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Autore: Wendy_Dreams    10/10/2014    1 recensioni
Michael Jackson e Freddie Mercury. Destini differenti, ma intrecciati dal destino di una persona... Non sarà la solita storia d'amore strappalacrime come potreste aspettarvi, ma affronterà un aspetto ben più profondo dell'amore: l'amore di un padre per una figlia, dai punti di vista di Michael e Freddie...
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 32 (Seconda parte)
Neverland Ranch, 6 febbraio 2003
Melanie P.o.V.
-Shh! Shh! Sta per iniziare! Fate silenzio!- continua a dire papà, é molto ansioso, lo sono anch'io, anzi lo sono tutti... Siamo tutti curiosi di sapere cosa ne é venuto fuori, cosa ne penserà il mondo... Papà ha molte aspettative, spera che riesca a rimetterlo nella luce giusta...
 
Il programma é appena finito. Sono disgustata. Tutto é stato distorto.
-Non ha fatto vedere tutto...- sussurra papà -Io non sono così- 
-Bashir e i suoi hanno distorto tutto- aggiungo
-Non sono quella persona... Non sono io!- si alza in piedi e si gira verso di noi -NON SONO IO!- puntando alla televisione
-Ti ha fatto apparire ciò che non sei- commenta Frank
-Nessuno é realmente come ha fatto vedere- mi aggiungo.
 
Tutti sono andati a dormire, gli unici ancora svegli siamo io, papà e Frank.
-Mi ha fatto apparire un mostro! Io volevo solo dire la mia verità. Pensavo sarebbe stato sincero- continua -Per esempio, quello che ho detto di tua madre- fa una pausa per guardarmi -Io non l'ho mai detto a nessuno, glielo detto con il mio cuore in mano, l'ho pensato al momento, non l'ho preparato apposta per loro. Io penso veramente quelle cose di lei... E le hanno distorte- finita la frase se ne va -Buonanotte ragazzi-
-Buonanotte- quasi in coro io e Frank. 
 
Rimaniamo in silenzio per un po'. -Ti ha fatto sembrare la babysitter dei tuoi stessi fratelli-
-Sì, hanno messo in piedi il tutto come se fossi una delle tate, non come la figlia maggiore... Ma non é questa la cosa importante... É il tutto... Che é... Una merda!-
 
Anche Frank é andato a dormire, mentre io continuo ad aggirarmi per la casa come un fantasma -Avevi ragione- mi giro, é papà -Avevi ragione, tu e Frank avevate ragione ad avvertirmi, ma come uno stupido qualsiasi ci sono caduto, mi sono fidato troppo e mi sono bruciato- 
-Non é colpa tua, é nella natura umana fidarsi degli altri, in diverse misure, ma é umano... Purtroppo é umano anche ingannare...-
         ***
Neverland Ranch, Los Angeles, 15 febbraio 2003
Melanie P.o.V.
Papà e Hamid, il suo cameraman, hanno deciso di rendere pubbliche anche le parti tagliate da Bashir. Hanno anche deciso di aggiungere alcune interviste di Debbie, di nonna Kathrine e nonno Joe... Anche zio Jermaine vuole partecipare... Elizabeth Taylor vuole dire la sua... E anch'io voglio dire la mia... Per papà, per mamma e per me...
Hanno montato tutte le luci e le telecamere. É arrivato anche Maury Povich, il giornalista che terrà l'intervista. Dopo una breve presentazione prendo il mio posto davanti al giornalista. -Potreste spostare di poco quel riflettore...- mi copro il viso con una mano finché non lo spostano
-Non sei abituata ai riflettori e alle telecamere?- mi chiede Povich
-No... A dire la verità la prima volta che sono andata davanti alle telecamere é stato per il documentario...- la luce rossa della telecamera principale si accende
-Ora cominciamo, ok?- annuisco -Cominciamo dal principio... Quando sei nata?-
-Sono nata il 29 agosto 1978 a Londra da mia madre Katherine Suzanne Anders e mio padre Michael Joe Jackson-
-Quindi tu sei figlia biologica di Michael Jackson- conferma
-Sì, sono sua figlia, lui é mio padre... C'è il test del DNA e tutti gli altri documenti legali che confermano tutto... Ma non sono qui per parlare di me, io sono qui per difendere mio padre e per difendere la memoria di mia madre... É stata dipinta come un ingenua, una sprovveduta... Una sprovveduta non avrebbe cresciuto una bambina da sola, anche se per solo due anni... Sí, c'erano Freddie, Brian, Roger e John, non era completamente da sola... Ma se uno conta che non c'era mio padre, allora sì era sola... E papà é stato dipinto come un uomo che lascia la ragazza incinta sola al suo destino e non é così... Non é quel genere di persona... Ha amato molto mia madre e la ama ancora... Se avesse saputo di me sarebbe volato a Londra... Ma non lo sapeva e in sua assenza mi ha cresciuto Freddie...-
-Tuo padre ha parlato anche di lui... Che padre é stato Freddie Mercury?-
-É stato un grande padre... Senza di lui non sarei qui, non sarei la persona che sono e non lo ringrazierò mai abbastanza per questo... Mi ha cresciuta come se fossi sangue del suo sangue pur sapendo che ero la figlia di un qualcun'altro che era là fuori... Non mi ha mai fatto mancare nulla... Papà lo sa ed é per questo che gli é molto grato...-
-Che rapporto hai con i tuoi fratellastri?-
-Fratelli. Per me loro sono miei fratelli. Solo in parte abbiamo lo stesso sangue, lo so, e per me quella parte basta per volergli bene come se lo fossimo al cento per cento... Mi occupo di loro come una qualsiasi sorella maggiore se ne occuperebbe... Gioco con loro, li aiuto con i compiti e gli stringo la mano quando hanno paura... Non faccio niente di più e niente di meno... Ho un bellissimo rapporto con loro.-
-Hai mai sospettato di essere la figlia di Michael Jackson?- mi chiede
-No, non avevo idee sulla sua identità, pensavo che qualunque cosa andasse bene-
-Non avevi un identikit nella tua testa?- nego con la testa
-Sapevo che gli somigliavo, ma non ho mai immaginato chi effettivamente potesse essere-
-E come hai reagito quando lo hai saputo?-
-Ero sorpresa ma ero anche felice perché finalmente ce l'avevo davanti-
-Grazie per questa breve intervista. Ci hai aiutato a chiarire molte ombre-
-Di niente. Grazie a voi per avermi dato la possibilità di difendere la mia famiglia- sorrido e mi stringe la mano. La luce rossa si spegne e gli addetti smontano tutto molto velocemente come li avevano portati.
Il secondo documentario é stato trasmesso, da un immagine migliore di papà, ma ormai il danno é stato fatto e piovono critiche a destra e a manca. Papà riceve continui insulti: continuano a dire che é un pessimo padre e una pessima persona, per loro siamo tutti delle pessime persone solo perché stiamo accanto a lui e più ci difendiamo più riceviamo insulti. Non é un bel periodo.
            ***
Neverland Ranch, Los Angeles, 18 novembre 2003
Melanie P.o.V.
Sono nella mia stanza di pittura. Qui mi rilasso, dipingo, non penso al resto del mondo, sento solo la musica e mi faccio guidare dall'ispirazione... Ne ho davvero bisogno. Tutto sta andando a rotoli. Ma é solo l'inizio.
Sento delle voci, non riesco a riconoscerle tutte, una é quella di una delle governanti, le altre sono maschili, ma non so chi sono -DOVETE FARCI ENTRARE!-
-Il signor Jackson non é in casa!- risponde la donna, cosa vogliono da papà?
-Non importa se lui non c'è! Noi dobbiamo entrare!- continua la voce maschile, scendo dalle scale e tre o forse quattro uomini sono alla porta
-Chi siete?- chiedo mentre mi avvicino
-Polizia della contea di Santa Barbara. Lei chi é?-
-Sono Melanie Jackson. La figlia del signor Jackson, potete chiedere a me in sua assenza- affermo sicura
-Abbiamo un mandato per perquisire la casa- mi porge un foglio azzurro, lo leggo velocemente
-Le prove di quale crimine dovete cercare?-
-Il signor Jackson é accusato di aver molestato un minore e abbiamo un mandato per cercarne le prove-
-Chi lo ha accusato?-
-Non possiamo dirlo, in più il giudice ha appena spiccato un mandato di arresto nei confronti del signor Jackson... E ora mi scusi signorina ma deve uscire, dobbiamo perquisire-
-Questa é casa mia! Io non me ne vado!-
-Signorina deve andarsene- tenta di spostarmi
-Non mi tocchi! Non mi tocchi! Non c'è bisogno di spingere, adesso esco- appena uscita dalla porta prendo il mio telefono -Pronto?-
-Pronto? Mel che succede?- risponde papà preoccupato
-Ci sono dei poliziotti in casa, sei accusato di molestie su minore... E-
-Di nuovo no, di nuovo no- continua a ripetere dall'altra parte
-E hanno un mandato per arrestarti-
-Arrestarmi?!- la sua voce si alza di un ottava
-Sì, devi tornare qui, sei un ricercato- quasi lo imploro
-Prenderò il primo volo disponibile e mi costituirò... Non sono un criminale, non ho bisogno di scappare-
-Va bene. Ti verrà a prendere il tuo avvocato?-
-No. Lui é qui con me-
-Spero che si sistemi tutto al tuo arrivo...-
-Non ti preoccupare... Tutto si sistemerà... Stai tranquilla-
-I prossimi vent'anni non voglio vederti da dietro un vetro- singhiozzo, sento una lacrima scendere
-Non piangere, ti ho detto che si sistemerà tutto... Si sistemerà tutto... Adesso devo andare. Ci vediamo al mio arrivo-
-Ciao- e chiude la telefonata.
Non si é sistemato un bel niente al suo arrivo. Quando é atterrato dei poliziotti lo hanno portato nella stazione di polizia di Santa Barbara. Non gli misero subito le manette, gliele misero appena prima di scendere dalla loro auto, proprio davanti ai giornalisti in modo che i paparazzi avessero una buona visuale sulle sue mani legate. Per loro é stato facile fare 2 + 2: aveva le manette perciò era colpevole. Ma lo era per loro, non lo é per davvero. Papà non é un criminale.
  
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