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Autore: Just_Sebastian    08/10/2014    1 recensioni
Tratto dal prologo:
Kurt non meritava questo potere. In realtà non l’aveva mai voluto, ma ci era nato e avrebbe passato l’eternità in compagnia di esso, volente o nolente. C’era bellezza in esso, una magia meravigliosa che gli permetteva di fare cose straordinarie. Ma non c’è mai solo un lato positivo nelle cose. E quello negativo poteva veramente rovinare tutto.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I
 
 
Non si accorse neanche di essersi riaddormentato nuovamente. Si alzò molto lentamente dal letto, sbadigliando e stiracchiandosi. Fissò per un attimo il pilastro di ghiaccio che aveva accidentalmente creato il giorno prima. Era ancora lì, immobile, inattaccabile. A nulla erano serviti gli svariati tentativi. Cominciava a pensare che non sarebbe mai riuscito a sciogliere qualcosa quando  sentì una voce provenire dalla cucina di sotto: “KUUUUURT!!!! La colazione è pronta! Sono dieci volte che ti chiamo!”. Carole. Quanto adorava quella donna. Per quanto non fosse la sua madre biologica, si comportava come tale riempiendolo sempre di amore.
 
Riempiendoli d’amore, sia lui che il suo fratellastro Finn.
 
Da quando erano stati costretti alla convivenza, visto il matrimonio dei loro genitori, il rapporto che si era creato tra  i due ragazzi era diventato assolutamente meraviglioso. Certo non bisogna contare quella volta in cui Kurt stava quasi per ibernarlo perché il più grande si era lamentato dell’arredamento della loro camera. Da allora avevano deciso che fosse meglio per entrambi (più per Finn in realtà) che dormissero in camere separate.
 
Kurt aveva raccontato sia a Carole che a suo figlio dei suoi poteri, visto che durante la convivenza l’avrebbero comunque scoperto, e a parte lo sbigottimento iniziale l’avevano presa piuttosto bene. Tralasciando il “delicato” urlo di Carole quando Kurt gli aveva mostrato ciò che sapeva fare, congelando il bicchiere d’acqua dal quale la donna stava per bere. Effettivamente poteva fare qualcosa di meno appariscente.
 
Sorrise a quel ricordo. E si ricordò subito dopo che se non fosse sceso entro cinque secondi probabilmente lo strillo di quella volta si sarebbe ripetuto, con conseguenze disastrose stavolta.
 
Si affrettò a scendere le scale, quasi urtando Finn che stava andando nella direzione opposta per prepararsi per la scuola.
 
“Se non vuoi essere incenerito ti conviene correre da lei il più in fretta possibile!” gli disse, ridendo.
 
In risposta Kurt gli fece una linguaccia veloce e si sedette al tavolo.
 
“KUUUUUUUUUUUUUURT!!!!!!!!!!!!!!!!”.
 
Il ragazzo saltò praticamente in aria per lo spavento (quella donna sapeva fare certi Do di petto da far crepare i vetri).
 
“Carole sono qui!” esclamò sorridendo con un orecchio mezzo sordo.
 
“Oh eccoti finalmente! Sono tre ore che ti chiamo! Farai tardi a scuola, per l’amor del cielo!” gli rimproverò passandogli una fetta di pane tostato al burro.
 
“Che hai fatto alle mani?” chiese lei preoccupata, vedendo i cristalli azzurrini. Lui liquidò la domanda con un gesto della mano, iniziando a mangiare.
 
Guardò l’orologio e si accorse che erano le sette e quaranta. Strabuzzò gli occhi, ingoiò la fetta di pane praticamente intera e si diresse in camera sua per darsi un aspetto quantomeno decente.
 
Si guardò allo specchio e si sforzò di indossare la sua solita maschera di indifferenza e rassegnazione di sempre. Socchiuse lievemente le palpebre, strinse le labbra e quando fu soddisfatto del risultato iniziò a vestirsi. Scelse un completo azzurro e bianco, i suoi colori preferiti in assoluto, si lavò il più velocemente possibile e scese nuovamente.
 
Trovò Burt e Finn che lo aspettavano in macchina, impazienti.
 
“Ce l’hai fatta finalmente!” gli disse suo padre. L’altro gli lanciò un’occhiataccia in risposta e salì dietro.
 
“Buona giornata ragazzi!” gli urlò Carole dalla finestra, agitando la mano vigorosamente.
 
A Kurt venne da ridere a quella scena, ma si costrinse a rimanere impassibile; anche un piccolo cristallo di ghiaccio al di fuori della casa poteva essere un problema, chiunque poteva notare come fosse strano che ci fosse della neve in quelle ancora calde mattine di settembre.
 
Ovviamente nessuno poteva sapere che ci fosse uno studente del McKinley che poteva congelare qualunque cosa solo con la forza del pensiero, ma meglio non destare sospetti di alcun genere.
 
Una volta arrivati a scuola i due giovani scesero dalla macchina e salutarono molto velocemente il padre, dirigendosi poi rapidamente all’entrata. Presero i libri e si diressero in classe.
 
L’unico problema era che…
 
“Signor Hummel! Signor Hudson! Finalmente ci degnate della vostra presenza! Ora se foste così gentili da accomodarvi ai vostri posti, forse potremmo riprendere la nostra lezione!”
 
…c’era la professoressa Benner alla prima ora.
 
Kurt a quelle parole strinse i pugni e il fratello vedendo la sua reazione gli mise una mano sulla spalla per tranquillizzarlo e non fargli fare qualche pazzia.
 
A quel contatto Kurt tirò un sospiro, rilassando le spalle, dopodichè andò a sedersi al suo posto, seguito a ruota da Finn, che prese posto dietro di lui.
 
Kurt odiava quella professoressa. La odiava con tutto sé stesso.
 
No, non poteva. L’odio non era tra le emozioni che gli era permesso provare a scuola. Non lì, non in quel momento. Avrebbe sfogato la sua rabbia a casa, lui e il suo pilastro di ghiaccio maledetto. Almeno ora aveva qualcuno con cui riprendersela. Avrebbero fatto i conti dopo.
 
Neanche venti secondi dopo qualcuno bussò alla porta della classe.
 
Ah già, c’era anche un altro piccolo motivo del perché odiava così tanto quella donna.
 
“Avanti!” strillò la Benner con la sua solita voce squillante.
 
E quel piccolo, minuscolo, altro motivo stava entrando in quel momento in classe.
 
“Ciao Maman! Senti io oggi non ci sono, ci vediamo stasera, ciao ciao!”
 
Era la madre di Sebastian Smythe.
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTOREEEEEE!!!!!!!!!
 
Hola gentaglia!!!!
 
Volevo solo dire che chi ha già letto qualche mia ff sa che questo spazio è dedicato solo ed esclusivamente ai miei scleri post-scrittura (?) e chi non lo abbia mai fatto, be’, ora lo sa! XD Hahahahaha dai a parte scherzi, mi sono divertito troppo a scrivere l’ultimo pezzo, vi giuro!! E intanto passava mia madre fuori dalla camera dicendo: “Ma che te ridi?”.
Vabbè questo non c’entra niente comunque XD
Anche se effettivamente non c’è molto da dire, i commenti li lascerò a voi, sperando che ce ne siano XD Intanto ringrazio carpediem91 e Tallutina (FORZA GAGAAAA!!!) per aver recensito il precedente capitolo, ci sentiamo presto (credo, spero, vedremo, mannaggiaallostudio)
 
- Just_Sebastian 
  
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