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Autore: Booyakasha96    09/10/2014    3 recensioni
Una sera di pattuglia, i quattro fratelli si ritrovano davanti un lupo bianco agonizzante sul tetto di un edificio. Cercano di soccorrerlo e invece ne ricavano solo una leccatina alle mani di gratitudine, prima di avvolgere tutto nel bianco assoluto.
Una nuova avventura, tanti guai!
Genere: Avventura, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Decisamente sono stato l'ultimo a svegliarmi e senza nemmeno sapere il perché, mi sono fiondato in camera tua ma quando ho cercato di svegliarti, tu non hai aperto gli occhi. Ho avuto una paura pazzesca, Donnie, come vedere il tuo braccio malandato...- raccontava Michelangelo, mentre il fratello gli bendava il piede morso: -Poi, mi è bastato guardare il maestro Splinter per capire che qualcosa non andasse e mi sono dileguato nelle fognature, senza nemmeno sapere cosa cercare e...-.
-Lasciami indovinare: alla fine ti sei seduto ad aspettare non si sa chi o che cosa e ti sei addormentato, vero?- completò Donnie, ridacchiando.
Mikey arrossì imbarazzato, alzando il piede ormai bendato alla perfezione per muovere le sue tre dita.
-Grazie, D!-.
-Figurati- rispose l'altro, girato verso il suo notebook: -Ricordati solo di non spingere troppo Raph. Sai com'è fatto-.
-Ehm...-.
Arancione e viola guardarono incuriositi colui che aveva interrotto bruscamente la loro conversazione con una schiarita di voce.
Era Raphael, il cui sguardo non prometteva granché di buono.
-Ehi, nanetto, posso parlarti un secondo?-.
-Dipende. Se vuoi staccarmi una gamba, allora no-.
Raph ringhiò, scoprendo i suoi micidiali canini per intimorirlo e funzionò: Mikey lanciò un gridolino, cadendo di guscio in terra, dal banco di lavoro di Donnie, che, scosse semplicemente il capo.
-Mikey!- rimproverò canzonandolo.
L'arancione sorrise semplicemente, afferrando la stampella di legno appoggiata alla scrivania dove il genio sedeva tranquillamente a pigiare velocemente le dita sulla tastiera del computer e zoppicò con Raph fuori dal laboratorio, dirigendosi verso la camera dell'ultimo.
Raph chiuse la porta con il muso, mentre Michelangelo si sedeva rumorosamente sull'amaca, dondolando i suoi piedi.
-Senti...- iniziò incerto, senza guardarlo: -Mi dispiace per aver reagito così impulsivamente. Non avrei dovuto spingermi tanto oltre...-.
-Va tutto bene, fratellone. Ti preoccupi per nulla! Anzi, Donnie mi ha detto che tra una settimana o due potrò nuovamente tornare in sesto! Quindi il problema è meno grave del previsto!-.
Raph contrasse l'angolo della bocca in un sorriso, accucciandogli la testa sulle ginocchia per un grattino fra le orecchie. Ora che era nelle sembianze di lupo, le preferiva proprio perché lo rilassavano piuttosto bene... anzi, anche meglio del colpire al sacco da box!
Mikey sospirò drammaticamente, afferrando nuovamente la stampella per rialzarsi dal dondolio piacevole.
-Raph, dove potrebbe essere quel lupo bianco sul tetto?-.
-Io non lo so, Mikey-.
-Mi era simpatico il cagnolino- continuò l'altro, rivolto al muro: -Tu sai che mi piacciono cani e gatti, no?-.
Raph roteò gli occhi, ridacchiando un po': aveva capito che il suo fratellino era a posto e del danno al suo piede poco gliene importava. Adesso era molto più sollevato e parecchio contento perché ciò segnava che il loro legame di fratellanza nemmeno si era intaccato.
Improvvisamente o, ironicamente, lo stomaco di Michelangelo ringhiò paurosamente, facendolo arrossire nell'imbarazzo.
-Qualcuno è affamato, eh?-.
-Ti andrebbe un panino?- domandò la piccola tartaruga, con la bava alla bocca: -O meglio, una delle mie speciali pizze?-.
Al solo pensiero, Raph dovette trattenere a fatica un conato di vomito. L'ultima volta che il piccolo Hamato si era cimentato nella cottura di una delle sue pizze, l'intera tana era stata avvolta da una puzza tremenda!
-Ripensandoci, è meglio il panino-.
Mikey annuì vigorosamente, zoppicando fuori dalla stanza per raggiungere la cucina, seguito dal fratello che, fu distratto nel vedere Donatello uscire dal laboratorio con un volto grave, seguito da Leonardo che gli parlava di chissà quale argomento.
-Novità o problemi?- domandò, avvicinandosi loro.
-Problemi- rispose il viola, chiamando Mikey che, neanche avesse usato la telepatia, pronunciò il nome del maestro Splinter, ritrovandosi, infine, tutti nel laboratorio...
-Cominciamo con il dire che, ho analizzato il ciuffo dei peli di Leo e quelli nella mano di Mikey per capirci qualcosa di più e quello che ho scoperto è sconcertante-.
-Spiegati meglio, figlio mio- pronunciò il sensei.
Donnie prese posto al suo notebook, con gli altri che gli si ammassavano incuriositi alle spalle e cominciò a diteggiare velocissimo sulla tastiera, aprendo un vorticoso numero di pagine colorate, raffiguranti DNA e cromosomi.
-Wow! Ehi, D... che cosa sono queste palline azzurre?- espresse Mikey, indicandole sul monitor.
-Sono cellule che fanno parte del sistema circolatorio di Raph e di quello nervoso di Leo- spiegò Donnie, ingrandendone una porzione: -Si stanno muovendo rapidamente, duplicandosi in un numero infinito e ricostruiscono la struttura molecolare a proprio piacimento, o meglio, secondo il codice in esse contenute-.
-Non ho capito-.
Donnie roteò gli occhi, preferendo dare una spiegazione migliore.
-In pratica, mio ottuso studente, si tratta di una mutazione in piena regola e dal momento che non siamo entrati in contatto con alcun mutageno, l'unica soluzione plausibile punta sulla leccata alle mani che ci ha offerti il lupo sul tetto-.
Leo e Raph si guardarono negli occhi, visibilmente scossi.
-C'è un modo per riportarli allo stadio originale?- domandò Splinter, con un tono cauto.
Donnie aprì un'altra scheda che presentava globuli rossi assumere un colore verdastro-azzurrato e abbassò gli occhi, nello sconforto.
-Non lo so, sensei...- ammise, mentre la sua mano iniziava a grattare la sua coscia.
-E se andassimo in pattuglia? Potremmo trovare qualcosa d’interessante- propose Raphael, facendo un passo avanti.
Donnie guardò il maestro, continuando a grattarsi anche sul polpaccio e piede.
-Hai un'eruzione cutanea o cosa? Donnie, perché continui a grattarti così?- chiese Leonardo, preoccupato dal rossore che il fratello stava creandosi nella pelle.
-Non ne ho idea... so che prude...!-.
Mikey premette le mani sulla bocca, tremando e senza smettere di guardare il genio che in piedi, passava a grattarsi dai pettorali alle spalle e fin su al collo e la fronte.
-D... Donnie...- piagnucolò.
-COSA?!- ringhiò il diretto interessato, ringhiandogli contro.
-Guardati allo specchio, figlio mio!-.
Il consiglio per lo più sconvolto fu come un ordine per il genio che si fiondò immediatamente in bagno, aggrappandosi al lavandino con una presa d'acciaio. Rimase incredulo a ciò che vide riflesso nello specchio.
I suoi occhi erano più ampi, accerchiati da una linea sottile corvina. Le sue iridi ristrette gli donavano un'inquietudine selvaggia e i canini aguzzi nella bocca spalancata non rendevano le cose certamente migliori.
Donnie guardò istintivamente le sue mani improvvisamente palpitanti e brucianti: aveva lunghe unghia affilate, pronte per graffiare o recidere anche la più innocente vita!
-OH, NO!- gridò, con voce più grave e squillante.
-Donnie, che ti sta succedendo?!- piagnucolò Mikey, seguito a ruota dagli altri.
-Il contagio di quel lupo sta modificando il mio corpo...!- sottolineò, scrollandolo per le braccia fortemente: -Mikey, se le mie ipotesi sono corrette, questo significa che anche nel tuo corpo sta avvenendo la mutazione...-.
-Mi trasformerò in lupo?- formulò terrorizzato.
Donnie annuì tremando.
-Come possiamo bloccare la trasformazione?- chiese anche Raphael, i cui occhi spalancati fissavano il genio a quattro zampe a ringhiare in sottofondo.
-N... non si può perché dipende dalla duplicazione delle nuove cellule mutanti nei nostri corpi...-.
-C... cosa?- biascicò il focoso, scosso.
-Significa che il suo dolore terminerà a trasformazione completa che non sappiamo quando avverrà- completò saggiamente Leonardo, leccando la guancia di Donnie.
-Disgustoso!- gemette il rosso.
-Era solo un modo per offrire conforto, sciocchino!-.
-Qualunque cosa!-.
Mikey era l'unico a fissare terrorizzato il fratello genio che muoveva perfino il braccio ferito come se nulla fosse: aveva compreso che la situazione era abbastanza complicata e avrebbero dovuto trovare un antidoto perfetto prima che anche lui sarebbe diventato un lupacchiotto bianco.
-Donnie, mettiti subito all'opera!- esclamò il giovane.
Il genio aprì la bocca per morderlo per tutta risposta, facendolo guaire e ritrarre.
-Ehi, vacci piano, genio!- rimproverò Raphael.
Il sensei, però, inarcò le orecchie, guardando il terzogenito che ondeggiava con fare selvaggio, mentre la bava colava dalla sua bocca.
-Figlioli, Donatello ha perso il controllo!-.
-Cosa? Come può essere?!- esclamò Leonardo.
Donatello ringhiò come un animale feroce, scagliandosi verso Raph che schivò con un salto laterale sinistro. Il viola atterrò sulla mano sinistra, riacquistando il suo equilibrio su quattro arti piegati.
-FUORI!- urlò Michelangelo, sbiancando all'odio che sgorgava nello sguardo del fratello.
Eseguirono incredibilmente, chiudendolo a chiave nel bagno, fissando inorriditi la porta che vibrava ai disperati attacchi e ringhi di Donatello per uscire di lì.
Era qualcosa che doleva nel petto.
-Tornerà il nostro Donnie...?- pronunciò debolmente Mikey, cercando di ignorare i latrati di Donnie, che batteva pugni e calci sulla porta.
Splinter strinse il divario tra i suoi occhi stanchi, afflosciando le spalle nello sconforto. Era difficile dirlo e per una volta, non aveva una risposta da dare.
-Dobbiamo chiamare April. Anche lei se ne intende di genetica e biochimica- propose Leonardo.
-Genio, sono le tre del mattino e non so tu, ma la gente normale a quest'ora dorme!- stuzzicò Raphael.
-C'entra Donnie! E poi, April non ce lo perdonerebbe mai se le nascondessimo questo-.
Raphael distolse lo sguardo, annuendo.
-Mikey, prendi il T-Phone e chiamala- ordino, quindi, il leader...
 
....
 
Una vibrazione squillava nel cuore dell'alba.
April strinse il cuscino sulla sua testa, gemendo rammaricata che un odioso suono le avesse disturbato un sogno eroico.
Eppure, non poteva allontanare né ignorare quel suono ignobile che la fece arrendere e allungare pigramente il braccio sul comodino.
La luce del display le bruciò un po' gli occhi abituati al buio rischiarato dolcemente dall'argento soffuso della luna schermata dalle tende della sua stanza.
-Michelangelo...- lesse con voce impastata, per poi balzare seduta.
 
-Pronto?-.
"April, siamo in un pasticcio grosso! Dovresti venire alla tana. C'è bisogno del tuo aiuto...! Davvero! E... scusa se ti stiamo disturbando a quest'ora! Ma è urgentissimo!".
-D'accordo! Vengo immediatamente!-.
 
April chiuse la chiamata, contemplando le parole frenetiche di Mikey che ancora volteggiavano nella sua mente intorpidita dal sonno.
I ragazzi avevano bisogno di lei e non poteva tirarsi indietro.
-Sonno o meno, è meglio che vada!- pronunciò, alzandosi.
Il calore del letto le scivolò di dosso, mentre si dirigeva all'armadio per prendere i suoi soliti vestiti e la calda felpa verde miliare con cappuccio.
-Arrivo...- mormorò, stringendo il Tessen che custodiva in uno scrigno decorato sul comodino...

 
   
 
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