È una notte serena, questa. Sei solo, l’erba umida che bagna poco a poco il tessuto dei pantaloni e solletica le dita dei piedi coperti dai sandali. Una brezza leggera ti accarezza la pelle e una foglia scivola dall’alto sulla tua mano, sfiorandone il dorso. Ti ritrovi a pensare che è una splendida serata d’autunno, e mediti che da qualche anno a questa parte è sempre così; il silenzio irreale che l’accompagna, per la prima volta in vita tua, non rappresenta il preludio di quell’incubo ricorrente, ma  è sintomo una serenità che mai avresti immaginato di poter provare.

Il frusciare dell’erba ti avvisa che sta arrivando; era lui che aspettavi dopotutto, no? Si siede accanto a te, senza parlare, e se non fosse per l’esperienza degli ultimi due anni, stenteresti a credere che si tratti della stessa persona. Avverti il suo respiro leggero, ma continui a fissare davanti a te; non lo stai ignorando, è da un po’ che non lo fai, e in realtà entrambi sapete da tempo che era solo un atteggiamento di facciata. Non ha bisogno che tu gli rivolga la parola per sapere che la tua attenzione è tutta per sé: lui ti sente, ed è consapevole che per te è lo stesso. Il vostro rapporto non è basato su discorsi importanti, su dichiarazioni ufficiali, è un legame semplice e spontaneo. Eppure c’è una cosa che continui a chiederti, perché, sebbene una risposta tu ce l’abbia già, sai che non ti basta, che c’è qualcosa che ancora ti sfugge.

“Come facevi a sapere che sarei tornato?” chiedi all’improvviso, il tono piatto; non sai bene se lo stai chiedendo a lui, o a te stesso. Non sembra sorpreso, ti spia mentre continui a mostrargli il tuo profilo, per poi volgere di nuovo lo sguardo alla vallata.

“Semplice: lo sapevo e basta, e io ho sempre ragione!” esclama entusiasta, rivolgendoti uno dei suoi soliti sorrisi radiosi, con gli angoli delle labbra che si curvano al massimo; e tu non puoi fare a meno di ricambiare, anche se impercettibilmente.

“Solo uno stupido come te poteva avere una motivazione così stupida” lo provochi, mascherandoti dietro quell’espressione cinica che ti appartiene da sempre.

“Io non sono stupido, teme! Lo sapevo e basta!” insiste, strepitando come un bambino, sebbene anche lui sia consapevole di non esserlo più. E tu capisci che con lui non attacca: ha colto perfettamente il vero significato delle tue parole, come tu conosci quello delle sue.

C’è una breve pausa, poi riprende a parlare.

“Sakura-chan dice che io e te siamo il giorno e la notte; che io sono come il sole, e tu come la luna” ed eccolo che parte con i suoi monologhi senza capo né coda, ma ci sei abituato.

“Ovviamente ha detto anche che lei preferisce la luna” si imbroncia, incrociando le braccia al petto “secondo lei la luna è più romantica e tutte queste cose così. Allora io ho provato a farle capire che non è vero, che con il sole c’è il tramonto, e l’alba, che il sole è più bello e luminoso… e che di notte dormi, stai senza fare nulla, mentre di giorno puoi fare quello che ti pare” continua con un’ingenuità che non mostra più da tempo, ma non c’è nulla di strano, siete al sicuro nel vostro piccolo angolo, lì esistono solo Naruto e Sasuke.

“Quindi?” lo incalzi, nervoso: non reggeresti un secondo di più tutte quelle parole inconcludenti sparate a raffica.

“Quindi ha detto che non ho capito nulla di quello che voleva dire, che non si potrebbe vivere senza giorno o senza notte, e prima di andarsene via arrabbiata, mi ha tirato un pugno in testa. Quella ragazza è troppo strana!” conclude massaggiandosi la cute.

E ti rendi conto che la risposta che cercavi era proprio davanti ai tuoi occhi, ma tu non riuscivi a vederla. È che senza di loro, a quest’ora non saresti altro che un immenso cielo spento. Capirlo non è stato semplice, e riconoscerlo ti è costato un bel po' d'orgoglio. Lei è la tua compagna, la tua amica, la tua ragione. Lei è una, ma rappresenta tante cose, come le stelle che avvolgono la Luna, vegliando su di essa. Mentre lui... lui ha creduto in te con tutto se stesso, è stata la luce che ha restituito alla tua vita qualcosa per cui valesse la pena andare avanti; le motivazioni che sembravano svanite nel nulla con la morte di Itachi, ma che in realtà hai scoperto solo essere conservate in uno scorcio del tuo io nascosto, offuscate dall'oscurità che ti attanagliava i sensi.

“Sakura ha ragione, baka” gli dici, e lui spalanca gli occhi curioso.

“Cosa vuoi dire?” ti chiede.

“Il giorno e la notte, il sole e la luna, sono complementari. Senza il sole, la luna non illuminerebbe un bel nulla; la luce che vedi è sua” cerchi di spiegargli; questa volta si trova in evidente difficoltà, ma sai che non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura.

“Ah sì, l’ho già sentita questa storia” annuncia orgoglioso, ignaro che a te non la dà a bere. Te lo aspettavi, dopotutto. Ti alzi e gli dai le spalle, per oggi può bastare.

“Buonanotte, idiota” lo saluti al solito, mentre ti incammini con la consueta impassibilità.

“Ehi! Smettila di parlarmi in questo modo! Io sono l’Hokage!” ti urla dietro mentre scatta in piedi come un fulmine. E ti accorgi che ancora una volta stai sorridendo.

“Sì, Sakura ha decisamente ragione” è appena un sussurro, ma lui ti sente.

“Ancora?! Ma che significa?!” ricomincia a dimenarsi,  facendo ondeggiare il soprabito bianco che contraddistingue il capo del Paese del Fuoco; ma tu lo ignori e prosegui in direzione del villaggio.

“Sasuke! TEME! Mi spieghi che diavolo vuol dire?!” continua a domandare, e questa volta sei costretto a fermarti.

“Chiedilo a Sakura” gli suggerisci, inclinandoti appena per guadagnare un’occhiata in cagnesco.

“Certo che tu e Sakura-chan siete fatti proprio l’uno per l’altra!” ti apostrofa, borbottando acido.

“Ricorda, usuratonkachi, che il cielo è uno solo..." e sai che se non ti affretti, ricomincerà. "Buon compleanno, dobe di un Hokage” sono le tue ultime parole, e mentre ti allontani, con la coda dell’occhio riesci a vedere l'espressione spaesata lasciare il suo volto, e un sorriso farsi largo tra le linee delle guance.

“Buonanotte, teme.”

Dopotutto, ciò che davvero conta è che Sole, Luna e Stelle abitino tutte lo stesso cielo.