Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Tamar10    08/10/2014    3 recensioni
Se ti innamori solo di sociopatici non puoi pretendere che la tua vita sia tutta rose e fiori. Soprattutto se Sherlock Holmes ti sceglie come sua nuova coinquilina.
[Sherlolly con la partecipazione del nostro Jim Moriarty, John&Mary e altri]
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty, Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Se Molly pensava che essere fredda ed evitare Sherlock sarebbe stato difficile, allora rimase parecchio delusa. Era fin troppo facile rispondergli male o non rispondergli affatto – cosa che lo faceva uscire dai gangheri ancora di più – e le dava anche un certo senso di soddisfazione.
Ma in realtà gran parte del merito andava a Sherlock stesso che era diventato pressoché irreperibile e perennemente occupato. Molly continuava a chiedersi con molta irritazione come potesse tenerla al sicuro se di fatto Sherlock passava la maggior parte del tempo lontano da Baker Street.
Non che la cosa le dispiacesse. Al massimo la infastidiva un pochettino, ma solo perché così non poteva sfoggiare il suo atteggiamento freddo-e-scostante.
Però Beker Street senza Sherlock sembrava una scatola vuota, oltremodo noiosa. Per un po' Molly si chiese se era così che Sherlock si sentiva continuamente: stufo, sonnolento, in cerca di distrazioni. Lei avvertiva sempre più la sensazione essere in gabbia, come se quelle pareti con quell'assurda tappezzeria fossero delle sbarre, e pian piano cominciò a pensare di evadere.
Buffo, evadere dal 221B, il posto in cui per anni aveva desiderato essere. Anche se si rendeva conto che era più un'evasione da sé stessa e da quella assurda e insostenibile situazione, più un fattore mentale che altro.
Per questo una piovosa e grigia sera (in cui Sherlock Holmes mancava di casa da quasi tre giorni) Molly Hooper prese coraggio, scese le scale e con un gesto deciso aprì la porta di casa uscendo con l'ombrello sotto la pioggia battente. Nessuno cercò di fermarla.
L'evasione più facile del secolo.
 
Mycroft ne aveva viste di cose strane nella sua vita.
Suo fratello per esempio era la stranezza fatta persona con tutti i suoi strani hobby, idee ed ossessioni. Molly Hooper era una di queste.
Non che Sherlock l'avesse mai ammesso, probabilmente non se ne rendeva conto nemmeno lui, ma quella donna esercitava su di lui un effetto del tutto particolare. Non era come la Donna, per cui Sherlock provava ammirazione e rispetto, eppure la patologa sembrava interessarlo in maniera più intensa e meno razionale.
Ovviamente il maggiore degli Holmes non aveva detto niente, anche perché lui stesso non sapeva come definire questo comportamento del tutto inedito del fratello; si era limitato a sondare le sue reazioni tramite sotto intesi e frecciatine. Il diretto interessato era stato sempre impassibile, con sommo disappunto di Mycroft che riteneva un suo personale talento la capacità di irritarlo facilmente.
In effetti in quel momento Sherlock Holmes era parecchio irritato, ma la colpa – o il merito – non spettava al Governo Inglese.
“Questo. Non. È. Il. Modo. Di. Comportarsi!” scandiva stizzito, articolando ogni parola con un ampio movimento delle labbra. Mycroft lo osservò in silenzio, tenendo per sé le proprie considerazioni.
“Io la ospito a casa mia, mi comporto come “un buon coinquilino”, sono persino gentile e lei? Nessuna gratitudine!” Mycroft si lasciò sfuggire uno sguardo divertito “Non che mi interessi un riconoscimento vuoto, falso e inutile dettato unicamente dalle apparenze a dalle convenzioni sociali” precisò immediatamente.
Il detective continuava a muoversi frenetico per la stanza in preda al nervosismo.
“E sul resto ci sono sviluppi?” chiese il fratello.
“Niente di significativo” rispose Sherlock sovrappensiero “Moriarty procede a rilento, mi chiedo cosa stia aspettando”
“I tuoi sospetti?”
“Per il momento infondati, sono più giorni che indago personalmente ma non sono giunto a nessuna traccia concreta”
Mycroft rimase un secondo in silenzio, una domanda sospesa sulle labbra.
“Cosa pensi di fare con Molly?” chiese infine.
Sherlock sventolò una mano incurante.
“Per il momento non è lei il problema. Finché rimane a Baker Street è al sicuro, ci sono cose ben più urgenti di Molly Hooper”
Non fece in tempo a finire la frase che uno degli uomini di Mycroft entrò nella stanza senza neanche bussare.
“Signor Holmes, c'è un problema”
 
Aveva notato la macchina nera mentre passava sulle strisce pedonali a metà di Chiltern Street, poi l'aveva incrociata ancora lungo Manchester Street e da lì in poi la vettura l'aveva seguita con insistenza. Molly aveva cercato di mantenere un'andatura ordinaria e disinvolta, di cambiare spesso percorso bruscamente e di restare sempre in zone con alta percorrenza. Ormai era diventata un'esperta in questo genere di cose – anche se non era esattamente motivo di vanto – ma non per questo si sentiva più sicura.
Molto probabilmente si trattava di agenti sotto il controllo del fratello di Sherlock, ma non per questo avrebbe abbassato la guardia. Aveva imparato che Londra poteva essere una città molto pericolosa, tanto più se si era amici di Sherlock Holmes.
Sulla A5204 c'era un traffico particolarmente intenso quel pomeriggio e con suo grande sollievo la patologa vide che la macchina nera era rimasta incastrata dietro a un bus, fuori dalla sua visuale. Approfittò di quel momento di fortuna per infilarsi in un piccolo parchetto ai margini della strada.
Era un posto tranquillo, vivacizzato solo da alcuni bambini che giocavano con le loro babysitter, quasi tutte le panchine erano occupate da qualche anziano che leggeva il giornale o dava da mangiare agli scoiattoli.
Molly si sedette sulla panchina più vicina ad aspettare che il cuore rallentasse i battiti dopo la fuga dai suoi pedinatori. Sull'estremità opposta un uomo era immerso nella lettura del Daily Telegraph, che gli copriva praticamente tutto il viso, a lei quasi venne un colpo quando vide la faccia di Moriarty che la fissava dalla foto sulla testata del giornale.
C'era ancora qualcosa in quell'uomo, che per un certo periodo aveva creduto di conoscere ed amare, che la rendeva inquieta. Era pericoloso ovviamente, ma non riuscire a capire quanto lo fosse e fin dove avrebbe potuto spingersi lo rendeva ancora più pericoloso e indecifrabile. Spesso più che una persona in carne ed ossa sembrava un fantasma o una marionetta, più di una volta si era chiesta se fosse veramente tornato o se si trattasse solo di una finzione.
La sensazione di essere perennemente in pericolo e di doversi sempre aspettare un colpo alle spalle era la cosa che più di tutte la tormentava.
“Scusi signorina, penso sia giunto il momento di andare”
Molly ci mise un po' a comprendere che la voce proveniva dall'uomo seduto lì vicino visto che aveva ancora il giornale a coprirgli il volto.
“Prego?” chiese colta alla sprovvista.
“Alzati Molly. Non c'è tempo da perdere”
La foto di Moriarty ondeggiò seguendo il movimento del giornale e scomparve quando quest'ultimo fu riposto per rivelare Jim Moriarty in carne ed ossa.
La donna rimase raggelata sulla panchina, fissando il suo ex ragazzo psicopatico che le sorrideva con arroganza.
“Avrai tempo dopo per dirmi quanto ti sono mancato, dolcezza”
 
Sherlock temeva sarebbe finita così. Conosceva e capiva fin troppo bene Moriarty, la sua brama e il suo egoismo. Quello che voleva lo otteneva sempre e ultimamente per qualche assurdo motivo Molly Hooper rientrava nella sua lista dei desideri.
Gli agenti di Mycroft avevano riferito di aver perso di vista la signorina Hooper per pochi minuti e di essere stati bloccati in combattimento, mentre un uomo si allontanava con il soggetto interessato. La deduzione su chi potesse averla rapita era stata ovvia anche per menti meno brillanti della sua.
Sapeva sarebbe accaduto eppure non aveva potuto fare niente per impedirlo. Perché?
Si era lasciato trasportare, condizionato dai sentimenti come gli uomini comuni che tanto disprezzava. Era semplicemente stato un idiota.
Non che lei avesse reso le cose più facili. Quando l'avesse rivista non si sarebbe di certo risparmiato nel rinfacciarle l'intera situazione. Quel pensiero gli diede una fitta al cuore, in moto di sconforto si rese conto che avrebbe anche potuto non rivederla più.
Subito la preoccupazione cedette il posto al furore. I suoi occhi si fecero più determinati, aveva giurato di proteggere le persone che amava a qualunque costo. Aveva già sfiorato le fiamme dell'inferno scottandosi, eppure si rendeva conto che si sarebbe buttato in quel fuoco pur di salvare Molly.
Il cellulare di Mycroft squillò rompendo il silenzio teso dell'ufficio.
“Mmmh...capisco...no, se li trovate non intervenite. Aspettate il mio ordine...sì, agite velocemente” rispose coinciso, per poi alzare gli occhi sul fratello.
“Vado” disse questi.
Mycroft serrò le labbra, preoccupato. Sapeva che non avrebbe in ogni caso potuto fermare Sherlock.
“Se sai dove trovarlo avverti subito le autorità. Hai visto cosa succede ad agire da solo” lo avvertì, temendo comunque che le sue indicazioni sarebbero rimaste inascoltate.
Il detective non replicò, semplicemente si infilò il suo cappotto e in un lampo era già alla porta.
“E Sherlock,” lo richiamò il maggiore degli Holmes “sii prudente”
 
Molly non avrebbe mai seguito Moriarty di sua spontanea volontà, probabilmente non l'avrebbe seguito neanche se l'avesse minacciata con una pistola o qualcosa del genere. Ma non per niente James Moriarty era la mente criminale più astuta di Londra, infatti sapeva esattamente come convincere le persone a seguirlo.
Nel caso di Molly Hooper era fin troppo facile. Era bastato insinuare che il suo caro Sherlock fosse in pericolo, inoltre quando le aveva mostrato una foto – falsa, ovviamente – che ritraeva il consulente investigativo ammanettato e in pessimo stato lei non si era neanche posta il dubbio se fosse vero. Era scattata dietro di lui senza un lamento, diretta a testa alta verso il suo destino.
Che creature stupide erano gli esseri umani, così facili da manipolare e così noiosamente prevedibili.
Ora stava a vedere cosa avrebbe fatto Sherlock, il suo rivale preferito. Sperava che almeno lui sarebbe stato in grado di sorprenderlo.
 
Sherlock correva attraverso la sera londinese. I taxi o qualsiasi altro mezzo erano troppo lenti e limitati per i suoi gusti. Era giunto il momento di agire e l'adrenalina e l'eccitazione rendevano nulla la fatica della corsa e l'aria fredda dell'inverno che gli tagliava gli zigomi affilati. I passanti che si spostavano sfiorandolo non erano più che ombre e fantasmi, la sua piena concentrazione era dedicata alla sua meta.
Finalmente avvistò i muri grigi slavati dell'edificio che stava cercando. Era sicuro che Moriarty si trovasse lì anche se non aveva prove, non era solo un presentimento, sarebbe stata esattamente la tipica cosa da Moriarty. Teatrale, pretenziosa ed esibizionista.
Entrò nel Barth's spalancando le porte, dirigendosi lì dove tutto era finito.
 
John non era un sensitivo né un indovino, non era nemmeno superstizioso, eppure era stato tormentato tutto il giorno da un brutto presentimento. Col tempo, soprattutto con la guerra, aveva imparato a dare ascolto al suo istinto.
Sherlock non rispondeva alle sue chiamate – di per sé non era una novità né un fatto allarmante – eppure John era sicuro che quella sera londinese avrebbe portato solo guai.









OK. Avete il diritto di picchiarmi.
Sono mesi e mesi che non aggiorno questa storia T^T questo capitolo è rimasto scritto a metà, riscritto e cambiato completamente troppo a lungo.
Devo dire che ha preso una piega completamente diversa da quella che avevo programmato quando l'avevo cominciata, ma anche se a volte è stato faticoso scrivere non volevo lasciarla incompiuta. Il prossimo capitolo dovrebbe essere l'ultimo, ma visto che mi conosco fin troppo bene non garantisco niente.
Scusate ancora per l'attesa (sempre che ci sia qualcuno disposto ancora a seguire questa storia)
Le recensioni sono sempre gradite, soprattutto a questo punto poiché temo che lo "stacco" sia troppo evidente (quando non si scrive per un po' è difficile continuare sulla stessa linea)
Baci a tutti!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Tamar10