificare i colori, ma per onestà intellettuale trovate la versione originale su questo indirizzo: http://els-e.deviantart.com/art/Happy-New-Year-420595804

- Last but not least, per tutti voi, che con le vostre recensioni, aggiunte, complimenti ed incoraggiamenti mi avete sostenuto, compresi quelli che, seppur in silenzio, hanno letto o leggeranno, anche solo in parte, la mia storia: GRAZIE. In ordine più o meno cronologico, a partire dalle “vecchie leve”: VidelB; Eggie; Lady Fire; Angel Riddle; kelly; Azumi9; Killkenny; Phoenix; DARK KAT; Ayu chan; Akemichan; Julia89; Jaly Chan; ftonos; Marikan; Mlle Nihal; Alexiel21; vampyre; Alisea; Kay; magic; Katie87; Regina dannata; heven89; MaNa_; ColdFire; Kuji13; cora; KiaeAlterEgo; ...SetoKaiba...; =Hermione=; MuSiCaNdArTs95; Bella4; roby chan; Aryadaughter; NarutoeMinatofan; velocina15; giaggia; LadyVentia96; MizuS; DarkYamiHaou; bilo 99; chiaralaura; infinity_oo; Red Raven; VichiBelieveFly; Incorregibili_Tobia; InazumaElevenGo; infinito_00; Apolline; Baghera7690; Witchofice22; scarlettheart.

Dunque vi lascio nella speranza che questa conclusione vi abbia soddisfatto e di avere il vostro parere a riguardo, nel bene o nel male che sia. In questo epilogo ho cercato di tirare le fila della vicenda, anche se per ragioni di tempi narrativi non ho potuto approfondire le storyline dei vari personaggi allo stesso modo. Forse i più accorti hanno notato che lo stato della storia risulta ancora “in corso”... La ragione è proprio che mi sono ritrovata a dover tagliare un sacco di scene a cui tenevo moltissimo, e mi sono decisa a scrivere anche quelle, che provvederò a pubblicare con l'usuale cadenza. Intendiamoci, la fine ufficiale della storia rimane comunque questo capitolo, con i prossimi tre colmerò soltanto alcuni missing moments... Almeno così accontento tutti, dispensando dalla lettura quelli che non vedevano l'ora arrivasse la fine di questo papiro e regalando ancora qualche pagina a quelli dispiaciuti che sia già arrivata. Anzi, se avete qualche richiesta o suggerimento dite pure, cercherò di accontentarvi!

Grazie infinite e a presto, vostra

- Evee

   
 
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