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Autore: Clockwise    08/10/2014    3 recensioni
«Molto probabile che quello sbagliato sia io, essendo quello che non riesce a combinare i giusti legami. Probabile disfunzione a livello sociale, mancanza di capacità di integrazione.»
Gas nobile: elemento dell’ottavo gruppo della tavola periodica caratterizzato da un’elevata stabilità chimica dovuta alla presenza di otto elettroni nell’ultimo livello che risulta quindi completo (a eccezione dell’elio, due elettroni).
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La mela di Newton'
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Fantasticherie nell'ora di chimica - no, non stavo ascoltando, per quanto adori il professore. 
Un esperimento di stile.
Radiohead, Creep.
-Clock
Sì, sono fuori di testa. E sì, mi diverto troppo a fare i titoli.


 
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Scarpe da ginnastica stridono contro pavimento di legno della palestra; passi pesanti, grida, schiamazzi, fischietto dell’insegnante; gomitate, sudore.
«Muoviti! Che aspetti?»
«Prendila!»
«Creep!»
La palla rimbalza a terra nel nostro campo.
«Creep, idiota, era tua!»
«Perché diavolo non l’hai presa, ce l’avevi sotto al naso!»
«Al diavolo, Creep!»
«Sostituzione! Sostituzione!»
Ancora schiamazzi, grida più spintoni, sguardi cattivi (non esistono solo nei libri).
Panchina di legno scomoda, respiro affannato; gruppo di ragazze nella panchina a sinistra; bisbigli, borbottii, sguardi fugaci e taglienti a me (serpi).
Una ragazza si alza; la panchina freme sotto il suo peso.
«Ehi, Spooky.»
Sorriso affettuoso; uso del nomignolo ridicolo.
«Ciao, Urania.»
Rotea gli occhi (fastidio?).
«Quante volte ti ho detto che non devi chiamarmi con il mio nome completo? Mi fai sentire una stramba.»
«Ma tu sei stramba.»
Risata spensierata con la testa gettata all’indietro. (Era una battuta? Non era una battuta. Io non so fare battute.)
«Te la sei presa?»
Abbassa la testa, giocherella con una ciocca di capelli. Aspetta la mia risposta.
«Per cosa?»
 Ha qualche treccina sparsa qua e là, come per sbaglio. (Mi piacciono.)
«Perché ti hanno praticamente buttato fuori dal campo.»
«Oh. No, non me la sono presa.»
(Avrei dovuto? Per qualcosa di cui non mi importa nulla?)
«Oh, ok. Perché, lo sai, Sheldon è un gran bastardo, non devi farci caso.»
«Sì.»
Sguardo di nuovo basso, mani aggrappate al bordo della panchina, labbro inferiore fra i denti: nervosismo. (Perché?)
«Spook, t-tu… ecco…»
Si guarda intorno. Non c’è nessuno accanto a noi. Le ragazze sono scivolate più in là sulla panchina, ma i loro sguardi rimangono a noi (malevoli).
A Urania non piace la solitudine. (Io ci sono abituato.)
«Io… Spook, ti piace qualche ragazza?»
Rossore diffuso sulle guance.
«No.»
Gli occhi grigi si alzano per un secondo su di me.
«Oh, ok. Oh. Spook, non è che… Ti piace qualche ragazzo?»
Sopracciglia lievemente corrugate, fiato sospeso. (Perché?)
«No.»
«Oh, meno male. Non perché non mi piacciano i gay, cioè, ovvio che non mi piacciono, ma non in quel senso, voglio dire, non ci sarebbe niente di male se tu fossi gay, insomma, dicevo meno male perché…»
«Urania, hai una cotta per me?»
Sorpresa: occhi strabuzzati e rischio di cadere dalla panchina al 73%.
«C-cosa… I-io… Come…»
Comprensione improvvisa.
«Mi dispiace.»
«N-no, tu non hai mica colpe… Certo, potevi metterci un po’ di delicatezza, per la miseria…»
Risata nervosa; ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Comunque, sì, io…»
Respiro.
«Ho una cotta per te, Spook.»
Oh.
 
 ###
 
Miscela alcalina al 33%, soluzione…
«Signor Spector, è ancora qui?»
Mr Argon; laboratorio vuoto. (Da quando?)
«Oh, sì, mi perdoni, non mi sono accorto…»
Soluzione incompiuta (peccato); quaderno e penna nella borsa; alambicchi, provette, becco Bunsen nel lavandino.
«Stia tranquillo, signor Spector, faccia pure con calma.»
Sorriso, mani nelle tasche, posa rilassata.
«Grazie, professore.»
Altro sorriso; fogli dalla cattedra.
«Come mai qui da solo, Spector?»
«Testavo la reazione di agenti alcalogeni su…»
«Perché da solo, Spector? Perché sempre da solo?»
Tono grave, occhi su di me.
Smarrimento. Sbatto le palpebre.
«Urania ha una cotta per me.»
Sorriso. (Speranza.)
«Beh, ma questa è una bella cosa, ragazzo mio. È una tua amica, è carina?»
«Sì, è carina. No, non è più mia amica. No, non è una bella cosa.»
Sorriso afflosciato. (Delusione.)
«Oh. E perché mai?»
Corrugo le sopracciglia. Posso spiegarlo davvero? Capirà? (Perché queste domande? Perché a lui importa?)
«Io sono diverso.»
Mento alzato, braccia conserte.
«In che senso?»
«Io…»
Parole fuggevoli, mente vuota.
«Io non so… stare con gli altri.»
Creep!
«Non li capisco; loro non capiscono me.»
Creep!
«Molto probabile che quello sbagliato sia io, essendo quello che non riesce a combinare i giusti legami. Probabile disfunzione a livello sociale, mancanza di capacità di integrazione.»
Creep!
«Urania è l’unica che ha tentato di stabilire un rapporto di amicizia. Esperimento riuscito solo parzialmente: occasionale compagnia in momenti di noia, niente di più.»
Creep!
«Non posso ricambiare il sentimento di Urania: non sono capace di provarlo. Sono incompatibile con le altre persone.»
Creep!
«Lo sono sempre stato.»
Creep!
«Sono quello strano.»
«Kripton.»
Mr Argon vicino; mani sulle mie spalle. Guance bagnate; acqua salata; lacrime.
«Kripton, tu sei un ragazzo molto speciale: sei un genio, non vedevamo un talento scientifico come il tuo da decenni, in questa scuola, se non in tutto il Paese. Non… Questo non ti impedisce di fare tutte le cose che i ragazzi della tua età fanno, stare con i compagni, farsi degli amici…»
«Sono stabile, perfettamente in grado di vivere autonomamente.»
Angolo di labbra all’insù. (Amarezza.)
«Cosa sei, uno stramaledettissimo gas nobile?»
Ironia. (Ferisce, non diverte.)
Gas nobile: elemento dell’ottavo gruppo della tavola periodica caratterizzato da un’elevata stabilità chimica dovuta alla presenza di otto elettroni nell’ultimo livello che risulta quindi completo (a eccezione dell’elio, due elettroni).
«Da soli non si vive, Kripton. Te lo dico per esperienza. Dai una possibilità a quella ragazza. Non devi sposartela, per l’amor del cielo, ma non buttare la sua amicizia.»
«Io non… Non saprei cosa fare. Non sono in grado…»
Aiuto.
«Dio, Kripton, reagisci, ragazzo! Non startene lì impalato, inizia a vivere!»
Qualcosa di indefinito infranto nel petto. (Emozione?)
Occhi lucidi del professore.
«Non fare il mio stesso errore, ragazzo: dai una possibilità al mondo.»
«Il massimo di elettroni è già stato raggiunto…»
«E chi se ne importa! Fregatene delle regole! Tu non hai regole.»
La tavola periodica si sbriciola.
Il professore si raddrizza e si ricompone.
«Vai da quella ragazza, Kripton. E trattala bene.»
«Sì, signore.»
Alla porta, ancora frastornato, mi volto.
«E grazie.»
Sventola una mano senza guardarmi, la sua attenzione alle carte sulla cattedra.
Esco dal laboratorio. Le gambe tremano un po’. Sono scosso, turbato, emozionato. (Emozioni. Wow.)

Il mio nome è Kripton Spector. È un nome strano, ma è ciò che sono. Kripton (non Creep; Spook forse sì, perché Urania lo dice con un sorriso a cui non si può negare nulla).
Il mio nome è Kripton e sono appena uscito dalla tavola periodica: ho voglia di un po’ di avventure. 






 


Il kripton e l'argon sono entrambi gas nobili; l'uranio un elemento tossico e radioattivo.
 
  
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