CAPITOLO DIECI – CATTURATI
“Q-questo cosa significa?” domandò Natsu, impietrito dallo shock.
Al
centro della piazza, proprio ai piedi della torre dell'orologio, Ivan
Dreher incombeva con la sua ombra minacciosa sulla giovane Dragon
Slayer del Cielo.
Salamander
non si capacitava di cosa c'entrasse il padre di Laxus in tutta
quella storia. Dov'era Gerard? Perché quell'uomo era
lì, a
prenderne il posto?
“Tsk... sembra che abbiamo anche altra compagnia...” fece notare Gajeel.
Dalle vie laterali della piazza erano infatti appena emerse decine di cittadini, il cui sguardo violetto era offuscato dalla possessione dei cristalli di Lacrima.
“Cazzo” ringhiò il Drago d'Acciaio. “Non ditemi che è Master Ivan il bastardo dietro a tutto questo!”
Il
corpo di Laxus fu attraversato da una scarica elettrica che fece
venire a Natsu e Gajeel la pelle d'oca.
“Lo
scopriremo presto” sibilò prima
di lanciarsi a tutta
velocità fuori dal vicolo, puntando direttamente suo padre
con tutta
l'intenzione di pestarlo a sangue.
Natsu
non perse tempo e si fiondò subito dietro di lui.
I
cittadini posseduti stavano uscendo allo scoperto impugnando armi
improvvisate, perciò non avevano altra scelta che recuperare
Wendy e
farsi largo combattendo.
Rimasto
solo nel vicolo, Gajeel sogghignò e si sgranchì
le nocche.
“L'avevo
detto io che sarebbe andato tutto a puttane. Bah, meglio
così. Avevo
proprio voglia di spaccare il culo a qualche stronzo!” e via,
anche
lui di corsa nella piazza per cominciare a malmenare tutti coloro che
provavano ad assaltarlo.
In pochi minuti scoppiò il pandemonio: gli abitanti di Crocus brandirono le armi e si lanciarono addosso ai Dragon Slayer con la furia di belve assatanate, e Natsu e Gajeel risposero scaraventando via un avversario dietro l'altro. Furono attenti a non andarci giù troppo pesanti, perché in fin dei conti quella povera gente non era cosciente di ciò che faceva, ciononostante non si risparmiarono un bel po' di pugni e calci contro tutti quelli che reclamavano la loro testa.
“Karyū no Yokugeki!!!” urlò Natsu balzando in aria e aprendo le braccia come fossero ali, così da abbattere sulla folla due potenti fiammate che fecero esplodere la pavimentazione e allontanarono gli aggressori. Gajeel sferrò invece un pugno direttamente a terra e tramutò il proprio braccio in una fitta rete di tubi d'acciaio, i quali uscirono dal suolo in vari punti centrando un gran numero di cittadini, peggio di un campo minato.
Nel frattempo Laxus si era scagliato dritto contro il proprio consanguineo, il quale sogghignò nel vederlo arrivare e alzò una mano verso il cielo.
“ORA, ALFIERI!!! Catturate questi fetidi cacciatori di draghi!”
Laxus
udì il grido che avrebbe richiamato i guerrieri non morti,
eppure
non fermò il proprio pugno: lo mandò dritto al
bersaglio, centrando
Ivan alla mascella e scaraventandolo contro la base della torre in
un'onda d'urto devastante.
Buona
parte della struttura esplose in un boato di fulmini e saette, e Ivan
Dreher venne sepolto sotto una massa di detriti causati dal crollo.
Laxus
aveva i denti stretti dalla rabbia e le vene che gli pulsavano
ritmicamente sulla fronte.
“Che
cos'hai fatto, padre degenere?!” ruggì furibondo.
Marciò
dritto verso il cumulo di macerie e scavò tra le pietre a
mani nude,
fino ad afferrare il mantello del padre e tirarlo fuori con uno
strattone violento.
Ivan
aveva il labbro spaccato, la mandibola livida e un fiotto di sangue
alla bocca, senza contare tutti i graffi causati dalla caduta dei
detriti, eppure niente di tutto ciò era paragonabile
all'odio e alla
paura che provava in quel momento nei confronti del figlio.
Laxus
lo inchiodò contro il muro e gli urlò in faccia.
“Cosa
cazzo hai in mente, eh?! Ti avevo avvertito di stare lontano dalla
mia famiglia!!!”
“IO sono la tua famiglia!” berciò in risposta Ivan, ricevendo in cambio una potente ginocchiata nello stomaco.
Laxus
avrebbe continuato se la voce atterrita di Wendy non avesse
richiamato la sua attenzione.
“Laxus-san,
stanno arrivando! Gli Alfieri sono qui!”
Il
Dio del Tuono imprecò e si voltò verso l'altro
lato della piazza.
Ed
eccoli lì, dieci wraith neri come la notte, le armature
d'acciaio
che risplendevano cupe e lugubri come gioielli sporchi sotto i
mantelli sbrindellati. Avanzavano velocemente verso di loro, le spade
già in pugno pronte a recidere le loro vite.
Il
Drago del Fulmine imprecò e riportò lo sguardo
sul padre, conscio
di avere poco tempo.
“Richiamali,
maledetto! Riporta quegli abomini nella tomba e tira fuori la
verità!
Cosa diavolo hai contro i Dragon Slayer? Se ce l'hai con me allora
affrontami faccia a faccia invece di giocare sporco!”
Ivan
tossicchiò e lo guardò con gli occhi iniettati di
sangue, indici di
tutta la sua rabbia e pazzia.
“Sì,
ce l'ho con te, figlio bastardo e ingrato! Hai osato colpire tuo
padre! E quella feccia di Gajeel ha tradito Raven Tail e venduto a
Makarov le nostre informazioni! Meritate entrambi le più
atroci
sofferenze che si possano immaginare!”
Laxus
strinse la presa su di lui fino a farlo urlare di dolore.
“Tu...!”
Ivan tuttavia sogghignò. “Però su una cosa hai sbagliato, moccioso: non sono io ad aver richiamato quei mostri. Anche se ammiro con tutto il cuore colui che l'ha fatto!”
Laxus non ne poté più di sentirlo e lo mise fuori gioco con una bella scarica elettrica, ma a quel punto gli Alfieri erano già su di loro.
“Tenryū
no... HŌKŌ!!!” Wendy gonfiò l'esile
petto e soffiò il suo
ruggito contro la schiera di wraith, spazzandone via quattro con la
potenza di un tornado. Li avrebbe solo rallentati, certo, ma era
già
qualcosa. I quattro guerrieri non-morti infatti si rialzarono subito
e tornarono alla carica, più indietro rispetto agli altri
sei che
assalirono la giovane Dragon Slayer protendendo in avanti artigli e
lame.
Laxus
mandò a sua volta un forte ruggito e li
scaraventò all'indietro,
quel che bastava per prendere ancora un po' di tempo.
Poco più in là, intanto, Natsu e Gajeel si stavano occupando della folla che premeva sempre più, divorando lo spazio e costringendoli lentamente ad arretrare. Non era facile tenere a bada tutta quella gente e allo stesso tempo trattenersi per non far loro troppo male.
“Uff... è peggio che combattere legati!” esclamò Salamander mandando a terra un paio di uomini corpulenti e parando il colpo di randello di una donna.
Gajeel
centrò altre quattro persone con una raffica di colonne
d'acciaio,
quindi si pulì il sudore dalla fronte.
“Non
si può andare avanti così, adesso sono arrivati
anche gli Alfieri!
Siamo nella merda fino al collo!”
Natsu
imprecò e voltò la testa in direzione degli altri
due Dragon
Slayer.
“Laxus!
Wendy!” chiamò.
Il
Dio del Tuono spalancò entrambe le braccia, come se volesse
fare da
barriera all'avanzata dei dieci Alfieri.
“Ne
ho abbastanza di voi pezzi di merda!” lo sentirono ringhiare
mentre
caricava energia nelle mani.
Con grande sorpresa di Natsu, Wendy e Gajeel, il biondo modellò non una ma ben dieci Alabarde Celesti del Drago del Fulmine, puntandone le lame cariche di elettricità dritte contro i dieci wraith davanti a lui.
“Cazzo, quelle fanno male” commentò Gajeel reprimendo un brivido al ricordo di quando se ne era beccata una in pieno, durante la battaglia di Fairy Tail. “Non vorrei essere al posto di quelli là”
Laxus spinse bruscamente in avanti le braccia e fece partire simultaneamente le alabarde, mandandole contro gli aggressori simili a frecce scoccate nel vento.
“Rairyū no Hōtengeki!!!” ruggì quando le armi di fulmini si conficcarono l'una dopo l'altra nel corpo degli Alfieri, trapassandoli da parte a parte con l'elettricità e spedendoli indietro di parecchi metri.
Laxus
sapeva che nemmeno quello era abbastanza per fermare i terribili
wraith, perciò fece dietrofront e spinse Wendy verso gli
altri due
draghi.
“Leviamo
le tende prima che tornino alla carica”
Natsu e Gajeel li videro arrivare e sgomberarono la strada dai cittadini posseduti, quindi si lanciarono di corsa insieme a loro verso la sicurezza dei vicoli più interni di Crocus, dove avrebbero potuto seminare i loro inseguitori.
“Hai scoperto qualcosa dal tuo vecchio?” domandò Natsu rivolto al Drago del Fulmine.
Dall'espressione
contrariata di questo, era facile intuire la risposta.
“Non
so cosa cazzo c'entri mio padre nella faccenda, ma mi ha detto
chiaramente che non è lui la mente dietro a tutto
questo”
“Un altro buco nell'acqua” commentò amaramente Gajeel mentre correvano imboccando una strada dietro l'altra. “Quel bastardo che ci vuole morti non vuol proprio saperne di uscire allo scoperto!”
Natsu, che nella corsa si era portato davanti a tutti, fece per superare un altro incrocio di vie, ma improvvisamente da una stradina laterale uscì un pugno corazzato che lo prese in piena mascella, scaraventandolo contro un muro con un boato assordante.
“Natsu-san!” esclamò Wendy correndo ad aiutarlo, mentre Gajeel tramutava prontamente il proprio braccio in spada e parava per un soffio il fendente diretto alla sua testa.
“Ugh...!”
ringhiò quando si rese conto che un Alfiere incombeva su di
lui e
premeva la propria spada contro il suo braccio, piegandolo lentamente
e costringendolo sempre più ad abbassarsi, fino a toccare
terra con
le ginocchia.
Laxus
intervenne prima che l'Alfiere avesse la meglio, sferrandogli un
calcio sulla maschera e allontanandolo dal compagno.
“E che cazzo, non li avevi infilzati come spiedini?!” sibilò il Drago d'Acciaio, rialzandosi.
“Tsk. Fottuti mostri” mormorò il biondo, dopo aver notato gli altri wraith che scivolavano fuori dai vicoli attorno a loro uno dopo l'altro.
Wendy
intanto aveva aiutato Natsu ad alzarsi, e ora il Drago di Fuoco era
infiammato dall'ira.
Il
suo corpo venne pervaso da fiamme cremisi, che divamparono e
appiccarono il fuoco all'Alfiere più vicino. Non che
servisse a
fermarlo, ma comunque...
“Andate all'Inferno, bastardi!!!” abbaiò lanciandosi contro il più vicino e cominciando a colpirlo con una raffica di pugni di fuoco.
Gli andò bene per cinque colpi, ma al sesto la mano ricoperta di metallo del wraith si serrò attorno al suo polso e lo strinse fino a piegargli il braccio.
“Aaaah!!!” urlò mentre il dolore gli pervadeva l'arto dal polso alla spalla.
“Natsu-saaan!!!”
Quella voce...
I
Dragon Slayer sgranarono gli occhi quando dalla cima di un edificio
balzarono giù due vecchie conoscenze, che atterrarono in
mezzo a
loro e respinsero gli attacchi di due Alfieri con un'ondata di luce e
ombra.
Sting
e Rogue scagliarono due ruggiti in contemporanea, quindi assunsero le
posizioni di guardia e si prepararono a combattere. Uno degli
avversari colpiti era proprio il wraith che teneva in pugno Natsu,
dunque il Drago di Fuoco riuscì a liberarsi dalla sua presa
e a
spingerlo indietro.
Si
ritrovò schiena contro schiena con Sting, ognuno dei due
fronteggiando un altro Alfiere.
“Che ci fate qui?”
“Non potevamo mica perderci la festa!” rispose allegramente il Drago Bianco.
Poco
più in là, Gajeel evitò un'altra
sferzata di spada di un alfiere e
contemporaneamente si rivolse a Rogue.
“Allora
sei ancora vivo, eh, pivello?”
Il
Drago d'Ombra non rispose, ma in cambiò deviò la
traiettoria di una
spada diretta alla testa dell'altro.
Posizionati
in un cerchio che si faceva sempre più stretto man mano che
gli
Alfieri guadagnavano terreno, i sei Dragon Slayer si resero conto che
anche così erano in netta inferiorità numerica e
costretti ad
affrontare avversari che godevano dell'immortalità.
Non potevano vincere quello scontro.
“Tsk. Dov'è quel figlio di puttana di Lucifer, quando serve?” imprecò Laxus. “Mi sembrava di ricordare che fosse entrato nella gilda”
Gajeel
gli avrebbe rifilato una gomitata nelle costole se non avesse avuto
entrambe le braccia impegnate a parare un altro taglio di spada.
“Non
nominarlo, cazzo! Siamo già fortunati a non averlo come
nemico, vuoi
proprio tirarci addosso la sfiga?”
“Karyū no... Kōen!!!”
Il
ruggito di Natsu che scagliava una meteora di fuoco addosso ai wraith
li assordò tutti per un istante, insieme all'esplosione
roboante che
seguì e che fece sprofondare i vicoli circostanti in un mare
di
fiamme.
Gli
Alfieri furono investiti dal fuoco: alcuni vennero scagliati indietro
tra le macerie degli edifici, altri riuscirono a conficcare le spade
nel terreno e a mantenere la posizione, così che quando il
fuoco di
Natsu si estinse si ritrovarono nello stesso punto di prima, con i
mantelli fumanti e le lame delle spade incandescenti.
“Cazzo, Salamander, la prossima volta che cerchi di incenerirmi ti uccido!” sbraitò Gajeel mentre tentava di spegnere una piccola fiamma che gli incendiava l'estremità della giacca.
I guerrieri non-morti non si lasciarono intimidire da quell'attacco fiammeggiante e continuarono ad avanzare, determinati a portare a termine il loro compito. Non parlavano, non mostravano segni di dolore o stanchezza, probabilmente non avevano neanche una volontà propria, ed era proprio questo a renderli spaventosi. Le armature che indossavano, inoltre, rendevano impossibile capire se sotto di esse pulsassero carne e sangue, oppure se ci fosse solo oscurità a tenere insieme i pezzi.
“Proviamoci ancora!” s'impuntò Natsu, preparando altro fuoco nei pugni. “Non possono essere completamente immortali! Devono avere un punto debole, come tutti!”
Tutti e sei i Dragon Slayer furono sul punto di continuare il combattimento e lottare per la sopravvivenza, tuttavia proprio nel momento in cui furono pronti ad attaccare, ecco che un coro di urla indemoniate attirò la loro attenzione: dal fondo di tutti i vicoli, stava arrivano la folla di cittadini posseduti, che come un'onda di marea umana si riversò addosso a loro.
Il caos a quel punto regnò sovrano.
Dragon
Slayer, persone comuni e Alfieri si mescolarono in una feroce
battaglia senza esclusione di colpi, e in un attimo quel piccolo
incrocio di vie fu pervaso da espressioni di magia di tutti i tipi,
che fomentarono ulteriormente il pandemonio.
Ognuno
dei sei draghi fu separato dagli altri e costretto a combattere solo,
attaccato sia dai cittadini impazziti che dai wratih.
Natsu
perse presto di vista i compagni, assaltato dalla folla armata di
bastoni, scope, randelli e armi di vario tipo. Due Alfieri scostarono
bruscamente le persone che avevano davanti e avanzarono a mani
protese con l'intento di afferrarlo e probabilmente ucciderlo, ma
Natsu si abbassò rasoterra e rotolò di lato, in
mezzo alle gambe
della gente. Si prese parecchi calci nei fianchi e bastonate sulla
schiena, ma era sempre meglio che affrontare le spade intrise di
oscurità dei wraith.
Qualcuno
lo colpì duramente alla tempia, aprendogli uno squarcio che
cominciò
subito a sanguinare, colorandogli la vista di rosso.
“Dannazione!” imprecò.
Trovò
il modo di rialzarsi in piedi e saltare in aria con la propulsione
del fuoco, per poi aggrapparsi al cornicione di una finestra, fuori
dalla portata di quelli che volevano ucciderlo. In cambio gli
arrivò
addosso una pioggia di sassi e oggetti di vario tipo da cui
faticò a
proteggersi.
Sentì
delle urla disperate alla sua sinistra, e scoprì con orrore
che i
Draghi Gemelli erano stati sopraffatti da quattro Alfieri e dalla
folla che li aveva placcati a terra per poterli pestare meglio.
“Sting! Rogue!” urlò al di sopra della confusione generale, ma anche se lo sentirono, i due draghi di Sabertooth non poterono rispondergli, perché in quel momento un colpo dato con l'impugnatura delle spade li mise entrambi al tappeto.
C'era
troppo caos, troppi ostacoli perché Nastu potesse
raggiungerli e
aiutarli, così non poté far altro che urlare e
guardare mentre gli
Alfieri sollevavano i due senza alcuno sforzo e se li caricavano in
spalla per portarli chissà dove. Avrebbe avuto tutta
l'intenzione di
seguirli se un secondo grido di aiuto non avesse attirato la sua
attenzione.
Si
voltò nell'altra direzione col cuore in gola.
Wendy.
Un
Alfiere l'aveva presa e la stava trascinando via per i capelli.
Natsu
non ci pensò due volte a lanciarsi di nuovo tra la folla e
menare
pugni e calci a chiunque tentasse di ostacolarlo. Non avrebbe
permesso che quei maledetti si prendessero Wendy! L'avrebbe salvata e
messa al sicuro, poi avrebbe pensato a liberare anche i Draghi
Gemelli.
L'immagine
delle due teste mozzate e dei pali che aspettavano ancora di essere
riempiti si impose con forza nella sua mente, mettendogli addosso
ancora più furia e bramosia di combattere.
Era
già stato versato troppo sangue di Dragon Slayer... non
poteva
permettere che accadesse di nuovo.
Nel
frattempo poco più in là anche Gajeel stava
combattendo duramente.
C'era un solo Alfiere a tenerlo occupato, ma in compenso la maggior
parte degli abitanti di Crocus si erano riversati proprio addosso a
lui. Si ricoprì di scaglie d'acciaio in modo da essere
invulnerabile
almeno ai loro attacchi, mentre si concentrava ad affrontare
primariamente l'Alfiere.
Gli
affondi di spada del wraith erano veloci, precisi e potenti, Gajeel
stava faticando parecchio ad evitarli tutti. Aveva già
provato a
pararli con la propria pelle corazzata, ma quelle maledette lame
riuscivano a tagliare le sue scaglie come fossero fatte di burro,
motivo per cui la strategia migliore era schivare i colpi e
contrattaccare al pieno delle forze, sperando di mettere in
difficoltà l'avversario.
Di
tanto in tanto si voltava per colpire anche qualche cittadino che
aveva ben pensato di prenderlo a badilate, ma per la maggior parte
era l'Alfiere il vero problema. Quando questo tentò di
colpirlo con
un micidiale fendente e lo mancò, Gajeel vide un'apertura e
la
sfruttò immediatamente: da un secondo all'altro
attivò la nuova
modalità acquisita quando aveva mangiato le ombre di Rogue,
durante
l'ultimo giorno dei Giochi, e si trasformò nello spaventoso
Drago di
Acciaio e Ombra.
L'Alfiere
non sembrò esser preso alla sprovvista da quella mutazione,
ma
Gajeel non gli diede tempo di attaccarlo nuovamente: gonfiò
i
polmoni al limite della loro capienza e buttò fuori il suo
ruggito
più potente.
“Tetsueiryū no... HŌKŌ!!!”
Un
lampo di luce verde accecante attorno a cui vibravano spirali di
ombre nere si liberò dalla sua gola, investendo in pieno il
wraith
con tanta forza da scaraventarlo oltre una decina di edifici, i quali
crollarono l'uno dopo l'altro come le tessere di un domino,
collassando su sé stessi.
Gajeel
sogghignò, la pelle d'acciaio lucido e scuro che lo rendeva
invulnerabile a qualsiasi attacco. Si fuse con le ombre nel pavimento
e cominciò a far piazza pulita di tutti quelli che gli
capitavano a
tiro, ridendo come un pazzo ad ogni colpo andato a segno. Anche
quando riemerse la folla continuò a dargli addosso, ma lui
sferzò a
destra e a sinistra e si liberò di tutti quelli che lo
intralciavano.
A
quel punto, la massa era diventata così numerosa e
potenzialmente
pericolosa che il Drago d'Acciaio non poté più
trattenersi e li
spazzò via con il braccio tramutato in spada.
Doveva
liberarsi di quei seccatori il prima possibile e riunirsi agli altri.
Gli era sembrato di sentire qualcuno di loro urlare, poco prima...
Qualcuno
gli si avvinghiò alla vita da dietro, cercando addirittura
di
morderlo e rallentandogli i movimenti, e lui, nella foga del
combattimento, non ci pensò due volte a ruotare su
sé stesso e ad
affondare la lama direttamente nel ventre del nemico.
Si
accorse solo un momento dopo che quello in cui aveva affondato il
braccio fino al gomito era il petto di una bambina.
Sgranò gli occhi per lo shock e rimase impietrito dall'orrore.
Una
bambina, una piccoletta che non arrivava a dieci anni di vita lo
guardava ad occhi sgranati, un rivolo di sangue sul mento mentre il
suo braccio d'acciaio al centro del petto le sfondava la cassa
toracica e la trapassava da parte a parte.
Gajeel
vide distintamente i suoi occhietti di ragazzina perdere quella luce
viola che l'aveva animata fino a quel momento e tornare al loro
colore naturale, di un bel marrone nocciola. Ora che era di nuovo
cosciente e libera dalla possessione, la bambina lo guardò
spaurita
e sofferente, e tentò inutilmente di allungare una mano
verso di
lui, prima che il suo corpo si spegnesse del tutto.
Gajeel
crollò in ginocchio, il corpo privo di vita della piccola
tra le
braccia, le mani intrise del suo sangue ancora caldo.
Che cosa ho fatto? Si domandò mentalmente, incapace di porre la questione ad alta voce. Non riusciva a muoversi, totalmente paralizzato dall'orrore di ciò che aveva fatto, dell'atrocità che aveva involontariamente compiuto.
Attorno
a lui la calca di gente fu sul punto di saltargli addosso e
continuare la caccia, ma si fermò prima di arrivare a lui.
Gajeel
non distolse lo sguardo dal corpo tra le sue braccia, i cui occhi
erano aperti sul vuoto. La folla ora taceva, gli occhi di tutti i
presenti brillavano di un'intensa luce viola, e ad impedire loro di
attaccare era stato l'Alfiere di prima, di ritorno dopo che il
ruggito del Drago d'Acciaio lo aveva scaraventato via.
Il mago di Fairy Tail non alzò gli occhi pur sapendo che il nemico si stava avvicinando a lui a spada sguainata. Rimase semplicemente lì, disgustato da sé stesso, in attesa della fine.
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Natsu si rese conto che tutto stava andato a rotoli.
Nella confusione generale, tra un combattimento e l'altro, i Dragon Slayer stavano avendo la peggio: Sting e Rogue erano stati catturati, un Alfiere stava portando via Wendy, altri tre stavano sopraffacendo Laxus. Non riusciva a vedere Gajeel, ma immaginò che stesse combattendo da qualche parte oppure avesse condiviso il destino dei Draghi Gemelli.
“Wendyyy!!!” urlò per sovrastare il caos, tentando inutilmente di farsi largo e raggiungere la giovane Dragon Slayer.
Qualcuno lo prese per la spalla e lo tirò indietro, rallentandolo ulteriormente. Si voltò per fronteggiare il nemico e toglierselo dai piedi, ma si rese conto con orrore che si trattava di un Alfiere. Un Alfiere che due secondi dopo lo aveva schiacciato a terra e gli aveva inchiodato la mano al suolo, trafiggendogliela con la spada.
Nastu
ruggì di dolore, un dolore così acuto e
penetrante da mandargli
fitte in tutto il corpo.
Si
guardò la mano squarciata, in cui la spada era penetrata
quasi fino
all'elsa in modo che non potesse liberarsi.
Un
secondo Alfiere si accostò al primo e si chinò su
di lui,
prendendogli i capelli e strattonandolo malamente, fino a strappargli
un altro lamento.
Accecato
dalla rabbia e dal dolore, Nastu fu pervaso da fiamme ed
elettricità,
entrando spontaneamente in modalità Drago di Fuoco e Fulmini.
“Raienryū
no... HŌKŌ!!!” ruggì, sparando un getto
di fuoco e fulmini
tanto potente quanto rozzo e sbilenco, data la posizione storta e la
mancanza di concentrazione. Colpì comunque i due Alfieri e
li fece
volare contro le mura dell'edificio di fronte, ma quell'attacco unito
alla pesante perdita di sangue gli fece girare la testa e
prosciugò
le sue energie.
Ansimò
pesantemente per riprendere fiato, senza riuscire a liberare la mano
né a rialzarsi.
“Nastu!” sentì Laxus chiamarlo, e un attimo dopo il Dio del Tuono fu in ginocchio accanto a lui.
Natsu
vide che anche lui era stato conciato per le feste: aveva ferite,
lividi e graffi su tutto il petto, un occhio chiuso e tumefatto, un
rivolo di sangue che gli colava dal labbro spaccato... senza contare
che anche lui era allo stremo.
Laxus
notò la spada conficcata nella sua mano e tentò
di rimuoverla, ma
il suono dei passi degli Alfieri che tornavano alla carica lo
distrasse.
“Lascia stare, Laxus” mormorò Natsu con voce roca, il fiato rotto dal dolore e dalla fatica. “Hanno preso Wendy, Sting e Rogue. Non li hanno uccisi subito, sembrava volessero portarli da qualche parte...”
“Significa che per ora li terranno in vita” constatò il biondo, spostando lo sguardo preoccupato da lui agli Alfieri a poche decine di metri da loro.
Natsu
attese una manciata di secondi prima di parlare.
“Va'
via” sentenziò. “Trova Gajeel, se non
l'hanno ancora preso, e
pensate a un modo di tirarci fuori. Io cercherò di scoprire
il più
possibile sul nostro nemico”
Laxus
sgranò gli occhi.
“Stai
scherzando? Credi che ti lascerò nelle loro
grinfie?”
Natsu scosse la testa. “Devi farlo. Io non riesco a muovermi, e comunque non posso lasciare Wendy da sola. Mi farò imprigionare insieme a lei e aspetteremo che veniate a tirarci fuori”
“Natsu...”
Dall'espressione affranta del biondo, il Drago di Fuoco capì chiaramente che Laxus non voleva lasciarlo lì, e che anzi, avrebbe voluto sacrificarsi al suo posto per permettergli di scappare. Natsu però sapeva di non poter andare lontano in quelle condizioni, quindi avrebbe affidato il compito di tirarli fuori a chi poteva farlo.
Gli Alfieri ormai erano vicinissimi, non c'era più tempo.
“Trova Gajeel” insistette, stringendo la spalla di Laxus con la mano sana. “Quel bastardo è in gamba quando si tratta di infiltrazioni e spionaggio. Riuscirete a trovarci e a tirarci fuori, ne sono sicuro”
“Lo stai facendo di nuovo, Natsu” replicò duramente il Dio del Tuono, stringendogli la mano. “Come con Atlas Flame. Mi stai chiedendo di andarmene e fidarmi di te”
Natsu
sorrise debolmente, ma nel suo sorriso c'era tutta la forza del fiero
Dragon Slayer che era.
“Come
io mi fido di te, Laxus. Mi hai dato il tuo potere per sconfiggere
Master Hades, a Tenroujima. Ho piena fiducia in te”
Laxus
chiuse un attimo gli occhi e sospirò.
“Vi
tirerò fuori. Lo prometto”
Natsu
annuì e gli fece cenno di andare.
Un
attimo dopo, seppur a malincuore, Laxus si era allontanato con uno
scatto fulmineo, mentre Nastu rimase disteso e inchiodato a terra, in
attesa che gli Alfieri venissero a prenderlo.