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Autore: vivy_96    08/10/2014    1 recensioni
Quel pomeriggio i miei pensieri furono popolati da una sola frase... Non sono Cenerentola...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sarebbe bello poter dire che la mia storia è esattamente come quella di Cenerentola, dove alla fine di tutto arriva un bel principe che mi salva .
Ma la mia vita è priva di principi e fate madrine; le uniche persone che la popolano sono : la  mia migliore amica Stephane della quale non saprei fare a meno, la mia matrigna Esmeralda odiosa donna di quarantacinque anni che ormai si era impossessata di tutti i beni del mio defunto padre e con sua disapprovazione anche di me, sua figlia Alex ragazza con la quale andavo discretamente d'accordo, meno perfida della madre anche se a volte pure  lei non scherzava e infine il peggiore di tutti...Sam  il fratellastro più odioso, egoista, puttaniere e sfruttatore esistente sulla faccia della terra.
"Parassita vieni subito qui!" la voce forte e innervosita di Sam mi fece sussultare... Com'era quel proverbio? Ah si... Si parla del diavolo e gli spuntano le corna; peccato che quel ragazzo avrebbe fatto un baffo a satana in persona.
Lascai i compiti di scuola a metà e mi precipitai giù per le scale, sapevo che farlo aspettare lo avrebbe fatto innervosire maggiormente, e sicuramente non era il caso, me l'avrebbe fatta pagare per il resto della settimana se non del mese. Per poco non caddi, le scale che portavano da camera mia ( la soffitta) al secondo piano della casa in cui ero nata e cresciuta erano decisamente mal messe.
Arrivai difronte alla stanza del mio fratellastro, la porta era aperta e lui era comodamente sdraiato sul letto a due piazze senza maglietta, aveva addominali abbastanza scolpiti e qualche tatuaggio qua e là, i capelli neri erano un poco arruffati, gli occhi mielati erano diretti verso il grande schermo della TV, sarebbe stato anche un bel ragazzo se non fosse per il carattere insopportabile che si ritrovava. Stava guardando Dragonball, mi chiedevo come fosse possibile che un ragazzo di quasi 19 anni si potesse ancora perdere via con quell'anime.
" Finalmente ti sei degnata di arrivare; ho fame! Vai a farmi un panino!" la sua voce era fredda , non concedeva repliche,  odiavo ammetterlo ma quel ragazzo mi metteva paura era per questo che facevo tutto c'ho che ordinava, non volevo imbattermi nuovamente nella sua ira. Era capitato una volta, gli avevo risposto male,  gli avevo detto di piantarla di trattarmi come se fossi stata la sua schiava personale, lui però mi prese il polso dicendomi che ero un inutile parassita, che non avevo il diritto di parlargli in quel modo e che dovevo rimanere al mio posto, cosa che da quel giorno in poi feci; solo al pensiero di quel giorno mi faceva male il polso, lo aveva quasi rotto, il livido era rimasto li per settimane.
Mi diressi in cucina per preparare quel dannato panino, presi il pane dal cassetto e lo appoggia sulla penisola, mi diressi verso il frigorifero e tirai fuori gli ingredienti prima di mettermi all' opera. Quel gran figlio... Di una buona donna aveva pretese anche sul come dovevo tagliare il pane e l'insalata, quante fette di salame mettere e quante sottilette.
 Una volta finito rimpiattai il panino, prima di dirigermi nuovamente alla stanza di Sam, però controllai il lungo specchio difronte all' ingresso, era li che tutti i giorni la mia matrigna mi lasciava l'elenco di cose da fare scritte su un post-it di un fastidioso color fuxia e come al solito era li attaccato accuratamente allo specchio lo staccai e prima di leggerne il contenuto mi guardai il mio riflesso: la pelle era pallida, quasi bianca; i capelli avevano un taglio maschile che mi era stato fatto dal ragazzo al piano di sopra per dispetto qualche mese prima ,  odiavo il  loro colore, erano biondo ramato e per questo da piccola ero costantemente chiamata peli di carota; gli occhi castani erano contornati da un leggero strato di mascara e matita.
 
- Stira i vestiti
- Prendi le polveri
- Porta fuori Fufy
- Vai a lavoro per le 8.00

 
Riuscii a decifrare la scrittura di Esmeralda a fatica.
"Hai intenzione di farmi aspettare ancora a lungo pidoccha?" Sam era al quanto innervosito lo sentivo dalla voce. Presi il piatto e glielo portai in camera, questa volta però era in piedi difronte la porta, mi stava aspettando.
"Sei inutile, mi hai fatto passare la fame" il ragazzo mi strappò di mano il piatto e lo lanciò contro il muro facendomi sussultare, chiusi gli occhi per lo spavento.
"Tu mi stai facendo impazzire parassita" Sam mosse un passo verso di me, sentì salire un nodo in gola.
" Hai paura non è così?" il sorriso del moro era malizioso e... Cattivo? Prese i miei esili polsi tra le sue grandi mani, mi trascinò fino al letto per poi buttarmi su esso e non lasciandomi via di scampo, lo guardai negli occhi trattenendo le lacrime, era chino su di me, non capivo cosa volesse fare, o almeno cercavo di far finta di non capirlo.
"Allora, mi vuoi rispondere? Hai paura?" urlò avvicinando maggiormente il suo viso al mio, sussultai nuovamente.
"Rispondi!" urlò con più ferocia, ma dove era Alex? Non poteva lasciarmi sola in un momento simile...
Una lacrima scese sul mio volto e annuii alla domanda del mio fratellastro, sorrise... Non uno di quei sorrisi belli e radiosi... Ma uno di quelli che metteva i brividi.
"Sei una pidocchia sincera sai?" fu l'ultima frase che disse prima di baciarmi avidamente facendomi quasi male, non solo un male fisico ma anche emotivo, stava approfittando  di me come si fa con una nullità, con un oggetto ma infondo era quello che ero per lui, solo una bambola con la quale divertirsi quando si annoiava... Quel pomeriggio i miei pensieri furono popolati da una sola frase... Non sono Cenerentola...

 
   
 
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