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Autore: TuttaSbagliata    11/10/2008    4 recensioni
"é strano come, quando viaggiamo, la strada del ritorno ci sembri più breve che all'andata."....solo un immagine della vita di Jasper Whitlock prima di diventare vampiro..
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un giorno d'estate

 

In un giorno d’estate



È strano come, quando viaggiamo, la strada del ritorno ci sembri più breve che all’andata.
Jasper viaggiava leggero, fasciato nella semplice uniforme grigia dell’Esercito Confederato, un fucile inglese fissato alla sella.
Non aveva molto tempo, i giorni di licenza che gli erano stati concessi erano davvero pochi dato che i suoi superiori avevano fiutato nell’aria che qualche cosa di grande stava per succedere; c’era tensione tra le file dei nordisti.
La strada per raggiungere Houston era lunga, eppure, sopra quel purosangue dal mantello scuro, mentre tornava a casa, gli sembrava di volare incontro alla città. Sorrise immaginandosi le grandi case che ne costeggiavano le vie, e i tram che scivolavano sull’acciottolato mentre le donne passeggiavano e i bambini correvano affollando le strade. O forse la guerra aveva cambiato tutto?
Era da molto che mancava da casa ed era impaziente di rivedere ogni cosa. Ma quello che più gli premeva era rivedere la sua famiglia.
Seguendo quell’impulso diede un colpo ai fianchi del cavallo che scartò in avanti aumentando la velocità.

 

 

La grande casa dei Whitlock si ergeva solitaria poco fuori Houston, circondata da acri e acri di terreno fertile.
Appena la vide si sentì scoppiare il cuore.
Con un balzo saltò giù dal cavallo abbandonandolo incustodito davanti al porticato.
Una donna di colore gli corse incontro urlando accorata, tra le lacrime “Padrone!Padrona!Venite!é tornato il padroncino Jasper!!”; prima di venire sommersa da un abbraccio da orso.

Entrò in casa con ancora gli stivali sporchi di terra e polvere, mentre una ragazzina di quindici anni coi i capelli biondi pettinati in boccoli, correva giù dalle scale chiusa in un abito tutto pizzi e balze, bianco e rosa.
“Oh, Jasper, Jasper!” ansimava mentre suo fratello la raggiungeva abbracciandola stretta.
Dalla cucina sbucò la faccia incuriosita di sua madre, com’era invecchiata per il lavoro e la preoccupazione! Aveva le guance spolverate di farina e un enorme grembiule bianco e macchiato le proteggeva l’abito semplice e azzurro.
Venne avanti sgridando la figlia “Una signorina non corre a quel mo..” ma non finì la frase perché visto Jasper si ritrovo a corrergli incontro anche lei, comportandosi come una ragazzina, e come una ragazzina lui la sollevò in aria abbracciandola e girando rapido su se stesso.
“Madre!Siete sempre più bella..” la salutò commosso.
Arrossendoleggermente, schernendosi, lei gli rispose: “Vieni, vieni, caro, sarai stanco e affamato..và a salutare tuo padre, è nello studio, io intanto ti preparo qualcosa di buono..” e con un ultimo bacio sulla guancia e asciugando una lacrima che le scendeva solitaria su una guancia si affrettò verso la cucina strillando su per le scale
“Cora!Prepara un bagno!
Con la sorella appollaiata su un braccio che ciarlava insistendo per farsi raccontare della guerra e dei prodi soldati, fece il suo ingresso nello studio.
Suo padre con un abito chiaro e il panciotto bianco stava davanti al caminetto tenendo con una mano una pipa spenta, battendola lentamente sull’altro palmo. E così sei tornato..” lo apostrofò vedendolo.
Era ancora arrabbiato perché era scappato per arruolarsi, lasciando solo una lettera di poche righe per spiegare l’accaduto. Suo padre non condivideva la smania dei giovani di gettarsi in quella guerra, quasi fosse una moda, come se non ci fossero degli ideali di fondo da difendere. Naturalmente non gli aveva dato il permesso di entrare nell’esercito, non ne aveva nemmeno l’età.
“Vi auguravate forse che morissi in guerra?..” gli chiese Jasper, gli occhi limpidi puntati su di lui.
L’anziano signore ricambiò lo sguardo. Com’era cresciuto il suo ragazzo. Ora era un uomo, dimostrava di più della sua età. Si era alzato e irrobustito. Ormai, cosa poteva fare un vecchio?
Sbuffò.
“Non dire sciocchezze” gli rispose col suo fare burbero.
Jasper sorrise.

La luce gialla del sole illuminava i prati dall’erba alta e verde attorno alla casa. Era estate. Lavato e rifocillato Jasper sedeva sul portico con la sua famiglia sorseggiando limonata e raccontando storie di soldati. 
Ancora non sapeva che quelli, probabilmente, sarebbero stati gli ultimi momenti veramente felici che passava da umano.

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE:

La mi primmissima ff!!!Che emosssiooneeeeeee!!!!Un ringrazziamento enorme a Cecilia, in arte Kety Erickson, mia Bettina e amica. Questa ff non è un granchè, solo un immagine di come vedo Jasper prima che fosse trasformato in vampiro, ma senza di te non l'avrei mai pubblicata. Come dice il tuo amico: "Come godo di questo momento!!!!"..Grazie socia!!!

E un grazie anche a te che leggi..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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