Come i fiori di ciliegio 
[420 parole precise :p]

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
      «Volete uccidermi?»
 
      No.
 
      Così avrebbe voluto rispondere, ma poi quell'umana avrebbe preso troppa simpatia per un demone che non detestava gli esseri umani. Per cui, semplicemente rispose con un’altra domanda.
 
      «Vi siete persa?»
 
      Lei rise ed il demone notò – con piacere – che la sua risata era sinfonia per le sue affini orecchie:  «No, in realtà sono solo di passaggio.»  indicò un albero di ciliegio, che a breve avrebbe sbocciato i suoi bocci.  «non trovate che sia bello? »
 
      Egli si chiese perché quella fanciulla non scappasse, perché non provasse a chiedere aiuto, e soprattutto, perché non lo combattesse.
 
      «Adoro questo periodo.»  fece lei con un lungo respiro  «i fiori sbocciano, gli uccelli danno al nido i propri piccoli.»  si voltò a guardarlo.  «e tutti diventiamo più buoni.»
 
      Se solo avesse avuto il ben che minimo coraggio, le avrebbe chiesto come potesse una donna come lei divenire ancora più buona. L’umana si alzò dal prato in fiore su cui era stata seduta per tutto il discorso, aggraziata come una dama.
 
      «Ve ne andate?»
 
      Sebbene fosse un’estranea, era come un esigenza sperare che non si congedasse. L’umana lo guardò, da prima sorpresa, poi serena.
 
      «No, se volete che vi faccia compagnia.»
 
      Ed il cuore perse un colpo:  «Sapete, che potrei uccidervi in ogni momento?»  lo chiese, perché non era poi così sicuro che lo avesse capito. Lei negò.
 
      «Non può qualcuno bello come voi, sporcarsi le mani in questo modo tanto freddo.»  e sorrise.
 
      «Mi trovate bello?»
 
      E lei sorrise – un'altra volta.
 
      «Come i fiori di ciliegio.»
 
      Il vento soffiò flebile, sfiorando solo di poco i capelli del demone, che nemmeno ne sentì il tocco. Forse quello era il primo complimento positivo che mai qualcuno gli avesse potuto rivolgere.
 
      «Non dovreste parlare così ad un demone.»  il suo sguardo si era addolcito.  «senò egli inizierebbe ad interessarsi a voi.»
 
      E lei sorrise – un’altra, un'altra volta.
 
      «Sebbene vi sembri strano, la cosa non mi turberebbe.»
 
      «Izayoi–sama! Izayoi–sama dobbiamo tornare a palazzo!»
 
      L’umana si voltò non appena un uomo la chiamò. Il suo sguardo s’era perso per qualche istante verso la direzione da cui era provenuta la voce, per poi voltarsi nuovamente verso il demone.
 
      «Perdonatemi, ma ora devo proprio salutarvi, signore.»  disse lei chinandosi educatamente.  «Spero, di rincontrarvi.»
 
      Poi, come una bambina, raccolse la gonna del suo junihitoe* – impaurita nel pestarlo – e corse verso l’uomo che, attendeva preoccupato, dato il ripetitivo tentativo di chiamarla a squarciagola.
 
      Il demone restò fermo nel punto dove aveva trovato quella donna, e poco dopo alzò lo sguardo sul ciliegio che ella osservava.
 
      «A presto, Izayoi.»
 
 
 
 
 
 
 



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

* È una tipologia elegante e complessa di kimono che veniva indossato soltanto dalle donne di corte Giapponesi. Letteralmente il nome dell'indumento significa "veste di dodici strati" - fonte Wikipedia x)
 
 
        Niente di che.
Solo una piccola flash per ricordarli :3 Mi sembrava giusto visto che sono sempre un po’ nell’ombra.
Sinceramente dovrei studiare per un'interrogazione che avrei domani, ma mi sembrava meno... ehm.... noioso (?) pubblicare questa flash :)
Dite che dovrei tornare a studiare?
Mhh... no, piangerò poi per il pessimo voto preso ToT
Grazie a tutti di aver letto e per chi commenterà :3