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Autore: Ale_LoveBS    10/10/2014    2 recensioni
Allora, ciao a tutti, questa è la prima fic a capitoli che scrivo, e anche la prima in questa sezione.
Spero che vi piaccia.
Non sono brava a nelle intro, quindi ci dico solo che è una storia un po' diversa dalla trama originale, e che qualche elemento mi ha ispirato la fic di Fede, che si trova in un'altra sezione.
Che altro dire... Bho.
Spero la leggiate e che qualcuno recensica. Ciao e spero di vedervi presto.
Genere: Dark, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Kukai Soma, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano stati una tortura i minuti dell'interrogatorio. Quella stanza a vetri oscurati, con le pareti grigiastre, avente come unici mobili di arredamento un tavolo laccato di grigio, una lampada stile Pixar e le sedie dove venivano fatti sedere i malcapitati e gli inquirenti. Per fortuna, l'avevano scagionata, anche perché ripresa da più telecamere la sera prima al supermercato, proprio l'ora del delitto. La morte di Hottori, intanto aveva fatto il giro del paese, anche perché la notizia era girata sulle principali reti televisivi, essendo diventato il giovanissimo presidente giapponese. È già, il piccole re delle elementari era diventato il presidente, ed aveva realizzato in parte il suo sogno. Finalmente, Amu era uscita da quella stanza deprimente, ma quello che vide fuori, nel corridoio, la pietrificò. Un uomo di circa 30 anni la perforò con il suo sguardo, al contempo triste e malinconico quanto felice come un bambino. Quegli occhi blu-violetti, che non avrebbe mai dimenticato in tutta la vita, quegli stessi occhi che sperava di non rivedere più, per il timore di spegnerli. In cuor suo lei voleva rivederlo, parlargli, stare con lui, ma non poteva, non Doveva, non Ne Aveva Il DIRITTO; ora più di prima, perché lui privo di difese, e lei troppo potente e incontrollabile. Fissò ancora per qualche secondo i suoi lineamenti, quelli che aveva sognato numerose volte, quelli che aveva desiderato toccare anche solo una volta ancora; poi, come ripresasi dallo stato di trance in cui era caduta temporaneamente, si girò e si diresse verso l'uscita del commissariato. Non ebbe neanche il tempo di compiere due passi, che il suo braccio fu afferrato da una presa ferrea, che non accennava a sciogliersi. Si impose di non voltare il capo, ma una mano, la sua mano le toccò il mento e con una lieve pressione glielo rivolse verso di se. Ikuto, non aveva immaginato una scena del genere per il suo incontro con Amu. Avrebbe voluto che gli saltasse addosso, che lo baciasse, che gli dicesse di amarlo. Cercava di autoconvincersi del fatto che fosse colpa sua, che era stato un suo errore far perdere le proprie tracce, che era stato un suo sbaglio il fatto di non andarla a trovare dopo essere tornato dal viaggio per la ricerca del padre. Ci stava provando, ma quegl'occhi caramello, ai quali aveva pensato da sempre, fin dal giorno stesso che l'aveva abbandonata, gli dicevano tutto e niente. Esprimevano voglia e dolore, amore (forse per lui), ma anche un'immensa paura. La sua presa di dissolse, come ti sei appena scottato. Il suo sguardo vagò per il viso di lei, per vedere quanto fosse cambiata, per vedere un minimo cambiamento nell'espressione. Appena ebbe finito di osservarla, disse solo una parola, tre lettere, ma quel singolo vocabolo voleva intendere un mondo intero "Amu...". Lasciò la frase in sospeso, ma lei rispose molto freddamente, per non cedere, per non lasciare quella maschera che ha portato a presso da sempre, da quando ha capito quanto fosse realmente pericolosa, quanto potesse ferire le persone a cui voleva bene. "Salve Detective Ikuto Tzukyomi.". Quel aspetto da indifferente, che un tempo usava per nascondersi per la timidezza, e che invece ora sfruttava per non far soffrire gli altri, fece molto più male di quanto non si aspettasse il giovane. La ragazza, fece una mezza giravolta su se stessa e si diresse a passo veloce verso il portone d'uscita. Ora il suo obbiettivo era quello di smascherare la persona che aveva ucciso Tadase. Mentre camminava per la strada affollata, pur non essendo un ora particolarmente trafficata, pensava a quando biazzarre potessero essere le coincidenze della vita. In poco meno di mezza giornata, aveva rincontrato Kukai, Ikuto (che era diventato un detective molto rinomato dopo gli studi di giurisprudenza) e aveva appreso la morte del King's Chair, che proprio 3 giorni prima si era fatto vivo perché voleva parlarle. Tutto era troppo sospetto, e lei, come tutti, voleva capite la verità. Ma non sapeva che tutto questo era solo l'inizio con un finale assai tragico
   
 
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