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Autore: Elygrifondoro    08/10/2014    4 recensioni
Cosa succedere se uno Shadowhunter e i suoi amici frequantano la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts? Cosa succede se due persone destinate a stare insieme come Alexander Lightwood e Magnus Bane si trovassero nella stessa scuola, rispettivamente nei panni di studente e professore? lLamore e l'attrazione vinceranno sui dubbi che una relazione proibita inevitabolmente crea?
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~CALL IT MAGIC


Uscii dalla Sala Grande ancor prima dell’inizio del banchetto, deciso a fiondarmi dritto in dormitorio. Non volevo vedere, parlare o tantomeno guardare nessuno. Ero riuscito ad appioppare ad Annabelle una scusa banalissima e, benedetta la sua spiccata intelligenza, aveva capito e m’aveva lasciato andare senza troppe domande. Per circa due ore me la potrei cavare, ma stasera farò i conti con la sua testardaggine. Stavo pensando allo stregone, ai suoi occhi verdi e felini che continuavano a scrutarmi, anche nei miei pensieri. Okay, averlo come insegnante era ancora accettabile, l’avrei visto sì e no qualche ora a settimana e durante i pasti, ma responsabile della casata?! Voleva dire incontrarlo in sala comune, scontare le SUE punizioni e irrompere nei dormitori di ragazze… e ragazzi, a qualsiasi ora, in qualsiasi momento. Per me significava morte certa o, quanto meno, un’esplosione ormonale da sedicenne innamorato. In fondo che avevo fatto di male? I miei doveri da Cacciatore li ho sempre rispettati alla perfezione, sono un buon parabatai, un fratello premuroso… l’unica mia colpa è essere diverso. Diverso dai canoni richiesti dal Conclave, diverso perché amo un altro uomo. Sarei stupido a non ammettere che lo amo seppur io lo conosca da così poco tempo e così poco bene ma ho bisogno di lui come il mare ha bisogno degli scogli, come il sole del giorno e la luna della notte.  Ma questa storia non è possibile. Non ora che lui è un mio insegnante. È contro il regolamento ed io ho il dovere di rispettarlo. Come Caposcuola e come studente.
La porta della Sala Grande si aprì. Non ci feci troppo caso, aumentai solo il passo per evitare di imbattermi in qualche viso conosciuto e in quel momento, sull’orlo di un pianto disperato, non avevo voglia di riaccomiatarmi con qualche vecchio amico. Stavo iniziando a correre, i sentimenti contrastanti che erano esplosi in una guerra bellicosa nel mio petto stavano salendo su, sempre più vicini alla gola, e presto si sarebbero trasformati in singhiozzi isterici. O in urla. Poi una mano si poggiò sulla mia spalla. Il suo tocco leggero e rassicurante mi calmò un poco, almeno fin quando non mi voltai per vedere il proprietario di quella mano: era Magnus.

-P-professore… -
-Alec io…-
-Mi scusi, avrei una faccenda importante da sbrigare… -

Cercai di allontanarmi dall’artefice del mio dolce dolore, più somigliante ad una droga che ad una ferita aperta e pulsante. Non potevo farne a meno, Magnus per me era come la cioccolata per un bambino goloso. Avrei voluto ubriacarmi di lui, della sua voce, delle sue labbra, dei suoi occhi da gatto… sfiorare la sua pelle, percorrere ogni centimetro di quel corpo perfetto nascosto sotto strati e strati di brillantini. Imparare a memoria la forma dell’incavo del suo collo, delle sue braccia, del suo torace… non staccarmi da lui fin quando non sarei stato ebbro dei suoi baci… ma non potevo. Non potevo e non dovevo. Dovevo convincermi ad odiarlo. Oh! Sarebbe stato tutto molto più semplice se quell’uomo si fosse lasciato odiare!

-ti prego Alexander ascoltami! –


Quanto amavo essere chiamato da lui col mio nome per intero! Sembrava quasi gradevole se uscito dalle sue labbra…


-Professore, non credo sia il luogo né il momento adatto per una conversazione di questo genere. -
-Miseriaccia! Smettila di trattarmi come un estraneo! -
-E COME DOVREI TRATTARTI SCUSA? DOVREI CHIAMARTI AMORE? CORRERE DA TE ALLA FINE DELLE LEZIONI E FARE INSIEME UNA PASSEGGIATA AL LAGO?! DIMMELO TU COME MI DEVO COMPORTARE PERCHÉ, MAGNUS, IO NON LO SO PIÙ! DOVRESTI CONOSCERE IL REGOLAMENTO, MAGNUS BANE, O LE HAI INFRANTE TROPPE VOLTE LE LEGGI PER RICORDARTI DELLA LORO ESISTENZA? –


Sapevo di averlo ferito, sapevo che mi avrebbe odiato, ma non potevo fare altrimenti. Non avrebbe passato dei guai per colpa mia. Alcune lacrime iniziavano a solcarmi le guance, ad evidenziare gli zigomi tesi per l’azione masochista che stavo compiendo e per il ribrezzo che avevo di me stesso. Lui provò a sfiorarmi il viso per cancellare quello sfregio sulle mie guance, ma io mi scostai bruscamente.


-Alec… che stai dicendo? –

- mi dispiace Magnus. –


Mi voltai e corsi verso il dormitorio come un pazzo. Varcai la soglia rispondendo all’indovinello e mi fiondai sul mio letto dalle coperte blu notte e gli intarsi del legno in ebano, rappresentanti antiche vicende mitologiche della cultura Shadowhunter: come l’origine della nostra razza, come siamo destinati ad uccidere tutto ciò che da noi è diverso…

Piansi per un bel po’, forse per due minuti, forse per due ore, smisi solo quando la porta si aprì con un cigolio e Juliàn entrò silenzioso come suo solito.


-Alec! Che ti succede? -


Disse, sedendosi sul mio letto e poggiandomi una mano sulla spalla, quella che fino a poco fa era stata sfiorata da lui…


-nulla, Juliàn lasciami in pace! -


Gli risposi in malo modo. Quel ragazzo non aveva nessuna colpa, ma avrei risposto male anche all’Inquisitrice in quel momento…


-scusa, non volevo essere insolente… -

Almeno con Juliàn dovevo essere gentile, dopotutto, in tutti quegli anni non s’era mai comportato male con me.
-scusami Juliàn, è che… non è giornata… -
 -non preoccuparti, l’avevo capito, ma è proprio in questi momenti che si ha più bisogno di avere qualcuno accanto. –
Il bel francese, a mia grande sorpresa, si stese accanto a me. Io mi girai e lo sorpresi a pochi centimetri dal mio viso, con un sorriso rassicurante sul volto. Mi avvolse in un abbraccio silenzioso e mi asciugò le ultime lacrime rimaste sulle guance. Poi, con una voce che a me parve di miele, mi sussurrò:
-per qualsiasi cosa io sarò sempre con te, Alec Lightwood –


Provai a sorridergli con disinvoltura, ma ero accaldato e imbarazzato per quel contatto improvviso.


-grazie Juliàn per non aver chiesto spiegazioni –
-ti capisco, sono affari tuoi e se mai vorrai raccontarmeli ne sarò felice, ma non mi permetterei mai di forzarti. –


Gli sorrisi. Quel ragazzo era davvero saggio… e maledettamente bello… e intelligente…e…
Basta! Stava così male per Magnus… e Juliàn era capitato lì come una meteora, un’ancora di salvezza…  Mi stava capendo quando nessuno avrebbe mai provato a capirmi… tranne forse Ann.


-Scusami Juliàn, adesso credo che andrò a fare un giro… -
-oh, certamente, ti accompagno fino in sala comune, vado a salutare un po’di vecchi amici-
-okay-


Mi diede un leggero bacio sulla punta del naso, il che mi fece arrossire ancora di più, poi si alzò e sorrise quando mi vide tutto rosso. Cercai di scacciare ancora una volta l’imbarazzo e mi alzai. Mentre Juliàn era in bagno, presi dal baule una spada angelica e alcuni coltelli con la lama in argento, la sicurezza non era mai troppa, la bacchetta e il mantello nero. Mi misi un paio di stivali, un maglione e dei pantaloni di pelle dello stesso colore del mantello e mi tracciai sulle braccia alcune rune di velocità. Poi uscii dal dormitorio con Juliàn, che lasciai in sala comune. Appena fui fuori, mi nascosi in una rientranza e con lo stilo mi tracciai delle rune di disillusione, in modo che nessuno mi vedesse. Corsi fuori dal castello, verso il lago, davanti a me solo la foresta. Appena fui fuori dalla visuale, mi tolsi il cappuccio del mantello e rallentai il passo. Sapevo d’essere invisibile agli occhi della maggior parte degli studenti, ma Isabelle, Clary e Jace potevano sempre vedermi. Meglio non farsi riconoscere. Camminai costeggiando il limitare della foresta, spinto da una forza misteriosa ad andare sempre più avanti. Inconsapevolmente varcai il limitare della foresta, ritrovandomi circondato da alberi secolari e maestosi. Camminai in cerca di tutto e di niente come un magnete attratto da un polo opposto.





“Mi dispiace Magnus” quelle parole risuonavano nella mia mente, quasi fossero amplificate. Mi trovavo nelle mie stanze, sdraiato sul lussuoso letto a baldacchino. Decisamente troppo largo per dormirci da solo. Quando vidi Alec alla stazione, in un primo momento ne fui intimorito. Mi domandai un sacco di cose senza senso… poi mi convinsi del fatto che eravamo innamorati, e nulla o quasi sarebbe cambiato. Sarei stato solo un suo professore dopotutto…

Avevo intenzione di andarci piano con lui, sapeva che volevo solo il suo amore, di nient’altro mi sarebbe importato. Avrebbe dettato lui i tempi e le regole, ero solo uno strumento nelle sue mani, sarei morto per quel Nephilim. L’avrei amato come meritava, l’avrei fatto sentire a casa come nessuno l’aveva mai fatto sentire. Ma m’aveva rinnegato. Lo capivo, non voleva passar guai anche se sentivo che mi avrebbe abbracciato volentieri in quel momento e chissà che altro mi avrebbe fatto. Erano due settimane che non lo vedevo, e già ero terrorizzato di dimenticarmi i lineamenti del suo viso, il suono della sua voce… Anch’io avevo paura, ma ero certo che insieme ce l’avremmo fatta. Per lui avrei rinunciato anche alla cattedra.
Ero perso fra i miei pensieri, sapevo che la tristezza mi stava trascinando nel suo mondo, ma appena in tempo qualcuno bussò alla mia porta. Mi ridestai e mi sistemai i capelli davanti allo specchio, grazie al Cielo ero ancora presentabile. Camminai lento fino al portone di legno intagliato.


-chi è? –
Chiesi cercando di domare il tono della mia voce un po’traballante. Era di certo il preside, o qualche insegnante che voleva fare le presentazioni.


-MAGNUS, FAMMI ENTRARE IMMEDIATAMENTE!!!!–


Isabelle? che ci faceva qui lei? Di certo voleva spiegazioni su quello che era successo al banchetto poco fa. E non sembrava essere affatto dell’umore giusto…


-entra pure, è aperto. –


Isabelle indossava una maglietta scollatissima color verde smeraldo e un paio di leggings neri super attillati.
Più che aperto, aveva sfondato la porta. Era entrata come una furia verde di rabbia. Se non fossi stato un insegnante, di certo mi avrebbe già lanciato uno stupeficium e qualcuno dei suoi coltelli.


-COSA HAI FATTO AD ALEC?! –
-io?! NIENTE! Ho solo cercato di parlargli, di sistemare la situazione, ma non mi ha dato retta. Poi se n’è andato. Credo in sala comune. –
-BEH, SI DÀ IL CASO CHE IO SIA APPENA PASSATA PER LA SALA COMUNE CORVONERO, E L’ULTIMA VOLTA CHE L’HANNO VISTO È STATO APPENA DOPO IL BANCHETTO. E STAVA USCENDO. TI GIURO CHE… CHE… NON ESITERÒ A FARTI MALE SE GLI È SUCCESSO QUALCOSA DI BRUTTO! -


Non ho sentito una sola parola dopo “stava uscendo”. Dove cavolo s’era cacciato quell’irresponsabile? C’era anche la luna piena… i lupi mannari…

-Isabelle, Alec l’ho visto l’ultima volta quando ho tentato di parlargli. Prima del banchetto. Sarà andato da qualche parte… -
-Alec mi dice sempre dove va. Ho incontrato per caso un suo compagno di stanza, Juliàn, mi ha detto che aveva intenzione di fare una passeggiata… ma non ha specificato dove. –
Mi ridestai da quel torpore e tirai fuori di tasca la bacchetta, presi il mantello e mi dirisi verso la porta seguito da Isabelle.

-Isabelle ha qui delle armi? –
-ehm… ho alcuni coltelli, la bacchetta, lo stilo e la Stregaluce… mi servirebbe qualcosa contro i lupi mannari ma è tutto in dormitorio… -
-e che ci fai ancora qui?! Svelta, corri nei sotterranei e prendi tutto l’arsenale possibile. Ti aspetto fuori in riva al lago. –

Isabelle mi precedette e uscì di corsa diretta al suo dormitorio. Io mi misi in fretta e furia il mantello e uscii dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle. Con passo deciso mi avviai verso l’uscita della sala d’ingresso. Appena fui fuori iniziai a correre. Affinai i miei sensi il più possibile ma non ero un Cacciatore…
Così mi limitai ad aspettare Isabelle sulla riva del lago, impaziente, e la rimproverai quando vidi che si era cambiata.

-ti sembrava l’abbigliamento adatto per andare a caccia di lupi mannari?! –
-se mio fratello stesse rischiando di morire, non me ne sarei preoccupato più di tanto! E cerca di trattarmi con più rispetto signorina! Sono pur sempre il tuo insegnante adesso! –
-COS… –
Non la feci finire di parlare
-senti, adesso muoviamoci, l’amore della mia vita rischia di farsi sbranare il sedere da un branco di lupi mannari affamati, quindi muoviti! -

Corremmo verso la foresta ove speravo di incontrarlo. Il sole era già calato e la luna splendeva in tutta la sua inquietante maestosità. Stupido ragazzo… se s’era cacciato nei guai solo per dimenticarsi di me gliele avrei dette… ci avrei pensato io ad ucciderlo se i lupi mannari non fossero stati sufficienti…






ANGOLO DELL’AUTORE:


Ciao ragazze e ragazzi! Scusateci per questo aborto che abbiamo scritto, siamo consapevoli che cose scritte così male siano illegali.


MAGNUS: certo che potevi risparmiarmi una retata nella Foresta Proibita di notte, con la luna piena! Così mi rovino l’acconciatura!
ALEC: non pensare all’acconciatura, pensa piuttosto a salvarmi il sedere, sennò non potrai più ammirarlo.
MAGNUS: c-cosa?!
ALEC: credevi che non me ne sarei accorto? Quest’estate a Central Park non facevi altro!
MAGNUS: MA NON È ASSOLUTAMENTE VERO!
ELISA: SMETTETELA VOI DUE!
MAGNUS/ALEC: NON PUOI DARCI ORDINI!
ANNA: se non ci ascoltate, saremo costrette a cancellarvi… dopotutto siete solo un ammasso di bit e tra l’altro occupate un sacco di memoria!
ELISA: finalmente il tuo lato Serpeverde sta venendo allo scoperto!
ANNA: sta zitta schifosa Grifondoro! Stupeficium!
ELISA: Protego!
ISABELLE: SMETTETELA TUTTI E QUATTRO SENNÒ VI FACCIO FUORI CON LA MIA FRUSTA!
CLARY: JACE!!! AIUTO!!! IZZY VUOLE UCCIDERE ALEC, MAGNUS E DUE STRANE TIZIE DALL’ARIA NON TROPPO NORMALE…
JACE: e lasciali fare! Stò guardando una partita dei Cannoni di Chudley!
ELISA/ALEC/ANNA/MAGNUS: okay, okay, la smettiamo!


Bene!!! Adesso sapete che siamo una Grifondoro ed una Serpeverde e, chissà per quale assurdo caso, io ho ancora entrambe le braccia!!
*Si allontana da Anna, per evitare che provi a morderla*
Beh, ragazzi, buona lettura e al prossimo capitolo!!!!!!!!


Elisa ed Anna

  
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