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Autore: England    10/10/2014    1 recensioni
Ispirato dal film "Il diavolo veste Prada", Louis è il severo direttore di un giornale di moda in cerca di un fotografo speciale per un servizio particolare ma, ahimè, le cose prendono una piega inaspettata.
cap. 1 - se stesse tenendo la tazza di tè in mano probabilmente la farebbe cadere o comunque traballare per la momentanea scossa di adrenalina che lo ha attraversato, incontrando quello sguardo.
cap. 2 - Si è nascosto, si è nascosto da me.
cap. 3 - Istintivamente si ritrova a pensare che sarebbe disposto ad incollare pezzo per pezzo ogni frammento di quella maschera
cap. 4 - “Styles, portami da bere invece di stare a fissarmi...”
cap. 5 - Harry sente l’aria mancare, allunga una mano, ma le porte si chiudono sotto il suo palmo
cap. 6 - “Scusa, hai detto—intendi… aspetta, sei serio? Ti sei preso una cotta per Tomlinson?”
[Larry Stylinson][accenni Ziam]
 
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Heya, finalmente riesco a pubblicare il primo capitolo di questa cosa che mi è venuta in mente un giorno qualsiasi in un momento di noia. Mi dispiace per eventuali errori di distrazione che cercherò di correggere man mano che li trovo rileggendo di tanto in tanto ( perchè alla fine alcuni sfuggono sempre prima della pubblicazione ) mi trovate anche su AO3 (archive of our own) sotto il nome di Ultranoir, e ho pubblicato anche lì; click . E' davvero molto tempo che non pubblico qualcosa e temo di essere arrugginita davvero tanto, diciamo quindi che è il mio nuovo debutto nel mondo delle fanficion! Inoltre una volta terminata la pubblicazione ho intenzione di tradurla in inglese, ma necessito di un aiuto perchè non sono molto ferrata in grammatica inglese lol, se qualcuno vuole farsi avanti, se mai avesse del tempo da perdere, può contattarmi attraverso tumblr QUI oppure QUI. Buona lettura, vi voglio bene <3

; england

*

I

“Così, come il più bell'abito da sera, indossi il tuo sorriso; quel sorriso che ti ho cucito addosso con il mio amore più puro e pregiato, creato appositamente per te”

 

 

Non è difficile stabilire quando la stagione cambia, i colori, le persone, gli ambienti prendono le tonalità del periodo in cui si va incontro. L’autunno e i suoi rossi e arancioni iniziano a farsi strada tra le foglie degli alberi, le piogge leggere che inumidiscono le strade e le nuove collezioni nel mondo della moda. Collezioni che vedranno nuovi vestiti, nuovi abbinamenti e mille altre cose che alla fine dei conti, girano sempre intorno allo stesso oggetto, ovvero il mondo della moda.

Il lunedì è un giorno particolarmente pericoloso negli uffici di Flamme, uno dei giornali più all’avanguardia e amati nel mondo della moda Londinese, nonostante un nome prettamente francese. Il lunedì è il giorno della prova, il giorno dell’uscita del numero settimanale ed insieme ad esso, critiche e commenti dal mondo esterno.

Negli uffici ampi rimbomba la falcata pesante e veloce di Louis che avverte i suoi dipendenti del suo arrivo. Borsa in mano, capelli perfetti e giacca rigorosamente Calvin Klein: un modello non ancora in commercio ma che Louis, con le sue giuste conoscenze, è riuscito ad avere in anticipo. Un perfetto Louis Tomlinson, così di lunedì, come di sabato.

Lauren, la nuova segretaria o per meglio dire l’ennesima, si alza di fretta dalla propria scrivania, ticchettando al suo fianco con una leggera corsetta, tenendo delle scartoffie in mano, prendendo a camminare al suo fianco cercando di stargli dietro almeno fino al suo ufficio.

“Buongiorno Signor Tomlinson, è arrivata una e-mail da parte d-”

“Dov’è il mio tè?” la interrompe nel momento in cui mette piede all’interno del proprio ufficio, notando con disappunto evidente la mancanza della solita tazza sulla propria scrivania, vicino al numero settimanale della rivista.

“Oh, mi dispiace, vado subito!” esclama la bionda dandosi una scrollata e correndo via, portandosi dietro persino le carte che avrebbe dovuto lasciargli.

Louis schiude le labbra con un sospiro, socchiudendo poi gli occhi ci vuole pazienza si dice, andando poi a sedersi, poggiando la borsa al fianco della propria sedia.

Osserva la copertina e sorride vagamente soddisfatto leggendo il titolo e gratificandosi dei bei colori che spiccano.

Il telefono alla sua destra suona improvvisamente destandolo dai propri pensieri e ruota il capo per guardare un istante in più il tasto che lampeggia prima di andare a premerlo

“Niall, buongiorno”

“Hey Louis! Buon lunedì!” la voce dall’altra parte è allegra e suona poco veritiera a causa del vivavoce leggermente distorto, ma Louis sa bene a chi appartiene e sa perfettamente che quell’allegria è sincera e genuina, come la persona a cui appartiene dopotutto.

“Abbiamo già qualche risposta?” chiede Louis iniziando a sfogliare il giornale senza però prestare molta attenzione al contenuto, soffermandosi solo di tanto in tanto a guardare alcune delle foto.

“L’articolo sulle nuove mode asiatiche sembra stia riscuotendo successo”

Louis può immaginare il sorriso ampio sul viso di Niall mentre parla.

“Bene, nomi che possono interessarmi o…?”

“Per ora solo blogger e lettori abitudinari”

Louis annuisce a se stesso umettandosi le labbra velocemente. “Fammi sapere”

“Senz’altro, buon lavoro!”

Niall Horan non appartiene al mondo della moda, per quanto ne sa Louis, probabilmente non ha nemmeno mai indossato un capo firmato. Lo conosce da quasi dieci anni: hanno lavorato insieme in qualche vecchio ufficio di qualche anonima rivista prima che Louis si facesse un nome e fondasse Flamme.

Non è stato facile, ma alla fine eccolo qui.

Niall si occupa principalmente di raccogliere le critiche al giornale, positive o negative che siano, si occupa di leggere blog e tenere informati i lettori sui siti della rivista. Un nerd per dirla tutta, un nerd che lavora per la moda. Rimane la maggior parte del tempo nell’ombra a lavorare nel suo piccolo appartamento e si diverte a smanettare con codici e cose di cui Louis non capisce un granché, ma si fida di lui e del suo giudizio e da quando lavorano insieme non gli ha mai dato modo di dubitare di lui. Si fida.

Quando Louis rialza gli occhi Lauren è ferma sulla porta che stringe tra le mani la tazza fumante di tè. Lo sguardo scatta leggermente sulla sinistra verso l’orologio a muro, ma quanto ci ha messo?

“Che stai aspettando? Forza portamelo!” le fa cenno di avvicinarsi con una mano e la ragazza poggia la tazza sul tavolo di vetro prima di schiarirsi la voce e fare un passo indietro. Louis nota il modo in cui si stringe le mani e si tortura le dita per il nervosismo e cerca nasconde con attenzione la piega divertita che le sue labbra iniziano a prendere.

“Signore è arrivato uno dei fotografi per il colloquio, il suo appuntamento era fra un’ora ma…”

Louis la guarda con attenzione e sembra pensarci su prima di annuire una volta e sospirare rumorosamente.

“Sì, va bene, fallo entrare fra un paio di minuti”

Si perde nella lettura di alcune email sul proprio computer quando sente un leggero bussare sulla porta di legno e vetro del proprio ufficio. Alza gli occhi sentendo già l’astio perché generalmente non sopporta le persone a quest’ora del mattino e specialmente di lunedì, ma si ritrova a fissare due bagliori verdi ed un sorriso smagliante, che se stesse tenendo la tazza di tè in mano probabilmente la farebbe cadere o comunque traballare per la momentanea scossa di adrenalina che lo ha attraversato, incontrando quello sguardo.

Scuote il capo velocemente quando l’altro si schiarisce la voce per attirare la sua attenzione e si alza velocemente in piedi cercando di mostrargli uno dei suoi migliori sorrisi.

“Prego, si accomodi signor…?” inarca le sopracciglia osservandolo mentre si avvicina, in attesa di sentire il nome.

“Styles, Harry Styles” lo vede allungare una mano in sua direzione e Louis non riesce a trattenersi e così il sorriso professionale e perfetto appena accennato si trasforma deliberatamente nel sorriso ampio di un quindicenne nell’udire quel nome e unirlo al suo tono di voce tremendamente basso e sexy?

“Styles… Harry, Louis Tomlinson, direttore di Flamme” sfiora la sua mano quasi impacciatamente prima di stringerla e trovarla tremendamente più grande della propria ed anche piacevolmente calda, deve ammetterlo.

“Quindi… lei sarebbe un fotografo…” non è una domanda, ma una affermazione che il suo cervello elabora con attenzione mentre si mordicchia il labbro inferiore distrattamente. Allunga un braccio andando a prendere la tazza di tè in un gesto del tutto automatico, ma non appena la avvicina alle labbra s’acciglia, osservandone il contenuto con una espressione quasi al limite dell’assurdo.

“Lauren tesoro…” chiama, alzando appena la tonalità di voce che suona più femminile ed isterica di quanto avrebbe in realtà voluto.

“Mi scusi” sorride questa volta verso Harry; un sorriso che nasconde una velata ira mentre prende ad alzarsi e camminando verso la porta, andando ad incontrare la ragazza che si stava giusto recando nell’ufficio dopo aver sentito il proprio nome.

“C’è del latte”

“Oh… oh! Oh mio Dio, ero convinta ch-”

“Lauren è stata la prima cosa che ti ho detto quando hai iniziato a lavorare per me! Niente latte” il tono si alza appena e nota con la coda dell’occhio l’altra segretaria, Eleanor, nascondere il viso dietro lo schermo del computer cercando di farsi piccola e silenziosa il più possibile e, come se non bastasse, sente gli occhi del fotografo nel proprio ufficio bruciargli la schiena.

“Sono mortificata vado subito a r-”

“No, non voglio che fai un altro tè, sei licenziata! Sono stufo di lavorare circondato da incapaci!” Il tono è volutamente alto in modo che chiunque nel corridoio e nei vari uffici vicini possano sentirlo e tenere a mente le sue parole.

Probabilmente una volta fuori dall’ufficio la ragazza piangerà, ma di certo questo non è un problema di Louis che adesso chiude gli occhi portando le dita a massaggiarsi la tempia destra, cercando di evitare l’imminente mal di testa che sa lo prenderà da un momento all’altro.

Quando ritorna nel proprio ufficio, cercando di tendere un nuovo sorriso sulle labbra, nota il giovane fotografo sfogliare la rivista e sta per parlare e chiedergli cosa ne pensa quando l’altro lo batte sul tempo con un “Era solo un tè…” il tono vago e calmo disorientano Louis che si ritrova a fissarlo con un sopracciglio alzato quasi, anzi, letteralmente sconvolto dal fatto che qualcuno, soprattutto uno sconosciuto, potesse mettere bocca nelle sue decisioni in un modo tanto superficiale.

“Sono cose a cui tengo signor Styles; i dettagli sono fondamentali in questo lavoro” spiega, cercando di mantenere la calma e andando a sedersi di nuovo unendo le mani sopra la scrivania.

Harry non risponde, ma si limita a stringersi appena nelle spalle e ad allungare un raccoglitore nero verso di lui, sulla cui copertina c’è scritto il suo nome in caratteri d’orati “Questo è il mio book, se vuole dargli un’occhiata”.

Louis passa qualche minuto a sfogliarlo con attenzione, spendendo alcuni istanti in più su alcune fotografie leggermente più particolari.

Rimane immerso in un silenzio quasi mistico e Harry si chiede se l’espressione impassibile sul suo viso sia un segno positivo o negativo. Osserva i suoi occhi azzurri correre sulle immagini e delinearne i contorni e si ritrova a pensare che se avesse la sua macchina fotografa probabilmente gli farebbe una foto, ecco, proprio in questo istante, quando con concentrazione si lecca le labbra velocemente eppure con accuratezza.

“Le farò sapere.” è tutto ciò che esce da quelle labbra, improvvisamente, mentre il rumore del book che viene chiuso suona come uno schiaffo che lo desta da alcuni pensieri in cui si era perso nel frattempo.

“Come? Non mi chiede niente?”

Louis sospira rumorosamente inarcando entrambe le sopracciglia e si porta una mano alle tempie “Senta signor Styles, non ho bisogno di sapere che lavori ha fatto o quali siano le sue aspirazioni, mi basta sapere che è bravo con la macchina fotografica; almeno per ora. Quindi ripeto, le farò sapere non appena avrò finito i colloqui con gli altri fotografi” Louis rimane tremendamente serio con quegli occhi azzurri, adesso gelidi come il ghiaccio, ed Harry davvero non sembra dell’umore per ribattere contro quello sguardo e così si limita ad accettare quelle parole, stringergli la mano e correre il più lontano possibile da quello sguardo omicida.

Quando Harry si ritrova sulla strada, respirando a pieni polmoni l’aria autunnale di Londra, si scopre a sorridere leggermente nonostante non sia ben chiaro del motivo, visto il suo fuggire repentino da quell’ufficio come se avesse un drago alle calcagna. Volta il capo e alza gli occhi verso l’alto palazzo, osservando le varie finestre di vetro e tutte uguali. Quando ritorna con l’attenzione sull'ampio viale nota Starbucks dall’altra parte della strada e sente le gambe muoversi quasi d’istinto verso quella direzione. Un caffè, gli ci vuole, ma non appena entra nel negozio si lascia travolgere dagli odori forti e buoni che quasi lo stordiscono e gli occhi saltano sul menù a muro scritto su un’ampia lavagna e si ritrova, inevitabilmente, a leggere la scritta tè. Senza poterlo davvero controllare sorride e non ha idea del dove ciò che sta per fare lo porterà, ma di certo o meglio, spera, farà sorridere qualcuno.

 

 

*

 

 

“Lo odio, cambialo, cambia tutto il look, quella cintura è tremenda, il magenta era di moda due estati fa…” borbotta scocciato e camminando avanti e indietro per la piccola stanza mentre Liam, scuotendo il capo, riappende gli abiti uno ad uno, cercando tra di essi altri completi da poter proporre.

“Louis, sto facendo il possibile, lo sai” dice il ragazzo, sentendo Louis borbottare tra i denti altri commenti davvero poco gentili.

“Lo so, sono solo… non sopporto niente da quando abbiamo iniziato a pensare a quel… sai… quel servizio” si porta le mani ai fianchi, bloccando il suo camminare isterico.

Liam schiude le labbra per parlare ma viene interrotto ancor prima di prender fiato dalla voce femminile di Eleanor, l’unica segretaria fidata che Louis potrebbe mai avere “Louis…” lui si volta a guardarla ferma sulla soglia e abbassa gli occhi a fissare il bicchiere di cartone firmato Starbucks che tiene tra le mani.

“Sei uscita? Non puoi uscire se non ti do il permesso lo sai”

Lei si affretta a scuotere il capo energicamente facendosi avanti e stendendo il bicchiere in sua direzione “No, scusa, me lo ha lasciato una ragazza all’entrata e ha detto di dirti che è da parte di un certo Harry Styles e…” fa una breve pausa, prendendo fiato “Che ha lasciato detto di dirti… prego” deglutisce sonoramente e Louis rimane a guardare il bicchiere quasi con aria stordita, combattendo però un leggero sorriso che sente formarsi agli angoli della bocca.

Va ad allungare la mano per andare a prendere il bicchiere “Va bene, puoi andare” si lecca le labbra “Ah… chiama Ralf Lauren e digli che sarò all’anteprima a mezzogiorno” lei annuisce sorridendo, prima di salutare con un semplice sguardo Liam ed uscire.

Louis osserva il bicchiere che tiene in mano e lo porta alle labbra, facendo un piccolo sorso “Uhm… zucchero…” mormora e storce le labbra prima di fare un altro sorso.

“Tu odi il tè con lo zucchero” Liam afferma, cercando di fargli notare una cosa già ovvia e appurata da tempo mentre in mano tiene un luccicante vestito rosso.

“Fatti gli affari tuoi” taglia corto Louis, osservando il vestito con una smorfia “E metti via quella cosa, è per il servizio sulla moda nel mondo dello spettacolo, non un servizio sul Moulin Rouge.”

 

 

*

 

 

Le luci soffuse e l’odore di incenso ridanno all’aria di quell’appartamento un po’ di calore. Quel calore che il bianco delle pareti e della maggior parte dei mobili spazzano via, rendendo tutte le stanze troppo fredde, troppo statiche. Louis si ripete che aggiungerà del colore, prima o poi, ma la realtà è che quell’appartamento lo rispecchia così com’è e probabilmente non si sentirà di cambiarlo finché non sentirà lui stesso di essere diverso.

Un attico in uno dei palazzi più costosi di Londra, dove vive da solo e dove tutto è tanto e troppo bianco. Alla fine però non ci passa poi molto tempo, considerando che è sempre in giro per lavoro o in ufficio; dove arriva di mattino presto e se ne va il più delle volte dopo l’orario di chiusura.

Gli sfugge l’ennesimo sospiro sfogliando l’ennesimo book, seduto a gambe incrociate sul divano di pelle, anch’esso rigorosamente bianco. Il silenzio assoluto lo tranquillizza e allo stesso tempo, in momenti come questi, gli mette una velata ansia; è così diverso dal rumore di tacchi e di galline che si chiamano una dietro l’altra quando si trova in ufficio. Di nuovo, è tutto troppo statico mentre il suo ufficio non sembra fermarsi un momento, forse è questo ciò che gli piace, il non fermarsi. Teme che se dovesse frenare per un solo istante e iniziare a pensare, probabilmente impazzirebbe, o peggio, realizzerebbe cose nella sua mente che non vorrebbe assolutamente realizzare, nemmeno per sbaglio.

Silenzio, beato silenzio e allo stesso maledettissimo silenzio.

Gli occhi chiari e limpidi scivolano sui vari book aperti sopra il tavolinetto avanti a se, osserva le varie foto e lascia scorrere le dita affusolate sulle linee, contemplando le ombre e i colori delle immagini che ha davanti. Sembra vagamente indeciso, un po’ pensieroso mentre si morde ripetutamente la bocca cercando un modo per sfogare la frustrazione della scelta ma alla fine, deciso, o almeno con una falsa decisione, prende il book a destra.

Lo chiude come fosse un vecchio e pesante tomo e va a leggere il nome sulla copertina. Con sorpresa si ritrova a trattenere il respiro e rimane qualche istante ad osservare quelle lettere, studiandone i tratti. Non sorride, ma arriccia le labbra lasciando scorrere le iridi sul book lasciato aperto lì davanti. Allunga una mano andando a chiudere anche quello, trovandosi a fissare con disappunto la scritta dorata che rimane opaca sotto la luce fioca e dice, a caratteri eleganti, ‘Harry Styles’.

Si era detto, promesso o meglio costretto, di decidere solo in base alle foto, in modo da non lasciarsi influenzare dall’aspetto dei vari fotografi che aveva incontrato in giornata, ma notando che il nome del prescelto non era quello del ragazzo dagli occhi verdi e il sorriso smagliante, deve ammettere, che ci è quasi rimasto male.

Si alza in piedi lasciando i book aperti e sparpagliati e si sposta verso la camera da letto prendendo il telefono che aveva lasciato a caricare sul comodino e fa partire una chiamata. Di certo l’orario è l’ultimo dei suoi problemi.

Sente squillare per diversi secondi e rimane in attesa finché la voce assonnata di Eleanor non arriva “Ci sono ci sono, scusami, dimmi tutto” tono allarmato, ma la nota di abitudine nelle sue parole fa abbozzare un sorriso su quelle labbra sottili.

“Ricordati di richiamare tutti i fotografi con cui ho avuto i colloqui oggi. Gli unici che voglio nel mio ufficio in settimana sono Nick Grimshaw e Harry Styles, separatamente” sente un rumore di matita su foglio mentre lei fa piccoli mugolii in segno di consenso.

“Altro?”

Una pausa, il silenzio, prima di parlare di nuovo:

“La gonna che indossavi oggi era orrenda, spero di non rivederla.” E riattacca.

  
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